Buongiorno, Io e il mio ragazzo andiamo d'accordo, ma a volte a lui capita di reagire molto male se
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Buongiorno,
Io e il mio ragazzo andiamo d'accordo, ma a volte a lui capita di reagire molto male se gli faccio delle osservazioni che in qualche modo gli suonano una critica eccessiva. Premetto che non sono una persona gelosa e possessiva in maniera morbosa, ma "rizzo le antenne" se percepisco qualcosa che si discosta eccessivamente dal suo modo naturale di comportarsi. Lunedi scorso ha rivisto casualmente un'amica, della quale ho notato qualche mese fa sui social vecchie fotografie con lui con didascalie come "Finalmente insieme/il mio migliore amico etc..". Essendo lui una persona che esige trasparenza, avevo chiesto con calma del loro rapporto e avevo espresso un mio parere su come lei dovesse essere molto legata a lui. Lui ha fatto spallucce. Lunedi scorso appunto ci siamo incrociati e dopo delle prime battute, lei sembrava andarsene per conto suo, finché lo chiama e inizia a parlare con lui del loro passato, di quando andavano alla stadio, di conoscenze comuni, ridendo in una maniera molto confindenziale che mi ha ferita. A casa gliel'ho detto con molta calma e senza fare accuse, anche perchè non ho motivo di accusare, ma solo dicendo che quella intimità di risate etc., mi aveva scossa. Inizialmente mi ha dato ragione e ha mostrato dispiacere ma il giorno dopo ha ritrattato dicendomi che mi ha detto cosi ma in realtà pensa che la sua amica non abbia fatto nulla di male, che sono esagerata e che lui vorrebbe una pausa, addirittura "conoscere (e non solo) altre ragazze".
Mi sento umiliata, ferita e sinceramente non so cosa pensare del suo livello di sincerità. Da ieri, vedendomi piu' chiusa e riflessiva nonché stanca (dormo molto male da questi litigi), dice che è molto dispiaciuto da tutto, da questo distacco.. Come se volesse fare un passo indietro. Sono quasi certa del suo amore, ma queste parole pesanti e gratuite, usate di sovente nei momenti di "discussione" (dove ripeto, le mie osservazioni sono pacate ma si trasformano in un'aggressione verbale) mi rendono debole, insicura e ora distaccata da lui. Non si tratta di chiedermi scusa (non voglio scuse non sentite) ma di gestire adesso (per stare bene io in primis) queste situazioni. Quando accadono eventi cosi, come quello della sua amica, dovrei aspettare di vedere cosa mi dice? Devo ignorare? Come posso gestire questo senso di ansia che provo, e non solo ansia, questo essere adesso prevenuta verso di lui?
Grazie
Io e il mio ragazzo andiamo d'accordo, ma a volte a lui capita di reagire molto male se gli faccio delle osservazioni che in qualche modo gli suonano una critica eccessiva. Premetto che non sono una persona gelosa e possessiva in maniera morbosa, ma "rizzo le antenne" se percepisco qualcosa che si discosta eccessivamente dal suo modo naturale di comportarsi. Lunedi scorso ha rivisto casualmente un'amica, della quale ho notato qualche mese fa sui social vecchie fotografie con lui con didascalie come "Finalmente insieme/il mio migliore amico etc..". Essendo lui una persona che esige trasparenza, avevo chiesto con calma del loro rapporto e avevo espresso un mio parere su come lei dovesse essere molto legata a lui. Lui ha fatto spallucce. Lunedi scorso appunto ci siamo incrociati e dopo delle prime battute, lei sembrava andarsene per conto suo, finché lo chiama e inizia a parlare con lui del loro passato, di quando andavano alla stadio, di conoscenze comuni, ridendo in una maniera molto confindenziale che mi ha ferita. A casa gliel'ho detto con molta calma e senza fare accuse, anche perchè non ho motivo di accusare, ma solo dicendo che quella intimità di risate etc., mi aveva scossa. Inizialmente mi ha dato ragione e ha mostrato dispiacere ma il giorno dopo ha ritrattato dicendomi che mi ha detto cosi ma in realtà pensa che la sua amica non abbia fatto nulla di male, che sono esagerata e che lui vorrebbe una pausa, addirittura "conoscere (e non solo) altre ragazze".
Mi sento umiliata, ferita e sinceramente non so cosa pensare del suo livello di sincerità. Da ieri, vedendomi piu' chiusa e riflessiva nonché stanca (dormo molto male da questi litigi), dice che è molto dispiaciuto da tutto, da questo distacco.. Come se volesse fare un passo indietro. Sono quasi certa del suo amore, ma queste parole pesanti e gratuite, usate di sovente nei momenti di "discussione" (dove ripeto, le mie osservazioni sono pacate ma si trasformano in un'aggressione verbale) mi rendono debole, insicura e ora distaccata da lui. Non si tratta di chiedermi scusa (non voglio scuse non sentite) ma di gestire adesso (per stare bene io in primis) queste situazioni. Quando accadono eventi cosi, come quello della sua amica, dovrei aspettare di vedere cosa mi dice? Devo ignorare? Come posso gestire questo senso di ansia che provo, e non solo ansia, questo essere adesso prevenuta verso di lui?
Grazie
Buongiorno e grazie per avere scritto la tua situazione. Innanzitutto penso tu abbia agito in maniera molto matura perchè hai parlato dei tuoi sentimenti e delle tue fragilità (vedi episodio con l'amica), senza accusare di comportamenti scorretti. Questo è importante che tu lo sappia perchè il suo sminuire dopo o dire che sei esagerata non è corretto perchè ognuno di noi prova delle emozioni e sono sempre tutte valide se non sfociano in comportamenti dannosi. D'altra parte penso sia normale vedere tanta connessione (anche se davvero solo in amicizia) e rifletterci o interrogarsi. Lui probabilmente non sa bene cosa dire o reagire e quindi ha cambiato idea e ha detto certe parole. Provate a riparlarne con sincerità e senza attaccarvi ma ascoltandovi senza giudizio.
Penso un confronto sia sempre giusto, ma anche per non tenerti dentro troppe emozioni e spiegando che sono tue insicurezze e che non sei lì per attaccarlo o dirgli che fa cose sbagliate ma per essere sinceri e avere un dialogo.
Rimango comunque a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Penso un confronto sia sempre giusto, ma anche per non tenerti dentro troppe emozioni e spiegando che sono tue insicurezze e che non sei lì per attaccarlo o dirgli che fa cose sbagliate ma per essere sinceri e avere un dialogo.
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Buongiorno. Quali sono le sensazioni che ha quando accadono dinamiche simili a quelle che ha descritto?
Oggi si cerca sempre una giustificazione a tutto e non sentiamo quello che il corpo ci dice attraverso le sensazioni del momento.
Inoltre questo tipo di comportamento (del suo ragazzo) non è costante e penso la faccia sentire confusa e insicura (spero non sbagliata).
Oggi si cerca sempre una giustificazione a tutto e non sentiamo quello che il corpo ci dice attraverso le sensazioni del momento.
Inoltre questo tipo di comportamento (del suo ragazzo) non è costante e penso la faccia sentire confusa e insicura (spero non sbagliata).
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e sensibilità la sua esperienza. È del tutto comprensibile sentirsi feriti, confusi e ansiosi quando si vivono situazioni relazionali che toccano la fiducia, la comunicazione e il rispetto reciproco.
Dal suo racconto emerge un bisogno legittimo di essere ascoltata e compresa, soprattutto quando esprime un disagio in modo pacato. Il fatto che il suo compagno reagisca con parole pesanti o richieste di “pausa” può generare insicurezza e minare il senso di stabilità nella relazione. È importante ricordare che una comunicazione sana non dovrebbe mai far sentire l’altro umiliato o svalutato, anche nei momenti di tensione.
Riguardo alla gestione di episodi come quello con l’amica, non si tratta di ignorare o reprimere ciò che si prova, ma di trovare uno spazio sicuro per esprimere le emozioni e ricevere una risposta rispettosa. Se questo spazio viene sistematicamente negato, è naturale che nasca prevenzione, ansia e distacco.
Le consiglio di prendersi del tempo per sé, per ascoltare i suoi bisogni e valutare se la relazione le offre davvero il sostegno emotivo di cui ha bisogno. Un percorso psicologico individuale potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima e a gestire l’ansia relazionale in modo più centrato.
Merita una relazione in cui possa sentirsi libera di esprimersi senza paura di essere fraintesa o punita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia
Dal suo racconto emerge un bisogno legittimo di essere ascoltata e compresa, soprattutto quando esprime un disagio in modo pacato. Il fatto che il suo compagno reagisca con parole pesanti o richieste di “pausa” può generare insicurezza e minare il senso di stabilità nella relazione. È importante ricordare che una comunicazione sana non dovrebbe mai far sentire l’altro umiliato o svalutato, anche nei momenti di tensione.
Riguardo alla gestione di episodi come quello con l’amica, non si tratta di ignorare o reprimere ciò che si prova, ma di trovare uno spazio sicuro per esprimere le emozioni e ricevere una risposta rispettosa. Se questo spazio viene sistematicamente negato, è naturale che nasca prevenzione, ansia e distacco.
Le consiglio di prendersi del tempo per sé, per ascoltare i suoi bisogni e valutare se la relazione le offre davvero il sostegno emotivo di cui ha bisogno. Un percorso psicologico individuale potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima e a gestire l’ansia relazionale in modo più centrato.
Merita una relazione in cui possa sentirsi libera di esprimersi senza paura di essere fraintesa o punita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia
Carissima,
quello che racconti fa sentire chiaramente quanto ti stia impegnando per comunicare con calma e rispetto, e quanto ti pesino le parole e i comportamenti che ricevi in cambio. È comprensibile sentirsi ferita, umiliata o in ansia: non è esagerazione, ma il segnale che il tuo bisogno di sicurezza e di riconoscimento non sta trovando risposta.
Vorrei dirti una cosa importante: non sei tu ad essere “troppo sensibile”. È che in una relazione sana c’è spazio per esprimere le proprie emozioni senza il timore che questo scateni minacce o allontanamenti.
Quello che descrivi sembra un ciclo ricorrente: tu condividi una vulnerabilità → lui si sente criticato e reagisce in modo difensivo o aggressivo → tu ti chiudi e ti senti più distante. Questo non significa che la relazione sia senza speranza, ma che servono nuovi strumenti per uscire da questo schema.
Nell’immediato, puoi provare due piccoli passi concreti:
1. Prenditi una pausa di regolazione
Quando senti che l’ansia o la rabbia iniziano a salire, concediti una pausa breve: 20–30 minuti in cui ti allontani dalla conversazione per respirare e calmarti. Puoi dirgli con chiarezza: “Ho bisogno di un momento per ritrovare calma, ne riparliamo dopo.” Non è una fuga, è un modo per proteggere te stessa e la qualità del dialogo.
2. Messaggi in prima persona
Quando affronti qualcosa che ti ferisce, prova a usare la formula: “Quando succede [fatto concreto], io mi sento [emozione], e ho bisogno di [bisogno specifico].”
Ad esempio: “Quando vi ho sentiti ridere così, io mi sono sentita esclusa e ferita. Ho bisogno che tu mi rassicuri in quei momenti.” In questo modo non punti il dito, ma porti la tua esperienza al centro.
Ricorda: non si tratta di ignorare quello che provi, né di mettere sempre da parte i tuoi bisogni per paura delle reazioni. Si tratta, invece, di metterti al centro, di riconoscere che la tua voce è importante e che le tue emozioni hanno valore.
La fiducia non nasce dalle promesse dette nei momenti di calma, ma da piccoli gesti ripetuti nel tempo. Osserva come si muove lui quando tu metti sul tavolo i tuoi confini e i tuoi bisogni. Questo ti dirà molto di più di tante parole.
Meriti una relazione in cui, anche nei conflitti, ci sia rispetto. E soprattutto, meriti di non perdere te stessa mentre cerchi di tenere insieme la coppia.
In bocca al lupo
S. L.
quello che racconti fa sentire chiaramente quanto ti stia impegnando per comunicare con calma e rispetto, e quanto ti pesino le parole e i comportamenti che ricevi in cambio. È comprensibile sentirsi ferita, umiliata o in ansia: non è esagerazione, ma il segnale che il tuo bisogno di sicurezza e di riconoscimento non sta trovando risposta.
Vorrei dirti una cosa importante: non sei tu ad essere “troppo sensibile”. È che in una relazione sana c’è spazio per esprimere le proprie emozioni senza il timore che questo scateni minacce o allontanamenti.
Quello che descrivi sembra un ciclo ricorrente: tu condividi una vulnerabilità → lui si sente criticato e reagisce in modo difensivo o aggressivo → tu ti chiudi e ti senti più distante. Questo non significa che la relazione sia senza speranza, ma che servono nuovi strumenti per uscire da questo schema.
Nell’immediato, puoi provare due piccoli passi concreti:
1. Prenditi una pausa di regolazione
Quando senti che l’ansia o la rabbia iniziano a salire, concediti una pausa breve: 20–30 minuti in cui ti allontani dalla conversazione per respirare e calmarti. Puoi dirgli con chiarezza: “Ho bisogno di un momento per ritrovare calma, ne riparliamo dopo.” Non è una fuga, è un modo per proteggere te stessa e la qualità del dialogo.
2. Messaggi in prima persona
Quando affronti qualcosa che ti ferisce, prova a usare la formula: “Quando succede [fatto concreto], io mi sento [emozione], e ho bisogno di [bisogno specifico].”
Ad esempio: “Quando vi ho sentiti ridere così, io mi sono sentita esclusa e ferita. Ho bisogno che tu mi rassicuri in quei momenti.” In questo modo non punti il dito, ma porti la tua esperienza al centro.
Ricorda: non si tratta di ignorare quello che provi, né di mettere sempre da parte i tuoi bisogni per paura delle reazioni. Si tratta, invece, di metterti al centro, di riconoscere che la tua voce è importante e che le tue emozioni hanno valore.
La fiducia non nasce dalle promesse dette nei momenti di calma, ma da piccoli gesti ripetuti nel tempo. Osserva come si muove lui quando tu metti sul tavolo i tuoi confini e i tuoi bisogni. Questo ti dirà molto di più di tante parole.
Meriti una relazione in cui, anche nei conflitti, ci sia rispetto. E soprattutto, meriti di non perdere te stessa mentre cerchi di tenere insieme la coppia.
In bocca al lupo
S. L.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo, che comprensibilmente la sta mettendo a dura prova sia sul piano emotivo che relazionale.
Dalle sue parole emerge il tentativo di comunicare i suoi vissuti in modo pacato e rispettoso, e al contempo il bisogno legittimo di sentirsi ascoltata, compresa e al sicuro nella relazione. Quando questi tentativi vengono accolti con svalutazione o frasi che generano ulteriore confusione (come l’idea della pausa o la menzione di altre ragazze), è naturale che si attivino in lei sensazioni di insicurezza, ansia e distacco.
È importante sottolineare che la sua reazione – il bisogno di esprimere un disagio rispetto a un momento che ha percepito come intimo tra il suo compagno e un’altra persona – non appare né esagerata né morbosa. Rientra nella naturale necessità di proteggere il legame affettivo e di comprenderne i confini.
Il fatto che lei si senta "prevenuta" ora nei suoi confronti è una risposta coerente a esperienze ripetute in cui i suoi tentativi di comunicazione sono stati minimizzati o accolti con modalità aggressive. Il suo corpo e la sua mente stanno cercando di proteggerla da un ulteriore dolore.
In merito alla sua domanda finale – “dovrei aspettare di vedere cosa mi dice?”, “devo ignorare?” – va considerato che ignorare ciò che sente rischia di indebolire ulteriormente il suo senso di sé. Piuttosto che ignorare, può essere utile imparare a dare un tempo e uno spazio interno a ciò che sente, per poi scegliere se, quando e come condividerlo, in base a quanto si sente accolta nella relazione.
Quanto al senso di ansia che descrive, è un segnale prezioso, che può essere ascoltato e compreso con maggiore profondità. Spesso, è proprio nei momenti di crisi che emerge l’opportunità di conoscere meglio sé stessi e i propri bisogni affettivi, nonché di riflettere su cosa si desidera davvero in una relazione.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o vuole approfondire meglio come affrontare e gestire questi vissuti, resto a disposizione. Non esiti a contattarmi.
Un caro saluto,
Chiara Lisa Lovati
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo, che comprensibilmente la sta mettendo a dura prova sia sul piano emotivo che relazionale.
Dalle sue parole emerge il tentativo di comunicare i suoi vissuti in modo pacato e rispettoso, e al contempo il bisogno legittimo di sentirsi ascoltata, compresa e al sicuro nella relazione. Quando questi tentativi vengono accolti con svalutazione o frasi che generano ulteriore confusione (come l’idea della pausa o la menzione di altre ragazze), è naturale che si attivino in lei sensazioni di insicurezza, ansia e distacco.
È importante sottolineare che la sua reazione – il bisogno di esprimere un disagio rispetto a un momento che ha percepito come intimo tra il suo compagno e un’altra persona – non appare né esagerata né morbosa. Rientra nella naturale necessità di proteggere il legame affettivo e di comprenderne i confini.
Il fatto che lei si senta "prevenuta" ora nei suoi confronti è una risposta coerente a esperienze ripetute in cui i suoi tentativi di comunicazione sono stati minimizzati o accolti con modalità aggressive. Il suo corpo e la sua mente stanno cercando di proteggerla da un ulteriore dolore.
In merito alla sua domanda finale – “dovrei aspettare di vedere cosa mi dice?”, “devo ignorare?” – va considerato che ignorare ciò che sente rischia di indebolire ulteriormente il suo senso di sé. Piuttosto che ignorare, può essere utile imparare a dare un tempo e uno spazio interno a ciò che sente, per poi scegliere se, quando e come condividerlo, in base a quanto si sente accolta nella relazione.
Quanto al senso di ansia che descrive, è un segnale prezioso, che può essere ascoltato e compreso con maggiore profondità. Spesso, è proprio nei momenti di crisi che emerge l’opportunità di conoscere meglio sé stessi e i propri bisogni affettivi, nonché di riflettere su cosa si desidera davvero in una relazione.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o vuole approfondire meglio come affrontare e gestire questi vissuti, resto a disposizione. Non esiti a contattarmi.
Un caro saluto,
Chiara Lisa Lovati
Gentile Utente,
da quanto riporta è difficile trarne considerazioni, le quali richiederebbero una comprensione maggiormente approfondita sia delle dinamiche relazionali che descrive, sia delle preoccupazioni e delle paure che, come lei dice, le guastano il sonno e le tolgono serenità. Sembra tuttavia portare un tema particolare, e cioè quello della fiducia. Nell’intimità si sente vulnerabile, e forse si chiede se aprirsi costituisca un rischio eccessivo, se ha ragione ad essere diffidente e se vuole dare ascolto alle sue preoccupazioni. Certo quello che posso dirle è che lo spazio di terapia è sicuramente un luogo congruo per volgere lo sguardo al significato di questi dubbi, in quanto si tratta di una preziosa opportunità di esplorarne le implicazioni.
Cordiali saluti
Dott. Daniele Gallucci
da quanto riporta è difficile trarne considerazioni, le quali richiederebbero una comprensione maggiormente approfondita sia delle dinamiche relazionali che descrive, sia delle preoccupazioni e delle paure che, come lei dice, le guastano il sonno e le tolgono serenità. Sembra tuttavia portare un tema particolare, e cioè quello della fiducia. Nell’intimità si sente vulnerabile, e forse si chiede se aprirsi costituisca un rischio eccessivo, se ha ragione ad essere diffidente e se vuole dare ascolto alle sue preoccupazioni. Certo quello che posso dirle è che lo spazio di terapia è sicuramente un luogo congruo per volgere lo sguardo al significato di questi dubbi, in quanto si tratta di una preziosa opportunità di esplorarne le implicazioni.
Cordiali saluti
Dott. Daniele Gallucci
Buongiorno,
da ciò che racconta emerge che lei porta i suoi vissuti con calma, ma il suo compagno tende a reagire in modo difensivo o svalutante. Questo non riguarda tanto l’episodio in sé, quanto il modo in cui la coppia gestisce le emozioni nei momenti delicati.
Il suo disagio è legittimo: sentirsi esclusa o ferita davanti a certe confidenze è naturale. Non serve ignorare o reprimere. Il punto è come comunicare questi vissuti senza che diventino un pretesto di conflitto. Le può essere utile:
parlare quando è più serena, evitando il “subito a caldo”;
usare frasi centrate su di sé (“mi sono sentita ferita”) invece che sul partner;
stabilire confini chiari, facendo presente che parole come “pausa” o “altre ragazze” sono offensive e non aiutano la relazione.
Se questi episodi restano occasionali, lavorare sul dialogo può bastare. Se invece le reazioni svalutanti diventano una costante, è importante chiedersi se la relazione le offre la sicurezza e il rispetto di cui ha bisogno.
Un saluto
Alberto Migliore
da ciò che racconta emerge che lei porta i suoi vissuti con calma, ma il suo compagno tende a reagire in modo difensivo o svalutante. Questo non riguarda tanto l’episodio in sé, quanto il modo in cui la coppia gestisce le emozioni nei momenti delicati.
Il suo disagio è legittimo: sentirsi esclusa o ferita davanti a certe confidenze è naturale. Non serve ignorare o reprimere. Il punto è come comunicare questi vissuti senza che diventino un pretesto di conflitto. Le può essere utile:
parlare quando è più serena, evitando il “subito a caldo”;
usare frasi centrate su di sé (“mi sono sentita ferita”) invece che sul partner;
stabilire confini chiari, facendo presente che parole come “pausa” o “altre ragazze” sono offensive e non aiutano la relazione.
Se questi episodi restano occasionali, lavorare sul dialogo può bastare. Se invece le reazioni svalutanti diventano una costante, è importante chiedersi se la relazione le offre la sicurezza e il rispetto di cui ha bisogno.
Un saluto
Alberto Migliore
Salve,
quando ci si trova in uno stato di ansia o stress prolungato, è importante non sottovalutare ciò che il corpo e la mente stanno cercando di comunicare. Spesso queste manifestazioni sono segnali di un disagio più profondo che merita attenzione.
Sono il dottor Massimiliano Siddi e ricevo in zona Mostacciano a Roma. Un percorso psicoterapeutico può offrire uno spazio protetto in cui esplorare questi vissuti e trovare strategie efficaci per affrontarli.
Resto a disposizione per approfondire il suo caso, qualora lo desiderasse
quando ci si trova in uno stato di ansia o stress prolungato, è importante non sottovalutare ciò che il corpo e la mente stanno cercando di comunicare. Spesso queste manifestazioni sono segnali di un disagio più profondo che merita attenzione.
Sono il dottor Massimiliano Siddi e ricevo in zona Mostacciano a Roma. Un percorso psicoterapeutico può offrire uno spazio protetto in cui esplorare questi vissuti e trovare strategie efficaci per affrontarli.
Resto a disposizione per approfondire il suo caso, qualora lo desiderasse
tengo a ringraziarla per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza.
Il suo racconto sembra mettere in luce una difficoltà importante quale la sensazione di non poter esprimere un disagio senza sentirsi colpevolizzata. E'comprensibile il fastidio provato nell’essere esclusa da un momento di complicità tra il partner e l’amica. Inizialmente lui le ha dato ragione, ma poi ha cambiato posizione facendola sentire “esagerata” e arrivando a proporre una pausa, che può assumere il significato di una punizione.
Quando una pausa viene chiesta subito dopo che lei ha manifestato un malessere, questo può essere interpretato come un modo per evitare di affrontare il problema, spostando l’attenzione da ciò che lei prova. Il rischio è che i suoi sentimenti non vengano riconosciuti e accolti.
Le propongo alcune domande di riflessione:
Quando esprime un disagio, si sente ascoltata o teme di essere giudicata e respinta?
Riesce a vivere con la libertà di condividere i propri vissuti o spesso deve trattenersi per paura delle reazioni?
Che significato attribuisce alla richiesta di “pausa”: un reale bisogno di spazio o un modo per eludere il confronto?
Dare valore alle proprie emozioni, riconoscerle come legittime e poterle comunicare senza timore è fondamentale per capire se in questa relazione c’è uno spazio autentico di ascolto e rispetto reciproco.
Il suo racconto sembra mettere in luce una difficoltà importante quale la sensazione di non poter esprimere un disagio senza sentirsi colpevolizzata. E'comprensibile il fastidio provato nell’essere esclusa da un momento di complicità tra il partner e l’amica. Inizialmente lui le ha dato ragione, ma poi ha cambiato posizione facendola sentire “esagerata” e arrivando a proporre una pausa, che può assumere il significato di una punizione.
Quando una pausa viene chiesta subito dopo che lei ha manifestato un malessere, questo può essere interpretato come un modo per evitare di affrontare il problema, spostando l’attenzione da ciò che lei prova. Il rischio è che i suoi sentimenti non vengano riconosciuti e accolti.
Le propongo alcune domande di riflessione:
Quando esprime un disagio, si sente ascoltata o teme di essere giudicata e respinta?
Riesce a vivere con la libertà di condividere i propri vissuti o spesso deve trattenersi per paura delle reazioni?
Che significato attribuisce alla richiesta di “pausa”: un reale bisogno di spazio o un modo per eludere il confronto?
Dare valore alle proprie emozioni, riconoscerle come legittime e poterle comunicare senza timore è fondamentale per capire se in questa relazione c’è uno spazio autentico di ascolto e rispetto reciproco.
Buongiorno, in questi casi non esiste una risposta univoca uguale per tutti noi. Dipende da come siamo fatti, dal momento di vita che stiamo attraversando e da com'è fatta l'altra persona. Lei cosa si sente di fare? Come si sente di agire? Se la sente di ignorare e dimenticare? Come mai si sente così prevenuta? Porrei attenzione alla sua ansia, come sintomo di un malessere che non riesce ad esprimersi: cosa non sta riuscendo ad esprimere? Valuterei, se l'ansia si protrae, di chiedere aiuto ad un terapeuta per aiutarla a comprendere meglio la sua sofferenza. Un caro saluto
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e sensibilità la sua esperienza.
Dalle sue parole emerge quanto tenga alla relazione e al desiderio di mantenere un dialogo aperto e rispettoso con il suo compagno. Tuttavia, quando le reazioni dell’altro diventano sproporzionate o aggressive di fronte a osservazioni espresse in modo pacato, è comprensibile che lei si senta ferita, confusa e insicura.
In una coppia, la possibilità di esprimere pensieri ed emozioni senza il timore di essere svalutati o attaccati è un elemento fondamentale di equilibrio e fiducia reciproca. Quando questo spazio comunicativo viene meno, può generare ansia, frustrazione e la sensazione di “camminare sulle uova”.
Per gestire momenti come quello che descrive, può essere utile:
- dare spazio alle proprie emozioni, riconoscendole senza giudizio (tristezza, rabbia, paura del distacco sono reazioni naturali);
- evitare di reagire nell’immediato quando percepisce che il confronto rischia di diventare conflittuale, rimandando il dialogo a un momento più calmo;
- spostare l’attenzione su di sé, chiedendosi non solo “cosa pensa lui”, ma “di cosa ho bisogno io per sentirmi serena in questa relazione”.
Può essere utile anche un breve percorso di sostegno psicologico individuale, per aiutarla a comprendere meglio le dinamiche di coppia che si attivano e trovare modalità più funzionali di gestione emotiva e comunicativa.
Le auguro di riuscire a tutelare il suo benessere emotivo e di ritrovare equilibrio e chiarezza nei suoi sentimenti.
Un cordiale saluto,
Francesca Coricelli
Psicologa Psicoterapeuta
Dalle sue parole emerge quanto tenga alla relazione e al desiderio di mantenere un dialogo aperto e rispettoso con il suo compagno. Tuttavia, quando le reazioni dell’altro diventano sproporzionate o aggressive di fronte a osservazioni espresse in modo pacato, è comprensibile che lei si senta ferita, confusa e insicura.
In una coppia, la possibilità di esprimere pensieri ed emozioni senza il timore di essere svalutati o attaccati è un elemento fondamentale di equilibrio e fiducia reciproca. Quando questo spazio comunicativo viene meno, può generare ansia, frustrazione e la sensazione di “camminare sulle uova”.
Per gestire momenti come quello che descrive, può essere utile:
- dare spazio alle proprie emozioni, riconoscendole senza giudizio (tristezza, rabbia, paura del distacco sono reazioni naturali);
- evitare di reagire nell’immediato quando percepisce che il confronto rischia di diventare conflittuale, rimandando il dialogo a un momento più calmo;
- spostare l’attenzione su di sé, chiedendosi non solo “cosa pensa lui”, ma “di cosa ho bisogno io per sentirmi serena in questa relazione”.
Può essere utile anche un breve percorso di sostegno psicologico individuale, per aiutarla a comprendere meglio le dinamiche di coppia che si attivano e trovare modalità più funzionali di gestione emotiva e comunicativa.
Le auguro di riuscire a tutelare il suo benessere emotivo e di ritrovare equilibrio e chiarezza nei suoi sentimenti.
Un cordiale saluto,
Francesca Coricelli
Psicologa Psicoterapeuta
Buongiorno,
capisco bene quanto possa essere difficile vivere una relazione in cui, nonostante l’amore, ci si sente destabilizzati da reazioni imprevedibili e parole che lasciano ferite profonde. Dal suo racconto emerge una buona capacità di comunicare in modo calmo e riflessivo — qualità preziosa — ma anche la fatica di trovarsi accanto a qualcuno che alterna momenti di vicinanza e apertura a momenti di distacco e aggressività verbale.
In questi casi, più che capire se si è “esagerato” o se l’altro “ha ragione”, può essere utile spostare l’attenzione su come proteggere il proprio equilibrio emotivo. Quando dopo un confronto ci si sente svuotati, ansiosi o confusi, è importante prendersi un tempo per sé: dare nome alle emozioni, ascoltare i segnali del corpo (come l’insonnia o la chiusura) e non cercare subito di “riparare” la relazione, ma di comprendere che cosa realmente si è mosso dentro di sé.
Rispetto al suo dubbio — se parlare o aspettare — direi che non si tratta di ignorare, ma di scegliere quando e come parlare: in un momento di calma, non per cercare conferme, ma per esprimere come ci si è sentiti e quali limiti si desidera rispettare. Un percorso psicologico può aiutarla a distinguere meglio tra ciò che appartiene a lei (insicurezze, paure, bisogni) e ciò che riguarda le modalità relazionali dell’altro, spesso legate a difficoltà nel gestire il confronto o la vulnerabilità.
L’obiettivo non è cambiare l’altro, ma imparare a stare nelle relazioni senza perdere la propria stabilità interna.
Cordialmente
Eleonora Rossini
capisco bene quanto possa essere difficile vivere una relazione in cui, nonostante l’amore, ci si sente destabilizzati da reazioni imprevedibili e parole che lasciano ferite profonde. Dal suo racconto emerge una buona capacità di comunicare in modo calmo e riflessivo — qualità preziosa — ma anche la fatica di trovarsi accanto a qualcuno che alterna momenti di vicinanza e apertura a momenti di distacco e aggressività verbale.
In questi casi, più che capire se si è “esagerato” o se l’altro “ha ragione”, può essere utile spostare l’attenzione su come proteggere il proprio equilibrio emotivo. Quando dopo un confronto ci si sente svuotati, ansiosi o confusi, è importante prendersi un tempo per sé: dare nome alle emozioni, ascoltare i segnali del corpo (come l’insonnia o la chiusura) e non cercare subito di “riparare” la relazione, ma di comprendere che cosa realmente si è mosso dentro di sé.
Rispetto al suo dubbio — se parlare o aspettare — direi che non si tratta di ignorare, ma di scegliere quando e come parlare: in un momento di calma, non per cercare conferme, ma per esprimere come ci si è sentiti e quali limiti si desidera rispettare. Un percorso psicologico può aiutarla a distinguere meglio tra ciò che appartiene a lei (insicurezze, paure, bisogni) e ciò che riguarda le modalità relazionali dell’altro, spesso legate a difficoltà nel gestire il confronto o la vulnerabilità.
L’obiettivo non è cambiare l’altro, ma imparare a stare nelle relazioni senza perdere la propria stabilità interna.
Cordialmente
Eleonora Rossini
La sua storia è molto personale ma in qualche maniera anche comune ad altre persone, se vuole parlarne meglio in privato e capire come comportarsi con se stessa e con l'interessato, sono a sua disposizione. Francesco Giorico
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