Gentili Medici, psicologi , psicoterapeuti vi chiedo di rispondere da un punto di vista umano prima

3 risposte
Gentili Medici, psicologi , psicoterapeuti vi chiedo di rispondere da un punto di vista umano prima e professionale poi. Mi e vi chiedo se il gioca valga la candela , se è meglio avere una persona al limite della dignità umana, con una debilitazione generale un autonomia sufficiente ai fabbisogni di prima necessità al fine di “ curare” da una patologia mentale. A mia madre è stato diagnosticato ( ergo la malattia non è il malato…) una sindrome paranoide ( inizialmente allucinatoria e delirante) e dopo due ricoveri all’ospedale psichiatrico CPS ancora oggi dopo tre anni va a fare la puntura di aldol ogni mese oltre a pastiglie per via orale a casa , quotidianamente. Non voglio discutere sulla cura che elenco di seguito ma solo chiedere se possiamo , noi familiari, chiedere o meglio ottenere una riduzione della cura al fine di avere un effetto meno sedativo di mia madre. L’ unica cosa che non abbiamo visto sedare , sembra una barzelletta, sono proprio i sintomi che si vogliono curare ( la psicosi paranoide cioè continui pensieri che una persona non mi vuole bene, quell’altra mi ha guardato male, in paese sanno quello che ho urlato alla finestra ecc.)

Ma siamo così sicuri che questi psicofarmaci si possano definire “terapeutici” o “ curativi” ? se la risposta è si allora mi aspetto una guarigione…


Abbiamo proposto più volte di provare a ridurre ( in passato era già avvenuto) aldol ma la psichiatra legge dal suo quaderno dei sintomi deliranti e allucinatori : ma questi sono avvenuti 3 anni fa e non si sono più ripresentati.
Ma lei ne sa più di noi nonostante faccia due chiacchiere a modi salotto per mezz’ora ogni due mesi mio padre vive 24h ed io un giorno si ed uno no cercando di capirla e starle vicino… ma noi non siamo professionisti solo disgraziati.
Salve, capisco molto bene la sua sofferenza e in generale quella di familiari che assistono persone con problemi di salute gravi come quella di una sindrome paranoide. Premetto che la mia risposta ha carattere generale non riguarda il singolo caso, non avendo a disposizione tutti gli elementi per esprimermi. Quando la patologia è grave, la risposta ai farmaci purtroppo è parziale e spesso si assiste alla comparsa di numerosi effetti collaterali. Uno degli scopi del terapeuta è trovare la cura più efficace ma al tempo stesso meglio tollerata, ma non sempre questo è possibile e in alcuni casi bisogna trovare un compromesso e fare un giusto bilancio di rischi e benefici. Spero di esserle stato di aiuto

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Dott.ssa Simona Scaramucci
Psichiatra, Psicoterapeuta, Psicologo
Brescia
Buonasera, certamente è buona l'idea di chiedere il parere ad altri specialisti, ma sarebbe utile far visitare la mamma. Può darsi che un altro specialista confermi la cura oppure proponga alternative.
Saluti
Dott. Raffaele Falato
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Firenze
Hai tutto il diritto di chiedere una revisione della terapia. Se i sintomi psicotici non ci sono più da anni, la terapia andrebbe rivalutata in chiave di qualità di vita, non solo di assenza di crisi. Molti colleghi sono restii a cambiare, ma con la giusta gradualità, una riduzione si può fare. Non è una barzelletta, è una richiesta legittima: cura significa anche vivere, non solo sedare.

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