Salve, parto direttamente con la domanda secca. Può la mia tendenza a tenere la pancia "all'indietro

18 risposte
Salve, parto direttamente con la domanda secca. Può la mia tendenza a tenere la pancia "all'indietro", aver contribuito a creare una tensione muscolare generale del mio corpo e a modificare la mia postura? E' dall'età adolescenziale infatti che essendo stato sempre un pò sovrappeso, ho sempre avuto la tendenza a tenere la pancia "ritirata" per evitare che si vedesse e ad oggi che ho 33 anni, anche se non me ne frega pìù nulla delle paranoie adolescenziali, continuo con questa abitudine. Anche senza pensarci, la pancia è ritirata all'interno e quando provo a "rigonfiarmi", sento un vero e proprio senso di liberazione, ma dopo pochi attimi, l'abitudine è talmente radicata che i muscoli addominali e penso tutti quelli riguardanti quella parte del corpo, ritornano sull'attenti e "ritirano" dentro lo stomaco. Ne risente anche la respirazione, perchè spesso mi rendo conto di dover riprendere fiato per lo "sforzo" sostenuto. Mi rendo conto anche in determinati momenti apparentemente rilassanti, come la sera a letto di effettuare comunque questo ritiro e devo cercare di riportarmi in posizione, per poi nuovamente, appena mi distraggo dal pensiero, notare di aver ritirato dentro. Non è un qualcosa che ecco, faccio quando sono in pubblico, è un'abitudine ormai radicata in me. Ho una caterva di problemi riconducibili a noie muscolari, (problemi atm, cervicali), diciamo che qualsiasi muscolo (temporali, addominali, i muscoli del retto dell'addome, i pettorali, i muscoli del collo) "palpo", mi provoca dolore. La sensazione che avverto per descrivere la mia postura è come se avessi sempre una forza costante attiva nell'addome che mi contrae e non mi permettere di assumere una posizione corretta. Alla luce di questo, il senso del consulto è se esiste un modo per deprogrammare questa "memoria" muscolare e mostrare nuovamente la mia pancia al mondo. Grazie
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Salve
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito Senza impegno economico Grazie

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Dott. Jacopo Zammarchi
Osteopata, Chinesiologo, Posturologo
Rovato
Salve, sicuramente la sua abitudine di mantenere la pancia "ritirata" ha contribuito a creare tensioni muscolari generalizzate e a modificare la sua postura. Questa contrazione continua dei muscoli addominali, combinata con l'alterata respirazione, può causare squilibri posturali e dolori muscolari a livello cervicale, ATM, e toracico, proprio per il coinvolgimento di catene muscolari interconnesse. Per "deprogrammare" questa memoria muscolare, è fondamentale lavorare su un rilassamento consapevole della zona addominale, magari con esercizi di respirazione diaframmatica e stretching mirato per riequilibrare la postura. Un approccio osteopatico e posturologico, che consideri il sistema muscolo-scheletrico nella sua interconnessione, può essere molto utile per ridurre la tensione e ristabilire un corretto schema corporeo. In questo caso, un lavoro di consapevolezza corporea quotidiana, magari integrato con tecniche di rilassamento e allungamento, potrebbe aiutarla a eliminare l'abitudine e ridurre il dolore. In ogni caso, una valutazione diretta e personalizzata potrebbe essere il passo successivo più indicato per un trattamento specifico e mirato. Cordiali saluti. Dott. Jacopo Zammarchi.
Dott.ssa Annalisa Cerino
Fisioterapista, Posturologo
Pomigliano d'Arco
Salve, la descrizione che lei fa delle sue "autocorrezioni" posturali e dei suoi sintomi evidenziano la necessità di intraprendere un percorso riabilitativo sicuramente globale e di tipo posturale per ristabilire le corrette lunghezze muscolari e, di conseguenza, migliorare l'assetto della colonna
Saluti
Dott. Lorenzo Orsolini
Osteopata, Posturologo
Bologna
Ciao! La tua descrizione del problema è molto dettagliata e mostra chiaramente una situazione di tensione muscolare cronica che potrebbe influire non solo sulla tua postura, ma anche sul tuo benessere generale. Come osteopata, posso dirti che la postura, le abitudini motorie e la tensione muscolare che descrivi potrebbero essere influenzate da una combinazione di fattori psicologici, fisici e anche neurologici. Esploriamo alcuni aspetti e consigli specifici per aiutarti a "deprogrammare" questa abitudine muscolare.

1. Memoria muscolare e il "ritiro" della pancia
La "memoria muscolare" è il fenomeno per cui il corpo si abitua a determinate posizioni o movimenti nel tempo. In questo caso, la tua abitudine di tenere la pancia ritirata potrebbe essere diventata così automatica che, anche senza pensarci, i muscoli si contraggono per mantenere quella posizione. Questa contrazione costante può portare a uno stato di "ipertonicità" o di tensione cronica, che influisce su tutta la muscolatura coinvolta, inclusi i muscoli addominali, il diaframma e quelli posturali.

2. Il legame con la postura e la respirazione
La tensione addominale che descrivi potrebbe influenzare direttamente la postura, creando una compressione della zona lombare e della colonna vertebrale, mentre i muscoli del collo, della cervicale e della zona temporale possono compensare per cercare di mantenere un equilibrio. La respirazione diventa più superficiale, perché i muscoli addominali e il diaframma non possono lavorare correttamente per facilitare una respirazione profonda.

3. Strategie osteopatiche per il rilascio muscolare
Ecco alcuni consigli per aiutarti a deprogrammare questa abitudine e ridurre la tensione muscolare:

a. Tecniche di rilascio miofasciale
Utilizzare tecniche di rilascio miofasciale sui muscoli addominali e sulla fascia che li avvolge può essere molto utile. L'osteopatia si concentra proprio sul recupero della mobilità fasciale, che può essere compromessa dalla contrazione cronica dei muscoli. Con tecniche delicate, un osteopata può lavorare sulla fascia e sui muscoli addominali per favorire il rilascio della tensione.

b. Correzione della postura globale
Un lavoro di rieducazione posturale sarebbe essenziale. Le tensioni muscolari che hai descritto possono essere il risultato di uno squilibrio posturale, dove il corpo si adatta ad una posizione "comoda" (seppur disfunzionale) nel tempo. Un osteopata potrebbe lavorare sul bilanciamento della colonna vertebrale, sulle articolazioni e sulla muscolatura posturale per migliorare la tua allineamento globale.

c. Rilassamento del diaframma e respirazione diaframmatica
Il diaframma gioca un ruolo fondamentale nella respirazione e nella postura. La tensione che accumuli nei muscoli addominali può limitare la sua capacità di espandersi correttamente. Tecniche di respirazione profonda, come la respirazione diaframmatica, ti aiutano a "rilasciare" il diaframma e a ridurre la tensione nella zona addominale. Prova a concentrarti su respirazioni lente, profondamente attraverso il diaframma, cercando di espandere l'addome invece di ritirarlo.

Dott. Lorenzo Orsolini
Dott. Amedeo Russo
Posturologo, Chinesiologo, Osteopata
Battipaglia
Salve ,le consiglio una visita posturale con un trattamento osteopatico per normalizzare le disfunzioni che sono presenti nella sua postura ed un riequilibrio posturale tipo Mezièrès .
Saluti dott. Amedeo Russo
Dott.ssa Ruth Ariel Rolando Lacatus
Osteopata, Chinesiologo, Posturologo
Torino
La situazione che descrive è molto comune e interessante da analizzare dal punto di vista osteopatico. La tendenza a mantenere i muscoli addominali in costante contrazione per anni può aver innescato un insieme di adattamenti posturali e funzionali che coinvolgono non solo la muscolatura, ma anche i sistemi fasciali, articolari e respiratori del corpo. Approfondiamo alcuni aspetti.

1. Adattamenti Posturali e Fasciali

Mantenere la pancia “ritirata” per un periodo prolungato ha probabilmente indotto un accorciamento dei muscoli addominali (specialmente il retto dell’addome) e una tensione delle strutture fasciali anteriori del corpo. Questo può avere ripercussioni sulla postura globale, come:
• Riduzione della lordosi lombare: il ritiro addominale tende a “appiattire” la zona lombare, modificando il carico sulle vertebre.
• Squilibrio tra catene muscolari: le catene miofasciali anteriori possono risultare dominate rispetto a quelle posteriori, creando tensioni compensatorie nei muscoli della schiena, del collo e delle spalle.
• Effetti sul diaframma: una contrazione cronica dell’addome limita il movimento del diaframma, il muscolo principale della respirazione, influenzando il ritmo respiratorio e la capacità di ossigenazione.

2. Implicazioni sul Sistema Respiratorio e Nervoso

Come lei stessa ha notato, il costante ritiro addominale può avere ripercussioni sulla respirazione. Il diaframma, in una posizione retratta, non può lavorare in modo fisiologico, portando a:
• Una respirazione toracica compensatoria, meno efficiente.
• Un possibile stato di iperattivazione del sistema nervoso simpatico (quello che gestisce le risposte di “lotta o fuga”), contribuendo a una tensione muscolare diffusa e alla difficoltà di rilassarsi anche in situazioni tranquille.

3. Problemi Correlati

La descrizione che fornisce (dolore muscolare diffuso, disfunzione ATM, tensioni cervicali) suggerisce un coinvolgimento globale. Il corpo, adattandosi a questa abitudine, potrebbe aver instaurato un modello disfunzionale che influenza:
• L’equilibrio tra cranio, colonna vertebrale e bacino.
• Il sistema temporo-mandibolare, in relazione alle tensioni muscolari del collo e del cingolo scapolare.

4. Approccio Osteopatico

Un trattamento osteopatico mirato potrebbe aiutarla a “deprogrammare” questa memoria muscolare e ripristinare un equilibrio funzionale. Ecco alcune strategie:
• Rilascio fasciale: l’osteopata potrebbe lavorare sulla liberazione delle tensioni fasciali lungo la catena anteriore (addome, diaframma, torace) e sulla mobilità delle strutture toraciche e lombari.
• Normalizzazione del diaframma: il ripristino del corretto movimento del diaframma è fondamentale per migliorare la respirazione e ridurre lo stato di tensione generale.
• Equilibrio cranio-sacrale: il sistema cranio-sacrale potrebbe beneficiare di un lavoro di riequilibrio, specie se sono coinvolti disagi come la disfunzione temporo-mandibolare o tensioni cervicali.
• Rieducazione motoria: tecniche di rieducazione neuro-muscolare possono essere integrate per aiutarla a modificare il pattern respiratorio e a ridurre la tendenza alla contrazione involontaria.

5. Strategie Complementari

Oltre ai trattamenti osteopatici, alcune pratiche potrebbero supportare il processo di “deprogrammazione”:
• Esercizi di respirazione diaframmatica: imparare a espandere la pancia durante l’inspirazione può contribuire a rilassare l’addome e riequilibrare la respirazione.
• Stretching e mobilizzazione dolce: esercizi che favoriscono l’allungamento della muscolatura anteriore e la mobilità del bacino possono aiutare a ridurre la rigidità.
• Consapevolezza corporea: discipline come lo yoga, il metodo Feldenkrais o il Pilates potrebbero migliorare la percezione del corpo e aiutare a integrare un nuovo schema posturale.

In conclusione, l’abitudine di mantenere la pancia ritirata ha creato una memoria muscolare e posturale radicata, ma con un approccio multidisciplinare e mirato è possibile “reimpostare” questa condizione. Un’adeguata valutazione osteopatica sarà fondamentale per identificare le priorità di trattamento e avviare un percorso di recupero che coinvolga la respirazione, la postura e il rilassamento globale del corpo.

Se necessita di ulteriore supporto, non esiti a contattarmi.

Ruth Rolando Lacatus
Dott. Antonio Marletta
Osteopata, Posturologo
Aci Catena
Buongiorno. Si, la sua tendenza a portare la pancia indietro può aver contribuito ad alterare la sua postura, soprattutto se è un meccanismo ormai divenuto autonomo nel suo corpo. Ciò che succede durante questa manovra è un aumento delle pressione interne, con la risalita della cupola diaframmatica e di conseguenza un'alterata respirazione che non avviene più a livello del diaframma (principale muscolo respiratorio) ma attraverso la muscolatura respiratoria accessoria quale cervicale e parte toracica alta, questa alterazione, che con il passare del tempo porta all'insorgere di disturbi muscolari propri della condizione da lei descritta. Le consiglio, dunque, di recarsi da un osteopata che dopo un'accurata anamnesi saprà scegliere il trattamento migliore per la sua condizione, prima di tutto il rilascio della muscolatura respiratoria accessoria e successivamente con tecniche specifiche al diaframma e ai visceri vicini al diaframma che potrebbero essere coinvolti. Infine, per prolungare gli effetti del trattamento, è consigliabile svolgere degli esercizi di respirazione diaframmatica e di attivazione della parete addominale fortemente alterata per la sua condizione. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti.
Dott.ssa Camilla Armezzani
Osteopata, Fisioterapista, Posturologo
Roma
Sì assolutamente
Ci sono molto esercizi respiratori fatti anche in posturale che aiutano a recuperare la propriocettivitá corretta. Serve inoltre molta costanza e dedizione anche a casa per mantenere il lavoro fatto.
Dott. Antonio Giuffrida
Chinesiologo, Posturologo, Massofisioterapista
Torino
Gli addominali sono gli antagonisti del diaframma, ed è normale che questa postura si ripercuota sulla tua respirazione.
Devi cercare consapevolmente di lasciare andare l'addome ed esercitarti sulla respirazione diaframmatica.
Dott. Matteo Fantucci
Posturologo
Novara
Buongiorno,
sicuramente una posizione errata e prolungata nel tempo può, con la memoria muscolare da lei già citata, rimanere radicata nel nostro Sistema Tonico Posturale Fine (ciò che regola la nostra postura).
Un percorso di rieducazione posturale o di potenziamento muscolare personalizzato sulle sue esigenze può certamente riportare il suo assetto in una situazione "neutra".
Dr. Fabio Del Conte
Osteopata, Posturologo, Massofisioterapista
Roma
Salve, le dico subito che assolutamente si la sua abitudine può rientrare tranquillamente nella categoria delle cattive posture o posture viziate, nel suo caso come descritto da lei di natura psico-sociale. Ovviamente la nostra postura è gestita da un complesso sistema di equilibri di vari sistemi, non solo muscolo scheletrici per intenderci. per cercare di rispondere alla sua domanda e relazionarla al suo caso clinico ( anche se ci sarebbe la necessità di vederla clinicamente) , le posso tranquillamente dite che questa postura forzata a sovraccaricato di tensione le sue fasce muscolari che sono deputate alla sua linea A/P ( antero/posteriore) e inoltre una contrazione costante della sua muscolatura addominale e la tendenza di tenere la cosiddetta "pancia in dentro" vanno a influire negativamente sulla funzione diaframmatica , non solo del diaframma addominale ma anche del suo diaframma dello stretto toracico e pelvico. questo può portare problematiche oltre che alla schiena anche alla componente viscerale, atm e cranica. diciamo che le consiglio una visita osteopatica per avere una raccolta anamnestica più completa possibile correlata da un esame clinico/ obbiettivo. Spero di aver risposto almeno in parte alla sua domanda .
Le auguro buona giornata
Salve, sicuramente nella domanda che ha esposto c'è anche la risposta. Ovvero sicuramente il suo corpo ha sviluppato una memoria muscolare che le comporta la tendenza a mantenersi in contrazione costante in modo inconscio, quando invece interpella la coscienza tutte le componenti muscolari si attivano in modo "corretto" creandole la tensione che descrive. Ritengo che possa rivolgersi ad un osteopata e trovare una soluzione notevolmente utile a risolvere questo fastidio che descrive. Resto a disposizione, Giulia Li Calzi Osteopata.
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Si, gli atteggiamenti emotivi (vergogna da adolescente) si strutturano in contratture muscolari al punto tale che diventano parte di noi con tutte le conseguenze sul piano fisico, che lei descrive molto chiaramente, e di cui diventa difficile liberarsi. Sono una psicoterapeuta bioenergetica con master in posturologia e mi occupo da anni di problematiche psicofisiche e le posso dire, sulla base delle mie esperienze, che nonostante le difficoltà, è possibile liberarsene. Distinti saluti
Dr. Marco Carlon
Posturologo, Massofisioterapista, Chinesiologo
Arese
Posso aiutarla moltissimo tramite PEMF e trattamenti manipolativi in Riequilibrio Posturale Globale
Posso riceverla su Milano, Arese o Bergamo
Dr. ENRICO GIACOMO BARDESONO
Chinesiologo, Posturologo, Massofisioterapista
San Giorgio Canavese
Buongiorno sono Enrico Bardesono posturologo massoterapista da quello che lei scrive il suo atteggiamento posturale negli anni ha portato uno schema motorio che a oggi le può portare fastidi e dolori anche in altre zone. Più specificatamente se lei per anni ha tenuto l'addome indentro può aver portato un blocco diaframmatico di conseguenza il diaframma lavora poco e male e il corpo per respirare ha chiesto aiuto ai muscoli del collo come gli scaleni e gli scom per poter compiere la respirazione. Può esserle d'aiuto una valutazione sul diaframma ed eventuale trattamento.
Dr. Santiago Mencarelli
Osteopata, Chinesiologo, Posturologo
Milano
Buongiorno,

quello che scrive è abbastanza comune tra le persone che durante l'infanzia e/o l'adolescenza hanno sofferto di problematiche legate al peso in eccesso.
Sicuramente un coinvolgimento costante dei muscoli profondi del core ha enorme influenza sulla biomeccanica delle strutture coinvolte (colonna vertebrale, torace, bacino) e di conseguenza sul movimento di tutto il corpo.

La buona notizia è che lavorando in modo specifico sulla respirazione, sulle catene mio-fasciali e attraverso terapia manuale, è possibile tornare indietro e ricominciare ad utilizzare "normalmente" suddetta muscolatura.

Cordiali saluti,
Santiago Mencarelli
Osteopata | Chinesiologo
Dott. Alessandro Bartolo
Osteopata, Chinesiologo, Posturologo
Palermo
Quello che descrivi è una dinamica posturale molto comune, legata a un’abitudine consolidata nel tempo che ha generato una tensione cronica in vari distretti muscolari. La costante attivazione degli addominali profondi e del diaframma per tenere la pancia "dentro" può aver contribuito a uno schema di compensazione che ha coinvolto anche la muscolatura cervicale, temporale e toracica, influenzando postura e respirazione.
Per deprogrammare questa memoria muscolare, è necessario un lavoro progressivo basato su tecniche di rieducazione posturale e respiratoria.
Il percorso richiede pazienza, ma con un approccio mirato si può ottenere un rilascio graduale della tensione e una postura più naturale. Ti consiglio di rivolgerti a un osteopata per un piano personalizzato.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Alessandro Bartolo
Dott. Massimo Giaccio
Chinesiologo, Massofisioterapista, Posturologo
Genova
Gentile Utente,
La risposta alla Sua domanda è sì: questa abitudine può assolutamente aver contribuito nel tempo a creare una tensione muscolare diffusa e a modificare la postura.
Tenere costantemente l’addome “in dentro” non è solo un gesto estetico, ma un vero e proprio schema motorio che coinvolge diaframma, muscoli addominali profondi, pavimento pelvico e colonna vertebrale. Quando questo schema diventa automatico e continuo, come nel Suo caso, il corpo perde la capacità di rilassarsi davvero e la respirazione si fa più superficiale e faticosa. Il senso di “liberazione” che avverte quando lascia andare l’addome è un segnale molto chiaro di quanto quel sistema sia in ipertono da anni.
Con il tempo, questa tensione costante può ripercuotersi su molte altre zone: collo, mandibola, spalle, torace. Non è raro che disturbi come problemi ATM, cervicalgia o dolori muscolari diffusi siano collegati proprio a un diaframma rigido e a un addome che non riesce più ad adattarsi.
La buona notizia è che questa “memoria” muscolare si può rieducare, ma non con la forza di volontà o semplicemente “rilassandosi”. Serve un lavoro graduale e guidato che aiuti il corpo a riscoprire una respirazione più libera, a ridurre l’ipertono profondo e a ricostruire uno schema posturale più naturale. Solo così l’addome può smettere di stare costantemente “in difesa”.
Non si tratta di “mostrare la pancia”, ma di permettere al corpo di tornare a funzionare senza una tensione continua di fondo. È un percorso possibile e spesso molto efficace, soprattutto quando il problema è così chiaramente riconosciuto, come nel Suo caso.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti
Dott. M. Giaccio

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