Salve! Sono una ragazza di 25 anni e soffro molto di ansia, pensavo di aver imparato a gestirla, a m

23 risposte
Salve! Sono una ragazza di 25 anni e soffro molto di ansia, pensavo di aver imparato a gestirla, a mi sbagliavo. Se fosse per la mia dottoressa dovrei prendere lexotan, ma il suo sostituto me lo sconsiglió e quindi decisi di non prendere più gocce, essendo giovane. Cosa mi succede? Soffro fieramente di ansia e del disturbo ossessivo compulsivo, lo so perché andai da uno psicologo due anni fa, e mi disse che soffrivo di questo, ma non abbiamo approfondito L argomento perché lo vedevo molto menefreghista. Ora parli apertamente, mi ferisce tanto questo disturbo, perché mi mette a disagio anche con me stessa, il mio ragazzo giudica ma non capisce. Mi capita di fare un aZione e poi pensare in maniera fissa di aver fatto la cosa apposto, ad esempio…L’ altra sera il mio ragazzo mi mando una sua foto molto personale, nella mia testa piuttosto che averlo cancellato per me l ho inviato a qualcuno, a seguire mi sono fissata con una mi amica, come se L avessi inviato a lei per poi aver cancellato là chat. Quindi penso a questa cosa in maniera fissa fino a stare mLe, e mi chiedo di svegliarmi perché se L avessi fatto avrei fatto di tutto, sarei stata preoccupata, invece io dopo che ho cancellato le foto dopo quasi 10 minuti sono andata a letto e mi sono svegliata all 5 con L ansia e quindi li nella ho iniziato avere questi disturbi. Non giudicatemi ma aiutatemi a capire la situazione, il mio ragazzo mi dice soltanto di andare da un medico, lo capisco e ha ragione ma vorrei un appoggio da parte sua, una protezione, un provare a farmi ragionare, ma niente. Questo disturbo ossessivo compulsivo mi capita soprattutto quando sono fortemente stressata, però capita che quando chiudo L acqua la sera devo controllarlo più di una volta come se non mi fidassi di me
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione da lei riportata e mi dispiace che la problematica non sia stata adeguatamente trattata e affrontata.
Ritengo sia fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che inoltre possa essere utile per lei ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, comprendo che convivere con queste difficoltà sia molto difficile per lei. Come anche la sensazione di non essere compresa all'esterno per un malessere che è reale e non sarà giudicata per questo. Ritengo importante rivolgersi nuovamente ad un professionista che possa accompagnarla nella comprensione di quello che sente, come avviene e come gestirlo. Rimango a disposizione, un saluto
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Scrive di soffrire di DOC e che viene già seguita da uno psicoterapeuta. Credo che sia opportuno per lei continuare a confrontarsi con il suo psicologo per evitare di rimanere confusa.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, considerando che è giovane, le consiglierei di non aspettare, ma di affidarsi ad un professionista per poter affrontare in tempo utile i sintomi e le origini del disturbo. E' molto probabile che vadano affrontati ed elaborati traumi relazionali precoci e non che sono esitati in un disagio che si manifesta con i sintomi da lei riportati. Rimango a disposizione. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Gentile ragazza, le tue continue ruminazioni dubbiose sono il fulcro del DOC.
Rivolgiti con fiducia ad uno psicologo psicoterapeuta per un colloquio di consulenza; tra le cose che dovrà valutare, ci sarà anche il livello della sofferenza emotiva che tali pensieri intrusivi ti causano, e se vi sono i presupposti anche per un invio dallo psichiatra per una terapia farmacologica.
Coraggio, vedrai che troverai molto giovamento dalla psicoterapia.
Auguri, dottoressa Mg Fanciulli
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. L'ansia non si gestisce, si comprende. Dice che è come se non si fidasse di sé. Ha centrato il punto. L'ansia e comportamenti ossessivi servono a compensare la mancanza di fiducia in sé. Come mai non si fida di lei? Quali sono i condizionamenti subiti che la fanno sentire sbagliata? Valuti la possibilità di intraprendere un buon percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a comprendere le cause dell'ansia e dei comportamenti ossessivi, che con l'elaborazione dei vissuti emotivi che sono alla base del problema possa stimolare la fiducia in se stessa lasciando che l'ansia diventi sempre meno condizionante nella sua vita. Distinti saluti
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve forse è proprio arrivato il momento di lavorare su questi temi. Ovviamente la scelta se rimanere in questa condizione o chiedere un consulto con uno specialista per valutare la situazione attuale e le possibili attività è solo sua. Un cordiale saluto
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Cara Ragazza,
ha descritto molto bene la sofferenza di chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo: sentire di non potersi fidare di se stessi, della propria memoria, delle proprie intenzioni. E' davvero difficile!
Inoltre, come lei ci racconta, questo disturbo finisce per rendere anche i rapporti con gli altri un inferno: non capiscono, pensano davvero che "se solo volesse" potrebbe fare in un altro modo... E' difficile spiegare l'ansia travolgente che obbliga a controllare, a rimuginare, e che alimenta il dubbio fisso e lancinante.
Ma non deve essere così per sempre: dal disturbo ossessivo-compulsivo si può uscire. La psicoterapia cognitiva può aiutarla a risolvere questo problema e a riprendere in mano le fila della sua vita.

con i migliori auguri,
Dr. Ventura
Dott.ssa Georgia Silvi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buonasera, ho letto con attenzione quello che ha scritto e mi associo alle risposte datele dai colleghi.
Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso psicoterapeutico per iniziare a prendersi cura di sé. La maggior parte delle volte la difficoltà sta nell'iniziare. Le faccio i miei auguri e resto a disposizione per maggiori informazioni. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Dott.ssa Elisa Lai
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cagliari
Buonasera, comprendo la sofferenza rispetto a questi pensieri fissi e intrusivi. Ritengo sia necessario approfondire questa problematica attraverso un percorso psicoterapeutico per comprendere che cosa attiva l'ansia, nonché le ossessioni e i comportamenti compulsivi. Inoltre, il percorso le permetterà di poter avere una maggiore conoscenza di sé.
Cordiali saluti, Dott.ssa E.L.
Dott.ssa Viola Vigani
Psicologo, Psicologo clinico
Credaro
Salve, da quello che scrive sembra sentire il bisogno di essere capita e sostenuta. Non è facile comprendere la sofferenza causata dai pensieri intrusivi e ripetuti del disturbo ossessivo compulsivo se non lo si ha. Mi rendo disponibile nell'eventualità in cui lei si senta di capire meglio quello che le sta succedendo, facendo sì che anche le persone attorno a lei lo capiscano, in modo da poter ridurre l'ansia che prova. Un saluto, dott.ssa Vigani Viola
Dott.ssa Ilaria Cutuli
Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buonasera, sicuramente in questo momento è più consapevole della necessità di dover approfondire molto di più alcuni aspetti della sua personalità e della sua vita. Si faccia coraggio, parlarne con un professionista sicuramente potrebbe aiutarla. Saluti,
dott.ssa Ilaria Cutuli
Dott.ssa Jessica Maranza
Psicologo, Psicoterapeuta
Urbino
Gentile ragazza, la sofferenza che prova dev'essere davvero pesante da portare ogni giorno con sé. Non esistono soluzioni preconfezionate che come formule magiche la sollevino dalle sensazioni di ansia e mancanza di fiducia in sé stessa, ma la buona notizia è che un percorso personalizzato che si concentri sul suo speciale modo di vivere il suo disturbo può aiutarla a comprenderne le radici e a sviluppare strategie che la aiutino a raggiungere un maggiore benessere. Lei è ancora giovane, piena di possibilità, non lasci che l'ansia ponga limiti al suo sviluppo personale. Dott.ssa Jessica Maranza
Dott.ssa Valentina Maccioni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buonasera, capisco il disagio di questa situazione. Può essere molto complicato convivere con questi pensieri intrusivi e con questa ansia, e rischiano di non farla vivere serenamente. Per questo motivo, il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicologo per intraprendere un percorso psicoterapico. Cordialmente Dott.ssa Valentina Maccioni
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, l'ansia va curata e non gestita. Ha detto di essersi rivolta già ad uno psicologo in passato, ma per poco tempo, evidentemente non un tempo sufficiente. La invito a trovare il coraggio di farlo nuovamente e iniziare una psicoterapia, ne trarrà grande giovamento.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Dott.ssa Irina Dainelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pesaro
Buongiorno, comprendo quanto sia dura per lei vivere costantemente con queste sensazioni che le paiono scomode. Non deve sentirsi giudicata a scrivere in questa chat ricca di professionisti che senza dubbio possono comprendere il suo stato e la sintomatologia da lei descritta. Deve prendere ora coraggio e rivolgersi ad uno psicoterapeuta di cui possa fidarsi, e con il quale intraprendere una relazione di fiducia e alleanza grazie alla quale potrà approfondire questo vissuto e acquisire gli strumenti attraverso cui farne fronte.
Dott.ssa Dainelli Irina
Dr. Roberto Greco
Psicologo, Psicologo clinico
Nociglia
Salve, la ringrazio per aver condiviso un periodo così spiacevole della sua vita. Rispetto a quanto scrive, le consiglierei di approfondire il discorso con un professionista. L’ansia è un fenomeno che va, innanzitutto, compreso. Capire le motivazioni che sottendono alla propria ansia vuol dire acquisire gli strumenti necessari per poterla dominare. Uno psicologo è in grado di far emergere in lei le risorse utili a quest’acquisizione. Dice di aver avuto la diagnosi di DOC da un professionista che, tuttavia, ha sentito “menefreghista”. Ciò non deve comunque far temere che ogni professionista sia uguale. L’aiuto di un professionista, in questo caso, può davvero essere utile non a farsi restituire una diagnosi quanto ad approfondire le origini della sua ansia, ciò che la vivifica e in che modo è possibile elaborarla. Questo le sarà utilissimo anche in termini di riacquisizione di fiducia nei confronti di sé stessa e dei rapporti che ha con gli altri. La saluto e le auguro una buona giornata. A disposizione. Dott. Greco
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentilissima utente, potremmo esaminare il tuo problema di ansia e disturbo ossessivo compulsivo attraverso diversi approcci.
Prima di tutto, potrebbe essere utile approfondire il rapporto con il tuo ragazzo e capire come potrebbe sostenerti meglio. Forse potreste avere una conversazione aperta sulla tua condizione e su come lui potrebbe essere di supporto per te.
Inoltre, potresti considerare di cercare un nuovo psicologo o terapeuta che sia più empatico e possa aiutarti a esplorare più a fondo il tuo disturbo ossessivo compulsivo. Una terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere particolarmente utile per affrontare i pensieri distorti e i comportamenti ritualistici che sperimenti.
Infine, potresti discutere con il tuo medico la possibilità di una terapia farmacologica con un farmaco appropriato per il trattamento dell'ansia e del disturbo ossessivo compulsivo, ma è importante valutare attentamente tutti gli aspetti prima di prendere una decisione.
In generale, è importante che tu cerchi il supporto di professionisti qualificati e che sia disposta ad affrontare il tuo disturbo in modo aperto e consapevole. Sappi che non sei sola e che ci sono risorse disponibili per aiutarti a superare questa sfida. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Emilia D'Anna
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per la condivisione.
Comprendo quanto ciò che vive possa essere fonte di disagio, soprattutto perché i sintomi che riferisce sono complessi da gestire oltre che risucchiare le energie che abbiamo a disposizione. Una cosa non mi è chiara: i disturbi menzionati le sono stati diagnosticati da uno psichiatra o collega psicologo attraverso un percorso? Glielo chiedo perché spesso vengono utilizzate etichette diagnostiche in maniera errata e questo non fa il bene del paziente.
In ogni caso, pur comprendendo il suo bisogno di protezione e affetto da parte del suo ragazzo, quanto esperisce è un elemento che fa parte del suo mondo interno. E' certamente vero che l'appoggio di chi amiamo è fondamentale, ma è anche vero che la nostra vita e il nostro benessere dipendono esclusivamente da noi. Pertanto, non conoscendo approfonditamente la storia, mi sento di consigliarle di effettuare una visita dallo psichiatra (qualora non sia già in cura) e successivamente di iniziare una psicoterapia adatta alle sue necessità. Vedrà che andrà tutto per il meglio.
Un caro saluto
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno e grazie della sua personale condivisione.
Ciò che descrive immagino sia per lei molto faticoso da gestire e dispendioso in termini di energie mentali.
Spesso quando ci si ossessiona, si perde contatto col proprio corpo; le consiglio di respirare e ricontattare le sensazioni corporee per quanto può, cosi da interrompere seppur per poco il flusso dei pensieri.
Le consiglio inoltre di scrivere i suoi pensieri, così da poterli immagazzinare su un foglio e svuotare almeno un po la mente.
Naturalmente, questi due sono solo suggerimenti che non sostituiscono un percorso, allo stesso tempo possono essere cmq molto utili.
A presto
VB
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco bene quanto questa situazione possa essere dolorosa e quanto il disturbo ossessivo-compulsivo possa incidere sulla sua quotidianità, portandola a dubitare delle sue stesse azioni e creando un senso di frustrazione e isolamento. Voglio rassicurarla sul fatto che non è sola e che ciò che sta vivendo ha delle spiegazioni precise, che possiamo affrontare insieme da un punto di vista cognitivo-comportamentale. L’ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo spesso si alimentano attraverso un ciclo ben definito: un pensiero intrusivo emerge in modo improvviso, generando un forte senso di disagio o paura. Per ridurre questa tensione, la mente cerca di ottenere certezze attraverso il controllo, il ruminare sui pensieri o la ricerca di rassicurazioni. Il problema è che, anche quando si ottiene un sollievo momentaneo, il cervello impara a ripetere questo schema, rafforzando la convinzione che il pensiero sia pericoloso e che solo il controllo possa calmarlo. È un meccanismo subdolo, perché più si cerca di "risolvere" il dubbio, più questo si ripresenta con ancora più forza. Ciò che descrive, come la paura di aver inviato una foto compromettente anche se razionalmente sa di non averlo fatto, rientra in un fenomeno tipico del DOC chiamato "dubbio patologico". Non è un dubbio normale, ma una sensazione che persiste nonostante le evidenze razionali. Il cervello, invece di accettare l’incertezza, continua a chiederle prove e conferme, portandola a ripercorrere mentalmente la situazione, a ricontrollare, a cercare di ricordare ogni dettaglio. Questo circolo vizioso non fa altro che alimentare l’ansia e rafforzare il disturbo. Un aspetto fondamentale per affrontare il DOC è lavorare proprio sull'accettazione dell’incertezza. Piuttosto che cercare di dimostrare a se stessa che non ha fatto nulla di sbagliato, potrebbe provare a dirsi: “So che la mia mente sta cercando di ingannarmi con un dubbio ossessivo, non ho bisogno di rispondere a questa domanda." Più si evita di alimentare la ricerca della certezza assoluta, più la mente imparerà a lasciar andare questi pensieri. Capisco anche il suo bisogno di supporto da parte del suo ragazzo e la difficoltà di sentirsi non compresa. Purtroppo, chi non ha vissuto un disturbo ossessivo-compulsivo spesso fatica a comprendere l’intensità della sofferenza che esso provoca. Potrebbe essere utile spiegargli che il DOC non è una semplice preoccupazione, ma una vera e propria condizione che influisce sulle emozioni e sul comportamento, e che il bisogno di rassicurazione da parte sua, anche se in buona fede, in realtà non aiuta a risolvere il problema. Dal punto di vista pratico, un percorso terapeutico con un professionista specializzato in terapia cognitivo-comportamentale potrebbe darle strumenti concreti per affrontare queste ossessioni e ridurre l’ansia associata. Lavorando sulla ristrutturazione cognitiva e sulle esposizioni con prevenzione della risposta (ERP), si può imparare a interrompere il circolo vizioso del controllo e della paura. È importante che trovi uno specialista con cui si senta a suo agio, perché il modo in cui ci si sente compresi e guidati in terapia fa la differenza. Si dia il permesso di chiedere aiuto senza paura del giudizio. Sta già facendo il primo passo fondamentale: riconoscere il problema e volerlo affrontare. Con gli strumenti giusti e un lavoro costante, può imparare a gestire questi pensieri in modo più sereno e a ridurre il loro impatto sulla sua vita. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio di riprendere il percorso psicologico. Cordiali saluti.
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buongiorno,

quello che descrive è molto comune nelle persone con ansia e disturbo ossessivo-compulsivo: il pensiero ossessivo si attiva soprattutto in momenti di stress, stanchezza o preoccupazione, generando un circolo vizioso in cui la mente continua a dubitare delle proprie azioni e a chiedere conferme. Il senso di disagio e di frustrazione è reale e comprensibile, così come il desiderio che qualcuno le faccia da “ancora” o da supporto emotivo. È naturale voler sentire rassicurazione da chi ci è vicino, soprattutto quando i pensieri ossessivi mettono in dubbio anche le azioni più banali.

È importante ricordare che questi dubbi e controlli, anche se faticosi, non significano che lei stia facendo qualcosa di sbagliato o che sia incapace. Sono parte del disturbo ossessivo-compulsivo, e imparare a gestirli richiede tempo, strategie mirate e supporto psicologico specializzato. Tecniche come la psicoterapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a interrompere il circolo dei pensieri ossessivi, a ridurre i controlli e a sentirsi più sicuri nelle proprie azioni. A volte, anche il sostegno farmacologico, valutato da uno specialista, può aiutare a ridurre l’ansia intensa che alimenta le ossessioni.

Nel quotidiano, può essere utile trovare piccoli modi per interrompere il ciclo mentale senza colpevolizzarsi: scrivere i pensieri, parlarne con un terapeuta o anche solo riconoscere a se stessa che “questo pensiero è parte del disturbo, non della realtà” può ridurre l’ansia. Riguardo al supporto del partner, è normale desiderarlo, ma è anche utile che impari a separare la rassicurazione immediata dal lavoro di gestione del disturbo: il vero sollievo arriva dal rafforzare la propria fiducia nelle azioni e nel pensiero, con l’aiuto di un percorso terapeutico mirato.
Saluti

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