Salve, sono una ragazza di 21 anni. vorrei capire se la situazione che sto vivendo sia normale o men

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Salve, sono una ragazza di 21 anni. vorrei capire se la situazione che sto vivendo sia normale o meno. All'età di 12 anni sono sorti i primi sintomi di ansia e di attacchi di panico, cosa che mi ha portato anche al pronto soccorso per vedere cosa avessi; nonostante ciò la mia famiglia ha sempre snobbato tutto e, ogni volta che ho un attacco di panico, mi dicono tutti che sono ridicola e che dovrei vergognarmi, nonostante abbia anche pianto per chiedere un misero abbraccio (che non mi hanno mai dato). A 16 anni ho avuto un disturbo alimentare che ancora "si fa sentire" e che fin dall'inizio i miei genitori hanno ignorato; anzi hanno cominciato a dirmi come io cercassi solo attenzione e quanto facessi schifo (testuali parole). ho dovuto pregarli per andare da una nutrizionista a risolvere questo problema. Quando ho delle ricadute non riescono nemmeno a dirmi una parola dolce, solo insulti... Mi fanno sentire in colpa per come io sia sempre sgarbata nei loro confronti (cosa vera, ma direi che loro non sono da meno) e mi dicono che vivo in camera mia e che non esco mai da lì, che mi accontentano sempre con cose materiali, che mi aiutano con l'università e pagano l'affitto (a mio fratello non hanno mai fatto pesare questa cosa). Quello che non capiscono è che vorrei una dimostrazione d'affetto non con un paio di scarpe firmato o con un paio di occhiali da 1000 euro (cosa che rinfacciano sempre), ma anche con un abbraccio; e che voglio che non mi facciano sentire sbagliata perché indosso vestitini "appariscenti" a detta loro (corti sopra il ginocchio, non troppo) oppure perché non voglio che mi chiamino ogni 5 minuti per vedere dove sono e cosa faccio ogni volta che esco. Ho parlato con loro di come mi sento ma, vedendo che scrivo qui, si può percepire che a loro non importa nulla. Non vedo l'ora di laurearmi e andare via.
Gentilissima buongiorno,
comprendo il suo dolore e quanto senta la mancanza di un "abbraccio". Si può vivere senza l'affetto de genitori, ma bisogna imparare a farlo. Lei vede il suo allontanamento da casa come la soluzione ai suoi problemi ma non è detto che sarà così. Per fare la pace con la sua storia passata (e quindi con loro) sarebbe necessario un percorso che le permetta di comprendere il loro agire (che, vorrei precisare, non significa condividere) e fare la pace con lo stesso. La invito quindi a pensare a un percorso psicologico che le permetta di fare la pace con la sua storia, ad accettare ciò che non può essere modificato e a migliorare laddove ci sono i presupposti per farlo. Resto a disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera! La sensazione è che ci sia molto di irrisolto in Lei, il che, sia ben chiaro, non è una colpa! L'andare via di casa dopo la laurea temo non sarà sufficiente perché le parole, i gesti, le mancanze che hanno caratterizzato questi Suoi anni di vita, la seguiranno con tutto il vuoto che Le hanno provocato sino ad ora. Se ha tempo e voglia di leggere le mie risposte ad altri utenti vedrà che non sono uno di quelli che punta ad indirizzare a tutti i costi le persone verso un professionista. Nel suo caso credo però che vi sia bisogno di un confronto serio con qualcuno per esplorare più nel profondo anche alcune situazioni da Lei descritte che Le provocano, e Le hanno provocato, notevole dolore. Partendo però dalla Sua domanda iniziale (se è normale o no la situazione) è importante che Le sia chiaro che Lei non ha nulla di sbagliato né nulla di cui sentirsi responsabile. So che non è facile scegliere "qualcuno" con cui parlare però mi creda credo che Le serva per ritrovare quella serenità che merita. Le auguro ogni bene,
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Buonasera e grazie per la condivisione, hai fatto bene a scrivere qui.
In che modo potrebbe esserti utile sapere se la tua situazione sia normale o meno?
Da ciò che scrivi ci sono certamente alcuni elementi da chiarire. Ad esempio i tuoi sanno che cosa ti aspetteresti da loro (un abbraccio, una parola dolce), eppure si ostinano a non dartelo; dicono che vivi in camera tua ma poi quelle volte che esci ti chiamano ogni 5 minuti.
Uno psicologo o un terapeuta come potrebbe esserti d'aiuto, se intendi intraprendere un percorso? Gli obiettivi possono essere i più vari, finché sono concordati col professionista, dal gestire meglio i rapporti con i tuoi al semplice "tenere duro" fino alla laurea e all'abbandono del nido.
Restando a disposizione, un saluto.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso quanto sta affrontando.
La situazione purtroppo non si risolverà allontanandosi da casa, ma sarà importante accettare la mancanza di affetto che ha caratterizzato la sua relazione genitoriale, per evitare che influenzi negativamente la sua autostima e la percezione di sé e delle sue risorse.
È un lavoro su di lei che non sarà facile, ma le sarà indubbiamente di beneficio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Gentile Utente, mi dispiace per la sua situazione. Contatti uno psicologo, così da avere il giusto spazio per elaborare le sue emozioni. Per le sue problematiche potrebbe inoltre essere molto utile una terapia psicocorporea con modello NEOFUMZIONALE.
Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti
Dottoressa Mariarosaria Cerbone
Cara utente, la situazione che descrive trasmette tanta sofferenza. Indubbiamente sente che la sua famiglia le abbia sempre fatto mancare qualcosa da un punto di vista affettivo e lei ha sviluppato una serie di sintomi attraverso cui disperatamente cerca di fare capire quanto soffre. Certamente i suoi genitori cercheranno di fare del loro meglio, d'altra parte comprendo quanto per lei possa essere difficile convivere con loro senza sentirsi compresa e accolta. Il fatto che stia cercando la strada dell'emancipazione è positivo, ma queste mancanze che lei avverte e che le causano così tanto dolore, meritano di essere risolte dentro di lei. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo e di cominciare un lavoro di psicoterapia che possa esserle utile a comprendere ed elaborare questi vissuti. Non si può pensare di cambiare i suoi genitori, ma è possibile di certo trovare delle modalità migliori per comunicare loro i suoi bisogni. Un aiuto psicologico credo che sia indispensabile, in quanto ciò che ci trasmette la famiglia ce lo portiamo sempre dietro e sentirlo irrisolto può essere fonte di grande disagio.
Rimango a disposizione se volesse parlarne.

Cordialmente,
Cecilia Bagnoli
Gentilissima, sembra che tu stia attraversando un periodo molto difficile e complesso. Voglio che tu sappia che è coraggioso cercare aiuto e condividere i tuoi sentimenti. È importante affrontare le tue preoccupazioni in modo da poter trovare un modo per gestire al meglio ciò che stai vivendo.
Le tue esperienze con l'ansia, gli attacchi di panico e il disturbo alimentare sono valide e significative e mi dispiace che tu abbia avuto difficoltà a trovare comprensione e sostegno nella tua famiglia. È normale cercare un legame emotivo e un appoggio affettuoso da parte dei genitori e degli altri familiari. Il fatto che tu abbia cercato aiuto da professionisti, come la nutrizionista, dimostra la tua volontà di affrontare e superare le sfide che hai incontrato.
È comprensibile che tu desideri dimostrazioni di affetto e comprensione da parte dei tuoi genitori. La tua richiesta di abbracci e di supporto emotivo è del tutto legittima e naturale. È importante che tu esprimi i tuoi sentimenti e i tuoi bisogni in modo aperto, anche se può essere frustrante quando non vengono compresi o accettati.
Pare che tu stia anche cercando di trovare la tua indipendenza e autonomia, desiderando laurearti e andare via. Questo è un passo importante verso la creazione del tuo percorso e della tua vita. Ricorda che, indipendentemente da ciò che hai vissuto finora, puoi cercare supporto da fonti diverse, come amici di fiducia, altri membri della famiglia o professionisti del settore della salute mentale.
Mi piacerebbe incoraggiarti a considerare la possibilità di parlare con uno psicologo che possa offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi pensieri e sentimenti in modo approfondito. Lavorare con un professionista potrebbe aiutarti a sviluppare strategie per affrontare meglio l'ansia, il disturbo alimentare e anche per affrontare le dinamiche familiari complesse.
Ricorda che hai il diritto di cercare il benessere e di costruire una vita che rispecchi i tuoi desideri e bisogni. Se hai ulteriori domande o vuoi continuare a parlare, sarò qui per ascoltarti. Un caro saluto. Dr.ssa Marina Lumento.
Buongiorno, dal suo breve racconto si percepisce la sua sofferenza, il suo bisogno d'amore e di essere compresa nel suo dolore.
L'immagine che ognuno di noi costruisce di sè è legata ai rimandi che ci arrivano dalla relazione con i genitori, questo spesso è un fattore di sofferenza molto profonda e chi soffre di un disturbo alimentare dipinge il proprio dolore sul corpo. Il corpo e le ricadute sono il modo in cui si cerca di far vedere la propria sofferenza. Anche l'ansia è un sintomo che ha un significato, e probabilmente ha un senso nella sua storia di vita ma bisogna esplorarlo per capire cosa ci comunica.
Quando ci si sente vulnerabili per difficoltà fisiche e/o psicologiche è innata la tendenza a chiedere cura ai propri adulti significativi, ma quando questa richiesta non viene soddisfatta bensì svalutata e umiliata, ne deriva una fame d'amore che fa soffrire.
Minimizzare la sofferenza spesso significa ritraumatizzare la persona rimandandogli il fatto che la sua sofferenza non conta nulla. Spesso questo accade per una cattiva informazione, per l'educazione che i propri genitori hanno ricevuto e per loro dolori non elaborati che rendono ciechi sul dolore altrui.
Quando non è possibile fare una consulenza con i familiari, consiglio di munirsi anche di materiale sul tema della propria sofferenza in modo tale provare a far capire loro di cosa si tratta (anche siti web).
Sarebbe importante pensare di iniziare un percorso di supporto psicologico affinchè il suo dolore possa essere condiviso, ascoltato e accolto in uno spazio per lei in cui sentirsi sufficientemente sicura per intraprendere un lavoro su stessa.
Inoltre mi sento di dirle che il suo dolore e le sue emozioni sono valide, sempre! e le stanno comunicando qualcosa di profondo.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla ad attraversare questo dolore. Andar via di casa potrà aiutarla un domani, ma saper comprendere il proprio dolore è la vera chiave della guarigione.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Gentilissima, quella che ha condiviso è una situazione complessa ed estremamente dolorosa, meritevole di un ascolto attento e adeguato. Stando alle sue parole, le sue difficoltà e i suoi sintomi sembrerebbero apparentemente connesse alla normale necessità di ricevere cure, accudimento e affetto da parte della sua famiglia, da lei sempre ritenuti una chimera. Sarebbe riduttivo, e sopratutto inopportuno, proporre interpretazioni o offrire chiarimenti in assenza di tanti altri preziosi elementi riguardanti la sua persona che potrebbero essere raccolti ed esplorati solo nella giusta sede e con i giusti tempi. Quando e se si sentirà motivata, potrà valutare di concedersi l’opportunità di esplorare e gestire il suo comprensibile dolore e la sua frustrazione con un professionista per intraprendere così un percorso di elaborazione e cambiamento che potrebbe avere riflessi anche nelle sue relazioni famigliari ma, sopratutto, su se stessa e sulla sua autostima, in vista del futuro più solido e rassicurante cui tanto anela. La sua giovane età e la consapevolezza (che ha dimostrato in queste poche righe) del suo mondo interiore saranno preziosi alleati. Augurandole il meglio, resto a disposizione e la saluto cordialmente
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione spiacevole che sta vivendo. Probabilmente i suoi genitori non riescono ad approcciarsi a lei in maniera dolce come desidererebbe, poiché hanno un modo di vivere le emozioni differente dal suo. Questo però non significa che lei non possa circondarsi degli abbracci e dolcezza di cui ha bisogno, ricercandole in altre figure per lei significative (amici, partner...). Tuttavia, dal suo breve racconto arriva forte il dolore che sta vivendo, ragion per cui le consiglierei un percorso di psicoterapia attraverso il quale possa comprendere questi meccanismi famigliari che molto la turbamo e imparare in che modo raggiungere la sua autonomia da tali schemi. Resto a disposizione e la saluto cordialmente.
Cara lettrice,

Dalle tue parole traspare un senso di grande dolore e solitudine. La tua esperienza di vita in famiglia sembra aver portato ad un rapporto complesso e conflittuale con i tuoi genitori. La mancanza di sostegno emotivo e comprensione da parte dei tuoi familiari può accentuare le difficoltà psicologiche, come l'ansia, gli attacchi di panico e i disturbi alimentari, che hai menzionato.

È fondamentale comprendere che l'ansia, gli attacchi di panico e i disturbi alimentari sono patologie reali e gravi. Necessitano di comprensione, sostegno e, se necessario, di interventi terapeutici da parte di professionisti. La mancanza di riconoscimento e di sostegno da parte della famiglia può rendere ancora più difficile gestire e superare queste problematiche.

Ti consiglio vivamente di ricercare un supporto esterno, come un terapeuta o uno psicologo, per affrontare queste dinamiche familiari e le tue problematiche personali. Un professionista può offrirti una prospettiva obiettiva, strumenti e strategie per gestire le tue emozioni e per costruire relazioni più sane e costruttive.

Se sei all'università, potresti anche considerare di accedere ai servizi di consulenza psicologica offerti da molte istituzioni accademiche. Questi servizi sono spesso gratuiti o a costo ridotto per gli studenti.

Ricorda che ogni individuo ha il diritto di sentirsi compreso, amato e sostenuto. La tua esperienza è valida e i tuoi sentimenti meritano di essere ascoltati e compresi.

Un abbraccio virtuale,
Ilaria.
Gentile Utente,
Sintomi come Ansia, Depressione, Attacchi di panico o problemi alimentari, sono segni di qualcos’altro che “parla”.
Dal suo racconto emerge in modo molto forte il desiderio, l’appello che muove verso l’altro, la domanda di essere vista e amata oltre la semplice soddisfazione materiale. Purtroppo queste dinamiche che le provocano così tanta sofferenza non sembra dipendano da lei. Certamente c’è il suo “pezzo”, ma c’è una questione che continua a spingere per emergere e che non trova risposta. Mi complimento per il suo coraggio nello sfogarsi e nel cercare di far fronte a tutto questo. Il volersi costruire una sua indipendenza sembra essere una buona strada e la esorto a proseguirla. Tuttavia, queste dinamiche feriscono profondamente e rimangono con noi anche quando riusciamo a distaccarci dalla loro fonte. Portarle in un percorso potrebbe essere un passo ulteriore. Sono certo che troverà il professionista più adatto alle sue esigenze.
Spero di esserle stato utile.
Dott. Carlo M R Flamini
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Cara ragazza, mi sembra che lei abbia un grande bisogno di sentirsi vista "dentro" dai suoi genitori. A volte capita che questi bisogni inascoltati si trasformino in sintomi del corpo per rendersi visibili. Forse i suoi genitori fanno fatica a capire di cosa lei ha bisogno e cercano di essere presenti per lei per come possono, con i loro strumenti. Trovo importante poter accompagnare i suoi genitori a comprendere la sua esigenza di essere curata, affrontando queste problematiche attraverso un aiuto di tipo psicologico, non solo nutrizionale. Lei potrebbe beneficiare molto di uno spazio di parola per sé, dove potersi sentire libera ed esplorare la sua "fame d'affetto", che fatica ad essere vista, legittimata, soddisfatta. Resto a sua disposizione e la saluto.

Dott. Mattia Cerinato
Mi dispiace molto che tu stia affrontando una situazione così difficile con la tua famiglia. È importante riconoscere che i tuoi sentimenti e i tuoi bisogni sono validi. L'ansia, gli attacchi di panico e i disturbi alimentari sono problemi reali e meritano sostegno e comprensione.

È comprensibile che tu desideri affetto e supporto emotivo da parte della tua famiglia. È importante comunicare apertamente i tuoi sentimenti con loro, anche se capisco che potrebbe essere difficile se senti che non ti ascoltano o ti criticano. Cerca un sostegno esterno, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa aiutarti ad affrontare le tue sfide emotive e a sviluppare strategie per gestire le situazioni difficili con la tua famiglia.

La tua autonomia e il tuo desiderio di andare via sono comprensibili, poiché desideri creare un ambiente più sano e rispettoso per te stessa. Cerca sostegno nella tua rete di amici, professori o consulenti accademici che possano aiutarti nel tuo percorso di laurea e di indipendenza.

Ricorda che non sei sola e che ci sono persone disposte ad aiutarti. Concentrati sulla tua crescita personale e cerca modi per costruire un ambiente che rispetti le tue emozioni e i tuoi bisogni.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno,
Si sente già dalle sue parole la grande sofferenza che c'è dietro questa mancanza d'affetto e di supporto. Le situazioni che ha vissuto non sono e non erano da prendere alla leggera. Purtroppo un allontanamento fisico da casa non sempre porta ad un miglioramento del proprio benessere. Pertanto La invito ora in quanto adulta a chiedere l'aiuto necessario e prendersi cura di se stessa. In questo spazio di cura avrà la possibilità di portare gli elementi di sofferenza e solitudine a cui accennava e rielaborare la propria storia personale. Un terapeuta potrà inoltre aiutarla a vedere le risorse che possiede.
Le consiglio, oltre a questo spazio personale, di valutare l'ipotesi di uno spazio di terapia familiare in cui coinvolgere la sua famiglia. Questo potrebbe aiutare lei e i suoi genitori a capire come mai la sua sofferenza è stata a lungo minimizzata.
Dott.ssa Chiara Anselmi
Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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