Salve da circa 4 mesi ho dolori al petto, zona retro sternale che alcune volte si propaga alla gola
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Salve da circa 4 mesi ho dolori al petto, zona retro sternale che alcune volte si propaga alla gola e un leggero fastidio al ventre. Ho fatto una visita cardiologica con elettrocardiogramma, holter e prova da sforzo e per fortuna tutto nella norma. Ho fatto una visita presso un chirurgo toracico e mi ha riscontrato una infiammazione a due costole nella parte sinistra del torace chiamata sindrome di tietze. Ho anche fatto una gastroscopia e mi ha riscontrato una INCONTINENZA DEL CARDIAS che sto curando ma purtroppo i dolori si presentano quasi tutti i giorni. Chi sa darmi una spiegazione?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buonasera, dovrebbe dire anche che cura le è stata data per il reflusso gastro esofageo. Valuti anche un posturologo per quanto riguarda il dolore al torace perchè potrebbe dipendere da una postura sbagliata.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Colonna
Cordiali saluti.
Dott.ssa Colonna
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Buongiorno. La sindrome di Tietze non è certamente responsabile del dolore retrosternale da lei riferito ed esclusa patologia cardiaca acuta/anginosa (come nel suo caso) resta più probabile una genesi da reflusso (compatibile con incontinenza cardiale, dolore retrosternale irradiantesi alla gola). Utile ciclo di terapia con inibitori della pompa protonica, antiacidi e stile di vita adeguato (non alcol, non fumo, non caffè, non cioccolata e dieta priva di peperoncino e cibi acidi).
Buongiorno. Concordo col collega, la sintomatologia da lei riferita è probabilmente riconducibile a una malattia da reflusso gastro-esofageo.
Oltre al PPI-test con inibitori di pompa protonica, se persistono i sintomi credo che sia opportuno un ulteriore approfondimento diagnostico con esecuzione di un Rx esofagogastrico con pose in Trendelemburg - per valutare la coesistenza di un'ernia jatale - e l'esecuzione di una manometria esofagea e una pHimpedenzometria esofagea h24.
Oltre al PPI-test con inibitori di pompa protonica, se persistono i sintomi credo che sia opportuno un ulteriore approfondimento diagnostico con esecuzione di un Rx esofagogastrico con pose in Trendelemburg - per valutare la coesistenza di un'ernia jatale - e l'esecuzione di una manometria esofagea e una pHimpedenzometria esofagea h24.
Sono d'accordo con i colleghi...potrebbe essere riconducibile ad una malattia da reflusso gastro-esofgaeo, quindi un ciclo di terapia associati ad attenti consigli dietetico-comportamentali potrebbero risolvere i suoi fastidi! saluti!
Buongiorno,
quanto riferisce è con molta probabilità dovuta ad un reflusso gastroesofageo, ovvero alla risalita del contenuto acido dello stomaco verso l'esofago. Quando questo accade l'esofago si infiamma e provoca dolore che si irradia in alto. La prima terapia, che è sicuramente quella che le hanno consigliato, è quella con i farmaci cosiddetti inibitori di pompa. Qualora questa terapia fallisse dovrà approfondire gli esami per vedere se fosse possibile intervenire chirurgicamente. l'intervento, che generalmente ha un successo immediato, non va preso in considerazione prima di 6 mesi dall'inizio dei sintomi e solo se vi sono determinate condizioni.
Cordialità
Bruno Benini
quanto riferisce è con molta probabilità dovuta ad un reflusso gastroesofageo, ovvero alla risalita del contenuto acido dello stomaco verso l'esofago. Quando questo accade l'esofago si infiamma e provoca dolore che si irradia in alto. La prima terapia, che è sicuramente quella che le hanno consigliato, è quella con i farmaci cosiddetti inibitori di pompa. Qualora questa terapia fallisse dovrà approfondire gli esami per vedere se fosse possibile intervenire chirurgicamente. l'intervento, che generalmente ha un successo immediato, non va preso in considerazione prima di 6 mesi dall'inizio dei sintomi e solo se vi sono determinate condizioni.
Cordialità
Bruno Benini
Salve, i Colleghi le hanno dato indicazioni corrette. Ritengo utile aggiungere che dovrebbe procedere per gradi:
1- terapia con PPI (inibitori della acidità gastrica), protettori di superficie (es. Gaviscon dopo i pasti) dieta sostanzialmente in biaco;
2- in caso di insuccesso: studio studio morfo-funzionale dell'esofago con esame radiologico delle prime vie digestive (la posizione di Trendelemburg non è fisiologica e può sovrastimare una piccola ernia jatale se il paziente, supino, viene posizionato con il corpo piu sollevato rispetto al capo del capo - non me ne voglia il collega che le ha dato questa indicazione condivisa da tantissimi Colleghi e Radiologi che non considerano gli effetti della posizione) associando un studio phimpedenziometrico delle 24 ore e una manometria esofagea. Alla luce di questi risultati si puo impostare una terapia più mirata;
3- in caso di insuccesso: valutazione della possibilità di correzione chirurgica da far effettuare da un chirurgo esperto in tale patologia, soprattutto per quanto riguarda la rigorosità dell'indicazione chirurgica. L'intervento ben eseguito da risultati ottimi nel 90-95 % dei casi. Un paziente su 20 operati non se ne giova, pertanto non va eseguito se non assolutamente indispensabile.
Cordiali saluti, Prof. G. Castrucci
1- terapia con PPI (inibitori della acidità gastrica), protettori di superficie (es. Gaviscon dopo i pasti) dieta sostanzialmente in biaco;
2- in caso di insuccesso: studio studio morfo-funzionale dell'esofago con esame radiologico delle prime vie digestive (la posizione di Trendelemburg non è fisiologica e può sovrastimare una piccola ernia jatale se il paziente, supino, viene posizionato con il corpo piu sollevato rispetto al capo del capo - non me ne voglia il collega che le ha dato questa indicazione condivisa da tantissimi Colleghi e Radiologi che non considerano gli effetti della posizione) associando un studio phimpedenziometrico delle 24 ore e una manometria esofagea. Alla luce di questi risultati si puo impostare una terapia più mirata;
3- in caso di insuccesso: valutazione della possibilità di correzione chirurgica da far effettuare da un chirurgo esperto in tale patologia, soprattutto per quanto riguarda la rigorosità dell'indicazione chirurgica. L'intervento ben eseguito da risultati ottimi nel 90-95 % dei casi. Un paziente su 20 operati non se ne giova, pertanto non va eseguito se non assolutamente indispensabile.
Cordiali saluti, Prof. G. Castrucci
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