Salve dottori il mio psicologo comportamentale mi dice di eliminare tutti i farmaci che prendo da an

19 risposte
Salve dottori il mio psicologo comportamentale mi dice di eliminare tutti i farmaci che prendo da anni per l ansia che mi porta ossessioni e derealizzazzione e mi dice di cercare di andare avanti con le mie forze xke queste cose creano dipendenza ma purtroppo dopo qlk giorno riprendo a star male avendo malessere generale sentendomi ansia esagerata e derealizzazzione come se il pensiero si spegnesse con poca concentrazione... Vi chiedo fa bene o fa male a dirmi queste cose? Dopo anni di farmaci se ne può uscire da questo problema? Grazie infinite
Salve, innanzitutto mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Se il suo psicologo le ha detto questo presuppongo che ci siano delle motivazioni sottostanti pertanto la invito a rivolgersi meglio a lui perché qualsiasi dubbio o perplessità.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente, è una domanda complessa che andrebbe indagata con il terapeuta che la sta seguendo. Resta da considerare che la terapia farmacologica è di competenza del medico specialista che l'ha prescritta. Un cordiale saluto.
Buon pomeriggio,
Consiglio di confrontarsi col suo terapeuta su questi suoi dubbi.
Per quanto riguarda i farmaci si confronti con chi li ha prescritti per valutare se è il caso di interromperli gradualmente e con quale modalità.
Cordialità
Dott. Michele Arnaboldi.
Buongiorno. come suggerito anche dagli altri colleghi che precedentemente le hanno risposto, le consiglio di parlarne apertamente con il suo psicologo. Aggiungo come tuttavia sia necessaria una consulenza psichiatrica nel momento in cui si discute dell'inserimento o dell'interruzione di uno psicofarmaco. sicuramente le benzodiazepine nel tempo inducono dipendenza e assuefazione, entrambi motivi che possono portare a difficoltà nella sospensione. proprio per questi motivi è fondamentale la consulenza di uno psichiatra che possa seguirla e indicarle quale via sia quella più corretta per le sue problematiche. per rispondere alla sua domanda rispetto al collega che la segue; personalmente penso che se le ha indicato una sospensione sarà per motivi che ritiene validi, tuttavia uno psicologo, non essendo competente in ambito di psicofarmacologia, e non potendo prescrivere farmaci, dovrebbe sempre consigliare il consulto con un medico specialistico.
Caro/a utente,
lei chiede se il suo terapeuta fa bene o fa male a dirle queste cose. Quello che mi sento di dirle é che ognuno di noi, al di là dell'orientamento teorico di riferimento, é tenuto ad aiutare le persone che lo contattano accompagnandole alla scoperta di ciò che é meglio per loro e questa é una verità che si svela per le persone all'interno della relazione terapeutica. All'interno di questa cornice non c'è spazio per le prescrizioni e pensandola all'interno di questa cornice le consiglio caldamente di condividere i suoi dubbi con il suo terapeuta perché anche questi possano essere oggetto di analisi visto che riguardano un tema molto importante che é quello della fiducia.
Rimango a disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Valentina Zanlari
Buonasera,
La figura professionale che può indicare la sospensione o meno di una terapia farmacologica è il medico psichiatra.
Lo psicoterapeuta, se non è medico, può esprimere un parere sul piano farmacologico, ma non ha le facoltà per indicare se sia o no il caso di sospenderla e/o scalarla.
Quindi le consiglio di rivolgersi al medico psichiatra che gliel'ha prescritta e valutare con lui il da farsi.
Un caro saluto.
Gentile utente, immagino che lo psicologico che la segue abbia le sue buone ragioni rispetto ai suggerimenti che le dà. Detto ciò i farmaci si scalano gradualmente e seguendo le indicazioni del MEDICO prescrivente.
Spero di esserle stata utile!
Cordiali saluti
Buonasera, mi allineo con quanto detto dai colleghi. Se da un lato è bene chiarire la situazione con il suo psicologo, dall'altro è sempre bene consultare il proprio medico od uno psichiatra quando si parla di farmaci. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Gentilissimo/a, si tratta di una questione delicata che merita di essere approfondita sia con il suo terapeuta sia con il medico di riferimento/psichiatra (poiché la farmacoterapia è di competenza del medico). Comprendo la sua fatica ad interrompere bruscamente la terapia farmacologica (questo almeno leggo tra le righe) ed il suo non è il primo caso in cui quando si sospende la terapia farmacologica si va incontro a grandi fatiche, per questo gli specialisti consigliano piuttosto una graduale diminuzione della terapia. Mi chiedo se forse il suo terapeuta non intendesse questo, per tale motivo le consiglio di parlarne nuovamente con lui portandogli tutte le sue fatiche/perplessità. E' la sua salute, è un suo diritto.
Con i migliori auguri.
Cordialmente.
Dott.ssa Conti Francesca
Buongiorno,
se il suo psicologo ha affermato questo, presumo ci saranno delle motivazioni.
Penso sia opportuno e utile che lei esprima al suo psicologo queste perplessità.
Cordialmente, EP
Gentilissimo, l'interruzione dei farmaci deve essere preceduta da un confronto con il medico che glieli ha prescritti, eventualmente in modo da poterlo fare anche gradualmente. Con il suo terapeuta, invece, provi a esprimere il disagio che ha condiviso con noi nella gestione della sua sofferenza, è importante che via sia un dialogo aperto e sincero tra di voi per aiutarla a raggiungere una maggiore serenità. Resto a disposizione, un caro saluto
Buongiorno, mi dispiace per il suo disagio.
Come le hanno già detto i colleghi, sarebbe opportuno capire quale medico le ha prescritto questa terapia ed eventualmente parlarne con lui qualora si voglia ridurne o eliminarne l'assunzione. Deve essere un procedimento graduale e monitorato da un medico. Non è di competenza dello psicologo mettere mano sui farmaci. Sarebbe anche utile un lavoro in sinergia tra il medico e il suo psicologo. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Buon pomeriggio gentile utente. Mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo. Sarebbe opportuno chiarire questa interruzione farmacologica col medico che le ha prescritto i farmaci e nel caso in cui sia il suo terapeuta, potreste parlarne insieme. Sono sicura che il suo terapeuta voglia il meglio per lei e se si tratta di uno psicologo, non è suo compito occuparsi dell'aspetto farmacologico. Si senta libero di esprimere i propri dubbi e perplessità con lui/lei.
Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Blandino
Buongiorno,quando si tratta di farmaci se è prevista la loro interruzione, questa deve avvenire in modo graduale, per questo le consiglio di sentire il suo medico che segue l'aspetto farmacologico.
Resto a disposizione
Dott.ssa GDM
Salve, i medicinali che le sono stati prescritti possono essere interrotti unicamente sotto il vigile controllo del medico curante. Si rivolga a lui per sapere come gradualmente interrompere la cura, se possibile. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Caro Utente, la ringrazio per aver voluto condividere con un professionista il suo dubbio. È necessario segnalarle che la terapia farmacologica è di competenza di un medico specialistico, in questo caso di colei/colui che gliel’ha prescritta. Dovrebbe sentire anche il suo parere. La richiesta del terapeuta è senza dubbio articolata e in quanto tale deve essere indagata. Le auguro una buona giornata. Dott. Roberto Greco
salve, mi dispiace per cio che sta vivendo. Parli con il suo psicoterapeuta e con chi le ha prescritto i farmaci. Magari potrebbero anche confrontarsi in merito anzi dovrebbero farlo a rigurado.

Le auguro buona giornata
Dott.ssa Conte Assunta
Buongiorno, le consiglio di confrontarsi con il medico specialista che le ha prescritto i farmaci, al fine di concordare con lui, eventualmente, una diminuzione graduale dell'assunzione piuttosto che una brusca interruzione. Ritengo poi che sia necessario, in terapia, affrontare anche i significati legati all'utilizzo e al bisogno dei farmaci, poiché soltanto attraverso l'attribuzione di senso è possibile eventualmente prenderne gradualmente le distanze e riscoprire la forza e le risorse all'interno piuttosto che fuori di sé. Resto a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Cristina Nove
Buongiorno. La sua domanda è più che corretta. Ma trattandosi di farmaci, occorre confrontarsi inevitabilmente con un medico. Anche l'eventuale decisione di chiudere una cura farmacologica può essere attuata, con gradualità e se opportuna, sempre sotto controllo medico.

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