Salve a tutti, sono un giovane ragazzo di 40 anni e mi hanno diagnosticato un Parkinson, che ancora

18 risposte
Salve a tutti, sono un giovane ragazzo di 40 anni e mi hanno diagnosticato un Parkinson, che ancora non mi da problemi gravi sono molto preoccupato. mi chiedo come mai nessun medico mi dice cosa posso fare oltre le medicine. Sono molto preoccupato. Potreste aiutarmi a capire come potrei muovermi?
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, comprendo la difficoltà. Ha pensato di intraprendere un percorso psicologico? Potrebbe aiutarla a gestire questo suo momento delicato. Ci rifletta.
Buona giornata.
Dott. Fio

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Salve, mi spiace moltissimo per la diagnosi e comprendo quanto possa essere difficile per lei affrontare questa situazione. Per quanto concerne la malattia in sè, credo sia opportuno rivolgersi ad un medico specialista oppure ad un Centro che si occupa di questo al fine di poter intraprendere il percorso terapeutico migliore; ritengo comunque fondamentale richiedere un consulto psicologico al fine di ritagliarsi di uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla diagnosi e per trovare strategie utili per vivere e sopravvivere in maniera dignitosa, nonostante la malattia.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Salve, comprendo quanto possa essere complessa per lei questa situazione.
Credo sia meglio rivolgersi ad un medico specialista al fine di chiarire gli aspetti riportati.
Valuti la possibilità di costruirsi uno spazio di ascolto psicologico che possa esserle di supporto e in cui elaborare i vissuti emotivi legati alla diagnosi.
Cordialmente,
Dott.ssa FM
Mi dispiace molto per la diagnosi che ha ricevuto. Per ciò che concerne la sua preoccupazione, e tutti i vissuti emotivi legati alla malattia, potrebbe esserle utile un consulto psicologico.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Sirna
Questa malattia si combatte bene, non bisogna dispiacersi ma conoscere il "nemico Parkinson" poichè esistono molte terapie farmacologiche e anche terapie di secondo livello.
Il mio consiglio è di cercare un supporto psicologico esperto che non confonda aspetti peculiari della malattia con questioni che definirei da "comunicazione della diagnosi".
La medicina più grande inizialmente è conoscere bene la malattia. Resto a disposizione
buon pomeriggio, posso comprendere la sua preoccupazione. Penso che potrebbe essere utile consultare un centro specializzato che offra anche supporto psicologico specializzato per aiutarla ad affrontare tutti gli aspetti legati alla scoperta e alla gestione della malattia. Magari anche tramite il medico che la sta seguendo farsi indirizzare ponendo tutte le domande che le vengono in mente in questo momento. un grande in bocca al lupo per il suo futuro, dott.ssa G.Labriola
Gentile utente, per quanto riguarda l'aspetto medico è utile confrontarsi con chi la segue per sedare ogni dubbio in merito allo stato della malattia, al decorso e alle cure. Nel frattempo, le sarebbe di grandissimo aiuto intraprendere un percorso psicologico, per gestire al meglio la parte emotiva connessa a questa condizione. Mi scriva pure in privato per ulteriori informazioni in merito. Un caro saluto
Buonasera, capisco la sua preoccupazione e la destabilizzazione dopo aver ricevuto la diagnosi di questa malattia. Credo sia importante avere un supporto psicologico per elaborare questo vissuto e gestire le emozioni correlate a questa condizione.
Cordiali saluti, dott.ssa E.Lai
Buongiorno, mi dispiace per la situazione difficile che sta vivendo. Penso sia molto importante intraprendere un percorso psicologico, che la supporti in questo delicato momento della sua vita. Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maccioni
Salve

Comprendo la situazione che purtroppo sta vivendo.
Sono d'accordo sul fatto che sarebbe stato opportuno che il suo medico di fiducia e gli altri specialisti l'avessero indirizzata verso un percorso di tipo psicologico: in questi casi il sostegno psicologico è fondamentale e aiuta a mantenere saldo il proprio equilibrio, a tollerare emozioni negative e in generale a gestire il decorso della malattia.
Se necessita di ulteriori informazioni non esiti a contattarmi in privato.
Cordialmente
Dott.ssa Jessica Baldi
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Buongiorno, mi spiace molto per la sua situazione, certamente non facile. È un momento difficile, le posso consigliare, al momento, un supporto psicologico, il quale potrà portare portare un pó di ordine e comprensione.

Un caro saluto

MT
Buongiorno caro utente. In base alla problematica che ha esposto potrebbe, a mio parere, considerare due livelli: il primo, può sembrare scontato, quello psicologico. Ci si potrebbe chiedere: "Perchè intraprendere un percorso psicologico se la mia problematica è organica?". La diagnosi di malattia rappresenta un evento traumatico che fa emergere vissuti quali rabbia, tristezza, sconforto e una messa indiscussione della nostra progettualità. L'organismo sperimenta una situazione di disagio poichè gli equilibri precedenti non sono più funzionali alla situazione attuale. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla nell'elaborazione di tali vissuti, attraverso l'integrazione dell'evento nella propria esperienza di vita. Il malessere non va letto in chiave patologica, ma più come un segnale dell'organismo che ci comunica la necessità di trovare un nuovo equilibrio esistenziale.
Il secondo livello che può essere preso in considerazione è quello legato agli aspetti di training neuropsicologico delle funzioni esecutive, degli aspetti legati all'attenzione ecc. Questo tipo di trattamento viene costruito ad hoc, in base alle funzioni da "potenziare" che emergono dalla valutazione neuropsicologica.
Spero di essere riuscita a darle qualche elemento in più, per qualsiasi ulteriore informazione resto a sua disposizione.
Cordialmente, Dott.ssa Katia Frezza.
Buongiorno le consiglierei un appoggio psicologico,esistono centri specializzati multidisciplinari per tutte le problematiche legate al Parkinson.L aiuterebbe con molte conoscenze su questa malattia ad effettuare scelte adeguate oltre a fornirle un valido supporto.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Gentile utente di mio dottore, La malattia di Parkinson, non è da considerarsi una malattia terminale, perché le persone possono vivere per circa 30 anni dopo la diagnosi, quanto piuttosto una malattia di lunga durata (cronica). E' una patologia che provoca vari disturbi della motricità che possono essere trattati con successo mediante la somministrazione di levodopa (L-dopa), il precursore della dopamina.Oltre al malessere legato ai sintomi fisici chiaramente la diagnosi di una malattia cronica può mandare nello sconforto il paziente, semplicemente per il fatto che quest'ultimo si ritrova a fare i conti con una immagine di se diversa rispetto al passato. In questi casi sono utili i percorsi di psicoterapia con l'obiettivo di poter nel tempo accettare la propria nuova condizione uscendo dalla percezione di esser solo malattia, ma riconsiderando se stessi. Col tempo pian piano la malattia deve esser considerata solo come un aspetto della propria esistenza e non la totalità di quest'ultima. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà potrà trovare giovamento nell'esser supportato in questa fase delicata della sua vita. Cordiali Saluti Dottor Diego Ferrara
Buongiorno, avendo lavorato per anni in ospedale posso capire la fatica del non avere uno spazio in cui poter esprimere i propri vissuti di sofferenza legati non solo alla diagnosi, ma anche al percorso di cura.
Il mio consiglio è quello di provare a chiedere direttamente ai medici presso cui è in cura, o anche al personale infermieristico, se sia possibile avere accesso ad una consulenza psicologica. Spesso, servizi di questo tipo sono presenti nello stesso ospedale, ma i medici a volte fanno fatica a proporlo ai loro pazienti se non sono questi a richiederlo.
Se vuole mi contatti pure privatamente, possiamo provare a capire insieme quali opzioni sono disponibili presso i servizi a cui è già in carico.ù
Luca Belotti.
Gentile utente, è comprensibile quanto una diagnosi di malattia neuro-degenerativa in fase precoce generi stati d’animo complessi che sfociano nella preoccupazione. In questi casi l’approccio multidisciplinare che vede coinvolti più servizi oltre quello medico può determinare una gestione dell’evolversi della malattia in maniera soddisfacente. A questo proposito un consulto psicologo le permetterà di esplorare gli aspetti emotivi correlati all’accettazione di tale patologia.
Spero di esserle stata di aiuto. Un cordiale saluto
Dottoressa Elisa Taverniti
Buongiorno,
si affidi ad un medico competente in materia che sappia indirizzarla nelle cure. Le suggerisco, in parallelo, di valutare l’inizio di un percorso psicologico che la aiuti ad elaborare le emozioni collegate alla diagnosi e che la sostenga nell’accettazione della malattia.
Care cose
Dott.ssa Zena Ballico
Buongiorno,
mi spiace per la condizione in cui si trova. Le consiglio di affiancare alla consulenza medica, imprescindibile in questo caso, anche un percorso di supporto psicologico per aiutarla a superare la difficoltà che sta attraversando. Credo inoltre potrebbe beneficiare di un percorso di gruppo, se presente nella sua zona, pensato proprio per chi soffre della sua malattia; in questo caso, oltre a ricevere informazioni e consigli, avrebbe la possibilità di confrontarsi con chi si trova in una situazione simile alla sua.

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