Buongiorno, mi chiamo Giulia e sono mamma di due gemelli di quasi 11 mesi. Inizieranno il nido a fi

18 risposte
Buongiorno,
mi chiamo Giulia e sono mamma di due gemelli di quasi 11 mesi. Inizieranno il nido a fine ottobre ed in questi mesi sono rimasti sempre con me, il papà (la sera e nel fine settimana) e i nonni paterni che abitano vicino a noi. Fin da più piccolini, hanno dimostrato di temere molto i visi degli estranei, tanto da arrivare a piangere disperati e rifugiarsi tra le braccia mie o del papà. Anche ieri ci siamo dovuti scusare con alcuni ospiti invitati dai nonni, che purtroppo hanno causato nei bimbi una crisi di pianto, nonostante fossero in braccio a noi. Queste situazioni ci mettono un po' in difficoltà, soprattutto perchè la cuginetta, che ha 5 mesi in più e abita sempre vicino a noi, è l'esatto opposto: sorride e scherza con tutti da sempre e il confronto è inevitabile. Leggendo qua e là alcuni pedagogisti affermano che la cosiddetta "ansia da separazione" si manifesti in modo così esplosivo soprattutto quando il legame tra genitori e bambini non è ben saldo e i piccoli non abbiano quindi una sorta di ancora a cui aggrapparsi. Ora, questa affermazione mi ha un po' ferito, da genitori stiamo facendo il possibile con i bimbi e il nostro affetto non è mai venuto a mancare. Chiedevo a voi, gentili dottori, un parere sulla nostra situazione e qualche consiglio per poterla migliorare, anche in vista dell'entrata al nido. Grazie mille
Gentile utente, comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso psicologico, che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità. Inoltre, dal punto di vista relazionale ci sono sicuramente i presupposti per lavorare in maniera efficace e senza barriere di sorta che potrebbero ostacolare il suo percorso verso una felicità ritrovata.
Tenga presente che le reazioni dei bambini possono dipendere sia dal loro stile di attaccamento nei confronti dei genitori, sia dallo stile di attaccamento che i genitori hanno nei loro confronti, cosa che le consiglio vivamente di esplorare.
Mi rendo disponibile per ulteriori informazioni, dubbi o curiosità. Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Ciao Giulia, capisco quanto sia importante per te comprendere e supportare i tuoi gemelli in questa fase di crescita e sviluppo. È normale che i bambini di questa età abbiano reazioni diverse di fronte agli estranei o alle nuove situazioni. Ognuno di loro sviluppa il proprio ritmo e il proprio modo di affrontare queste esperienze.

È fondamentale ricordare che la reazione dei bambini alle nuove persone o situazioni è influenzata da molti fattori, tra cui la loro personalità, il temperamento, la sensibilità e il loro livello di comfort. Alcuni bambini possono essere più timidi o più sensibili a cambiamenti nell'ambiente, mentre altri possono essere più socievoli fin da piccoli. Non c'è bisogno di preoccuparsi eccessivamente della cosiddetta "ansia da separazione". È un comportamento normale nei bambini di questa età, e molti passano attraverso fasi in cui sono più attaccati ai genitori e temono gli estranei. È un aspetto del normale processo di sviluppo emotivo dei bambini e non significa che il legame tra genitori e bambini non sia saldo.

Ci sono alcune strategie che potresti provare per aiutare i tuoi gemelli a sentirsi più a loro agio con gli estranei e con il nuovo ambiente del nido. Fai in modo che i bambini incontrino nuove persone in modo graduale e rassicurante. Ad esempio, potresti invitare amici o parenti di fiducia a casa tua per brevi visite, in modo che i bambini possano abituarsi alla loro presenza gradualmente. Utilizza il gioco per aiutare i bambini a interagire con nuove persone in modo divertente e rilassato. Ad esempio, puoi incoraggiare i bambini a giocare con gli ospiti in modo informale e giocoso. Mostra ai tuoi bambini che sei sempre lì per loro e che puoi essere una fonte di sicurezza e comfort. Quando incontrano nuove persone, sii accanto a loro e mostragli che tutto va bene. Aiuta i tuoi bambini a sviluppare delle strategie di coping per gestire situazioni nuove o spaventose. Ad esempio, potresti insegnare loro a respirare profondamente quando si sentono nervosi o a farsi coraggio con il gioco del "fare finta". Ricorda che ogni bambino ha il suo tempo per adattarsi a nuove situazioni. Non forzare mai un bambino a interagire con qualcuno o qualcosa che li fa sentire a disagio. Mostra empatia e comprensione verso i tuoi bambini quando manifestano paura o ansia. Ascolta le loro emozioni e sii presente per loro. Quando i tuoi bambini inizieranno il nido, parla con gli insegnanti e il personale del nido per assicurarti che abbiano un ambiente accogliente e rassicurante. Potresti anche chiedere se è possibile fare una visita anticipata al nido per familiarizzare con l'ambiente prima dell'inizio effettivo.

Infine, ricorda che ogni bambino è un individuo unico con il suo ritmo di sviluppo. Sii paziente e amorevole con i tuoi gemelli, offrendo loro il tuo sostegno mentre si adattano a nuove situazioni e vivono questa preziosa fase della loro crescita.
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Buongiorno Giulia, il legame d’attaccamento è un legame importantissimo e non si può interpretare il suo legame personale con i suoi figli leggendo da internet…per capire che tipo di legame ha instaurato deve rivolgersi ad un esperto dell’età evolutiva. Ad ogni modo spesso l’ansia da separazione è più forte laddove ci sia una mamma che va in ansia all’idea di lasciare i figli ad estranei o ad un nido…lei più sente quest’ansia e più la trasmetterà ai suoi figli. Al nido esiste un periodo di ambientamento e inserimento che permette ai piccoli di approcciarsi un po’ alla volta a questo mondo nuovo di scoperte e di gioco. Quindi stia tranquilla che andrà tutto bene e so che è difficile…ma non faccia i confronti con altri bimbi perché laddove uno sembra più “sereno” su qualcosa…magari su altre cose ha più difficoltà …sono tutti diversi ed eccezionali i bimbi, i suoi sono perfetti così come sono e non cerchi paragoni o su internet informazioni sbagliate. Buona fortuna.
Buongiorno Giulia,
Comprendo fortemente il suo stato d 'animo in questa situazione.
La preoccupazione di mamma per una possibile loro angoscia è normale,ma se provi a fermarti un attimo ad osservare la situazione ed ascoltarti ,forse avvertirai una paura del distacco anche in te....per ognuno di loro due le modalità di interazione con l 'ambiente(e quindi l "estraneo ) saranno diverse , ma la sicurezza nel provare ad esplorarlo con curiosità la puoi trasmettere anche tu!
Prova a pensare che sono fasi e momenti ,che sono in evoluzione e trasformazione ,ma se vicino c 'e sempre un adulto significativo che con il suo amorevole esempio sta loro accanto, tutto procederà .
Se questo esempio di adulto sarà ansioso e preoccupato...e bhe..loro lo respireranno!!( A proposito di respiro, prova a fargli soffiare alle nuvole!!)
Cara Giulia, potresti anche chiedere consiglio ad una esperta in età evolutiva che si occupa di bambini piccoli oppure con specializzazione psicopedagogica!! Sarà solo un arricchimento per te,il papà , i tuoi piccoli e per la famiglia intera!!!
Non paragonarli a nessuno se puoi...loro sono unici in ogni loro caratteristica!!!
Vedrai ..l ' inserimento al nido sarà una bella esperienza , fidati delle maestre se puoi e segui i loro consigli.
Tutto ciò sarà un bene soprattutto per loro.,in fondo l 'estraneo non è Sempre un nemico!

Dott.ssa Manfredi S.
Gentile Giulia, capisco il suo stato d'animo. I primi anni di vita con i suoi figli sono ricchi di "prime volte" sia per loro sia per lei e può capitare che si senta spaesata e preoccupata per il passaggio successivo. Questo può portarla a cercare rassicurazioni online (come nei post di pedagogisti) o a confrontarsi con esperienze altrui (come la cuginetta) ma ciò che veramente conta sono i suoi vissuti emotivi, quelli dei suoi bambini e del papà. Credo che potrebbe aiutarla consultare una psicologa/psicoterapeuta esperta nella perinatalità così da mettere al centro la sua esperienza di mamma e condividere questi pensieri in uno spazio più adatto e protetto.
Resto a disposizione,
un caro saluto, dott.ssa Consales
Buongiorno Giulia, ho letto con attenzione le sue parole e da quello che mi scrive non credo ci sia niente di così anormale.
Deve sapere che intorno agli 8 mesi, c'è una fase che i neonati attraversano che si chiama "paura dell'estraneo" o addirittura "angoscia dell'ottavo mese" ecco sono fasi dello sviluppo non rigide per cui potrebbe essere che i suoi gemellini la vivano adesso ed è assolutamente normale che abbiano paura di volti, voci nuovi che per loro sono sconosciuti. La sua nipotina di 5 mesi si vede che non è ancora in questa fase per cui non presenta ancora queste reazioni.
Di solito comunque mi piace guardare al singolo e non fare paragoni, ognuno è unico e speciale anche per la modalità con cui affronta queste fasi, le ricordo poi che ognuno di noi nasce con un temperamento che difficilmente cambierà a differenza del carattere che invece si forma in base alle relazione di attaccamento.
Questa è comunque una fase di preparazione per l'ingresso al nido dove voi dovrete essere pronti a lasciarli andare...nel periodo dell'inserimento è fondamentale come voi adulti vivrete questa separazione che trasmetterete anche ai vostri figli.
Spero di averla tranquillizzata almeno un po' e di essere stata utile.
Le consiglio anche un libro "I no che aiutano a crescere" di Asha Philips

dott.ssa Valeria Montella
Buongiorno Giulia, dalle sue parole emerge molto il suo dispiacere nel vedere come i suoi bambini abbiano difficoltà a gestire gli incontri con le persone estranee. Mi sento subito di dirle che ogni bambino è unico e cercare informazioni o fare confronti ( che sono assolutamente leciti) non ci permette di capire la vera motivazione del perchè si comportano in un certo modo. Quello che potrebbe aiutarvi è analizzare, con l'aiuto di una persona esperta, le varie fasi della giornata, i loro comportamenti e le loro abitudini al fine di poter capire cosa potrebbe turbare la loro serenità nel momento in cui arriva un persona estranea.
Qualora sentisse il bisogno e volesse avere uno spazio di confronto e supporto resto a disposizione.
Dott.ssa Marta Vittoria Gambardella
Gentile Giulia,
l'angoscia dell'estraneo compare dopo il sesto mese di vita e persiste fino ai 18/24mesi... Pertanto meglio non confrontare i suoi gemelli con la cuginetta più grande, che probabilmente sta già superando questa fisiologica fase dello sviluppo che è legata a diversi fattori, quali il temperamento, lo stile d'attaccamento, le competenze genitoriali e l'ambiente socio-culturale... Tenga presente che la reazione di pianto e agitazione è davvero benefica: i bambini ci stanno dicendo che hanno imparato a distinguere i volti familiari da quelli sconosciuti e stanno comprendendo che i genitori sono presenti nella loro mente anche se non sono fisicamente vicini a loro, perciò con questo comportamento del "piangere disperati" manifestano il bisogno /desiderio di trattenerli accanto.

Mi sento di rassicurarVi in merito al vostro ruolo e alle vostre competenze genitoriali: sarebbe auspicabile cambiare prospettiva e considerare quelle che Lei definisce "figuracce" come aneddoti imbarazzanti ma simpatici che in futuro racconterete ai vostri gemelli come storielle divertenti della loro infanzia.
Ogni bambino è unico e irripetibile, e soprattutto si nutre dell'emotività dei suoi genitori. Voi siete lo specchio dei vostri gemelli: se predisponete Voi stessi in modo sorridente ed accogliente con gli ospiti/estranei , è più probabile che anche i gemelli saranno meno angosciati e più disponibili ad interagire con loro, perché avete contenuto emotivamente i piccoli, avete come "digerito" le loro ansie e gliele avete restituite in una forma più tollerabile...come se tutta la loro angoscia avesse perso la sua carica nociva.
Per il momento, meglio accogliere e rispettare questo bisogno di "giusta distanza" dei suoi piccoli, che andranno rassicurati con un atteggiamento empatico e di fiduciosa attesa: le emozioni hanno dei tempi di elaborazione.
Per consolidare le vostre riflessioni sulla genitorialità e sulla gestione delle emozioni nell'infanzia Vi consiglio l' incantevole lettura de " IL BAMBINO NASCOSTO " di Alba Marcoli, ed. Mondadori .
Un caro saluto,
dott.ssa Giuseppina Cavallo
Pieve di Cento (Bo)
Gentile utente, capisco le sue preoccupazioni, soprattutto quelle che sorgono da un confronto con la cugina. Tenga a mente che per dei bambini 5 mesi di differenza portano molti più cambiamenti che per gli adulti, ed è quindi normale che la cuginetta sembri “più avanti”. Finché garantirete ai vostri figli il sostegno e il supporto perché diventino, con i loro tempi, sempre più sicuri e indipendenti, non avrete niente da temere. Per qualsiasi cosa non esitate a chiedere. Un caro saluto, DR
Buon pomeriggio,
capisco le vostre preoccupazioni. Vi consiglio di rivolgervi ad uno psicologo dell'età evolutiva per intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità. In questo modo potrete apprendere strategie educative adeguate e rielaborare i vissuti negativi legati alla genitorialità in maniera costruttiva.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Veronica Savio
Buongiorno Giulia! Non si senta "accusata" da quanto Le è stato detto, o peggio ancora da quanto ha letto cercando su internet. I rapporti genitori-figli soprattutto relativamente all'attaccamento seguono percorsi diversi e sono, soprattutto nei primi mesi di vita, molto influenzabili. Lasciate da parte il rapporto con la cuginetta in quanto, come Le è stato evidenziato dai miei colleghi, 5 mesi di differenza a quell'età fanno un differenza enorme ed è per questo che le reazioni sono totalmente differenti. Siate più tranquilli nell'accogliere il loro momentaneo rifiuto degli altri e disponibili a sdrammatizzare la situazione. Stia tranquilla che i bambini colgono questi segnali pronti a farli loro e ad adeguarsi alla nuova situazione. A disposizione per qualsiasi necessità.
Gentile Giulia, comprendo la preoccupazione per la situazione che stai vivendo. Sicuramente approfondire la questione con uno specialista può aiutarvi a comprendere meglio e gestire quello che sta accadendo.
Un caro saluto.
Dott.ssa Clarissa Russo
Gentile utente, premesso che il timore degli estranei è fisiologico nei bambini molto piccoli, e premesso che ogni bambino è speciale proprio perchè dotato di caratteristiche uniche e irripetibili ma soprattutto non paragonabili (così come il legame che si instaura con i/il caregiver di riferimento), sarebbe auspicabile rivolgersi ad un professionista della salute mentale con esperienza nel settore della genitorialità e della prima infanzia, affinchè possa approfondire le difficoltà che riporta e inquadrarle all'interno di una cornice più completa che comprende certamente tutti i fattori (ambientali, temperamentali, relazionali etc) che influenzano le reazioni dei suoi bambini. Spero di averle dato uno spunto da cui partire per poter chiedere l'aiuto di cui necessita. Buona giornata
Ciao, Giulia. Le tue preoccupazioni sono normalissime e denotano grande sensibilità, ma voglio invitarti a considerare normali e altrettanto lecite le reazioni dei tuoi figli, molto comuni a quell'età e non per questo necessariamente sintomatiche di un'ansia da separazione o di un attaccamento insicuro, argomento che andrebbe sicuramente approfondito con un'adeguata terapia, qualora ne sentissi la necessità. Potrebbe essere utile, per i tuoi bambini, conoscere i volti nuovi in maniera graduale, magari invitando queste persone (in numero ridotto) a casa vostra, che presumo sia per loro un luogo sicuro in cui possono esplorare serenamente il nuovo. Fornite loro la possibilità di avvicinarsi all'altro tramite il gioco, senza formalità o costrizioni (ad esempio, senza chiedere loro di salutare o mandare un bacino volante), mantenendovi nei paraggi. Così sapranno che, avvicinandosi alla novità, non perderanno per questo il riferimento sicuro. Non abbattetevi se all'inizio risulterà difficoltoso o frustrante, rispettate i loro tempi con fiducia. Pian piano andrà meglio. Se poi questa situazione dovesse turbare ancora particolarmente te e tuo marito, non esitate a rivolgervi ad uno specialista, anche insieme. Io resto a disposizione online e vi faccio i migliori auguri per la vostra famiglia.
Salve Giulia,
Il punto importante da comprendere è proprio nell'esclusività del rapporto. E' possibile che come tutti, anche i piccoli hanno simpatie e antipatie come dire "a pelle", ma avere rapporti con le stesse persone da 11 mesi non aiuta.
Ci sono due aspetti da considerare, il primo è l'atteggiamento degli estranei. Molto spesso le persone, in buona fede ovviamente, hanno un comportamento aggressivo e invasivo con i bambini ignorando completamente i loro tempi di adattamento e socializzazione. Provi ad immaginare se uno sconosciuto le si avventasse addosso, con le mani avanti, ridacchiando e gridando in una lingua che comprende poco e cercasse di baciarla o di toccarla...forse anche lei sarebbe infastidita e reagirebbe male.

Il secondo punto sono i tempi personali e le abitudini dei bambini. E importante sapere che ogni bambino ha un suo carattere e una sua sensibilità e che il modo in cui lo esponiamo o meno agli altri contribuisce a renderlo più o meno consapevole.
Detto questo, posso darle una risposta generica in merito ai suoi piccoli: è possibile che sia una questione di abitudine a stare solo con alcune persone, e che con un po' di tempo, rassicurazione e accompagnamento, possiate venirne fuori.
Suggerirei di procedere a piccoli passi, magari con un bimbo alla volta (spesso la suggestione è contagiosa). Una strategia può essere far venire una persona più o meno conosciuta in casa (ambiente familiare) chiedendogli di portare un pacchetto (una cosa qualsiasi anche una bottiglia d'acqua piena a metà ma incartata) non dire niente, di ignorare i piccoli, lasciando che vedano il pacchetto e siano loro a incuriosirsi, per la persona e per il pacchetto e se sono tranquilli descrive la persona con tono pacato e dolce dicendo vuoi conoscere questa amica di mamma?! sai ti ha portato una cosa.. ti va di vedere cos'è?!.
In ogni caso ci vuole tempo, pazienza, perseveranza e rispetto per le risposte dei bambini.

Detto questo, il nido potrebbe essere la svolta, le maestre solitamente sanno bene come approcciarsi, lei dovrà separarsi da loro con serenità, se percepiscono (e se ne accorgono!) ansia o stress o agitazione da parte sua potrebbero non lasciarsi andare. Stia serena, cominci a dire loro che andranno a scuola, dove ci sono altri bimbi, dove si gioca tutti insieme, che mamma e papà non possono stare lì con loro perché è un posto speciale per i bimbi, ma torneranno sempre a prenderli!!!
A questa età il dramma è la percezione del tempo, loro non quantificano 5 minuti o 5 ore, per loro o ci sei o non ci sei, rassicurarli che staranno lì per un tempo finito e poi torneranno a casa è importante!!!...li accompagni con il sorriso anche se all'inizio potrebbero piangere, mantenga la calma, parli con loro, li rassicuri, con la voce bassa e decisa, dica che andrà a lavoro ma che appena ha finito andrà a prenderli. Il resto verrà da sé.

Spero di esserle d'aiuto, resto in attesa di eventuali domande o chiarimenti. Un caro saluto, Dott.ssa Cecilia Affinati - Dott. Antonio Cortese
Buongiorno Giulia,

capisco la tua preoccupazione per i tuoi gemelli. È normale che i bambini piccoli, soprattutto i gemelli, siano un po' timidi e riservati con gli estranei. L'ansia da separazione è un fenomeno normale che si manifesta in questa fase dello sviluppo.

È importante ricordare che ogni bambino è diverso e che si sviluppa a suo ritmo. La tua cuginetta può essere più socievole perché ha un temperamento diverso dai tuoi gemelli.

L'affermazione che l'ansia da separazione si manifesti in modo più grave quando il legame tra genitori e bambini non è ben saldo è un'affermazione un po' troppo generalizzata. È vero che un legame sicuro con i genitori può aiutare i bambini a sentirsi più sicuri e a gestire l'ansia. Tuttavia, anche bambini con un legame sicuro con i genitori possono manifestare ansia da separazione.

Ecco alcuni consigli che possono aiutarti a migliorare la situazione:

Continua a fare del tuo meglio per creare un legame sicuro con i tuoi gemelli. Questo significa stare con loro il più possibile, coccolarli, giocare con loro e rispondere ai loro bisogni.
Esponi i tuoi gemelli gradualmente a persone e situazioni nuove. Fai in modo che abbiano modo di incontrare persone nuove in un ambiente sicuro e confortevole, come a casa tua o al parco.
Sii paziente e comprensiva. Non forzarli a interagire con gli estranei, ma lascia che lo facciano a loro ritmo.
In vista dell'entrata al nido, è importante che i tuoi gemelli inizino a familiarizzare con l'ambiente. Portateli a visitare il nido con anticipo, in modo che possano vedere le maestre e gli altri bambini. Lasciateli che giochino in giardino e che si divertano.

Se i tuoi gemelli continuano a manifestare ansia da separazione, è importante parlarne con la pediatra o con un terapista specializzato.
Gentile utente, capisco la sua preoccupazione e la ringrazio per averla condivisa. Personalmente mi sento di poterla rassicurare sul fatto che l'ansia da separazione è una normale fase dello sviluppo del bambino che ci racconta della sua capacità di riconoscere tra i volti quello che è sconosciuto ed estraneo da quello che è conosciuto e sicuro. Le consiglio inoltre di provare a rivolgersi ad un consultorio per avere qualche indicazione più specifica rispetto alla vostra situazione e al vostro percorso come genitori e come famiglia: l'inserimento al nido è una tappa importante! Sono sicura che state facendo il possibile, ma se avete qualche dubbio penso possa essere utile affidarsi a figure preparate e accoglienti per scioglierlo, più che rifugiarsi in letture che a volte anziché rinfrancare fanno aumentare le preoccupazioni. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Gent.ma Giulia, fare il genitore è un mestiere difficilissimo. Può capitare alcune volte di sentirsi inappriopriati o come nel suo caso avere la paura che si stia sbagliando qualcosa. Lei deve considerare, almeno da quanto lei scrive, che ha abituato i suoi figli ad avere intorno sempre le stesse persone, magari la stessa routine quindi dia il tempo di poter comprendere che esiste altro da loro o da ciò che hanno in questo momento vissuto. Certo lo stile genitoriale è fondamentale per lo sviluppo del proprio figlio. A volte pur cercando di fare quello che per noi appare il meglio, essere una base sicura invece i nostri comportamenti possono essere ambivalenti così che i nostri piccoli nell'affrontare situazioni nuove si trovano disorientati, spaventati ed ecco perchè possono non accettare da subito un nuovo volto. Le nostre paure, incertezze, dubb, ansie vengono tradotte e introiettate da loro, per questo motivo mi sento di consigliare un percorso sulla genitorialità in modo tale innanzi tutto da vedere lo stile che voi incosciamente mettete in atto e poi aiutarvi in questo nuovo ruolo. Se è interessata o comunque ha bisogno di ulteriori chiarimenti può contattarmi.

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