Forse è meglio che smetta di andare in terapia. Sono anni che provo vari tentativi e mi sono stanca

17 risposte
Forse è meglio che smetta di andare in terapia.
Sono anni che provo vari tentativi e mi sono stancata, sono demotivata e sfiduciata.
Le mie paure e la mia pigrizia sono troppo forti e radicate a quanto pare, io voglio rinunciarci, basta...faccio spendere soldi inutilmente e non ne vale la pena. Non mi sentirò mai pronta a cambiare. Ne parlerò in tutta sincerità con l'attuale psicoterapeuta, io non ce la faccio, pensavo di essere più forte e matura, ma invece mi rendo conto di avere troppe cose negative...
Fare psicoterapia l'ho vissuta come l'ennesimo fallimento della mia vita, come un'esperienza (che dura da anni..) in cui non ho impatato nulla, non sono cresciuta, non ho capito niente, non ho superato nessuna paura e/o vergogna. Io voglio andare via e perdermi, non farmi trovare più da nessuno, essere dimenticata da tutti.
Non ce la faccio...
La psicoterapeuta aveva ragione "le tue sono solo richieste di attenzioni, nient'altro.".
Una volta mi disse chiaramente che dovevo tornare solo se avevo davvero voglia di cambiare.
Mi sa che questa voglia non ce l'avrò mai... voi che dite?
Gentile utente, quello che posso intuire da questo sfogo senza nome, è che il problema centrale è la difficoltà a separarsi, quindi anche dalla sua terapeuta. Lei vorrebbe tagliare con il passato, iniziare qualcosa di nuovo, ma la paura dell'ignoto la blocca e la fa rimanere lì, in un posto ormai svuotato di significato. Provi a parlare con la sua terapeuta dell'eventualità di lavorare sulla vostra separazione;datevi un tempo 6 mesi, per esempio, dove iniziate a preparare la chiusura, vedrà quante energie nuove verranno fuori!!!Buona giornata L.C.

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Salve, cosa le preoccupa del cambiamento?
Comunque, continui a confrontarsi con la sua terapeuta per vedere come gestire questa situazione di disagio.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, se questo è il suo desiderio non puó certo essere ignorato e nessuno in fondo glielo può impedire. Dopotutto, a proposito di cambiamento, è proprio un cambiamento quello a cui punta, in maniera drastica aggiungerei. Sono d’accordo con la collega che le suggerisce di prendersi un tempo per affrontare la chiusura e la separazione. Quello tuttavia che mi preoccuperebbe è la sua ambizione a perdersi e sparire: di nuovo, nessuno glielo può impedire, ma questo non è un desiderio perché è contrario a un etica vitale. Con il suo terapeuta faccia quello che vuole, ma non molli nella vita. Un saluto
Gentile Signora, cambiare è arduo per tutti, poi alcuni di noi hanno qualche motivo in più per non cambiare, come una storia di attaccamento difficile alle spalle, alcuni sono più rigidi di altri, comunque bisognerebbe puntare a micro cambiamenti, non per accontentare altri, ma per se stessi, per un maggiore funzionamento nelle relazioni e nella vita in genere. Il mio suggerimento è partire dal corpo, perchè così si bypassano le sovrastrutture che ci fanno resistere al temuto e allo stesso tempo agognato cambiamento. Buone cose.
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Salve. La decisione che vuole prendere non fa pensare né a pigrizia né a paura, manifesta maturità e forza. Parla della psicoterapia come un fallimento della sua vita, che non è capace di cambiare, che vorrebbe non farsi trovare da nessuno. Invece in ciò che dice c'è un messaggio di grande desiderio e capacità di cambiamento. Sentire di non aver trovato qualcuno che possa sostenerla, può stimolare il processo di autonomia, il poter contare su di sé e basta. Ogni fallimento può attivare un processo evolutivo, di crescita positiva. Anche il desiderio di non essere trovata da nessuno può essere un modo per rispettarsi, stare nel bisogno di confinare l'invadenza di chi la può fare sentire sbagliata e giudicata. È proprio nei momenti bui, dove non si vede la luce, che si può attivare la rinascita. Abbia fiducia in se stessa, si fidi di lei, si rispetti e potrà farcela ad andare avanti da sola. Comunichi la sua decisione alla psicoterapeuta e valutate insieme come è meglio procedere. Distinti saluti
Gentile Signora sulla base della sua nota non sembra opportuno interrompere la sua psicoterapia. E' vero che possono esserci dei momenti di questo lavoro in cui tutto sembra essere fermo ma non è detto che sia così. Sicuramente parlare con il suo terapeuta di questo vissuto è molto importante per il lavoro che state svolgendo. Un cordiale saluto
Salve,
Le propongo una nuova possibilità: e se fare psicoterapia non fosse “un ulteriore fallimento”? È un percorso che dura da anni, avrà attraversato momenti più facili e altri più tristi, ma c’è stata e li ha vissuti e affrontati con le risorse a sua disposizione. Un percorso che non può “dimenticare”, così come non può essere “dimenticata da tutti”. Ci sono altre alternative alla “scomparsa improvvisa” e lo spazio della terapia può offrirle sicuramente un nuovo modo, più adeguato, di separarsi e vivere…ne parli con la terapeuta e sono sicura che affronterete al meglio questo momento.
Buon proseguimento
Cara, non farò nulla per convincerla a non lasciare la psicoterapia, è lei che deve decidere... lei e nessun altro e non deve essere giudicata per questo.
Io però penso che a dispetto di quanto ha scritto, lei abbia una gran voglia di stare meglio ed ancora ci speri tanto... solo che ha altrettanta paura di soffrire nuovamente.
Purtroppo per cambiare ci suole tempo e impegno, non è una cosa facile... ma è possibile!
E' essenziale, però, che creda in se stessa... se continua a dirsi di non essere capace, di non essere sufficientemente forte, difficilmente la psicoterapia potrà avere risultati positivi.
Ne parli con la sua psicoterapeuta e, se sente che non è il momento, interrompa la terapia e si prenda un attimo di pausa... ciò la aiuterà a recuperare le energie.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
Mi sembra un buon punto di partenza quello di far presente al terapeuta i suoi vissuti in terapia. La psicoterapia è un viaggio che può portarla anche lontano, ma sempre dove lei sente di poter andare con il terapeuta. Quest'ultimo da solo non va da nessuna parte se lei non sente di avere la motivazione a mettere in rassegna delle parti di sè che la bloccano. Provi a ricercare nello spazio della terapia e non in un altrove il modo di affrontare ai suoi timori.
Nelle tradizioni spirituali chi pratica meditazione da tanti anni parla di una "Notte buia dell'anima". Quando l'Ego perde tutti i punti di riferimento le cose che prima ci motivavano ora ci sono indifferenti. E' proprio quest'assenza di punti di riferimanto che fa così paura e ci spinge a rinunciare. Se è stanca potrebbe prendersi una pausa e sperimentare nel mondo le abilità che certamente avrà acquisito nel corso della relazione terapeutica. I cambiamenti in psicoterapia sono frutto di una scelta consapevole, non di un obbligo. Riconoscere a se stessa questo bisogno potrebbe aiutarla.
Gentile utente, porti queste riflessioni all’interno del percorso psicoterapeutico che sta svolgendo, insieme alla sua psicoterapeuta valuterete l’ipotesi di sospendere la terapia o troverete insieme un senso e significato al suo sconforto: un cordiale saluto
Dott.ssa Paola Trombini
Buongiorno ,quello che mi colpisce è che lei si autocondanna costantemente ,si attribuisce tutte le colpe e la responsabilità di tutti i "fallimenti " esistenziali È troppo severa con sé stessa e questo le fa male .Forse questa terapia ha avuto dei limiti che non sono solo suoi ...? Non si scoraggia e intraprenda un altro percorso psicoterapico.Un forte augurio Dottssa Luciana Harari.
Buonasera, nella sua domanda non ci scrive degli elementi importanti, che età ha, xchè ha iniziato molte terapia che non ha mai portato a termine ed il motivo iniziale che l'ha spinta ad iniziare la prima terapia. Cmq tutti i pensieri negativi che ci scrive li deve elaborare in seduta facendosi aiutare dalla sua psicoterapeuta che sicuramente la conosce molto meglio di noi. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Mai mai dire "non ce la faccio!", si rischia di crederci e impantanarsi nei propri pensieri....forza, ha fatto bene a scrivere in questo portale. Magari, si sentirà stimolata per fare un passo importante in questa fase, un forte cambiamento e non perché non funziona la psicoterapia ma perché anche i percorsi psicologici hanno bisogno di essere rivisti e rivalutati. Mi rendo disponibile per un confronto in merito, anche solo un modo per mettere benzina nel motore e ripartire. Saluti
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Trovare il terapeuta e la terapia che fa per noi non è sempre così semplice. Cambiare non è solo questione di volontà. So che è difficile orientarsi fra i vari indirizzi di psicoterapia, ma a seconda degli indirizzi si intraprendono percorsi completamente diversi. Provi a informarsi o sperimentarsi: spesso si trovano workshop, laboratori o incontri informativi che danno un primo assaggio di com'è il lavoro e come si sta con quello psicoterapeuta.
In bocca al lupo
Cara ragazza,

la psicoterapia è lo strumento per eccellenza per poter esser aiutati rispetto alle proprie insicurezze e alle proprie paure. Quello che determina un cambiamento nel paziente è l'alleanza terapeutica. Lo psicologo è una figura che da delle indicazioni e cerca di far guardare al paziente il mondo relazionale da altri punti di vista; in questo sta poi al paziente cogliere da quegli spunti la possibilità di aprirsi ad un modo nuovo di stare nelle cose e nel mondo. Se è già seguita da uno specialista ed i problemi persistono è probabile che qualcosa non abbia funzionato al'interno della relazione terapeutica. Il successo di una psicoterapia è strettamente collegato alla relazione stessa che tende ad instaurarsi all'interno del setting terapeutico.
Una psicoterapia, al di là di approcci teorici e metodologici, rimane una vicenda umana, e quindi le suggerirei comunque di provare un nuovo percorso, vista la sofferenza che tuttora esprime.

Un caro saluto
Dottor Diego Ferrara
Buonasera, credo che possa cambiare anche approccio terapeutico, scegliere un'altra persona, un altro metodo di cura che agisca a livello corporeo come un trattamento bioenergetico; l'importante però è perseverare. Ne parli con chi la segue se c'è e decida il da farsi. Traspare dalle sue parole una profonda sofferenza come di chi ha ancora del tutto soddisfatto bisogni arcaici. Rifletta su quanto di vero può esserci nelle parole che ricorda della sua terapeuta, non sono necessariamente un rifiuto per come mi pare lei le viva.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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