Salve, sono una ragazza di 29 anni che, tra alti e bassi, da 10 anni convive con il disturbo d'ansia

15 risposte
Salve, sono una ragazza di 29 anni che, tra alti e bassi, da 10 anni convive con il disturbo d'ansia e attacchi di panico. Da 1 anno circa ho iniziato una terapia, la mia terapeuta è specializzata nell'approccio dell'analisi transazionale socio-cognitiva. Mi trovo molto bene e stavo facendo dei progressi fin quando non siamo arrivate al "cuore" della mia situazione e cioè la distanza dalla famiglia di origine (che vive in un altro paese). Avendo affrontato la prima seduta su questo tema in cui ho iniziato a dare sfogo a tante emozioni represse e altrettante lacrime e dovendo affrontare anche il terrore di dover rimanere da sola a casa per più giorni senza mio marito, sono entrata in uno stato di ansia veramente brutto e intenso sia fisicamente che psicologicamente. A ciò si sono aggiunti anche dei pensieri intrusivi sul senso della vita e una paura sull'eventuale, anche se assurda, possibilità che possa farmi del male (la paura di morire è una delle problematiche affrontate in seduta per altro). Sotto suggerimento della mia terapeuta ho consultato una psichiatra che mi ha dato la cura per lo stato d'ansia intenso che dopo 2 settimane circa ha comunicato a fare effetto (un ansiolitico + un antidepressivo a dosaggio base). A breve avrò una visita di controllo. La cosa che però mi fa strano è che non sono ancora pienamente tornata in me come prima di questa crisi che mi è successa. Spesso mi fermo a chiedermi che senso ha vivere (prima non lo pensavo mai, la vita era ed è tutt'ora per me il dono più prezioso), quando sono felice e contenta penso che comunque non abbia senso perché è solo momentaneo, inizio anche a mettere in discussione vari aspetti che non avrei mai pensato minimamente e che pensandoci razionalmente non hanno senso... Mo chiedevo, questo stato sarà passeggero e tornerò un giorno a essere la me di prima oppure dovrò conviverci, oltre al combattere con l'ansia patologica? Questo stato di pensieri assurdi può essere collegato al forte stato di ansia e stress vissuto? Continuando la cura e la psicoterapia potrò tornare a stare bene? Stringo i denti e proseguo, cercando di pensare positivo e mettendocela tutta. Spero che basti e che non sia qualche squilibrio cerebrale che non può essere sistemato.
Salve, mi spiace molto della situazione che descrive. Ritengo che lei debba ritenersi soddisfatta per poter essere arrivata al nucleo della questione, chiaramente adesso ci saranno da affrontare aspetti pesanti ma la terapia richiede grande fatica per cui continui così. Ritengo importante che lei possa esplorare con la sua terapeuta tutto Ciò che lei sta provando in questo momento: sarà un ulteriore materiale e tesoro che le darà importanti informazioni.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, mi dispiace per questa situazione che sta vivendo. Ne ha parlato con la sua terapeuta? una riflessione così importante può portare a tante conseguenze nel corso della settimana, ed è per questo che è fondamentale riportare al proprio terapeuta i pensieri e le difficoltà che hanno caratterizzato i giorni seguenti alla vostra seduta. In questo modo, potrete discutere insieme su come proseguire il vostro percorso e su cosa concentrarvi. La terapia farmacologica unita al percorso di psicoterapia è la strada migliore per poter affrontare le difficoltà e raggiungere uno stato di benessere maggiore. In bocca al lupo e un caro saluto.
Salve, ne parli con la sua psicologa e con il suo psichiatra ed entrambi, conoscendo bene lei e il suo caso, le daranno tutte le risposte utili. Visto che sta ottenendo risultati, continui il percorso intrapreso considerando che potranno esserci momenti di difficoltà e ostacoli che saranno rimossi e corretti dai colleghi che la seguono. Cordiali saluti.. Professor Antonio Popolizio
Salve, aver trovato un professionista con cui si è instaurata una relazione intima ed importante è un ottimo traguardo, tanto che sente di essere arrivata al cuore della sua sofferenza. In virtù del fatto che ha intrapreso un percorso che sta "muovendo"tante cose, le suggerisco di affrontare queste tematiche emergenti con la collega in modo da esplicitare questi ulteriori pensieri che la stanno affliggendo e poterli affrontare in un luogo in cui si sente protetta e al sicuro.
Cordialmente, Sara Molinaro
Salve, immagino la sua sofferenza e tutte le risposte che vorrebbe alle sue domande, più che lecite. La cura farmacologica abbinata ad una buona psicoterapia è sicuramente la strada più adeguata da seguire. Lei ha una buona capacità riflessiva, riporti tutti i suoi pensieri alla sua psicoterapeuta; non solo quelli che avvengono in seduta ma anche quelli tra una seduta e un'altra. Le auguro di ritornare a stare bene il prima possibile.
Cordialmente Stefania Zonta
Gentile utente, quando in psicoterapia di arriva a toccare aspetti nucleari di sofferenza è assolutamente normale ritrovarsi a stare "peggio" proprio perchè si apre a quei vissuti da cui ci si è lungamente difesi. Capisco la sua preoccupazione e il suo senso di confusione e precarietà: è molto faticoso lavorare su temi molto profondi come questi. Le consiglio di continuare il percorso condividendo con la sua terapeuta quello che sta provando, solo affrontando gli aspetti dolorosi è infatti possibile darsi la possibilità di elaborarli e superarli. Un caro saluto, dott.ssa Andreoli
Buongiorno, mi dispiace per questo momento cosi delicato che sta attraversando. Sicuramente è già un passo importante avere focalizzato il nucleo, condividendo con la sua terapeuta potrà sentirsi meno sola. Un caro saluto,
Dott.ssa Lucarelli
Salve,
rispondo alla sua domanda (anche se i colleghi le hanno già dato ottimi consigli) soprattutto perchè mi ha colpita molto la sua capacità di essere in contatto con i suoi vissuti e di descriverli.
Questo, assieme alla relazione che ha con la sua dott.ssa e l'aver con lei individuato un nodo importante su cui lavorare come le hanno fatto già notare, mi sembrano ottimi indici di una possibile risoluzione.
Chiaramente non conoscendola non posso entrare in merito, né peraltro sarebbe possibile pur conoscendoci meglio darle delle "garanzie" sulla durata e sull'esito del suo percorso. Tuttavia la esorto a non mollare proprio adesso che "il gioco si fa duro" poichè, come già le suggerivano, è molto frequente ricorrere ai "vecchi" sintomi proprio quando nuove modalità di relazionarsi con Sé e con i contesti si rendono possibili... Sulla "nuova strada" lo spavento e la confusione aumentano, e capisco bene quanto con essi aumenti la fatica e lo sconforto, ma si accede anche alla possibilità di nuove entusiasmanti sorprese.
Provi a sforzarsi di leggere questo momento come un segno positivo, di conferma che è sulla giusta rotta.
Un caro augurio per una splendida navigazione.
Dott.ssa Sara Gigli
Salve, mi dispiace per il suo disagio ma essere in terapia da parte sua è un atto di coraggio.
Parlarne con la sua terapeuta e il suo psichiatra dei suoi dubbi che la portano a percepire il suo malessere in maniera intenda può solo farle bene oltre ad aumentare e rafforzare la relazione terapeutica.
In bocca al lupo
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile Paziente, da quanto da lei esposto nel messaggio mi sembra di capire che la sensazione e i pensieri da lei provati attualmente, siano frutto di un lavoro di elaborazione di pregressi traumi. Quando iniziamo un lavoro su noi stessi e indaghiamo a fondo nelle nostre emozioni capita che pian piano si inizia a prendere consapevolezza di certe dinamiche a cui prima non prestavamo attenzione, non vedevamo ed eravamo bloccati.
La liberazione dell'emotività bloccata, bisogna pertanto intenderla come una possibilità che attraverso un percorso psicoterapeutico volge a rivivere o per meglio dire, ripercorrere l'esperienza pregressa con una nuova prospettiva ed equilibrio interiore. Il nostro organismo necessità di avere il tempo necessario per metabolizzare i traumi e di conseguenza anche il modo in cui osserviamo e percepiamo le paure più grandi, cambierà e bisogna sforzarsi di riconoscere, che i momenti di serenità e di felicità seppur brevi, ci sono, esistono e fanno parte di noi. Ci danno la forza per compensare la negatività di cui fatichiamo a liberarcene, di conseguenza dobbiamo provare gratitudine e amore verso noi stessi, volersi bene ed essere amorevoli con se stessi è la strada per raggiungere l'equilibrio desiderato.
Le mando un caro saluto e spero di esserle stato d'aiuto
Gentilissima, grazie per aver condiviso i suoi profondi vissuti. Come anticipato dai miei colleghi, la sofferenza fa parte del cambiamento, è un processo fondamentale in ogni percorso di psicoterapia. La sofferenza che prova al momento non va comunque sottovalutata e va accolta da chi la sta seguendo, sia da un punto di vista farmacologico che psicologico. La domanda che ha posto non è per nulla banale: tornerò a essere come prima? Sarò sempre io? Lei troverà una nuova se stessa, con più risorse, con più consapevolezza di chi è lei nel profondo, quindi, mi verrebbe da rispondere che in realtà andrà a conoscere veramente se stessa, migliorando la sua qualità della vita. Non perda le speranze, abbia fede nel percorso che sta facendo, non si perda d'animo, i risultati arriveranno. Non è da sola, ne parli con la collega che la sta seguendo. Spero di aver risposto ai suoi dubbi, resto a disposizione per ulteriori necessità. Un caro saluto
Buongiorno, aver individuato insieme al suo terapeuta uno dei punti centrali delle sue sofferenze e già un punto importante a suo favore. Contestualizzare i problemi permette di contenerli e di risolverli.
Rivolga tutti i suoi dubbi al suo terapeuta, il quale sa che tipo di lavoro state svolgendo insieme e che tempi sono richiesti.
Un saluto,
Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, è riuscita a comunicare benissimonil suo stato di ansia! Le sue paure! Il fatto che lei tenga così tanto a star bene e che si impegni affinché ci riesca, è la risposta ai suoi dubbi: riuscirà a stare meglio!!!!!
Continui a prendersi cura di sé e la vita diventerà di nuovo un dono prezioso.
Le auguro di riuscire a trovare la sua serenità
Un saluto
Claudia m
Gentile utente,
Mi sembra che lei sia molto motivata ad affrontare la sua sofferenza, che grazie alla psicoterapia, all’approccio farmacologico e alla sua volontà credo proprio possa essere superata.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Cara utente, è molto importante per lei aver trovato una professionista con cui essere riuscita ad instaurata una relazione intima, con la quale essere arrivata al "cuore" della sua sofferenza (anche metaforicamente sembra proprio che stia lavorando a qualcosa di estremamente importante per l'esistenza, ma altrettanto delicato). Tenga conto che in questi casi è molto frequente che la terapia possa portare a sentirsi un po' "peggio", dovendo affrontare temi dolorosi e che probabilmente la fanno sentire fragile. Proprio per questo, forse, siete arrivati a poterne parlare dopo un anno di lavoro insieme, e dopo aver costruito una relazione solida. Se non lo avesse ancora fatto, le suggerisco di affrontare queste tematiche e questi pensieri intrusivi emergenti con la collega per poterli affrontare insieme.
Le faccio i miei auguri, Dott.ssa Eleonora Donatelli.

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