Sono una ragazza di 33 anni. All' età di 18 anni ho iniziato ad avere attacchi di panico e ansia. Do

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Sono una ragazza di 33 anni. All' età di 18 anni ho iniziato ad avere attacchi di panico e ansia. Dopo è subentrata anche una forte depressione. Ho fatto due cicli di cure farmacologiche. La prima con daparox che mi ha fatta sentire meglio e , dopo un anno, sentendomi bene dimenticavo di prenderlo così ho finito per sospenderlo in maniera troppo brusca e dopo nemmeno 3 mesi è ricominciato tutto. Mi sono rivolta così ad un' altro psichiatra il quale mi ha cambiato cura e mi ha prescritto cymbalta 60 + lorans. Sono stata meglio e per 5 anni ho continuato le cure e mi ho continuato la mia vita a pieno ritmo. Quasi due anni fa sono rimasta incinta e presa dalla paura dell' assunzione del farmaco in gravidanza l'ho sospeso di colpo. Questa gravidanza poi, purtroppo, non è andata a buon fine ma ho continuato a stare bene e senza prendere i farmaci. Qualche mese dopo ho cercato nuovamente di rimanere incinta e questa volta la gravidanza è proseguita bene così ho avuto una bella bimba a gennaio. Continuando sempre senza farmaci. A luglio però sono ricominciati prima l'ansia per la quale ho ricominciato in autonomia, sbagliando, a prendere lorans al bisogno e poi ho avuto anche un attacco di panico. L'umore è calato, le paure sono tante e gli stati di ansia sono sempre presenti. Ho deciso di rivolgermi di nuovo allo psichiatra per vedere se è il caso di riprendere una cura ma allo stesso tempo voglio iniziare un percorso psicoterapeutico per capire se e come posso cambiare le cose. Mi fanno paura entrambe le cose, sia riprendere i farmaci sia la terapia perché non so da che parte cominciare. Mi fa paura però anche stare in questa situazione. Spero che terapia ed eventuali farmaci mi aiutino a stare meglio ma anche a migliorare me stessa e a capire da dove deriva ma soprattutto come sconfiggere questo mostro che si ripresenta e fa stare malissimo. Anche se davvero in pochi lo capiscono e io, me ne vergogno, soprattutto se so che non sono compresa o che devo nasconderlo.
Buonasera. Spesso iniziare nuovamente un ciclo terapeutico può spaventare, sia per l'impegno che questo richiede, sia per l'incertezza che si ha rispetto all'esito. Il desiderio di stare bene è tanto e a volte ci porta ad accelerare con i tempi, ma anche questo fa parte dei tentativi di un percorso: l'importante è riconoscerli ed evitarli quando non desiderati. Questa sarebbe la prima volta che si approccerebbe ad una terapia più completa, sia farmacologica che psicologica. La combinazione di entrambe porta ad una efficacia maggiore, specie nel lungo periodo. Mi pare una scelta più matura e incentrata sulla risoluzione.
Le difficoltà del pensiero spesso non sono considerate al pari di quelle organiche, ma la sofferenza che negli ultimi anni è andata ad aumentare nel sociale ha fatto sì che lo stigma e l'immaginario di queste sofferenze ed il loro interventi mutasse su posizioni più comprensive. Certo ciò purtroppo differisce ancora molto dai contesti di vita.

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Buongiorno,
Immagino quanto, oltre ai disagi che sta vivendo, il peso di doversi nascondere e non poter avere il giusto sfogo e supporto rendano maggiormente pesante la situazione.
Comincerei da questo, una piccola grande concessione per sé stessa, uno spazio dove possa essere ascoltata apertamente e supportata.
Il primo passo è spesso difficile da fare ma è indispensabile compierlo per arrivare ovunque si voglia andare.
Un caro saluto, resto a disposizione

Dott.ssa Linda Bori
Sicuramente una psicoterapia unita anche a una cura farmacologica, eventualmente anche con rimedi naturali se possibile, potrebbe aiutarla nel suo percorso. Le psicoterapie sono tante e anche un indirizzo su quella più appropriata sarebbe indispensabile. Valuti tutto ciò con un professionista di sua fiducia. Un cordiale saluto. Dr. Ermanno Paolelli
Carissima,
innanzitutto congratulazioni, visto che racconta di essere diventata da poco mamma!
Da quello che racconta emerge la sua paura, sia di intraprendere un percorso di sostegno, psicologico e farmacologico, sia di restare nella situazione in cui si trova.
E' comprensibile provare paura ed anche temere di non essere capita dagli altri o di essere giudicata negativamente.
Il fatto che lei abbia consapevolezza di questo è già un primo passo.
Allo stesso tempo, tutto questo può essere oggetto di un percorso. Può, metaforicamente, portare con sè queste paure dal professionista al quale si rivolgerà, insieme al suo desiderio di ritrovare il benessere e "sconfiggere il mostro", come lei lo chiama.
Io le faccio un caloroso in bocca al lupo!
Buonasera; è comprensibile la paura di iniziare una psicoterapia ma insieme al terapeuta può affrontare le sue paure e resistenze ne trarrà sicuramente giovamento; lo spazio di ascolto è privo di giudizio e se avesse bisogno sono disponibile .

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