Salve, scrivo qui perchè non so con chi altro parlare. Sono una ragazza di 20 anni e studio all'univ
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Salve, scrivo qui perchè non so con chi altro parlare. Sono una ragazza di 20 anni e studio all'università. Quest'anno ho deciso di non prendere casa, quindi ho deciso di viaggiare nonostante richiedesse un bel po' di tempo, dicendo ai miei genitori che erano orari accessibili e che non mi avrebbero causato problemi. La realtà è un'altra. Il primo anno di università avevo preso casa con 2 ragazze e poi entrambe hanno lasciato gli studi. Io mi sono resa conto di non aver stretto amicizia con nessuno dei miei compagni di corso, e ho praticamente perso quasi tutti i rapporti con i compagni delle superiori. Quindi non ho preso casa proprio perchè ho cominciato a sentirmi molto sola, e vivere la vita universitaria mi mette ansia. Vedo i pochissimi e unici amici che ho che mi trattano sempre come seconda scelta, loro non hanno perso i contatti con i compagni delle superiori e si sentono sempre. A me invece sembra di essere bloccata sempre allo stesso punto. Fin da piccola avevo un po' di difficoltà a fare amicizia perchè sono sempre stata timida e introversa ma la situazione non era come adesso, anzi avevo molti più amici. Ora sono tutti scomparsi, neanche ci salutiamo. Addirittura quella che era la mia migliore amica mi ha totalmente ignorato, parlando con una mia compagna di scuola e non calcolando me. All'età di 17 anni ho poi avuto un periodo di forte ansia e attacchi di panico, e ammetto di essermi chiusa ancora di più in me stessa, ma agli altri non è importato. Sono stata ricoverata per questo motivo e nessuno in quei giorni, a parte 2 3 persone mi ha scritto. Tornare a scuola è stato difficilissimo, perchè tutti in quel periodo hanno fatto esperienze, io passavo il tempo tra un attacco di panico e un altro. Sono stata da una psicoterapeuta, e i sintomi sono diminuiti, ma il mio malessere rimane. Ogni volta che esco con qualche amica finisco per essere esclusa, non parlo quasi mai, mi sento sempre a disagio. Non so come uscire da questa situazione, sembro invisibile agli occhi di tutti.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
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Salve, comprendo la difficoltà del momento ma vedrà che con il tempo le cose miglioreranno, non demorda. Scrive di aver già intrapreso un percorso psicologico, come mai l’ha interrotto?
Credo che lei debba lavorare principalmente sul suo vissuto emotivo, come la paura.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Credo che lei debba lavorare principalmente sul suo vissuto emotivo, come la paura.
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Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, la difficoltà di cui parla durano da un po' di tempo ma sono assolutamente affrontabili. Le consiglio di fare un percorso psicologico per comprendere la situazione, trovare un nuovo equilibrio nelle relazioni ed essere in grado di fare le scelte giuste per se stessa.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Dott.ssa Camilla Ballerini
Gentile ragazza, posso percepire il suo stato d'animo nelle parole che scrive. Il suo bisogno di essere riconosciuta all'interno delle relazioni e migliorare le relazioni interpersonali è un obiettivo affrontabile con una buona psicoterapia. Un lavoro che le possa consentire di capire le sue modalità di interazione, di affrontare i problemi, di affermare se stessa e superare quella condizione di malessere del quale parla, che va ad influenzare decisioni della vita in generale. Le consiglierei di iniziare al più presto.
Cordialmente Alessia Battista
Cordialmente Alessia Battista
Buongiorno, mi dispiace molto per il disagio che esprime. Sembra che questa situazione perduri da tempo. A volte è necessario dedicare un po' di tempo e impegno in una psicoterapia che possa aiutarla a comprendere meglio il suo disagio e a trovare dentro di lei delle risorse che possono aiutarla ad affrontare in modo funzionale le situazioni in cui si trova e a vivere meglio, onde evitare che le cose peggiorino ulteriormente.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordialmente,
Dott.ssa Stefania Conte
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Cordialmente,
Dott.ssa Stefania Conte
Salve, mi spiace molto per la situazione descritta. Da quello che ha scritto emerge che da tempo sta vivendo questa situazione. Può esserle utile intraprendere un percorso psicologico al fine di elaborare pensieri e le emozioni connessi alla situazione descritta e trovare strategie utili per fronteggiarla. Se sceglierà di affidarsi ad un professionista, io faccio anche consulti online, resto a disposizione, Dott.ssa G.Mangano
Buonasera, quello che lei ha vissuto rispetto ad ansia ed attacchi di panico deve essere stato molto pesante ed intrusivo. Non per questo è una colpa se in quel momento ha ritenuto che la cosa migliore per sé fosse prendersi del tempo per ascoltarsi. Mi dispiace molto per il vissuto di oggi. Come mai ha interrotto la psicoterapia precedente? Una volta scomparsi i sintomi, è possibile concentrarsi sull'idea di sé, la convinzione, quello che sente, pensa e vuole. Valuti la possibilità di riprendere un percorso. Rimango a disposizione, un caro saluto
Buonasera, dalla sue parole emerge molto chiaramente la sua sofferenza e senso di solitudine.
L'ansia e gli attacchi di panico sono un sintomo di una sofferenza più profonda, arrivano spesso da molto lontano.
Sono il frutti di alcuni pensieri negativi che abbiamo su di noi e sul mondo intorno a noi.
Ha mai pensato di riprendere il percorso con la sua psicoterapeuta o intraprendere uno nuovo. Forse potrebbe essere utile andare ad indagare ancora un po più in profondità di questo grande malessere che la pervade.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Dott.ssa Alessia D'Angelo
L'ansia e gli attacchi di panico sono un sintomo di una sofferenza più profonda, arrivano spesso da molto lontano.
Sono il frutti di alcuni pensieri negativi che abbiamo su di noi e sul mondo intorno a noi.
Ha mai pensato di riprendere il percorso con la sua psicoterapeuta o intraprendere uno nuovo. Forse potrebbe essere utile andare ad indagare ancora un po più in profondità di questo grande malessere che la pervade.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve. Comprendo il suo disagio ma sarebbe importante indagare sulla timidezza, difficoltà a fare amicizia e attacchi di panico. Lavorare sulle cause, elaborare ed esprimere i vissuti emotivi collegati alle cause e agli effetti che vive in questo momento. Riprenda un percorso psicoterapeutico che possa aiuatarla a lavorare sugli aspetti indicati, stimolando la fiducia in sé che le permetterà di farsi avanti nella vita con meno paure e insicurezze. Distinti saluti
Buongiorno, da ciò che descrive è evidente un forte disagio psicologico che le impedisce di avere rapporti costruttivi con gli altri. I sintomi riportano a delle risposte inconsce che dovrebbe affrontare con una psicoterapia, per cui le consiglio di iniziare un percorso al più presto. Un caro saluto, Dott. Valerio Mura
Salve, non si angosci ulteriormente perché le problematiche di cui parla sono risolvibili con un percorso terapeutico adeguato. Per tornare ad avere una vita serena con relazioni sociali che la facciano star bene, le consiglio di iniziare una terapia psicologica al più presto. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, ciò che prova è molto importante e ha bisogno del tempo e dello spazio appropriati per essere ascoltato. Un percorso di psicoterapia le permetterà proprio di essere vista, riconosciuta, ma anche di andare all'origine del suo disagio e comprendere cosa la blocca nelle relazioni e sentirsi libera di "esserci" senza paura.
Buonasera, Compredo bene quello che sta vivendo in questo momento, è importante che lei continui il suo percorso in psicoterapia
Un caro saluto.
Dott.ssa Rossella Sorce
Un caro saluto.
Dott.ssa Rossella Sorce
Buongiorno, mi spiace molto per quello che stai vivendo. Penso che il malessere di cui parli debba essere affrontato in un percorso di psicoterapia. E' fondamentale per te trovare un posto sicuro in cui raccontarti. Un caro saluto, Federica Curci
Salve, dalle sue parole emerge un grande senso di fatica e di malessere. Sembra che non riesca a venire a capo a delle questioni che la fanno soffrire, in particolare modo a questo senso di invisibilità e di blocco nelle sue relazioni interpersonali. Immagino che non deve essere stato facile combattere con i ripetuti attacchi di panico. Forse nonostante il suo desiderio di relazione c'è qualcosa che la spinge a retrocedere e non le permette di sentirsi a suo agio nelle relazioni amicali. Le consiglio di indagare meglio questo e altri aspetti riprendendo un percorso di terapia. Rimango a disposizione, anche online.
Un caro saluto, dottoressa Flaminia Iafolla.
Un caro saluto, dottoressa Flaminia Iafolla.
Buongiorno, le consiglio di riprendere il percorso terapeutico che l'aveva fatta sentire meglio. A disposizione - Dott.ssa Francesca Ghislanzoni - Psicologa.
Buonasera,
il modo in cui chiude il suo intervento, scrivendo sembro invisibile agli occhi degli altri, può essere un punto di ripartenza. Che differenza c'è tra una sentirsi invisibili ed essere invisibili, tra una sensazione e un dato di realtà? Potrebbe essere utile, all'interno di un contesto protetto, allenare l'abilità a mettere in discussione quei pensieri che ci fanno stare male.
Saluti
René
il modo in cui chiude il suo intervento, scrivendo sembro invisibile agli occhi degli altri, può essere un punto di ripartenza. Che differenza c'è tra una sentirsi invisibili ed essere invisibili, tra una sensazione e un dato di realtà? Potrebbe essere utile, all'interno di un contesto protetto, allenare l'abilità a mettere in discussione quei pensieri che ci fanno stare male.
Saluti
René
Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo difficile e che ti senti sola e invisibile. È comprensibile che la mancanza di amicizie e l'ansia sociale ti abbiano provocato disagio. È importante ricordare che sei unica e preziosa, e che le difficoltà che stai affrontando possono essere superate.
Ti suggerisco di cercare un equilibrio tra l'impegno universitario e il tempo per te stessa. Concentrati su attività che ti appassionano e che ti permettono di incontrare nuove persone con interessi simili. Inoltre, potresti considerare l'idea di partecipare a gruppi di studio o organizzazioni universitarie, dove avrai l'opportunità di conoscere persone nuove e creare legami.
Lavorare sulla tua autostima e sulla tua sicurezza potrebbe anche aiutarti a superare l'ansia sociale. Cerca di identificare i tuoi punti di forza e valorizzali. Una terapia individuale potrebbe essere di grande supporto in questo percorso, permettendoti di esplorare le tue emozioni, di sviluppare strategie di coping e di acquisire nuove abilità sociali.
Ricorda che le amicizie richiedono tempo e sforzo da entrambe le parti. Non scoraggiarti se le relazioni non si sviluppano immediatamente o se incontri ostacoli lungo il percorso. Sii aperta a nuove esperienze e tieni presente che ogni incontro è un'opportunità per crescere e imparare.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Ti suggerisco di cercare un equilibrio tra l'impegno universitario e il tempo per te stessa. Concentrati su attività che ti appassionano e che ti permettono di incontrare nuove persone con interessi simili. Inoltre, potresti considerare l'idea di partecipare a gruppi di studio o organizzazioni universitarie, dove avrai l'opportunità di conoscere persone nuove e creare legami.
Lavorare sulla tua autostima e sulla tua sicurezza potrebbe anche aiutarti a superare l'ansia sociale. Cerca di identificare i tuoi punti di forza e valorizzali. Una terapia individuale potrebbe essere di grande supporto in questo percorso, permettendoti di esplorare le tue emozioni, di sviluppare strategie di coping e di acquisire nuove abilità sociali.
Ricorda che le amicizie richiedono tempo e sforzo da entrambe le parti. Non scoraggiarti se le relazioni non si sviluppano immediatamente o se incontri ostacoli lungo il percorso. Sii aperta a nuove esperienze e tieni presente che ogni incontro è un'opportunità per crescere e imparare.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente, mi spiace molto per la situazione descritta. Da quello che ha scritto emerge che da tempo sta vivendo questa situazione. Può esserle utile intraprendere un percorso psicologico al fine di elaborare pensieri e le emozioni connessi alla situazione descritta. Se sceglierà di affidarsi ad un professionista, io ricevo online. Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri
Gentile utente, il suo racconto riflette un profondo disagio legato alle dinamiche interpersonali e alla percezione di sé all'interno dei gruppi. La solitudine che percepisce potrebbe derivare da una frattura tra il suo desiderio di connessione e le esperienze di esclusione che ha vissuto. La sua storia di timidezza e la difficoltà a costruire legami significativi possono aver contribuito a una sensazione di invisibilità che ora si fa sentire con forza. È interessante notare come il passaggio all'università, un contesto sociale ricco di opportunità, possa aver accentuato questi stati, rendendo evidente una distanza tra il suo mondo interiore e quello esterno. Potrebbe essere utile esplorare il significato di queste esperienze, anche attraverso nuove forme di espressione che la aiutino a riprendere contatto con i suoi desideri e con la parte di sé che desidera essere vista e riconosciuta. Considerare un percorso di supporto che le permetta di lavorare su queste dinamiche relazionali e sui suoi sentimenti di isolamento potrebbe essere un passo importante.
Se desidera approfondire ulteriormente, non esiti a mettersi in contatto.
Prevedo condizioni favorevoli per i giovani pazienti
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera approfondire ulteriormente, non esiti a mettersi in contatto.
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Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Grazie per aver condiviso la sua esperienza, comprendo quanto possa sentirsi sola e bloccata in questa situazione. Mi sembra che il suo senso di isolamento abbia radici profonde, legate sia alla timidezza che alle esperienze difficili che ha attraversato. È naturale che, dopo un periodo di ansia e attacchi di panico, il ritorno alla socialità possa essere complesso, soprattutto se ha avuto la sensazione che le persone intorno a lei non abbiano compreso fino in fondo il suo dolore.
Forse potrebbe provare a concedersi la possibilità di ricostruire gradualmente il senso di connessione con gli altri, iniziando da spazi in cui si sente più a suo agio, magari attraverso attività o interessi comuni. A volte, trovare nuovi contesti, invece di insistere su rapporti che ci fanno sentire invisibili, può aiutare a creare legami più autentici.
Ha mai pensato di riprendere un percorso psicologico per esplorare più a fondo queste difficoltà? Non perché la sua sofferenza non sia valida da sola, ma perché avere un supporto professionale potrebbe aiutarla a individuare nuove strategie per affrontare l’ansia sociale e il senso di esclusione che prova.
Forse potrebbe provare a concedersi la possibilità di ricostruire gradualmente il senso di connessione con gli altri, iniziando da spazi in cui si sente più a suo agio, magari attraverso attività o interessi comuni. A volte, trovare nuovi contesti, invece di insistere su rapporti che ci fanno sentire invisibili, può aiutare a creare legami più autentici.
Ha mai pensato di riprendere un percorso psicologico per esplorare più a fondo queste difficoltà? Non perché la sua sofferenza non sia valida da sola, ma perché avere un supporto professionale potrebbe aiutarla a individuare nuove strategie per affrontare l’ansia sociale e il senso di esclusione che prova.
Continuare il percorso con la psicoterapeuta cui fa riferimento può sicuramente aiutarLa a capire come "uscire da questa situazione" (per riprendere le Sue parole).
Si dia la possibilità di conoscersi a fondo e, soprattutto, si dia tempo. Ce la farà.
Si dia la possibilità di conoscersi a fondo e, soprattutto, si dia tempo. Ce la farà.
Gentile utente,
le sue parole trasmettono una profonda solitudine emotiva e un senso di disconnessione che, purtroppo, è molto più comune di quanto si pensi — soprattutto in fasi di cambiamento come quella universitaria, in cui il gruppo di riferimento cambia e si rischia di perdere le certezze costruite fino a quel momento.
La sofferenza che descrive non deriva solo dall’assenza di relazioni, ma anche dal sentirsi “fuori posto”, come se agli altri fosse venuto naturale restare in contatto, mentre lei si fosse fermata. Questo può generare un forte senso di esclusione e una convinzione dolorosa: “non valgo abbastanza per essere scelta”.
Le difficoltà nel creare legami dopo un periodo di ansia e di chiusura non significano che lei non sia capace di relazionarsi, ma solo che ha bisogno di ritrovare fiducia nelle relazioni e di uscire, passo dopo passo, dal ruolo di spettatrice.
Ecco alcuni spunti che possono aiutarla:
Parta da un contesto nuovo. Iscriversi a un laboratorio universitario, un gruppo di studio o un’associazione studentesca le permetterebbe di entrare in contatto con persone con cui condividere interessi, riducendo il peso del “dover parlare di sé”.
Si conceda piccoli obiettivi sociali. Non deve cambiare tutto subito: inizi da un saluto, una domanda in più, un messaggio dopo una lezione. Le relazioni crescono da gesti minimi, non da rivoluzioni improvvise.
Riconosca ciò che ha già fatto. Ha affrontato un ricovero, la terapia, la ripresa degli studi: questo dimostra una forza e una consapevolezza importanti, che forse ora non riesce a vedere perché il dolore le toglie prospettiva.
Valuti di riprendere un percorso psicologico. Non come “cura per l’ansia”, ma come spazio per lavorare sul senso di sé nelle relazioni, sulla fiducia e sull’autostima, elementi che spesso restano fragili anche dopo che i sintomi si riducono.
Non è invisibile, anche se ora si sente così. È semplicemente in un momento in cui la paura di non essere accolta la spinge a restare in disparte, e più resta ferma più quella paura sembra vera. Lavorare su questo circolo può aiutarla a tornare gradualmente in contatto con gli altri e, soprattutto, con se stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
le sue parole trasmettono una profonda solitudine emotiva e un senso di disconnessione che, purtroppo, è molto più comune di quanto si pensi — soprattutto in fasi di cambiamento come quella universitaria, in cui il gruppo di riferimento cambia e si rischia di perdere le certezze costruite fino a quel momento.
La sofferenza che descrive non deriva solo dall’assenza di relazioni, ma anche dal sentirsi “fuori posto”, come se agli altri fosse venuto naturale restare in contatto, mentre lei si fosse fermata. Questo può generare un forte senso di esclusione e una convinzione dolorosa: “non valgo abbastanza per essere scelta”.
Le difficoltà nel creare legami dopo un periodo di ansia e di chiusura non significano che lei non sia capace di relazionarsi, ma solo che ha bisogno di ritrovare fiducia nelle relazioni e di uscire, passo dopo passo, dal ruolo di spettatrice.
Ecco alcuni spunti che possono aiutarla:
Parta da un contesto nuovo. Iscriversi a un laboratorio universitario, un gruppo di studio o un’associazione studentesca le permetterebbe di entrare in contatto con persone con cui condividere interessi, riducendo il peso del “dover parlare di sé”.
Si conceda piccoli obiettivi sociali. Non deve cambiare tutto subito: inizi da un saluto, una domanda in più, un messaggio dopo una lezione. Le relazioni crescono da gesti minimi, non da rivoluzioni improvvise.
Riconosca ciò che ha già fatto. Ha affrontato un ricovero, la terapia, la ripresa degli studi: questo dimostra una forza e una consapevolezza importanti, che forse ora non riesce a vedere perché il dolore le toglie prospettiva.
Valuti di riprendere un percorso psicologico. Non come “cura per l’ansia”, ma come spazio per lavorare sul senso di sé nelle relazioni, sulla fiducia e sull’autostima, elementi che spesso restano fragili anche dopo che i sintomi si riducono.
Non è invisibile, anche se ora si sente così. È semplicemente in un momento in cui la paura di non essere accolta la spinge a restare in disparte, e più resta ferma più quella paura sembra vera. Lavorare su questo circolo può aiutarla a tornare gradualmente in contatto con gli altri e, soprattutto, con se stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
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