Dr. Federico Albertini

Considero la consulenza una prima fase di intervento di orientamento finalizzata alla presa di consapevolezza e alla chiarificazione rispetto alla sintomatologia che il paziente sta riscontrando all’interno del suo contesto di riferimento. Le principali caratteristiche del mio intervento di counselling sono: essere un intervento di tipo informativo mirato alla risoluzione di una specifica problematica riguarda una parte del sé e non l’intera identità del paziente focalizzato sul qui ed ora del paziente Un numero di incontri definito (6/8 incontri) Durante la fase consulenziale, miro a supportare il paziente nella gestione quotidiana della sua problematica, favorendo la capacità del paziente stesso di compiere scelte mature, accompagnandolo a adottare una lettura alternativa della problematica. Il superamento della problematica avviene in questa fase attraverso l’attivazione, la riorganizzazione ed il potenziamento delle risorse personali del paziente. Ritengo che alla base di un efficace percorso sia di counseling che di terapia, vi sia una corretta analisi della domanda. Durate il processo di analisi della domanda, partendo dal presupposto che il sintomo, qualsiasi esso sia, assuma maggior significato se posto in relazione al contesto di vita che il paziente sta attraversando, sono solito approfondire le seguenti 4 aree: 1. Somatica riguarda lo stato fisico del paziente (e.g. ci sono delle malattie? Ci sono problemi fisici dovuti ad eventuali traumi? il paziente sta assumendo farmaci?). 2. Comportamentale riguarda i comportamenti che il paziente mette in atto rispetto alla sintomatologia riportata (e.g. Come è stato gestito il sintomo sino ad oggi? Che cosa fa il paziente quando il sintomo si manifesta?). 3. Socio-Relazionale riguarda il contesto famigliare e sociale all’interno del quale è inserito il paziente (e.g. Come è composto il nucleo famigliare del paziente? Quali sono le sue storie affettivo-sentimentali? Il paziente ha degli hobby?). 4. Emotivo-Cognitiva riguarda i pensieri e le emozioni che il paziente associa alla sintomatologia presentata (e.g. Come il paziente si spiega la sintomatologia? Quali solo le sue emozioni associate al sintomo?). Una corretta analisi della domanda permette di fare una diagnosi differenziale tra cause organiche, psicologiche o miste e fattori di mantenimento della sintomatologia stessa. La fase di analisi della domanda si conclude con una mia restituzione volta a porre in luce tanto i punti di forza quanto le possibili aree di miglioramento suggerendo un percorso psicologico cucito su misura del paziente.

Considero la consulenza una prima fase di intervento di orientamento finalizzata alla presa di consapevolezza e alla chiarificazione rispetto alla sintomatologia che il paziente sta riscontrando all’interno del suo contesto di riferimento. Le principali caratteristiche del mio intervento di counselling sono: essere un intervento di tipo informativo mirato alla risoluzione di una specifica problematica riguarda una parte del sé e non l’intera identità del paziente focalizzato sul qui ed ora del paziente Un numero di incontri definito (6/8 incontri) Durante la fase consulenziale, miro a supportare il paziente nella gestione quotidiana della sua problematica, favorendo la capacità del paziente stesso di compiere scelte mature, accompagnandolo a adottare una lettura alternativa della problematica. Il superamento della problematica avviene in questa fase attraverso l’attivazione, la riorganizzazione ed il potenziamento delle risorse personali del paziente. Ritengo che alla base di un efficace percorso sia di counseling che di terapia, vi sia una corretta analisi della domanda. Durate il processo di analisi della domanda, partendo dal presupposto che il sintomo, qualsiasi esso sia, assuma maggior significato se posto in relazione al contesto di vita che il paziente sta attraversando, sono solito approfondire le seguenti 4 aree: 1. Somatica riguarda lo stato fisico del paziente (e.g. ci sono delle malattie? Ci sono problemi fisici dovuti ad eventuali traumi? il paziente sta assumendo farmaci?). 2. Comportamentale riguarda i comportamenti che il paziente mette in atto rispetto alla sintomatologia riportata (e.g. Come è stato gestito il sintomo sino ad oggi? Che cosa fa il paziente quando il sintomo si manifesta?). 3. Socio-Relazionale riguarda il contesto famigliare e sociale all’interno del quale è inserito il paziente (e.g. Come è composto il nucleo famigliare del paziente? Quali sono le sue storie affettivo-sentimentali? Il paziente ha degli hobby?). 4. Emotivo-Cognitiva riguarda i pensieri e le emozioni che il paziente associa alla sintomatologia presentata (e.g. Come il paziente si spiega la sintomatologia? Quali solo le sue emozioni associate al sintomo?). Una corretta analisi della domanda permette di fare una diagnosi differenziale tra cause organiche, psicologiche o miste e fattori di mantenimento della sintomatologia stessa. La fase di analisi della domanda si conclude con una mia restituzione volta a porre in luce tanto i punti di forza quanto le possibili aree di miglioramento suggerendo un percorso psicologico cucito su misura del paziente.

Sono psicologo esperto nell’ambito della Sessualità tipica ed atipica e Consulente Sessuale presso il Centro Integrato di Sessuologia, il Ponte di Firenze. L’intervento psico-sessuologico è un intervento in parte di matrice psico-educativa volto a sfatare i miti e gli stereotipi che riguardano il complesso mondo della sessualità spesso abitato da profondi pregiudizi; a tal riguardo, ritengo che la conoscenza delle differenti fasi della risposta sessuale maschile e femminile sia fondamentale per poter affrontare sintomatologie di natura sessuologica. Tali sintomatologie, come ad esempio eiaculazione precoce, anorgasmia, disfunzioni erettili e vaginismo possono avere come fattori scatenanti e di mantenimento fattori di natura psicologica. La consulenza psicosessuale è volta all’individuazione di tali fattori al fine di promuovere una sessualità in grado di andare oltre la genitalità garantendo un buon grado di benessere per sé stessi ed il proprio o i propri partners. È importante sottolineare altresì che nel mondo della sessualità non he senso parlare di normalità in quanto tale “etichetta statistica” viene ad essere stabilita dal grado di benessere all’interno della coppia o delle persone che stanno partecipando ad un medesimo atto sessuale. La mia attenzione clinica sarà rivolta al vissuto che il paziente sta vivendo e agli aspetti relazionali implicati nella problematica sessuologica. I disturbi dei quali mi occupo attraverso la consulenza sessuologica sono: Eiaculazione Precoce Disfunzione Erettile Vaginismo Dispareunia Vulvodinia Mi occupo inoltre di parafilie, ovvero di comportamenti sessuali atipici caratterizzati da una forte esclusività dell’eccitazione per oggetti/comportamenti specifici (feticcio). Le principali parafilie delle quali mi occupo sono: Esibizionismo Voyeurismo Frotteurismo Durante una prima fase di intervento, il mio obiettivo terapeutico è quello di arrivare ad una diagnosi differenziale tra parafilia, trasgressione e disturbo parafilico. Quest’ultimo è infatti caratterizzato da egodistonia, ovvero l’eccitazione per un oggetto specifico genera conseguenze negative portando la persona stessa a stare male quando vive ciò che le genera eccitamento e soddisfazione. L’obiettivo del mio percorso sessuologico non è tanto quello di rimuovere la sintomatologia associata al disturbo parafilico quanto integrare la stessa all’interno del sistema di valori del paziente, ristrutturandone il significato e promuovendo una sessualità sana e gratificante per sé ed i/il proprio/propri partner(s).

La mia passione ed attenzione per il corpo dei pazienti mi ha portato ad avvicinarmi alla pratica della Mindfulness alla quale ricorro quando il corpo del paziente mostra segnali più o meno forti di sofferenza incarnata come ad esempio attacchi di panico, ansia generalizzata e sintomatologie da sintomatizzazione. Questa pratica, attraverso i suoi pilastri come il non-giudizio, la fiducia, la mente del principiante e il lasciare andare, consente di allenare la presenza mentale portando le proprie attenzioni cognitive nel qui ed ora dell’esperienza incarnata ed incontrando così il pilota automatico che genera sovraccarico cognitivo e stress. La metafora di ThicNhatHann “la mente è come una ampolla di vetro con dentro acqua e sabbia” viene spesso utilizzata per rappresentare il processo generato da questa pratica: nel turbinio di ragionamenti, pensieri riguardo al passato ed al futuro, delle cose da fare, dei progetti, delle relazioni intime ed amicali, delle ansie e delle emozioni, l’acqua mescolata con la sabbia è agitata ed opaca. La pratica della mindfulness permette di fermare il vortice nell’ampolla così che la sabbia possa lentamente depositarsi sul fondo e l’acqua divenire pulita e trasparente.