Non richiedo una risposta….anche perché non è una domanda ma uno sfogo…. Entrambi i miei genitori

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Non richiedo una risposta….anche perché non è una domanda ma uno sfogo….

Entrambi i miei genitori sono vivi. Le volte in cui ho incontrato mia madre si contano in una mano e con mio padre sono cresciuta sette anni. In resto della vita tra orfanotrofio, famiglie affidatarie (con visite di mio padre) e sola. Sono andata a vivere effettivamente senza genitore a 17 anni, da li non sono più ritornata da mio padre. Lui si è fatto una nuova famiglia, una moglie e due figli. Io sola. Mi sento in realtà come se avessi avuto un genitore per solo 7 anni in 23 anni della mia vita. Mi sento un’ orfana a volte. Non riesco ad essere affettiva con mio padre, lui non sento lo sia mai stato con me (a parte le visite in orfanotrofio). Quando vivevamo insieme c’ era solo freddezza e litigi. Faccio fatica ad aprirmi alle persone. Vorrei essere come i miei coetanei, non sentirmi un peso e avere la mia carriera. Avrei voluto studiare….Non ho più vitalità, la depressione mi caratterizza e forse mi è sempre in fondo caratterizzata sono arrivata forse alla fine. Vorrei provare ad essere normale prima di andarmene via da questa vita. Ho pensieri suicidi ma so che è un gesto irreversibile e per questo che dico prima di andarmene vorrei provare ad essere normale. A questo punto senza sogni, obbiettivi almeno vorrei provare a trovare un compagno di vita che mi supporti. Vorrei avere un compagno con senso di famiglia che ama crescere i bambini per poi diventare ragazzi, adulti, anziani senza mollarli mai come mi sento io. Mio padre mi ha chiesto di fargli visita, non credo di volerlo mai più vedere in vita mia. Non credo sappia quanto male mi abbia fatto e vorrei ripagare il mio dolore non mostrandogli affetto, trattarlo come una persona qualunque e se possibile non vederlo più….mi fa una persona cattiva? Non sono nata così.
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive e comprendo il disagio connesso. Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto con un professionista al fine di indagare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi per trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare coi pensieri rigidi e maladattivi che impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Presto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL

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Ciao, nella tua domanda finale non vedo cattiveria ma sofferenza, sensibilità, empatia, dispiacere... descrivi anni molto difficili e di solitudine, ma in quello che scrivi mi arriva anche un forte desiderio di produrre del bene e, soprattutto, di riparare, donando ad altri bambini ciò che senti di non avere avuto tu. Scrivi di non avere vitalità, ma nel tuo desiderio trasmetti tanto calore e una spinta generativa, la volontà di affidarti e di lasciarti supportare. Sfrutta queste tue risorse e regalati la possibilità di scoprire cosa puoi fare. Se in questo momento non hai la possibilità economica, prova a cercare dei servizi come consultori in cui iniziare a costruire un tuo spazio e una rete di supporto, piano piano capirai come proseguire. Buona continuazione, Dott.ssa Alessandra Montalto
Non credo sia giusto definirti una persona cattiva..la solitudine ti ha sempre accompagnata e questo non è affatto giustizia! Hai però an ora una vita davanti e tanto da dare, tanto ancora ti meriti. Trova qualcuno che sia in grado insieme a te di mettere in fila ciò che hai vissuto, la strada è lunga ma possibile. Un abbraccio
Dottssa Marika Fiori
Salve, non è questione di cattiveria ma di reazione all’ esperienza di solitudine che ha vissuto e tutt’ora vive.
Le emozioni non vanno cancellate ma sono la traccia di ciò che viviamo. È il significato che va colto alla luce della nostra storia. Se ha possibilità si prenda cura di se attraverso un percorso psicologico. Troverà risorse dove pensava di non averle.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve. Se in questo momento non vuole vedere suo padre, non è per cattiveria. Sta rispettando il suo vissuto di dolore che le fa sentire buono per sé stare lontana da suo padre. Anche i suoi genitori hanno rispettato il loro limite di non riuscire ad essere dei buoni genitori per lei, facendo le scelte che le hanno creato sofferenza. Rispetti il suo bisogno, anche quello di essere arrabbiata, senza sentirsi cattiva. Se si rispetta, forse un giorno, potrebbe anche sentirsi pronta a voler incontrare suo padre ma per sua decisione e non per rispondere a una richiesta di lui. Perché come lei ha affermato, non è così, non è cattiva. Infatti la sua lettera parla di tanta sofferenza, che non le ha impedito di parlare anche di amore. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Ciao, ho letto con interesse la tua storia familiare, caratterizzata da fallimenti relazionali e traumi per aver subìto abbandono e rifiuto. Ma allo stesso tempo si percepisce in ciò che scrivi, molta vitalità che chiede di essere 'tirata fuori', se così si può dire. Per quanto riguarda la cattiveria, beh ritengo si possa parlare forse di rabbia, e questa, può essere un emozione che ci protegge dai torti subiti e non vuol dire affatto essere cattive persone.Talvolta un pensiero di suicidio può nascondere un forte desiderio di cambiamento e stravolgimento della propria condizione esistenziale. Puoi iniziare ad osservare la tua storia senza giudizio, ma con sentimento e rispettare ciò che provi. Puoi far leva sui tuoi desideri e riscattarti. In bocca al lupo!
Salve, senz’altro la sua è una storia difficile che più che te rendere cattivi, lascia segni, ferite che andrebbero fatte guarire.
Lei dice di non cercare risposte e lo comprendo, ma ha mai pensato di poter raccontare la sua storia in uno spazio protetto in cui sentirsi al sicuro?
Credo che la aiuterebbe moltissimo.
Un caro saluto,
Giada Bruni
Ciao,
hai proprio ragione: non si nata così!
La fregatura è che non possiamo scegliere la famiglia in cui nascere.
Quella che ti è capitata ti vede orfana di nome, anche se non di fatto!
Una Parte di te ti dice che hai il DIRITTO di sentirti amata (e di AMARE), un'altra è terrorizzata da questa prospettiva ("e se fossi di nuovo rifiutata?"
Due prospettive entrambe ricche di senso. Come conciliarle? Forse con un percorso di crescita e arricchimento quale una psicoterapia?
Probabile, ma è una scelta impegnativa che nasce dalla convinzione che con certe premesse non si può che soffrire, ma la sofferenza non è il tuo Destino. Meriti di meglio!!
Cordialmente.
Ivano Ancora,
Mi dispiace molto per come ti senti..dalle tue parole traspare molta rabbia. Credo ci sino molte domande e molti pensieri in te, che ti fanno stare male e credo anche che a volte si tenda a colpevolizzarsi o a credere di non essere abbastanza visto ciò che il destino ti ha riservato.
Questi pensieri pensieri rischiano di farti molto male, per questo credo sia utile che ti affidi ad un professionista che ti aiuti a scoprire chi veramente sei, i tuoi punti di forza (ci vuol molta forza a crescere da soli) e i tuoi punti fragili perchè tu riesca a proteggerli e prendertene cura.
Scoprirai poi che tu sei altro rispetto ai tuoi genitori e che la vita ti può riservare delle belle sorprese.
Buona giornata
Buonasera, mi spiace molto per la sua storia di vita e per la sofferenza che si porta dietro. Ha mai pensato a rivolgersi ad uno psicologo? sicuramente potrebbe aiutarla ad affrontare e ad elaborare le sue ferite, per poter fare oggi delle scelte differenti. Un caro saluto
Buongiorno, mi è arrivata forte tutta la sua sofferenza e solitudine. Scrive che la sua non è una domanda ma uno sfogo e che vorrebbe sentirsi normale prima di andare via da questa vita. Purtroppo nessuno può scegliere in che famiglia nascere e spesso si devono fare i conti con situazioni davvero difficili e, oserei dire, anche ingiuste per molti bambini che non chiedono di venire al mondo. Ora lei è una giovane donna, sicuramente rispetto alla maggioranza dei suoi coetanei ha attraversato momenti dolorosi e pieni di solitudine. Sento anche tanta voglia di riscatto e ottimismo verso il futuro, per questo le consiglio di riprendersi in mano la sua vita, guardare ed elaborare il suo passato per costruirsi un futuro "libero" dai suoi vissuti. Farsi aiutare attraverso una terapia, le consiglierei un professionista che utilizzi anche la terapia EMDR, potrebbe davvero aiutarla a sentire che lei non è "cattiva" ma è una persona di valore e degna di amore, e per questo potrà trovare una persona che le stia accanto che la faccia sentire così. Le auguro buona fortuna per il suo futuro.
Buongiorno ho letto la tua richiesta o comunque il tuo sfogo. La tua storia è dolorosa e segnata dall'abbandono, dici di sentirti orfana e un po' lo sei, anche se occasionalmente vede il tuo papà. La freddezza che c'è tra voi e la vostra fatica relazionale è comprensibile, non avete costruito una relazione e non mi sorprenderei se tu riferissi di essere anche arrabbiata, io al tuo posto lo sarei. Comprendo molto bene il tuo desiderio di vivere la tua età e di essere più spensierata, credo però che per riuscirci sia opportuno intraprendere un percorso con un professionista. In questo percorso potrai imparare a costruire una buona relazione solida, da trasferire nelle tue esperienze esterne e costruire la tua vita come la desideri.
Buongiorno, prima di tutto le voglio dire che mi dispiace per le dure prove che la vita le ha messo davanti e comprendo il suo dolore e il suo senso di smarrimento. I genitori sono le nostre radici e dunque qualcosa che ci da le basi da cui partire per costruirci un futuro. E' anche vero però che la sua storia passata non le impedisce di costruirsi il suo futuro nel miglior modo possibile.
Le suggerisco una terapia psicologica per poter affrontare i fantasmi del passato e trovare in sè le risorse per costruirsi un futuro solido, felice e soddisfacente.
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dottoressa Monica Mellone
Buonasera, quello che ha descritto è molto doloroso e mi dispiace per quello che ha dovuto vivere. Le radici sono importanti per la nostra crescita. Il passato non si può cambiare ma si può costruire il futuro. Se ha una visione del suo futuro e il desiderio di un compagno e di figli è un punto di partenza è una speranza da cui partire considerando anche l'aiuto da parte di un professionista. Buona fortuna
Buonasera,
ha ragione, non è colpa sua e non la definirei assolutamente una persona cattiva, Quello che descrive è un grande vuoto che si porta dentro e che caratterizza la sua vita per tutto ciò che non ha ricevuto dai suoi genitori. Anche la rabbia che prova verso suo padre non la rende una persona cattiva, ma una persona con una sana rabbia per ciò che non ha avuto e che non è stata lei a scegliere. Credo che questo sia un grande dolore che accompagna la sua vita. Non è possibile cambiare il passato, ma è possibile cambiare il suo presente e il suo futuro. le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico con un professionista che possa accompagnarla nell'avere una vita più piena e nel curare le ferite del suo passato.
Le auguro ogni bene.
Cari Saluti

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