Carie: cause, sintomi e trattamenti

Odontoiatria • 28 marzo 2017 • Commenti:

La carie è un processo di distruzione dei tessuti duri del dente (smalto e dentina) provocato dai batteri che popolano il cavo orale. Non è altro, quindi, che un'infezione.

Cosa provoca la carie?

Si dice che la carie dentale presenta un’origine multifattoriale, è causata, cioè, da più fattori diversi tra loro che, insieme, partecipano alla sua formazione. Essenzialmente distinguiamo: fattori endogeni, cioè dipendenti direttamente dal nostro organismo, come, ad esempio, la struttura dei denti, e fattori esogeni, cioè non direttamente dipendenti da nostro organismo ma causati da nostri comportamenti non idonei, ad esempio deposito di placca per scorretta igiene dentale.

Il principale fattore chiamato in causa come responsabile dello sviluppo e della proliferazione batterica è il cibo, in particolare i cibi ricchi di zucchero. I residui alimentari, infatti, rappresentano l’ambiente ideale per la proliferazione dei batteri. Ecco perché una corretta igiene orale è importantissima per prevenire la carie.

Le varie statistiche riferiscono un'incidenza intorno al 90% della popolazione. L'età giovanile è decisamente quella più colpita. In condizioni normali, fra i singoli denti appaiono più soggetti al processo carioso in ordine decrescente i molari, e i premolari in quanto è più facile l’accumulo ed il ristagno di cibo a livello dei solchi intercuspidali, cioè, in quella specie di conca che si forma tra le punte di molari e premolari. Inoltre, molto colpiti risultano essere anche gli spazi interdentali laddove risulta più difficoltosa la rimozione dei residui alimentari con lo spazzolino.

Come si forma la carie?

Per capire quali siano gli alimenti consentiti e quelli da consumare con moderazione occorre innanzitutto aver ben presente il meccanismo di formazione della carie:

1. Prima fase (CARIE SUPERFICIALE): il processo carioso intacca lo smalto, il durissimo rivestimento esterno del dente, demineralizzandolo. La carie ha inizio al di sotto della placca batterica, in alcune zone elettive dello smalto. Se in questa fase viene trascurata, l'infezione cariosa assume un tipico andamento progressivamente ingravescente.

2. Seconda fase (CARIE PENETRANTE): i prodotti acidi derivanti dalla fermentazione degli zuccheri riescono a perforare lo smalto aprendosi la strada verso la dentina. Superata questa seconda barriera, la carie arriva alla polpa, ricca di vasi e terminazioni nervose, provocando la sintomatologia dolorosa. Questa è evocata da variazioni termiche, cibi dolci o salati e compressione del cibo sul dente. Generalmente il dolore scompare sospendendo lo stimolo. L'intensità del dolore è direttamente proporzionale alla profondità della carie. Qualora neppure in questa fase la carie venisse trattata, l'infezione può evolvere fino a coinvolgere le strutture profonde del dente causando ascessi, cisti e/o granulomi.

Abbiamo detto che le sostanze nutritive preferite dai batteri sono gli zuccheri che vengono utilizzati e trasformati in acido lattico, un prodotto di rifiuto in grado di intaccare lo smalto dentale e causare la carie dentale. Maggiore sarà la permanenza di questi cibi nel cavo orale e maggiore sarà il rischio di sviluppare tale patologia.

Quali alimenti evitare?

Abbiamo già citato gli zuccheri e i vari alimenti zuccherini (dolci, bevande gassate, frutta, gelati ecc.). Anche gli alimenti contenenti carboidrati complessi come pane, pasta, cereali e riso possono però  essere ugualmente pericolosi. Secondo le ultime ricerche sembra infatti che sia più importante il tempo di permanenza del cibo all'interno della bocca rispetto alla quantità di zucchero in esso contenuta. Non evitare completamente gli zuccheri però, onde non causare scompensi alla dieta ben più gravi. Piuttosto preferire un'alimentazione bilanciata che apporti tutte le sostanze basi, carboidrati, proteine e grassi, oltre a non far mancare le vitamine e i minerali necessari a garantire la salute dei tessuti dentari (calcio, magnesio fluoro e fosforo in primis) e non trascurare la propria igiene orale spazzolando accuratamente i denti dopo ogni pasto.

Importante, inoltre, è evitare gli alimenti “appiccicosi”. Alimenti zuccherini che tendono ad attaccarsi ai denti come il caramello, infatti, sono molto pericolosi perché, come abbiamo visto nel punto precedente, permangono più a lungo all'interno del cavo orale esponendo i denti all'attacco degli acidi. Maggiore è il tempo di permanenza nel cavo orale degli alimenti, più tempo si dà alla carie per nutrirsi e proliferare.

La cattiva abitudine di mangiare caramelle o cioccolatini tra un pasto e l'altro è uno dei maggiori fattori di rischio, sia perché in questo modo aumentano i tempi di permanenza degli zuccheri nella bocca, sia perché questo significa sabotare o del tutto saltare una corretta igiene orale dopo i pasti, che è l'arma principale che abbiamo per prevenire la carie. Fortunatamente in natura esistono degli zuccheri con potere cariogeno molto basso o addirittura assente, altri vengono invece riprodotti in laboratorio dall'uomo. Tra i più diffusi è bene ricordare il fruttosio ed i polialcoli.  Questi ultimi hanno tra l'altro un potere calorico inferiore allo zucchero, ed allontanano il pericolo di diabete e sovrappeso. Non sono tossici ma se consumati in eccesso hanno un effetto lassativo. Importante è anche lo xilitolo che con la sua forte attività antibatterica è in grado di previene la carie.

Non è facile rinunciare o limitare il consumo di zuccheri. Però la sensibilità e la preferenza al gusto del dolce o del salato può essere educata. Tale processo avviene generalmente in maniera spontanea con l'avanzare dell'età. Non a caso, dati alla mano, dopo i quarant'anni la probabilità di sviluppare la carie diminuisce.

Aiuti contro la carie

Un aiuto contro la carie può arrivare dall’acqua. Alcuni comuni Italiani, infatti, hanno avuto la brillante idea di aggiungere fluoro all'acqua potabile. Questo minerale, non a caso il principale componente dei dentifrici, ha un'azione protettiva sulla dentatura poiché insieme al calcio forma una sostanza molto resistente, che si deposita come una patina sulla superficie del dente difendendolo dagli attacchi esterni. Il te, i cereali e gli alimenti di origine marina sono ottime fonti di fluoro.

La mineralizzazione dei denti è un’ulteriore barriera protettiva. Essa è stimolata dalle sollecitazioni meccaniche della masticazione. Al giorno d'oggi tra succhi, tisane, minestre e frullati tendiamo a stimolare la masticazione meno che in passato. Per questo è importante masticare bene e lentamente durante i pasti quando assumiamo cibo solido, non solo per facilitare poi la digestione ma per stimolare la mineralizzazione dei denti e proteggerli maggiormente.

Pur non potendo e non dovendo sostituire la pulizia dei denti con spazzolino e filo interdentale, le gomme da masticare possono comunque avere una certa utilità della prevenzione della carie. Da preferire quelle contenenti sostanze protettive come il fluoro o lo xilitolo, ovviamente da evitare tutte quelle contenenti zucchero.

Inoltre la masticazione del chewingum stimola la salivazione che, come sappiamo, contiene sostanze antibatteriche e stimola il riequilibrio del pH orale alcalinizzandolo.

Come curare la carie

Se la prevenzione non è stata sufficiente e scopriamo di avere la carie, sarà tempo di rivolgerci al nostro odontoiatra di fiducia.

Quanto più profonda è la carie tanto più difficile e costoso sarà il trattamento da realizzare. In una carie dentale iniziale l’odontoiatra realizzerà un’otturazione. Prima eliminerà il tessuto interessato e successivamente collocherà nella cavità residua dei materiali non tossici, estetici ricostruendo l’integrità del dente. Se la carie ha raggiunto la polpa dentale l’odontoiatra effettuerà una devitalizzazione, eliminando il dolore e mantenendo il dente nell’arcata dentale. Nel caso di ascessi, coinvolgimento dei tessuti circostanti, potrà sempre effettuare una terapia canalare ove sia possibile, in caso contrario, si procederà all’estrazione dell’elemento, sostituendolo o con un impianto o con una protesi convenzionale.

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