In che modo si guarisce dall'ansia? Forse bisogna solo rassegnarsi e convivere con un "peso" per il

19 risposte
In che modo si guarisce dall'ansia?
Forse bisogna solo rassegnarsi e convivere con un "peso" per il resto della vita?

Ho fatto psicoterapia per un paio d'anni, ma continuo a sentirmi a disagio e con l'ansia addosso anche se vado contro le mie paure, riuscite ad immaginare la rabbia e tutte le restanti emozioni negative che provo?

Ma che cavolo devo fare per vivere senza tutta questa pressione?
Sto pensando seriamente di iniziare una terapia farmacologica, perchè vorrei stare bene ora, qui, adesso, proprio in questo momento, prima che mi venga davvero un esaurimento nervoso.

Sono stanca.
Io vorrei vivere in modo tranquillo, voglio stare serena e senza preoccupazioni, vorrei riuscire a togliermi di dosso tutta questa tensione, sentirmi a mio agio con la gente (non so cosa vuol dire dato che da quando sono nata ho vissuto sempre con vergogna e paura le relazioni, di qualsiasi tipo), vorrei mettermi nel letto la sera e non avere pensieri per la testa, vorrei smettere di rimuginare, vorrei non avere più l'ansia anticipatoria, vorrei non desiderare più la morte perchè sì, la desidero anche se non ne ho il coraggio, perchè per me vivere vuol dire stare male, pensate che la desidero così tanto che da un pò di tempo faccio dei sogni in cui tento di farla finita, però il desiderio è fortissimo.


Mi spiegate per favore come si toglie l'ansia, cioè come funziona questo meccanismo in una psicoterapia? Perchè io ancora non l'ho capito nonostante ne ho seguita una.
Bisognerebbe magari provare farmacologicamente,la psicoterapia ha una durata molto maggiore.

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Buonasera cara utente innanzitutto vorrei dirle che l’ansia, se non è legata ad eventi particolari come un esame, una prestazione o una situazione stressante in genere, è sintomo di un certo malessere emotivo. La realtà che viviamo, la nostra storia, possono aver determinato un certo modo di interpretare la vita che ci crea dei problemi, che appesantisce il nostro essere nel mondo, che ci fa vivere male insomma. Non sempre si riesce ad essere consapevoli del nostro malessere arriva quindi un campanello d’allarme, come un costante stato d’ansia.
Da quello che accenna sicuramente ci sono vissuti difficili e dolorosi che non le permettono di fare progetti di vita sereni né di avere relazioni soddisfacenti.
Se l’ansia e le tensioni le impediscono di fare qualsiasi cosa o se peggio ancora le inducono pensieri di morte è bene che temporaneamente si faccia aiutare con una terapia farmacologica (seguita da un neurologo o uno psichiatra) e poi cominci a prendersi cura di sé. I due anni di psicoterapia che dice di avere fatto possono essere pochi, non si spaventi di questo ma investa su se stessa e si senta in diritto di stare bene.

Gentilissima,
riesco sì, come chiede, a immaginare la rabbia e tutte le emozioni negative che si stanno accumulando dentro di Lei. Si sente stanca, e lo capisco, poiché porta un fardello emotivo davvero pesante e faticoso. Per me è difficile spiegarle in poche righe in che modo si guarisce dall'ansia, il processo terapeutico agisce in sinergia su più fronti: quello della relazione di fiducia con il terapeuta, quello dell'esplorazione del proprio passato e dei meccanismi disfunzionali che si innestano, quello delle tecniche concrete (come ad esempio la mindfulness) che possono dare grande sollievo al costante rimuginio e alla sensazione di "testa piena di pensieri". A volte può essere anche necessaria una terapia farmacologica. Una serie di interventi "mirati" può, nel tempo, aiutare a trovare uno stato di maggiore tranquillità e un ritrovato equilibrio che permetta alla persona di affrontare con più facilità le sfide e gli impegni del quotidiano. Mi senti infine di menzionare la sua probabile sfiducia nei confronti della psicoterapia, visto che ne ha già effettuata una in passato. Provi a darsi un'altra possibilità, ogni terapia è a sé e forse qualcosa non ha funzionato, ma non conoscendo la situazione non mi permetto assolutamente di dire cosa.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o domande, sarò lieta di approfondire. Spero di esserLe stata d'aiuto! Forza!

Dott.ssa Genduso
NON BISOGNA RASSEGNARSI ED E' MOLTO SCONSGLIATO ENTRARE NEL "TUNNELL DEGLI PSICOFARMACI"!
Occorre effettuare una valida, seria e sostanziosa psicoterapia psi codinamica integrata e potenziata da medicinali naturali che vadano ad agire anche sugli aspetti biologici del suo organismo.
COME VA VIA L'ANSIA CON LA PSICOTERAPIA?
Attraverso specifiche modalità, tecniche e contesti (setting), la Psicoterapia da me effettuata restituisce, in primo luogo, alla coscienza della persona in cura gli elementi complessi e inconsci che la penalizzano: le sue paure, le angosce, i traumi, i conflitti, le strategie di sopravvivenza, le tattiche difensive e i dogmi che il soggetto ha pian piano creato in sé senza rendersene conto.

Sono questi, in buona sostanza, i fattori che generano una interazione disfunzionale con la realtà (interiore ed esteriore). Maggiore è l’influsso di questi elementi inconsci sulla nostra vita e maggiore sarà l’alterazione esistenziale; essa darà segno di sé attraverso vissuti, condotte e stili connotati da ansia, rigidità, automatismo, disistima, conflittualità, schematismo, eccessiva tensione, auto ed etero castrazione, conformismo, smarrimento di valori e senso dell’esistenza, tristezza, dogmatismo, senso di colpa, stasi, rinuncia e chiusura autarchica.

Si attua, in sintesi, una coazione a ripetere, in tutte le occasioni significative, di una sorta di copione sempre insoddisfacente. Tutto ciò si concretizza in ultima analisi nello star male, poiché non solo questi complessi inconsci sono estremamente destabilizzanti, ma anche perché allontanano dal e celano all’essere umano il suo stesso nucleo più sano, genuino e fecondo di sé (quello che Edward Bach, medico gallese e fondatore della Floriterapia, denominava Vero Sé); essi, inoltre, bloccano e disattivano l’Inconscio Superiore (cioè quell’insieme di qualità positive e risorse ipotizzate dallo psichiatra Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi).
Come già detto io prescrivo, durante la psicoterapia, medicinali naturali innocui e senza effetti collaterali negativi con l'obiettivo di riequilibrare e nutrire anche la biologia del corpo.
Sono disponibile telefonicamente per ulteriori informazioni e aggiungo che è possibile fare la psicoterapia on line. Cordiali saluti.
Gentile Signora, forse il precedente lavoro di cui accenna solo alla fine della sua nota "nonostante ne ho seguita una." merita una maggiore attenzione. Solitamente le psicoterapie permetto di modificare le situazioni come quella che descrive ma le ripeto ci fornisce poche indicazioni. Lei è libera di scegliere se usare dei farmaci o se ritornare a lavora su se stessa o se fare entrambe le cose. Forse prima potrebbe essere una buona possibilità contattare un nuovo terapeuta per un consulto. Sicuramente su questo sito può trovare un professionista che le possa fornire le indicazioni che chiede. Un cordiale saluto
Salve, ho letto la sua lettera e mi suscita molte domande ma non è questo il luogo del confronto. Mi permetto di darle una suggestione rispetto alla 'pressione' che descrive, e penso seriamente che la soluzione è 'es-pressione', tirare fuori; da non confondere l'esprimere con il comunicare, sono due passaggi diversi. Io le consiglio di confrontarsi con qualcuno sia per valutare la farmacologia che paventa, sia per approfondire una psicoterapia a completamento del percorso già svolto.
Le auguro il meglio
Massimiliano
Buongiorno cara utente, si sente la sua frustrazione e sofferenza... Provi a cambiare prospettiva: l'ansia non si può eliminare ma imparare a gestirla e "sfruttarne" al massimo i lati positivi. Così facendo le sue energie e i suoi sforzi saranno indirizzati verso qualcosa di possibile e realizzabile oltre che produrre concreti risultati di benessere. Mi spiego meglio....l'ansia in realtà, è un'emozione molto utile per noi. Le sarà sicuramente capitato di dover affrontare un colloquio di lavoro, un esame universitario, una verifica a scuola...ecco,se ripensa a quei momenti l'ansia permette di mantenere l'attenzione e la concentrazione focalizzata solo ed esclusivamente su quello, tralasciando tutto ciò che ci circonda (rumori,distrazioni,la fame,il caldo...) e tutti quei pensieri che in quel momento non sarebbero utili (la partita di calcetto del pomeriggio, la lista della spesa....). Quindi un certo grado di ansia è assolutamente funzionale per ottenere il massimo risultato possibile per ciascuno di noi. Può immaginare l'ansia come una curva gaussiana che sale fino ad un punto massimo e poi riscende dalla parte opposta. Il livello base di "ansia" di ciascuno di noi varia leggermente (c'è chi è più ansioso e chi meno), poi succede qualcosa che ci fa preoccupare e l'ansia sale. il nostro compito però è mantenerla sempre entro certi livelli in modo che sia positiva e funzionale. Se li supera diventa malessere e può raggiungere il picco dell'attacco di panico. Questa è l'espressione massima di ansia disfunzionale. Questo picco però come ci insegna la curva, è destinato sempre a scendere e in un breve tempo fortunatamente. Può però riattivarsi e quindi risuccedere. Non possiamo eliminare l'ansia, è proprio impossibile e ci faremmo un grande torto ma possiamo imparare a controllarla e a gestirla per goderne dei benifici. Spero di esserle stata di aiuto e se vorrà altre informazioni o risposte alle sue curiosità non esiti a contattarmi.
Un caro saluto
Dr.ssa Oltolini Sara
Buonasera,
contrariamente a quanto asserisce un collega poco sopra, che utilizza pratiche che per lo più non hanno alcuna validità scientifica, se l'ansia e l'angoscia sono così intense le gioverebbe richiedere una consulenza psichiatrica. Consideri che la maggior parte dei farmaci antidepressivi di ultima generazione che agiscono anche sull'ansia non hanno particolari controindicazioni (lo psichiatra al quale si rivolgerà sicuramente le saprà dare tutte le informazioni di cui necessita per fare una scelta consapevole).

A disposizione per chiarimenti, in bocca al lupo!
RM
Buongiorno,
l'ansia è umana! Fa parte di ognuno di noi... è una reazione ad una preoccupazione, a pensieri che riguardano eventi del passato o esperienze negative del presente. L’emozione predominante è la paura che, nella maggior parte dei casi, è irrazionale. Rappresenta una reazione emotiva normale che ogni persona può provare di fronte a particolari situazioni o compiti. L’ansia diviene "anormale" (mi passi il termine) quando si manifesta in circostanze inappropriate e quando l'intensità e la frequenza della stessa e l'insieme delle condotte attuate per farvi fronte (evitamenti, rituali di controllo, ecc.) diventano talmente compromettenti da incidere nella vita della persona, a tal punto da generare un insieme di sintomi fisici e psichici che possono causare un profondo disagio. In genere, stando anche alle sue parole, si entra poi in un circolo vizioso in cui la paura di diminuire le performance quotidiane e di non riuscire a trovare la serenità, alimentano uno stato di disagio dal quale sembra di non poter più uscire.
Credo che occorra andare alle origini dell’ansia ed alla risoluzione del conflitto che l'ha causata, al fine di riorganizzare il proprio adattamento in un modo più funzionale. L’ansia, non a caso, è il frutto delle convinzioni che contribuiscono alla propria visione del mondo: nel corso della mia esperienza clinica, ho avuto modo di ripensare all’importanza di “lasciar andare” ciò di cui non si ha più bisogno e di imparare ad intercettare realmente sé stessi per poter essere sereni e felici. Forse è proprio questo che può aiutare: intercettare chi si è, intercettare la propria ansia come "funzionale" ad un qualcosa e capirne poi cosa farne o come farla evolvere. Questo con l'aiuto di una psicoterapia.

Un saluto
A.S.
Gentile Utente, mi dispiace per la sofferenza che sta provando. Affiancare una psicoterapia ad un supporto anche farmacologico quando i livelli di tensione sono molto elevati, non è indicativo di una sconfitta. Non molli, l’ansia è un’emozione non solo negativa, perché ci attiva in tutte quelle situazioni in cui è importante che accada, se poi l’attivazione è troppo elevata con un buon percorso psicoterapeutico è possibile imparare a gestirla.
Un caro saluto
Gentile Signora, le sue parole racchiudono una forte richiesta d'aiuto. Provi a riflettere su una lettura alternativa dell'ansia. Si apra all'ipotesi che questo sintomo sia l’espressione di una confusione interiore generata da situazioni o episodi che sono in sospeso nella sua vita. Come tutti i sintomi anche l'ansia è trattabile e curabile. Attraverso il giusto percorso potrà trovare le risorse necessarie per uscirne.
Dott. Paolofabrizio De Luca
Cara Utente,
le sue parole trasmettono dolore e stanchezza, sentimenti e sensazioni talmente negativi e talmente grandi da farle venire voglia di rassegnarsi.
Questo è comprensibile, chiaramente una parte di lei è stanca di vivere in costante ansia, paura e vergogna non permettendosi così di godere appieno e in maniera spontanea le relazioni e la sua stessa vita.
C'è però anche un'altra parte di lei, meno attiva e meno forte al momento forse, ma che comunque c'è, che ancora ci spera e chiede aiuto, che vuole essere guidata per liberarsi dall'ansia.
Proviamo ad ascoltare questa seconda parte di lei e vediamo come andarle incontro.
L'ansia, se non legata ad un evento o oggetto specifico, altro non è che un segnale di malessere; potrebbe esserci qualcosa dentro di lei, forse inconsapevole, che non le permette di essere sé stessa e di vivere la vita che desidera. L'ansia arriva per ricordarle che questo non le va più bene e che la parte più vitale di lei vuole esprimersi.
Sarebbe interessante approfondire il tutto e capire che cosa teme nelle relazioni, cosa le provoca vergogna, di cosa ha un timore tale da doverlo costantemente controllare a anticipare.
Le consiglio di ascoltare tutto questo e di ascoltarsi, con l'aiuto di uno psicoterapeuta, così da arrivare ad avere una maggiore consapevolezza di sé, delle sue emozioni e della sua ansia.
Rimango a disposizione per qualunque altro dubbio o necessità.
Saluti.
Dott.ssa Maila Serra
Buonasera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere assieme a lei un percorso di terapia. Buona serata, Dott.ssa Beatrice Planas
Buongiorno signora, la prima cosa che dovrebbe approfondire è se siamo effettivamente in presenza "soltanto" di un disturbo d'ansia. I sintomi che lei riporta e l'estrema sofferenza che traspare dalle sue parole, potrebbero far pensare anche a condizioni cliniche diverse. A tal fine potrebbe giovarle un consulto psichiatrico.
Ammettendo però di trovarsi in una condizione di disturbo d'ansia, è necessario innanzitutto capire cosa la sua ansia le stia comunicando, quali scelte ed abitudini del suo passato la stanno ancora condizionando in maniera così forte? L'immagine che potrebbe guidarla nella sua ricerca è quella dell'iceberg, in cui la parte emersa è costituita dal sintomo ansioso, ma le vere ragioni che generano questa condizione sono da ricercare più in profondità sotto il pelo dell'acqua. Per fare questo ritengo che sarebbe utile smettere di giudicare la propria ansia ma cercare di capire cosa le sta dicendo di se.
Spero di esserle stato utile
Le auguro buona fortuna per la sua ricerca
Gentile Utente,
Dalle sue parole traspare un comprensibile senso di sfinimento e demotivazione.
Consideri che tutti i sintomi vanno letti e inseriti in un contesto di valutazione complesso e che non sempre la scelta di psicoterapia intrapresa risulta essere in prima istanza la piu' efficace.
Dall'ansia si può e si deve guarire . Non bisogna desistere. Il ventaglio di possibilita' a livello clinico e' molto ampio.
Sia il trattamento ipnotico che l'utilizzo del biofeedback , spesso usati in sinergia, possono rappresentare una valida ed efficace possibilita' terapeutica per i disturbi dello spettro ansioso.
Rimango a disposizione per qualsiasi delucidazione in merito.
Un cordiale saluto
Buongiorno cara! L'ansia è un'emozione come la gioia, la tristezza e la paura. Quindi tutti noi la proviamo regolarmente nel corso della nostra vita. Tuttavia c'è un differenza importante tra l'ansia "fisiologica" e l'ansia che si presenta come disturbo. Leggendo ciò che ha scritto mi sembra si tratti proprio di un disturbo a cui si accompagnano pensieri suicidari. Penso quindi sia urgente interfacciarsi con uno psicoterapeuta. Per quanto riguarda le strategie per gestire l'ansia all'interno della psicoterapia cognitivo-comportamentale, possiamo trovare per esempio: i training di consapevolezza dei propri stati ansiosi, le esposizioni in vivo e immaginative, le ristrutturazioni cognitive delle credenze irrazionali (pensiero catastrofico, bisogno di controllo, intolleranza dell’incertezza, timore di commettere errori o perfezionismo patologico, autovalutazione negativa, intolleranza delle emozioni, eccessivo senso di responsabilità) e gli esercizi di problem-solving.
Gentile utente,
noi siamo fatti di un flusso di energia. l'ansia è un blocco di tale flusso quindi deve indagare in quali aree si crea tale blocco. Sicuramente una terapia è consigliabile.
Saluti
Salve.
Gli psicofarmaci possono aiutare a tenere a bada i sintomi. I sintomi possono essere segnali di avviso che c'è qualcosa che non va nella modalità di porsi nei confronti della vita. La psicoterapia è un percorso per affrontare le cause del problema. Più il percorso è profondo, più si vanno a recuperare ciò che vengono considerate fragilità, più si scopre che quelle fragilità possono essere alleate per fare emergere la parte più profonda e vitale di ognuno, dando sempre più spazio ad un modo di porsi nei confronti della vita che possa attingere alla fiducia in se stessi. Sono disponibile per approfondimenti, anche on line.
Distinti saluti
Gentile utente di mio dottore,
mi sembra di capire che i sintomi siano al un livello piuttosto invalidante e da diverso tempo.
In questi casi sarebbe stato utile un supporto farmacologico parallelamente ad un lavoro di tipo psicologico.
Altro tema riguarda il percorso che ha seguito dove sento frustrazione e rabbia.
In questo caso è utile confrontarsi con il proprio terapeuta in merito agli obiettivi del percorso, rispetto all’andamento della terapia, al contenimento dei sintomi.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dott. Diego Ferrara

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