Dott.ssa Francesca Giusti

Psicologo, Psicologo clinico Altro

San Miniato Basso 2 indirizzi

3 recensioni
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Esperienze

Sono una psicologa clinica ad orientamento Psicoanalisi della Relazione, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, Sezione A, n° 9874.

A fianco del lavoro svolto presso Fondazione ANT per l’assistenza a pazienti oncologici e alle loro famiglie, negli studi di San Miniato e Cenaia accolgo adulti, adolescenti e coppie che attraversano momenti di difficoltà personale o relazionale. 

Di cosa mi occupo

Lavoro su temi legati a:

  • Ansia e attacchi di panico

  • Depressione e senso di vuoto

  • Dipendenza affettiva

  • Difficoltà relazionali

  • Regolazione emotiva

  • Crisi esistenziali, lutti, cambiamenti di vita

  • Patologie croniche, cure palliative e fine vita

  • Fatiche legate alla genitorialità

  • Crisi di coppia

  • Fatiche legate alla crescita e allo sviluppo

La mia visione

Credo che la sofferenza, pur dolorosa, sia un passaggio: una crisi che mette in discussione equilibri precedenti, ma che può diventare occasione di crescita e trasformazione.

L’obiettivo non è "cambiare" la persona, ma accompagnarla nel percorso di scoperta, riconoscimento e accettazione di sé, affinché possa riappropriarsi del proprio modo di vivere, in modo più autentico e vitale.

Come lavoro

Insieme, esploriamo le difficoltà del momento con attenzione, cura e curiosità. A partire da un’analisi dei bisogni e di ciò che in quel momento vive la persona, mettiamo le mani nella sofferenza, senza giudizio, mantenendo uno sguardo fiducioso sulle risorse individuali di ognuno. 

Su di me

Ho sempre affiancato la libera professione al lavoro nelle istituzioni, in particolare presso l’AOU Meyer IRCCS e i Consultori Usl Toscana Nord-Ovest. In questi anni ho imparato che ogni storia è unica, e che il lavoro psicologico è innanzitutto un incontro: tra persone, esperienze e significati.
Il mio approccio si fonda sull’ascolto e sulla costruzione di uno spazio in cui potersi raccontare con libertà, trovando nuove prospettive.

Oltre al mio lavoro, amo la musica e l’arte in tutte le sue forme: modi diversi di raccontare la vita, capaci di esprimere significati che spesso sfuggono alle parole.
Mi affascina il viaggio, soprattutto quello verso luoghi dove la vita brulica, si intreccia, si mostra in tutto il suo movimento caotico e vitale. C’è qualcosa di profondamente umano in quel disordine vivo, che parla di possibilità, di energia, di trasformazione.

In quelle immagini ritrovo qualcosa che sento vicino anche al mio lavoro clinico: l’importanza di riconoscere e accogliere la complessità delle storie personali, con i loro contrasti e le loro sfumature.

Nel percorso terapeutico, quel “caos” non è qualcosa da eliminare, ma da esplorare, per scoprire, insieme, come dentro quel movimento possa emergere qualcosa di vitale, autentico, proprio.

Contatti

Per informazioni o per prenotare un colloquio è possibile scrivere o mandare un messaggio whatsapp a:

dr.francescagiusti@gmail.com

333 6906448

Altro Su di me

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica

Indirizzi (3)

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Studi Medici

Piazza Giulio Scali 11, San Miniato Basso 56028

Disponibilità

Pagamento online

Accettato

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Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Centro Medico Eudora

Via Vittorio Veneto 95, Cenaia 56040

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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico

    70 €

  • Consulenza online

    70 €

  • Consulenza psicologica

    70 €

  • Psicoterapia

    70 €

  • Colloquio psicologico di coppia

    95 €

3 recensioni

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  • L

    La psicologa è molto professionale e allo stesso tempo empatica e accogliente. Ci siamo sentiti a nostro agio da subito e liberi di esprimere noi stessi. Per me è stato un percorso di crescita interiore positivo. Consideriamo la psicologa Giusti un punto di riferimento che prima non avevamo.

     • Centro Medico Eudora sostegno psicologico  • 

    Dott.ssa Francesca Giusti

    Cara Lara, ringrazio te e la tua famiglia per la fiducia e per avermi permesso di accompagnarvi in un momento faticoso. La sensibilità e al tempo stesso la forza che avete mostrato sono state un esempio di come sia possibile fare spazio all'ascolto e alla condivisione, anche nelle difficoltà.
    Un caro saluto


  • E

    Da tempo mi sono affidata alla dottoressa, approccio positivo, sedute costruttive e sempre nel rispetto dei mie tempi. Esperienza davvero positiva.

     • Clinica San Miniato  • 

    Dott.ssa Francesca Giusti

    Cara Eleonora, ti ringrazio per le tue parole e mi rende felice poterti accompagnare a vivere il tuo tempo. Un caro saluto, Francesca


  • L

    Per prima cosa, dalla Dott.ssa Giusti mi sono sentita ascoltata senza fretta, sin da subito. C’è stato spazio per il silenzio, e questo mi ha colpito più di qualsiasi domanda.
    Ho avuto l’impressione che il suo modo di lavorare non fosse orientato a “risolvere” qualcosa, ma piuttosto a creare le condizioni perché qualcosa potesse emergere.
    Uscendo, non avevo risposte, ma una diversa qualità delle domande.
    Non vedo l’ora di proseguire il percorso iniziato insieme a lei.

     • CreativaMente colloquio psicologico  • 

    Dott.ssa Francesca Giusti

    Cara LP, ti ringrazio per la tua recensione e per la fiducia. Mi fa molto piacere che ti sia arrivato un aspetto fondamentale del mio lavoro, il sentirsi accolti. È il punto di partenza per accogliere anche se stessi. Un caro saluto


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 5 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno. Mio figlio 17 anni, 4 liceo. Uscito dalle media con eccellenza, il 1 liceo tt bene, il 2 inizia a studiare poco soprattutto dopo esser stato lasciato dopo 1 mese dalla fidanzatina, rimandato in 2 materie. E inizia a saltare anche gli allenamenti sportivi. Lo scorso anno scolastico ha fatto molte assenze, studiava, nn sempre, ma lo faceva ed è stato rimandato ad una materia. Questa estate tutto sembra normale, si fidanza ed è contento. Torniamo dalle vacanze inizia scuola i primi giorni va ma non studia, lei lo lascia e sembra che nn l'abbia presa male xke va a scuola(ma non sempre fa i compiti), va a sport, esce con gli amici fino a domenica scorsa era tt "normale" da martedì si è chiuso, nn parla con nessuno, nn risponde se gli chiedi qualcosa, nn va a scuola e a sport, nn risponde al cellulare ad amici ed al mister che ha capito che qlc non va. Ho provato a parlarci e chiedergli se nn vuole piu studiare e nn risponde, se nn vuole andare piu a sport e nn risponde, se dipende dalla sua ex e dice no. Gli dico che nn puo isolarsi cosi, che puo entrare in depressione, che lui è forte e deve reagire, se vuole incontrare uno psicologo e dice no che sta bene cosi. Gli ho detto che ne chiamerò uno a domicilio ma nn so se farei bene questa forzatura. Lui è un tipo chiuso ed introverso e di poche parole e a volte sembra disinteressato agli altri anche alla famiglia, nn è affettuoso nemmeno con il gemello, sembra anaffettivo. La situazione familiare tra me e mio marito è da un po che nn va e abbiamo deciso di separarci e lo abbiamo detto ai ragazzi a giugno, ma mio marito ancora è in casa quindi continua questa aria "pesante". Io credo che nn ha autostima, si sente inadeguato in tutto ma nn capisco cosa gli ha scatenato questo disagio. Xke a scuola fino le medie era eccellenza e al primo tt 8 e 9. Al secondo ha iniziato a mollare. A sport è sempre stato il piu bravo e si sentiva forte in questo, ma dallo scorso anno, se nn prima, nn gli interessa piu. Fuma pur sapendo che fa male, in 2 anni si è ubriacato 3 volte in feste di amici. Io chiedo aiuto a capire cosa puo essergli successo, cosa ha scatenato tutto ma soprattutto cosa devo fare per farlo uscire da qst isolamento. Lo psicologo "forzato" puo essere utile o otterrei l'effetto opposto? Grazie mamma disperata

Cara "mamma disperata",
arrivano chiaramente la tua preoccupazione e il timore nel vedere uno dei tuoi figli chiudersi e trincerarsi in un silenzio che appare incomprensibile.
Mi sembra di capire che gli eventi degli ultimi tempi lo abbiano sollecitato non poco e, per una persona abituata ad "eccellere", può essere doppiamente frustrante scoprire che, a volte, gli strumenti a disposizione non sono sufficienti.
Inoltre, da quello che ho capito, tutta la famiglia sta vivendo un momento di passaggio e non è infrequente in questi casi rivolgersi ad un professionista: può essere un momento turbolento, che apre a grandi cambiamenti, a cui non sempre si è pronti.
Chiudo condividendo una riflessione: più che fare il possibile (e l'impossibile) per "tirare su" suo figlio (le forzature rischiano molto spesso di andare a vuoto), cosa succederebbe se si sedesse accanto a lui, anche solo per accogliere i suoi silenzi, e raggiungerlo dove lui si trova in questo momento?
Un caro saluto

Dott.ssa Francesca Giusti

Gentilissimi, non so se la mia domanda sta in realtà cercando una risposta filosofica, ma vorrei comunque provare a porvela.
Sono donna e ho 31 anni. Premetto che so di essere una persona molto ansiosa, estremamente pensierosa, con tendenze seppur "sotto controllo" all'overthinking. Seguo già una psicologa.
Io credo di avere un problema (forse generazionale) con il tempo. Il tempo, o meglio la mancanza di tempo, sono certa che sia il filo conduttore che accompagna tutte le mie ansie.
Cerco di spiegarvi portando in sintesi e all'estremo i pensieri che faccio, volutamente per trasmettervi la sensazione della mia ansia su questo tema.
Se mi agito per questioni lavorative (il lavoro che faccio mi piace ma è precario, non so fare nient'altro che questo e ormai è troppo tardi per buttarmi in qualcosa di nuovo, non ho studi abbastanza specialistici per fare "carriera") sento che il problema principale è che non ho già più tempo, che ormai ho 31 anni e devo capire immediatamente come uscire da questa situazione perchè poi sarà troppo tardi. Perchè poi non avrò più alternative.
Se mi agito per questioni amorose (sono single, ho 31 anni, ormai è troppo tardi, o conosco qualcuno adesso o sarà troppo tardi per tutto) è sempre una questione di tempo. Considerato che è difficilissimo, per me, trovare qualcuno con cui io mi senta pronta a costruire qualcosa, devo calcolare una media di 3 anni per conoscere qualcuno... ne avrò 34! e se poi andrà male? sarà ancora più tardi per tutto, irrimediabilmente tardi!
E quando mi agito perchè (a causa del mio lavoro che mi porta a spostarmi spesso) sento che devo sbrigarmi a capire dove voglio vivere per avere il tempo di costruirmi una situazione, un luogo che posso chiamare casa, perchè poi sarà troppo tardi, perchè non lo posso fare a 40 anni, perchè poi fare amicizie è più difficile, perchè poi saranno già tutti sposati con figli... e qui si ricollega la questione amorosa: devo sbrigarmi, sbrigarmi perchè non c'è più tempo!!

Voglio dire, se io avessi 20 anni, cioè dieci anni in meno, non avrei modo di sentirmi così preoccupata. Mi sento sempre vigile, in tensione, faccio calcoli matematici assurdi che nulla hanno a che vedere con l'imprevedibilità del nostro destino, concetto che grazie alla mia esperienza avrei in teoria già dovuto apprendere, ma che invece rimane lontanissimo da me. Certamente l'ansia mi porta anche ad assumere un arrogante pretesa di "controllo".

La domanda che voglio farvi quindi è: esiste questo tempo? è vero che dopo sarà tutto irrimediabilmente più difficile? perchè "i grandi" che considero saggi proprio per via della loro età e del loro vissuto, spesso partecipano a questo discorso ("fallo ora che poi non potrai più")?

Certamente possiamo parlare di ansie sociali, un discorso silenzioso che ci dice come dovremmo essere e in quale momento esatto della nostra vita. Ma siamo sicuri che sia così sbagliato, se tutti intorno a te effettivamente adempiono a quello schema? La presenza degli altri e di quello che fanno gli altri è un altro grande tema. Immaginiamo un mondo dove tutti sono single alla mia età, e in cui tutti hanno un lavoro precario senza certezze; o un mondo in cui le donne possano fare figli solo dai 35 anni in su: cambierebbe tutta la mia prospettiva!

Il tempo, il tempo, vi assicuro che è il mio più grande problema! E nel frattempo lo vedo passare sotto al mio sguardo, gli anni corrono velocissimi e io comunque non mi sento "dentro" in nulla.
Se non lo pensassi in questi termini, potrei essere felice di quello che ho, di dove sono, del lavoro che faccio, del fatto che sono sola e non ho un compagno. Mentre scrivo si chiariscono anche alcune cose, questo è ciò che si intende con "vivere il presente". Ma mi è così impossibile! Faccio così tanti pensieri sulla mancanza di tempo, che non utilizzo lo spazio che il presente mi mette a disposizione. Sembra una condanna! Ed è tutta una grande contraddizione: io perdo in realtà tantissimo tempo a farmi questi pensieri, quando lo potrei utilizzare per fare altre cose.

Vi ringrazio per lo spazio di sfogo e aspetto con molto interesse le vostre risposte e riflessioni!

Gentilissima, arriva tutta la sua "corsa contro il tempo", ma quante belle domande si sta già facendo! Mi fa venire in mente la distinzione che tempo addietro facevano già gli antichi, quella tra chronos e kairos, il tempo cronometrato e il tempo interno...e quella meravigliosa domanda che si pone anche il fisico C.Rovelli, "siamo noi che abitiamo nel tempo o il tempo abita in noi?". E' probabile che quando non utilizziamo il tempo a nostra disposizione nel modo in cui vorremmo, è lì che questo ci sembra scivolare tra le mani e correre velocissimo. E' lì che, allora, facciamo spazio alle nostre questioni esistenziali. E' un po' un effetto paradosso, per cui le nostre ansie sul tempo ci danno l'occasione di riflettere su dove ci troviamo, sulla fatica che facciamo, sul momento giusto che non sembra mai arrivare. Ma il momento giusto per chi? Ognuno ha un proprio kairos, un proprio orologio interno che tiene traccia dei passi che siamo/non siamo pronti a fare, di quanto possiamo reggere in quel determinato momento, di quanto, nonostante tutto l'impegno che ci mettiamo, siamo sempre noi, e ci ritroviamo impreparati e dubbiosi di fronte allo specchio. Forse la lotta contro il tempo è una lotta contro di noi, nella speranza che qualcosa cambi, che le condizioni siano favorevoli, che l'ansia che si prova a un certo punto scompaia etc etc... Scordiamocelo: noi siamo quello che siamo e la realtà è quella che è. Partiamo da lì e facciamocene qualcosa. Le sue domande sono già preziosissime. Buon percorso, un caro saluto

Dott.ssa Francesca Giusti
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