Buongiorno! Somo una ragazza, ho 22 anni e seguo una psicoterapia da poco più un anno. Ho molta diff

18 risposte
Buongiorno! Somo una ragazza, ho 22 anni e seguo una psicoterapia da poco più un anno. Ho molta difficoltà a parlare, infatti scrivo sempre tutto. Lui stesso mi ha detto che quando scrivo sembro un' altra persona. Mi fido del mio terapeuta anche se lo osservo spesso per capire cosa pensa e cosa sente, se mi posso fidare o meno. È questo il problema. Ci sono giorni in cui la sua empatia si percepisce davvero molto, mi sento accolta, capita, lui sinceramente interessato ad aiutarmi. E poi ci sono giorni, meno frequenti, dove non mi sento capita, ne accolta. Tra me e me sono arrivata a due conclusioni: il mio terapeuta si sente frustrato dalla mia situazione oppure al mio terapeuta non interessa veramente nulla del mio caso ed è lì solo per prendere i suoi soldi, che forse è così perchè ha altri problemi per la testa. Anche se vorrei non credere alla seconda opzione. So di essere un po' particolare da gestire, a volte so che lascio un certo senso di rifiuto negli altri. Sono pesante, stressante, scrivo talmente tante cose che non riusciamo nemmeno a vederle tutte in seduta. Nell'ultima seduta, non riuscivo a rispondere, lui mi ha chiesto "non si fida di me?" La domanda mi ha spiazzato un po', e ho pensato che forse è da qui che nascono queste sedute un po' strane. Non so cosa pensare, questo suo comportamento lo trovo un po' strano. Forse sono "piccolezze" che noto solo io, ma mi fanno sorgere un sacco di dubbi, e volevo chiedere un'opinione esterna. Perchè a volte queste sedute mi fanno pensare "lui non ti vuole aiutare, a lui non importa nulla, non senti? Sta parlando del nulla, non ascoltarlo, non andare più in terapia, non serve, non può aiutarti" . Mentre nelle sedute in cui sento la sua empatia penso che questa sia l'unica cosa che posso fare per stare meglio.
Buongiorno,
dalle sue parole traspare la difficoltà che sta affrontando nel percorso con il suo terapeuta. La creazione di una relazione terapeutica è un processo che accompagna l'intero percorso di terapia e pertanto è suscettibile di variazioni. Ha pensato di portare in seduta i suoi vissuti e le sue emozioni nei confronti del terapeuta durante i colloqui? Anche questo può certamente far parte del percorso che sta affrontando e potrà offrirle spunti di lavoro che le possano permettere di riflettere tanto sulle sue modalità di interazione con l'altro quanto sulle sue modalità di funzionamento.

Cordialmente
Dott.ssa Chiara Galbiati

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Buongiorno, è molto frequente percepire delle difficoltà a livello relazionale durante un percorso di psicoterapia e questo può portare a sentimenti di frustrazione, di rifiuto o a sensazioni di inaiutabilità.

Tali sensazioni possono avere origini sia da segnali esterni sia da sensibilità personali relative alla propria storia e al proprio percepirsi, percepire l'altro e al percepire sè con l'altro.

Il modo migliore per affrontare queste tematiche è proprio quello di parlarne col proprio terapeuta, questo atto potrà sicuramente aiutarvi a tarare la vostra relazione su queste sensibilità e fornire utili spunti di riflessione per strutturare il percorso assieme.

La psicoterapia è innanzitutto un percorso collaborativo e questi momenti sono fisiologici, il parlarne potrà rassicurarla e migliorare la qualità dell'intervento.
Buonasera, non conoscendo nulla circa la tipologia di problemi che sta affrontando, la cosa che mi viene da consigliarle è parlare con il suo terapeuta di tutte le sue perplessità e frustrazioni che sta avvertendo rispetto al percorso terapeutico.
Buona serata
Dott.sa Luisa Anibaldi
Dott. Raffaello Di Monte
Salve, ritengo opportuno oltre che parlare direttamente con il suo terapeuta e condividere con lui tali pensieri e vissuti emotivi, cercare delle modalità per gestire queste piccolezze che nota poiché, a mio parere, lei pone molta attenzione ed è importante capire cosa queste piccolezze facciano scaturire in lei.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi dispiace per la difficoltà che sta vivendo. Come i colleghi prima di me, anch'io le suggerisco di parlare di questi suoi pensieri con il suo terapeuta, in questo modo avrà la possibilità sia di avere delle risposte che evitare si ripropongano le stesse domande avendo affrontato il problema. Le mando un caro saluto
Salve, guardi a mio avviso la cosa migliore è continuare ad esplorare questi aspetti con il suo terapeuta. Sono probabilmente aspetti proiettivi che raccontano anche della sua storia personale. Ma sono solo ipotesi. Un abbraccio
Buongiorno, dal suo racconto si percepiscono l'intensità del suo vissuto e la consapevolezza che le sue aspettative e i suoi atteggiamenti possono contribuire a ingenerare un certo atteggiamento dal suo psicoterapeuta. Tuttavia, credo che fino a un certo punto quel che sente possa dipendere dall'empatia espressa dal suo psicoterapeuta, ma che invece possa essere più determinante il suo stato d'animo di volta in volta. Un ambito di tutta rilevanza è riconducibile alle sue scrittura. Perché la scrittura è creatività e autoanalisi. Bisognerebbe capire anche quali feedback contribuiscono al suo stato d'animo e quindi al suo percorso.
Gentile utente,
Certamente non è facile affidarsi a qualcuno con il dubbio di non essere importanti o valevoli, ma credo che i suoi stati d'animo siano preziosi e che per lei potrebbe essere davvero molto importante utilizzarli in terapia. Proprio l'esperienza di terapia infatti può rappresentare l'unicum e il cambiamento che lei tanto desidera: il momento di massima espressione personale a cui segue un'accoglienza autentica e incondizionata. Per contribuire a quest'esperienza perciò io la invito a esternare al terapeuta che la segue il suo sentire profondo in modo che possiate superarlo insieme.
Le auguro di riuscire a trovare il coraggio di esporsi e poter godere dell'accoglimento che merita
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Costanzo
Buongiorno, sono aspetti tuttaltro che rari nel setting psicologico, anzi. É importante condividere questi pensieri con il suo psicoterapeuta e affrontare insieme queste sensazioni, sicuramente utili anche ai fini terapeutici.

Saluti
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Gentile utente, lei non ha preso in considerazione la terza ipotesi. Se fosse una sua percezione e non un comportamento poco etico (rispetto a come lei lo descrive) del terapeuta? Le suggerisco di confrontarsi con lui sulla questione.
Cordialità
Gentile utente, la ringrazio per essersi rivolta a noi per questo dubbio e questa sensazione che avverte. Mi immagino che non dev'essere facile vivere la sua "difficoltà a parlare", ma vedo che ha trovato nella scrittura un modo per aprirsi. La costruzione dell'alleanza è qualcosa che va costruito nel percorso psicoterapeutico e può avere delle discontinuità, che però vanno esplorate. Ha descritto in maniera molto intensa e dettagliata ciò che sente in seduta con il suo terapeuta, d'altro canto dev'essere impegnativo leggere e lavorare su cose scritte in un momento diverso dell'ora della terapia, per questo non c'è sempre modo per analizzarle tutte come vorrebbe. Dal modo in cui ha raccontato la sua situazione e dalle osservazioni che ha fatto emerge una grande desiderio di essere compresa e accompagnata, non abbia paura a lasciarsi andare e si fidi.
Credo che la risposta può trovarla in tutto ciò che ha già ipotizzato e sarà significativo parlare di questo con il suo terapeuta di ciò che sta vivendo, per crescere e lavorare in maniera diversa ed evolutiva.
un caro saluto
dott.ssa Angela Ricucci
Gentile ragazza, grazie per averci parlato della sua situazione. Penso che la cosa migliore che possa fare sia trattare i suoi dubbi e vissuti direttamente col suo terapeuta così da poter avere importanti spunti di riflessione. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Gentile utente, così come anticipato dai colleghi, sicuramente affrontare le sue sensazioni direttamente con il suo terapeuta può essere utile a dare una risposta ai suoi dubbi. E' del tutto normale attraversare fasi in cui si può mettere in discussione il rapporto terapeutico o semplicemente avere la sensazione che sia cambiato qualcosa, ma tentare di darsi una spiegazione da sola rischierebbe solo di alimentare le sue interpretazioni e i suoi timori. Pertanto, dica a lui come si sente, sarà sicuramente funzionale a ristabilire una relazione terapeutica efficace.
Saluti, Giulia Vuono
Il suo è un pensiero assolutamente articolato e pieno di emozioni congruenti. Esattamente l'oggetto di una psicoterapia. Porti in seduta questo scritto. Sarà un notevole passo avanti! In bocca al lupo!!!
Il modo in cui ci relazioniamo al nostro terapeuta, quello che pensiamo di lui, i sentimenti e i pensieri che gli attribuiamo dicono molto di noi, di come funzioniamo. Le consiglio di esprimere questi pensieri al terapeuta, saranno informazioni importanti per poterla aiutare. Mi sembra siate sulla buona strada, in bocca al lupo.
Buongiorno, sarebbe importante innanzitutto sapere perché ha iniziato questo percorso.
A volte succede che s'incontrino dubbi sul percorso che si sta affrontando e sulla persona che ci sta seguendo.
Il modo migliore per affrontare questi suoi pensieri è proprio parlarne apertamente con lo psicologo che la sta seguendo. Sarà il primo passo per un dialogo aperto, costruttivo e funzionale anche alla terapia.
Esprima le sue emozioni, vedrà che l'aiuterà nel suo percorso.
Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino in
Buon pomeriggio, per costruire una relazione terapeutica ci vuole tempo e fiducia, le consiglio di continuare ad affrontare questo tema in terapia. Buona serata, dottoressa Nibbioli.
Buongiorno a te! Intanto le volevo dire che la scrittura non si può arrestare ed è un buonissimo metodo di esplorazione delle proprie zone interne.
Per rispondere a questa domanda ti potrei dire che l’ambivalenza che si sente in terapia a volte è la normalità.
Il Sentire in terapia è uno dei processi che si accendono in un percorso personale e un terapeuta ha lo scopo di rimandare sensazioni e pensieri anche scomodi per smuovere.
Superare e trasformarsi avviene infatti in situazioni del genere: dove il superamento di una frustrazione o un cambiamento di una narrazione di se stessi ci porta a di fronte un valico da superare.
Continua a scrivere tanto, dott. Benjamin Collins

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