Cos’è la candidosi vaginale

Ginecologia • 30 dicembre 2016 • Commenti:

La candidosi vaginale (o semplicemente candida) è un’infezione occasionale da fungo molto comune, che colpisce circa il 75% delle donne.

La candidosi è un’infezione micotica dovuta principalmente al fungo Candida albicans (ma può essere causata anche da altri funghi del genere Candida), il quale è normalmente presente nella vagina ed in altre zone del corpo umano come bocca, ascelle, inguine e tratto gastrointestinale. La patologia non è causata dalla presenza del fungo, che in condizioni normali vive in simbiosi con l’organismo e non determina l’insorgenza di sintomi. Questo perché la flora batterica e le secrezioni vaginali sono in grado di mantenere sotto controllo l’infezione fungina, evitandone una crescita sregolata.

Questa micosi provoca prurito, irritazione e gonfiore della vagina e delle aree circostanti, spesso accompagnati da dense secrezioni biancastre. La candida nelle donne è generalmente innocua, ma risulta comunque fastidiosa, e le infezioni hanno la tendenza a recidivare e ripresentarsi frequentemente, portando ad una condizione cronica di candida ricorrente.

Cause della candidosi

Che cosa causa la candidosi patologica?

La rottura dell’equilibrio instaurato tra flora vaginale e fungo determina una rapida proliferazione di quest’ultimo e ciò provoca l’infezione e la comparsa dei sintomi.

La condizione di equilibrio può essere alterata a causa di diversi fattori:

  • assunzione di antibiotici: questi farmaci, assunti per trattare diverse infezioni batteriche, possono agire anche sulla flora batterica vaginale alterandone la composizione e favorendo la sovracrescita della Candida;
  • cambiamenti ormonali: variazioni nei livelli ormonali di estrogeni possono essere causati ad esempio dal ciclo mestruale (non è raro infatti che la candida compaia appena prima del ciclo mestruale) o dalla gravidanza (l’infezione comunque non rappresenta un pericolo per la gravidanza);
  • assunzione di contraccettivi orali: l’uso della pillola anticoncezionale può determinare variazioni nel pH vaginale (normalmente pH=4-4,5), favorendo lo sviluppo della candidosi.

Altri fattori di rischio che aumentano le probabilità di contrarre la patologia sono:

  • glicemia alta: è stato dimostrato che alti livelli di zuccheri nel sangue, come avviene ad esempio nei soggetti diabetici, aumentano il rischio di crescita eccessiva della Candida;
  • sistema immunitario indebolito: in seguito a patologie immunosoppressive o all’uso di farmaci chemioterapici e cortisonici, il sistema immunitario può risultare compromesso e fallire nel controllo dell’infezione;
  • abitudini personali: l’utilizzo di biancheria intima troppo attillata e in materiali non traspiranti (nylon) facilita l’insorgere dell’infezione, così come l’utilizzo di detergenti intimi neutri (pH 7) che alterano il normale pH acido vaginale (pH 4 - 4,5);
  • cattiva alimentazione: diete squilibrate, ricche di zuccheri e povere di sostanze utili al sistema immunitario come vitamine e Zinco, indeboliscono l'organismo e possono provocare disbiosi, ossia alterazioni della flora batterica.

Le infezioni da Candida colpiscono prevalentemente donne di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, mentre è meno comune in ragazze che non hanno ancora avuto la prima mestruazione o nelle donne in menopausa.

La candida può essere trasmessa tramite rapporto sessuale, ma questo tipo di diffusione è nel complesso poco rilevante e relativamente poco comune, a differenza di ciò che accade in altri tipi di infezioni vaginali. Ad ogni modo in caso di candidosi è consigliabile evitare di avere rapporti fino all’avvenuta guarigione.

Sintomi della candida nelle donne

I principali e caratteristici sintomi della candidosi vaginale sono:

  1. prurito locale irrefrenabile nelle zone infette;
  2. dolore durante i rapporti sessuali;
  3. fastidio durante la minzione;
  4. secrezioni vaginali atipiche ed abbondanti, dense, inodori e di colore bianco (aspetto “a ricotta”).

A questi possono aggiungersi altri sintomi meno comuni e non sempre presenti:

  1. arrossamento e gonfiore di vagina e vulva;
  2. pelle screpolata all’ingresso della vagina;
  3. piaghe e sfoghi nelle zone circostanti l’infezione (sintomi poco comuni che spesso indicano la presenza di altri funghi o del virus Herpes simplex).

Diagnosi della candidosi

In presenza dei tipici sintomi e segni della candida, come prurito e secrezioni dense, per il medico la diagnosi risulta generalmente semplice.

In alcuni casi possono però essere necessarie ulteriori analisi per essere certi di una diagnosi corretta, per esempio nei casi in cui ci si è già sottoposti alla terapia senza risultati, se si è soggetti alla candida ricorrente, se i sintomi sono particolarmente gravi o se si soffre di una malattia sessualmente trasmissibile.

Esistono molti test diagnostici per verificare la presenza di candidosi, tra i quali ricordiamo:

  • tampone vaginale: si preleva un campione di secrezione vaginale che viene poi analizzato in coltura ed al microscopio ottico. Si può così isolare l’agente responsabile e verificare se ci si trova in presenza di candida o di altre malattie sessualmente trasmissibili;
  • test del pH: è un test a risposta immediata, dove si utilizza un’apposita carta tornasole che cambia colore a contatto con l’ambiente vaginale in base al valore di pH (cioè il grado di acidità). Il pH vaginale normalmente varia tra 4 e 4.5, mentre valori superiori possono indicare la presenza di un’infezione;
  • esami del sangue: usato principalmente per valutare i livelli di glucosio nel sangue nel caso si sospetti che la paziente soffra di diabete (condizione che favorisce l’insorgenza di candidosi).

Trattamento della candidosi

La durata delle infezioni da Candida dipende molto dalla tempestività nella diagnosi: i tempi di guarigione, infatti, sono decisamente più brevi se il trattamento viene effettuato precocemente.

La cura più comune per la candida è rappresentata da una terapia locale con ovuli antifungini, creme vaginali o lavande a base di antimicotici come clotrimazolo, miconazolo ed econazolo, da seguire per un periodo variabile di circa una settimana. Questi antimicotici locali sono però efficaci solo nei casi meno resistenti e non recidivanti di candida.

Per coloro che invece soffrono di episodi ricorrenti o nel caso in cui l'infezione sia provocata da una Candida non albicans, viene seguita una terapia con antimicotici orali come fluconazolo, nistatina e itraconazolo.

Esiste inoltre la possibilità di alleviare i fastidiosi sintomi della candida utilizzando metodi naturali quali lavande, pomate, impacchi o creme a base di piante ad azione antinfiammatoria come la camomilla e l’aloe vera.

Ricordiamo infine come una dieta corretta ed equilibrata sia di notevole importanza nella prevenzione della candida: il consumo di verdure e alimenti come yogurt e fermenti lattici aiuti a mantenere efficienti il sistema immunitario e la flora batterica.

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