Salve a tutti, sono un giovane ragazzo di 40 anni e mi hanno diagnosticato un Parkinson, che ancora

23 risposte
Salve a tutti, sono un giovane ragazzo di 40 anni e mi hanno diagnosticato un Parkinson, che ancora non mi da problemi gravi sono molto preoccupato. mi chiedo come mai nessun medico mi dice cosa posso fare oltre le medicine. Sono molto preoccupato. Potreste aiutarmi a capire come potrei muovermi?
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, comprendo la difficoltà. Ha pensato di intraprendere un percorso psicologico? Potrebbe aiutarla a gestire questo suo momento delicato. Ci rifletta.
Buona giornata.
Dott. Fio

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace moltissimo per la diagnosi e comprendo quanto possa essere difficile per lei affrontare questa situazione. Per quanto concerne la malattia in sè, credo sia opportuno rivolgersi ad un medico specialista oppure ad un Centro che si occupa di questo al fine di poter intraprendere il percorso terapeutico migliore; ritengo comunque fondamentale richiedere un consulto psicologico al fine di ritagliarsi di uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla diagnosi e per trovare strategie utili per vivere e sopravvivere in maniera dignitosa, nonostante la malattia.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Dott.ssa Francesca Moscetta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo quanto possa essere complessa per lei questa situazione.
Credo sia meglio rivolgersi ad un medico specialista al fine di chiarire gli aspetti riportati.
Valuti la possibilità di costruirsi uno spazio di ascolto psicologico che possa esserle di supporto e in cui elaborare i vissuti emotivi legati alla diagnosi.
Cordialmente,
Dott.ssa FM
Dott.ssa Rosa Sirna
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace molto per la diagnosi che ha ricevuto. Per ciò che concerne la sua preoccupazione, e tutti i vissuti emotivi legati alla malattia, potrebbe esserle utile un consulto psicologico.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Sirna
Dott.ssa Isabella Imbimbo
Psicoterapeuta, Terapeuta, Psicologo clinico
Roma
Questa malattia si combatte bene, non bisogna dispiacersi ma conoscere il "nemico Parkinson" poichè esistono molte terapie farmacologiche e anche terapie di secondo livello.
Il mio consiglio è di cercare un supporto psicologico esperto che non confonda aspetti peculiari della malattia con questioni che definirei da "comunicazione della diagnosi".
La medicina più grande inizialmente è conoscere bene la malattia. Resto a disposizione
Dott.ssa Gianna Labriola
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
buon pomeriggio, posso comprendere la sua preoccupazione. Penso che potrebbe essere utile consultare un centro specializzato che offra anche supporto psicologico specializzato per aiutarla ad affrontare tutti gli aspetti legati alla scoperta e alla gestione della malattia. Magari anche tramite il medico che la sta seguendo farsi indirizzare ponendo tutte le domande che le vengono in mente in questo momento. un grande in bocca al lupo per il suo futuro, dott.ssa G.Labriola
Dott.ssa Rebecca Silvia Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Usmate Velate
Gentile utente, per quanto riguarda l'aspetto medico è utile confrontarsi con chi la segue per sedare ogni dubbio in merito allo stato della malattia, al decorso e alle cure. Nel frattempo, le sarebbe di grandissimo aiuto intraprendere un percorso psicologico, per gestire al meglio la parte emotiva connessa a questa condizione. Mi scriva pure in privato per ulteriori informazioni in merito. Un caro saluto
Dott.ssa Elisa Lai
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cagliari
Buonasera, capisco la sua preoccupazione e la destabilizzazione dopo aver ricevuto la diagnosi di questa malattia. Credo sia importante avere un supporto psicologico per elaborare questo vissuto e gestire le emozioni correlate a questa condizione.
Cordiali saluti, dott.ssa E.Lai
Dott.ssa Valentina Maccioni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno, mi dispiace per la situazione difficile che sta vivendo. Penso sia molto importante intraprendere un percorso psicologico, che la supporti in questo delicato momento della sua vita. Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maccioni
Dott.ssa Jessica Baldi
Psicologo, Psicologo clinico
Figline E Incisa Valdarno
Salve

Comprendo la situazione che purtroppo sta vivendo.
Sono d'accordo sul fatto che sarebbe stato opportuno che il suo medico di fiducia e gli altri specialisti l'avessero indirizzata verso un percorso di tipo psicologico: in questi casi il sostegno psicologico è fondamentale e aiuta a mantenere saldo il proprio equilibrio, a tollerare emozioni negative e in generale a gestire il decorso della malattia.
Se necessita di ulteriori informazioni non esiti a contattarmi in privato.
Cordialmente
Dott.ssa Jessica Baldi
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, mi spiace molto per la sua situazione, certamente non facile. È un momento difficile, le posso consigliare, al momento, un supporto psicologico, il quale potrà portare portare un pó di ordine e comprensione.

Un caro saluto

MT
Dott.ssa Katia Frezza
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Caivano
Buongiorno caro utente. In base alla problematica che ha esposto potrebbe, a mio parere, considerare due livelli: il primo, può sembrare scontato, quello psicologico. Ci si potrebbe chiedere: "Perchè intraprendere un percorso psicologico se la mia problematica è organica?". La diagnosi di malattia rappresenta un evento traumatico che fa emergere vissuti quali rabbia, tristezza, sconforto e una messa indiscussione della nostra progettualità. L'organismo sperimenta una situazione di disagio poichè gli equilibri precedenti non sono più funzionali alla situazione attuale. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla nell'elaborazione di tali vissuti, attraverso l'integrazione dell'evento nella propria esperienza di vita. Il malessere non va letto in chiave patologica, ma più come un segnale dell'organismo che ci comunica la necessità di trovare un nuovo equilibrio esistenziale.
Il secondo livello che può essere preso in considerazione è quello legato agli aspetti di training neuropsicologico delle funzioni esecutive, degli aspetti legati all'attenzione ecc. Questo tipo di trattamento viene costruito ad hoc, in base alle funzioni da "potenziare" che emergono dalla valutazione neuropsicologica.
Spero di essere riuscita a darle qualche elemento in più, per qualsiasi ulteriore informazione resto a sua disposizione.
Cordialmente, Dott.ssa Katia Frezza.
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno le consiglierei un appoggio psicologico,esistono centri specializzati multidisciplinari per tutte le problematiche legate al Parkinson.L aiuterebbe con molte conoscenze su questa malattia ad effettuare scelte adeguate oltre a fornirle un valido supporto.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore, La malattia di Parkinson, non è da considerarsi una malattia terminale, perché le persone possono vivere per circa 30 anni dopo la diagnosi, quanto piuttosto una malattia di lunga durata (cronica). E' una patologia che provoca vari disturbi della motricità che possono essere trattati con successo mediante la somministrazione di levodopa (L-dopa), il precursore della dopamina.Oltre al malessere legato ai sintomi fisici chiaramente la diagnosi di una malattia cronica può mandare nello sconforto il paziente, semplicemente per il fatto che quest'ultimo si ritrova a fare i conti con una immagine di se diversa rispetto al passato. In questi casi sono utili i percorsi di psicoterapia con l'obiettivo di poter nel tempo accettare la propria nuova condizione uscendo dalla percezione di esser solo malattia, ma riconsiderando se stessi. Col tempo pian piano la malattia deve esser considerata solo come un aspetto della propria esistenza e non la totalità di quest'ultima. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà potrà trovare giovamento nell'esser supportato in questa fase delicata della sua vita. Cordiali Saluti Dottor Diego Ferrara
Dott. Luca Belotti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Chiuduno
Buongiorno, avendo lavorato per anni in ospedale posso capire la fatica del non avere uno spazio in cui poter esprimere i propri vissuti di sofferenza legati non solo alla diagnosi, ma anche al percorso di cura.
Il mio consiglio è quello di provare a chiedere direttamente ai medici presso cui è in cura, o anche al personale infermieristico, se sia possibile avere accesso ad una consulenza psicologica. Spesso, servizi di questo tipo sono presenti nello stesso ospedale, ma i medici a volte fanno fatica a proporlo ai loro pazienti se non sono questi a richiederlo.
Se vuole mi contatti pure privatamente, possiamo provare a capire insieme quali opzioni sono disponibili presso i servizi a cui è già in carico.ù
Luca Belotti.
Dott.ssa Elisa Taverniti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, è comprensibile quanto una diagnosi di malattia neuro-degenerativa in fase precoce generi stati d’animo complessi che sfociano nella preoccupazione. In questi casi l’approccio multidisciplinare che vede coinvolti più servizi oltre quello medico può determinare una gestione dell’evolversi della malattia in maniera soddisfacente. A questo proposito un consulto psicologo le permetterà di esplorare gli aspetti emotivi correlati all’accettazione di tale patologia.
Spero di esserle stata di aiuto. Un cordiale saluto
Dottoressa Elisa Taverniti
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno,
si affidi ad un medico competente in materia che sappia indirizzarla nelle cure. Le suggerisco, in parallelo, di valutare l’inizio di un percorso psicologico che la aiuti ad elaborare le emozioni collegate alla diagnosi e che la sostenga nell’accettazione della malattia.
Care cose
Dott.ssa Zena Ballico
Dott.ssa Laura Castellan
Psicologo clinico
Castelfranco Veneto
Buongiorno,
mi spiace per la condizione in cui si trova. Le consiglio di affiancare alla consulenza medica, imprescindibile in questo caso, anche un percorso di supporto psicologico per aiutarla a superare la difficoltà che sta attraversando. Credo inoltre potrebbe beneficiare di un percorso di gruppo, se presente nella sua zona, pensato proprio per chi soffre della sua malattia; in questo caso, oltre a ricevere informazioni e consigli, avrebbe la possibilità di confrontarsi con chi si trova in una situazione simile alla sua.
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Signore, La ringrazio per aver condiviso la Sua preoccupazione in merito alla diagnosi di Parkinson. È naturale sentirsi inquieti di fronte a una situazione così complessa e incertezze future possono intensificare questa ansia. Inizialmente, è importante considerare che la diagnosi di una condizione cronica può comportare un carico emotivo significativo e può influenzare diversi aspetti della vita quotidiana. Oltre alla terapia farmacologica, che i medici spesso prescrivono come parte fondamentale del trattamento, ci sono diverse altre strategie che potrebbero essere utili per affrontare la situazione. Attività fisiche adattate e programmi di esercizio possono contribuire a mantenere la mobilità e a migliorare il benessere generale; molte persone trovano sollievo anche attraverso terapie fisiche e occupazionali, che possono aiutarle a gestire meglio i sintomi e a mantenere una maggiore autonomia. Inoltre, sostenere la propria salute mentale è altrettanto cruciale. Considerare un percorso di supporto psicologico o partecipare a gruppi di sostegno può offrire un importante spazio di condivisione e comprensione, dove poter esprimere le proprie paure e confrontarsi con esperienze di altri che vivono situazioni simili. È essenziale anche coinvolgere i professionisti della salute nella discussione di una gestione olistica della Sua condizione, includendo attività che possono alleviare lo stress e migliorare la qualità della vita. Se desidera esplorare ulteriormente queste opzioni o ha bisogno di ulteriore supporto, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, Dottoressa Laura Lanocita
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Dott.ssa Elisabetta Cavicchioli
Psicologo clinico, Professional counselor
San Miniato Basso
Buongiorno, mi dispiace molto per la diagnosi e capisco la preoccupazione e la sofferenza. Che cosa si aspetterebbe che le dicesse un medico oltre una terapia medica da effettuare? (i medici si occupano di questo, quindi con ciò che ha scritto non saprei cosa dirle). Magari potrebbe riflettere su cosa vorrebbe fare oltre alle medicine e cercare online (faccio degli esempi che mi vengono in mente e non so se le potrebbero andar bene: cure alternative a quelle classiche, visite con altri specialisti o operatori che non siano quelli classici medici - dietologi per una mangiare cibo indicato, kinesiologi, ecc) affichè possa trovare ciò che cerca.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso con uno psicologo per affrontare la sua preoccupazione?
Mi auguro davvero che queste poche righe la possano aiutare a trovare ciò che cerca.
Saluti
Elisabetta Cavicchioli
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Ricevere una diagnosi di Parkinson a 40 anni può essere spaventoso, ma ci sono molte strategie per affrontarlo oltre ai farmaci. L’attività fisica regolare, come yoga, nuoto o camminate, può aiutare a mantenere la mobilità. Una dieta equilibrata e il supporto psicologico sono altrettanto importanti. Esistono terapie riabilitative, come la fisioterapia e la logopedia, che possono prevenire problemi futuri. Potrebbe essere utile consultare uno specialista in riabilitazione neurologica per un percorso personalizzato. Ha già valutato qualche opzione in questo senso?
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Buongiorno gentile Utente. Grazie per aver scelto di condividere qui i suoi vissuti. La diagnosi che le è stata riferita corrisponde a una nuova fase della sua vita, e la complessità di questo cambiamento si ripercuote anche sulla dimensione emotiva.
La sua reazione è comprensibile e richiede il giusto spazio per essere accolta, ascoltata e analizzata. Per tale ragione concordo con i colleghi sull'utilità che un percorso psicologico possa rappresentare per lei. In tale sede, se lo vorrà, potrà condividere le sue preoccupazioni e riflettere sui cambiamenti e sulle risorse a sua disposizione. Spesso infatti, grazie a percorsi di questo tipo, emergono aspetti e punti a nostro favore che possono tornarci utili e di cui siamo già in possesso, ma di cui non abbiamo piena consapevolezza.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
capisco profondamente la sua preoccupazione — ricevere una diagnosi come quella di Parkinson a 40 anni può generare smarrimento, paura e la sensazione che tutto dipenda solo dai farmaci. In realtà, oggi sappiamo che il trattamento del Parkinson è sempre più multidisciplinare, e che oltre alle cure farmacologiche esistono molti interventi efficaci per mantenere una buona qualità di vita e rallentare l’impatto dei sintomi.

Ecco le aree principali su cui può agire, in collaborazione con il suo neurologo di riferimento:

Fisioterapia e attività fisica adattata.
L’esercizio regolare (camminate, ginnastica dolce, nuoto, yoga, tai chi, danza) aiuta a mantenere la mobilità, l’equilibrio e la coordinazione. Molti ospedali o associazioni offrono programmi specifici per persone con Parkinson.

Logopedia e training respiratorio.
Anche se la voce e la deglutizione non sono ancora compromesse, iniziare precocemente esercizi mirati può prevenire difficoltà future e migliorare la sicurezza nel linguaggio e nella respirazione.

Alimentazione equilibrata.
Un nutrizionista esperto può aiutarla a pianificare una dieta che sostenga l’efficacia dei farmaci (alcuni cibi possono interferire con l’assorbimento della levodopa) e mantenga energia e tono muscolare.

Sostegno psicologico o psicoterapia.
È normale provare paura, tristezza o rabbia: lavorare su questi vissuti con uno psicologo può aiutarla a gestire l’ansia, prevenire la depressione e mantenere fiducia e progettualità.

Coinvolgimento in associazioni o gruppi di supporto.
In Italia realtà come la Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus e l’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP) organizzano incontri, corsi di fisioterapia e supporto psicologico, oltre a offrire aggiornamenti su nuove terapie e studi clinici.

Può chiedere al suo neurologo di riferimento di indicarle un centro Parkinson multidisciplinare (molti ospedali ne hanno uno) dove lavorano insieme neurologo, fisiatra, psicologo, logopedista e nutrizionista: questo tipo di presa in carico completa fa davvero la differenza nel lungo periodo.

La diagnosi non significa perdere il controllo sulla propria vita: significa iniziare un nuovo percorso di cura attiva e consapevole. E il fatto che voglia capire e informarsi è già il primo passo nella direzione giusta.

Dott.ssa Sara Petroni

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