Clamidia: sintomi, trattamento e prevenzione

Ginecologia • 23 gennaio 2017 • Commenti:

Il termine generico clamidia si riferisce alle infezioni da parte della Chlamydia, un batterio che si suddivide in 4 tipologie: di queste, una (Chlamydia trachomatis) si trasmette attraverso i rapporti sessuali e rappresenta una fra le infezioni sessualmente trasmissibili con maggiore diffusione al mondo. Si stima che ogni anno i casi conclamati siano oltre 50 milioni e il batterio colpisce soprattutto le donne. La Chlamydia è un patogeno che si interpone fra le cellule, ricoprendo il nucleo della cellula infettata.

Nonostante la sua alta percentuale di trasmissione, si presenta spesso in maniera asintomatica ( per questa caratteristica è definita una “epidemia silente”): infatti solo il 10% delle infezioni viene diagnosticato. L’aspetto dell’asintomaticità implica che gli uomini che hanno con tratto l’infezione diventino una fonte di trasmissione incontrollata.

Data l’assenza o la  lieve presenza di sintomi, la clamidia è in grado di progredire e, se non curata, è capace di danneggiare gli organi riproduttivi femminili. L’infezione infatti può provocare infiammazione alla cervice - estendendosi all’utero e/o alle tube di Falloppio - o addirittura danni irreversibili. Può causare infertilità, gravidanze ectopiche (ovvero in cui l’embrione si impianta in aeree diverse dall’utero), malattie pelviche e dolori pelvici cronici.

La clamidia determinare varie tipologie di infezione nell’essere umano:

  • infezione dei tratti genitali maschile e femminile;
  • polmonite neonatale;
  • infezione agli occhi (o congiuntivite).

Inoltre, quest’infezione sembra strettamente correlata ad un rischio maggiore di trasmissione di HIV, con un’incidenza 6 volte maggiore di contrarre l’AIDS rispetto a chi non ha l’infezione.

La clamidia si trasmette tramite rapporti anali, orali e vaginali. La trasmissione avviene attraverso il contatto con le secrezioni delle mucose genitali o con lo sperma di un individuo infetto. 
Quando uno dei due partner è infetto, c’è una probabilità di trasmissione dell’infezione al partner sano del 20%: nei casi in cui l’infezione non è curata, il tasso di infettività può arrivare a durare un anno. Qualche volta accade anche che la madre trasmetta al figlio l’infezione nel momento del parto. 

Quali sono i sintomi

Esistono differenze tra i sintomi e segnali avvertiti da uomini e donne.

La clamidia nell’uomo presenta sintomi minori rispetto alla donna, fra i più comuni si possono elencare:

  • bruciori urinari
  • secrezione di liquido dalla punta del pene
  • prurito
  • arrossamento del glande
  • orchite (gonfiore o dolore nei testicoli)

Quando il batterio responsabile dell’infiammazione risale l’apparato genitale, il rischio di sterilità diventa molto frequente.

Per la donna invece, i sintomi tipici dell’infezione sono i seguenti:

  • perdite vaginali
  • perdite di sangue tra un ciclo e l’altro
  • perdite di sangue dopo un rapporto sessuale
  • dolore nella parte bassa del ventre
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • disturbi urinari

Talvolta, sia nell’uomo che nella donna si verificano delle perdite o sanguinamento in zona anale, nei casi di infezione all’ano. Si stima che i soggetti maggiormente a rischio di contrarre la clamidia siano le donne giovani (al di sotto dei 25 anni, in quanto la cervice dell’utero non è ancora matura) e gli omosessuali proprio per la frequenza di rapporti orali e anali.

Come curare la clamidia

La Chlamydia viene identificata in laboratorio attraverso l’analisi della secrezioni genitali o utilizzando un campione di urine del paziente. Il trattamento normalmente consiste in una semplice terapia antibiotica, della durata variabile che non supera i 15-20 giorni. Durante il ciclo di antibiotici, viene suggerito di astenersi dai rapporti sessuali.

A tre settimane dall’inizio della terapia antibiotica, è necessario sottoporsi nuovamente a controllo medico: qualora il paziente non presenti più sintomi, non occorrono ulteriori test, se invece dovessero persistere è indicato eseguire ulteriori indagini.

Prevenire la clamidia è possibile grazie all’uso del profilattico (preservativo), che aiuta a ridurre notevolmente le possibilità di contrarre l’infezione. E’ buona norma eseguire un test specifico una volta all’anno. Inoltre meglio avere rapporti orali solo con partner che si conoscono bene ed evitare – in generale – rapporti sessuali con sconosciuti. Anche un cambio continuo di partner favorisce l’insorgere dell’infezione. Evitare rapporti se il partner è infetto.

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