Io non so quale sia il mio problema o forse lo so, sono molto confusa e mi spaventa e preoccupa molt

19 risposte
Io non so quale sia il mio problema o forse lo so, sono molto confusa e mi spaventa e preoccupa molto non essere riuscita a far chiarezza dopo anni di psicoterapia.
Da sempre sono una persona estremamente pigra, non c'è un motivo, io ho ricordi di me da piccola (4-5 anni) che già sentivo forte questa voglia di non far nulla.
Tutti mi dicono che devo sforzarmi, devo avere tanta buona volontà per cambiare questo aspetto di me.
Io le cose le inizio con una buona determinazione, il mio problema è che alla lunga quella voglia di fare sparisce, che sia lo studio, il lavoro, la routine quotidiana, la cura della persona o l'avere una passione, io non sono mai riuscita in tutta la mia vita ad essere costante, nemmeno quando andavo in terapia (ne avevo parlato di questo argomento alla mia psicologa), non so per quale motivo, ma sembra che dopo un pò ripetere la stessa azione mi stufa, mi stanca e mi annoia, ma come devo fare? Come fanno le altre persone a mantenere gli stessi ritmi?
Possibile che dipenda tutto dalla mia buona volontà?
Salve, mi dispiace per il periodo che sta attraversando. Le scelte, le amicizie, lo studio (e così via) richiedono anche perseveranza e disciplina. Non credo che tutto dipenda semplicemente dalla buona volontà, ci sarebbero anche altri aspetti da approfondire. A tal proposito, cosa era emerso in terapia?
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Gentile utente,
le sue parole esprimono molta sofferenza. Quando si attraversano momenti così complessi è opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia per poter riflettere in maniera approfondita su ciò che si sta vivendo.
Non mi sembra che lei stia accettando questa situazione in maniera passiva, infatti ha chiesto aiuto. Un saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Gentile Utente,
capisco la sua sofferenza e, in aggiunta, la sua frustrazione nel non essere riuscita a comprendere in profondità questo aspetto di sé durante il proprio percorso di psicoterapia, che riferisce essere durato anni... Questa mancanza di motivazione può avere innumerevoli cause, ed è difficile darle una risposta in questa sede con così pochi elementi a disposizione. La propria motivazione ed i propri obiettivi devono essere costantemente ridiscussi e rivisti, è necessario prendersi dei momenti per riflettere e dialogare con se stessi... E se questo già accade e non sembra essere sufficiente, non sempre è questione di "cattiva volontà", possono esserci altri motivazioni alla base, come ad esempio un calo dell'umore che causa anedonia e poca voglia di fare e di mettersi in gioco. Questo naturalmente è solo un esempio, ripeto, non ho abbastanza elementi per poter esprimere un parere effettivo! Ma la cosa importante è darsi la possibilità di esplorare ancora questi aspetti di sé, se non sono stati adeguatamente compresi e risolti! Valuti la possibilità di riprendere un percorso di psicoterapia.
Spero di essere stata utile, resto a disposizione per eventuali chiarimenti!
Non si scoraggi, forza!

Dott.ssa Genduso
Gentile Signora molto probabilmente se scrive su questo sito sta valutando la possibilità di contattare nuovamente uno psicoterapeuta per proseguire questo suo percorso di conoscenza e cambiamento. Purtroppo non è possibile rispondere in modo approfondito alle sue domande in quanto gli elementi che condivide non sono molti. Se riuscire a mantenere un ritmo è un problema per lei sicuramente ci sarà un motivo che mette in moto questo circuito di pensieri e di comportamenti ma senza lavorarci non è possibile capire le motivazioni che la spingono a sentirsi inadeguati rispetto al mantenere un ritmo ovvero a seguire il tempo di qualcosa che lo segna e lo scandisce. Ma come detto questa è solo una delle possibili ipotesi da approfondire. Un cordiale saluto
Salve. No, non dipende dalla volontà. Anzi spesso è proprio la volontà che fa perdere l'interesse.
È importante chiarire da cosa è causata ciò che chiama pigrizia. Se segue davvero ciò che le interessa o fa ciò che si fa. Se si sforza a fare ciò che si fa, la perdita di interesse ci sta tutta. Un buon percorso psicoterapeutico che possa stimolare la fiducia in se stessa, che attraverso la pigrizia possa aiutarla a scoprire i suoi veri interessi, sarebbe consigliabile. Distinti saluti
Gentile Utente, da queste poche righe si intuisce una sofferenza di lunga data. Di questa sua "apatia" andrebbero esplorate le cause psicofisiche e questo lo si può fare nel setting protetto di una psicoterapia, esperienza che andrebbe riprovata, perchè la posta in gioco è alta, purtroppo non sempre si risolve al primo tentativo. Rimango a disposizione. Cordialmente. Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buona sera, parlare di "buona volontà" potrebbe essere riduttivo e non riflettere la realtà di ciò che vive e che sembra causarle così tanto dolore, finendo per causarle solo ulteriore frustrazione e farla sentire "sbagliata". La psicoterapia potrebbe aiutarla a fare chiarezza su questo senso di apatia e di inconcludenza, di cui è necessario comprendere prima di tutto il significato per lei e l'impatto sulla sua vita personale e relazionale. Ci riprovi e si dia un'altra opportunità. Un saluto
Con un percorso psicoterapeutico si può arrivare a scoprire la sorgente dei suoi interessi e delle sue motivazioni. Con una persona che l'accompagni a porsi delle domande che forse fanno paura o che causano dolore, potrebbe diventare più ricettiva agli stimoli ambientali. La buona volontà serve a poco se non sa in che direzione orientarla, su che cosa applicarla. Cominci col chiedersi: che cosa mi piace veramente?
Buon giorno , non dipende tutto volontà dalla volontà come i miei colleghi le hanno scritto . E sono d'accordo con chi le suggerisce di esplorare cause psico-fisiche ma anche relazionali-sociali-famigliari-sistemiche . Uno sguarda aperto e ad ampio raggio con qualcuno dal quale si sente compreso e visto, aggiungendo un percorso di psicoterapia nel quale senta una forte alleanza terapeutica. Mantenere aperta la domanda come già sta facendo è già un segno dell'impulso ad uscire dalla situazione, potrebbe segnalare che lei già conosce momenti di non pigrizia e non apatia e quindi sa riconoscere quando è in uno stato e il suo obiettivo di uscirne. Buona giornata intanto . Dott.ssa Bianchi
Alla volontà viene spesso attribuito un potere maggiore di quello che realmente ha ... la maggior parte delle cose accade al di fuori della nostra volontà (pensi all'innamoramento) .. forse ha bisogno di scoprire cosa ci sia di realmente vitale dentro di se che possa appassionarla genuinamente e per poterci arrivare spesso è necessario un lavoro a togliere condizionamenti abitudini blocchi (quelli che lei chiama pigrizia) per raggiungere una vera se stessa in grado di poter scegliere come muoversi liberamente. Intanto con questo messaggio ha appena ricominciato ... prosegua. Con affetto David Capuzzi
Salve. La noia è un vissuto che fa parte della nostra vita, alternata ad altri momenti di svago e vissuto di pienezza.
E' un vissuto che può essere legato a diversi aspetti, quello del tempo e delle sua "gestione", quello delle scelte, quello dell'attivazione mentale ed emotiva, dell'esplorazione e della ricerca di ciò che ci procura sensazioni piacevoli.
Se scrive qui in qualche modo significa che è alla ricerca di qualcosa che possa dare un senso al suo vissuto e che possa
anche comportare un cambiamento.
Continui sul percorso di consapevolezza. Un caro saluto. Dot.sa Demontis
Cara ragazza, tante volte intorno a noi abbiamo persone che vorrebbero noi fossimo dei tulipani e invece noi siamo girasoli. Cresciamo con questa idea che dobbiamo diventare tulipani, ci convinciamo che è proprio così che bisogna essere e ci mettiamo molta energia per andare in questa direzione. Se siamo girasoli non c'è niente di male né di meno bello, ma se continuiamo a cercare di essere tulipani che vita è? Le nostre emozioni sono potenti motori che ci portano esattamente dove vogliamo andare. Se però cerchiamo di andare altrove, il motore ci rema contro.
Nella psicoterapia della Gestalt, si lavora molto sulla consapevolezza per imparare a riconoscere davvero le nostre emozioni, i nostri desideri e andare nella direzione in cui scegliamo consapevolmente di andare. Non si diventa tulipani, se si è girasoli, ma si scopre che essere girasoli è meraviglioso e cosa fa star davvero bene un girasole.
Rimango a disposizione, anche online.
dr.ssa Violetta Molteni
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Buongiorno gentile utente,
leggendo il suo messaggio ho l' impressione che lei si svaluti costantemente.
Per quello che vedo fa molte cose (studia, lavora, si occupa della routine di tutti i giorni, si cura e ha delle passioni) ma, dopo un po' che le fa, smette. Perchè smette? Forse la questione è che lei inizia le cose con determinazione sì, ma con quanto reale interesse? Tutti le dicono che deve sforzarsi e mettere buona volontà per cambiare e lei questo lo fa. Ma per andare avanti nella vita non ci si può basare solo sullo sforzo o sulla forza di volontà. A che scopo vuole cambiare? Per chi vuole cambiare? Da chi vuole essere accettata?
Ci chiede come fanno le persone a mantenere il ritmo. Quando si balla o si suona per tenere il ritmo occorre ascoltare la musica e seguirla. Ha bisogno di imparare ad ascoltare la "sua" musica interiore e seguirla. Ha bisogno di imparare ad andare a ritmo con sè stessa, non con gli altri.
Buona continuazione e un cordiale saluto.
Salve, come qualche collega ha già intuito la questione da comprendere è se lei senta fortemente la necessità di rispondere alle aspettive degli altri, come se dovesse corrispondere ad un modello, oppure se sia lei stessa a non essere contenta di come si muove nella vita. Tenga conto che ci si muove non per automatismo, ma perché si hanno degli obiettivi da raggiungere, perché si pensa di avere davanti a sé un percorso da seguire, con tutti gli inciampi e le difficoltà del caso. Bisogna innanzitutto sapere, più o meno, dove si vuole arrivare. Da questo, poi, può a mio parere scaturire la volontà e la forza di muoversi in quella direzione. Si è mai posta questa questione? La saluto cordialmente, Marina Montuori
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buongiorno, da quello che riporta mi sembra di capire che questo vissuto di impotenza e passività l'accompagna da molto tempo e quindi si sente abbastanza scoraggiata. Sicuramente andrebbero esplorati i motivi di questo "mollare" che non le permette di realizzare quello che vuole, sicuramente un percorso di psicoterapia sarebbe auspicabile. Perchè la terapia funzioni è comunque importante la motivazione a cambiare, forse sarebbe utile riflettere su questo prima di iniziare un percorso impegnativo.
Spero di essere stata d'aiuto.
Gentile signora, ha provato a intraprendere anche una terapia di gruppo? Certo il periodo adesso non aiuta ma sono certo che potrebbe tornarle molto utile.
Saluti
Gentile utente, mi spiace per la sua situazione che la porta a leggere con scoramento e impotenza la realtà che la circonda. Chiedersi “come fanno gli altri a sostenere certi ritmi” non l’aiuta, anzi la porta a focalizzarsi sempre su ciò che non riesce a fare. Capire invece il motivo per cui fare “la stessa cosa” la stanca o l’annoia è più in linea con un percorso di cambiamento che deve avvenire sempre guardando a se stessi e non agli altri. Il “cambiamento” come il “non cambiamento” è una scelta e, in quanto tale, non è mai solo una questione di motivazione ma anche di come interpretiamo il cambiamento: cosa significa per noi cambiare, quale vantaggio ci porta, quanta fatica ci costa e perché facciamo fatica. E se dietro a tutte queste domande ci fosse la paura di cambiare o di provare piacere nel fare qualcosa?
Il mio consiglio è di non mollare. Lei sta cercando delle risposte alla sua difficoltà e già sa che alla base di tutto occorre un cambiamento/investimento da parte sua. Se pensa a questo cambiamento come ad uno stravolgimento della sua vita, cambiare non sarà facile, se invece prova ad approcciarsi per gradi allora vedrà che sarà tutto molto più semplice. Ha già provato un percorso e non è andato bene. Personalmente le consiglio di tentare presenti anche gli approcci che prevedono un lavoro sul corpo (come l’Analisi Bioenergetica), in modo da avere da un lato più stimoli per ascoltarsi e dall’altro taccare con mano le difficoltà (noia, stanchezza, apatia) e trovare strategie che siano in linea con i suoi bisogni. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un caro saluto. Dott. ssa Daniela Agrosì
salve capisco la situazione molto difficile e i motivi della sua incostanza possono essere vari. A VOLTE l'incostanza puo' essere legata al senso di fatica che si prova o al senso di noia,la invito a intraprendere un nuovo percorso .Le auguro il meglio.

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