Cambiamento alimentare e di stile di vita per curare l’endometriosi

Ginecologia • 17 gennaio 2017 • Commenti:

Il nome endometriosi è strettamente correlato alla parola “endometrio”, il tessuto di rivestimento interno all’utero che – in un organismo sano - è soggetto a crescita e “disgregazione” in concomitanza con il ciclo mestruale.  Talvolta però esso si può presentare ed accrescere all’esterno della cavità uterina, in altre aeree del corpo femminile, localizzandosi nella maggior parte dei casi nella zona pelvica, attraverso noduli, impianti o escrescenze.

L’endometriosi è una malattia che colpisce la donna in età riproduttiva. L’insorgenza dell’endometriosi può avvenire anche nella prima mestruazione o addirittura in rari casi, ancor prima del primo ciclo mestruale (menarca). Si stima che nel mondo l’endometriosi affligga 150 milioni di donne, di cui 14 milioni europee ed in Italia si registra una presenza della malattia in 3 milioni di donne

Questa malattia non è connessa all’aver avuto gravidanze o meno, però è stato accertato che – quando già presente – il suo percorso degenerativo subisce un’accelerazione dopo la gravidanza. In alcuni casi, l’endometriosi persiste anche dopo l’insorgere della menopausa.

L’endometriosi è considerata una delle principali cause di infertilità nella donna e la sua presenza può provocare dolori o altri problemi quali:

  • occlusione intestinale (se l’endometriosi si localizza in area intestinale);
  • disturbi alla vescica (se l’endometriosi si localizza in area vescicale);
  • stenosi (restringimento di un canale, di un organo o di un orifizio);
  • tumori (evento molto raro ma possibile).

Legato all’endometriosi è il fenomeno dell’adenomiosi ovvero una condizione patologica benigna che si crea quando le cellule dell’endometrio invadono il miometrio, cioè la parete dei muscoli uterini. In questo caso i sintomi sono:

  • ciclo mestruale abbondante;
  • dismenorrea (dolore mestruale).

Endometriosi: una patologia strettamente legata al regime alimentare e allo stile di vita

Forse non tutti sanno che i sintomi dell’endometriosi (dolori e disturbi di vario genere), possono essere diminuiti anche prendendosi cura di sè attraverso una corretta alimentazione ed un tenore di vita che non sia caratterizzato da stress e preoccupazioni. Pochi sempre accorgimenti e “calibrature” al proprio stile di vita possono aiutare sensibilmente nell’alleviare i sintomi di questa patologia.

Alimentazione

I forti dolori pelvici, ovarici e di evacuazione legati all’endometriosi possono essere sensibilmente ridotti seguendo un regime alimentare corretto. In particolare, le fibre sono molto consigliate nelle pazienti affette da endometriosi perchè hanno la caratteristica di ridurre l’infiammazione addominale, aiutare la digestione e conseguentemente favorire il corretto funzionamento dell’intestino, inoltre possono ridurre la quantità di estrogeni e zuccheri nel sangue. Tra gli alimenti particolarmente ricchi di fibre, si annoverano i cereali integrali (fra cui il bulgur, i semi di chia), la frutta (mele, kiwi e mandorle) e gli ortaggi (cipolle e piselli).

Anche un maggior apporto di Omega 3 (presente nel pesce, nei lupini, nelle noci e nei semi di lino) riduce di molto il dolore addominale, così come il succo del pompelmo rappresenta un valido antinfiammatorio naturale. Inoltre alimenti ricchi di magnesio sono utili perché questo minerale distende i muscoli nell'utero e dei visceri.

L’infiammazione addominale – al contrario - può essere acuita assumendo alcuni alimenti quali i latticini, le carni (soprattutto se di produzione industriale) e la soia (che è sconsigliata poiché carica di ormoni che favoriscono l’endometriosi). 

E’ sufficiente dunque mettere in pratica alcuni accorgimenti volti a limitare la sintomatologia, migliorando lo stato della malattia nei picchi di infiammazione. L’alimentazione in primis è un deterrente del dolore, se si segue un regime dietetico corretto limitando l’uso di caffeina, zucchero, alcolici, carni rosse e alimenti fritti, preferendo il consumo di alimenti freschi e non raffinati.

Combattere lo stress per sentirsi meglio nei picchi di infiammazione all’endometrio

Oltre all’alimentazione, si possono limitare i disturbi e i dolori derivanti dall’endometriosi attraverso la riduzione delle tossine. Uno stile di vita equilibrato infatti può aiutare a ridurre l’infiammazione endometriosica. Da una ricerca è emerso che il bisefenolo A (un componente presente nella plastica) potrebbe essere una delle cause di endometriosi, poichè questa sostanza modifica l’attività dell’apparato endocrino attivando gli ormoni che scatenano la malattia.
Il bisefenolo A è presente in:

  • contenitori di plastica quali bottiglie, contenitori per alimenti;
  • insetticidi;
  • diserbanti;
  • alcuni prodotti cosmetici;
  • ecc.

Riuscire a dedicarsi quotidianamente del tempo per rilassarsi è un toccasana e degli esercizi di respirazione lenta e profonda o l’ascolto di musica, possono essere sufficienti a rilassare i muscoli ed alleggerire i sintomi della malattia.

Anche una dose di sonno ridotta può contribuire ad alterazioni a livello ormonale e metabolico tali da indurre un aumento dell’infiammazione.

Camminare all’aria aperta, oltre ad agevolare il rilassamento, permette di liberare le endorfine che fungono da analgesico.

Se i ritmi di vita sono troppo frenetici, si consiglia di allentare lo stress che scaturisce da una vita troppo impegnata (lavoro, famiglia), ritagliandosi del tempo per sé.

Un atteggiamento mentale positivo concorre ad alleviare i sintomi dell’endometriosi: è quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Harvard, dove è stato constatato che il buon umore o l’ottimismo in genere infliuiscono positivamente sulla propria salute.

Provare a gestire momenti negativi ed esternare sensazioni non piacevoli può aiutare a star meglio, limitando i dolori scatenati dalla malattia.

Poche semplici regole, quindi, affiancate al supporto del medico, possono aiutare nel migliorare i disturbi dell’endometriosi e aiutare la donna a sentirsi meglio.

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