Buongiorno, È dal novembre del 2016 che il mio "mondo" è cambiato. Venuto a mancare mio papà, mi so

22 risposte
Buongiorno,
È dal novembre del 2016 che il mio "mondo" è cambiato. Venuto a mancare mio papà, mi sono accorta che ho iniziato a toccarmi il viso compulsivamente, creandomi, nel tempo, anche infezioni e problemi alla pelle. Ad oggi il problema, seppur leggermente alleviato, continua a persistere... Mi guardo spesso allo specchio, penso alla mia pelle e alle imperfezioni dovute al toccarla di continuo (praticamente h24), il che mi rende di mal umore e con una bassa autostima , questo quindi mi fa sentire il bisogno di ricevere complimenti su di me, sul mio aspetto ecc anche da estranei...
La mancanza di mio papà è palpabile e sebbene siano passati ormai anni, il mio pensiero della sua scomparsa è sempre negativo e quando penso ad avvenimenti passati mi salgono le lacrime agli occhi, senza riuscire a ricordarlo con un sorriso...

Grazie a chiunque risponderà.
Gentilissima. È lei stessa ad ipotizzare un legame tra i suoi gesti compulsivi, il suo umore, e la perdita di suo padre. Un ipotesi simile andrebbe verificata assieme ad un professionista. Anche perché, da quel che dice, pare che lei viva queste problematiche da anni. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e di avviare assieme a lui un percorso di psicoterapia.

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Gentile utente, certi meccanismi assolvono ad una funzione ben precisa. La sua situazione presenta molte componenti che richiedono un approfondimento e uno spazio di pensiero.
Un saluto,
dott.ssa Genitore
Gentilissima,
la perdita di un genitore è un evento doloroso che ha un impatto profondo su di noi. L'elaborazione di un lutto così importante può essere resa ancora più complessa dalla presenza di nodi non risolti all'interno della relazione con il genitore, oppure dalla presenza di rimorsi o rimpianti.
Credo che a distanza di 4 anni dalla scomparsa di suo padre, il permanere di un livello così elevato di disturbo emotivo indichi la necessità di un aiuto psicologico che la accompagni a trovare una maggior serenità interiore. La psicoterapia con EMDR è un valido strumento in tal senso, particolarmente efficace nell'elaborazione dei vissuti traumatici.
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Manuela Aloni
Salve, da ciò che scrive si nota una stretta connessione tra i sintomi che descrive e la morte di suo padre. Molto probabilmente non ha elaborato il lutto. La invito a contattare un terapeuta, meglio se EMDR (metodo specifico per la risoluzione di traumi) per approfondire meglio il problema e per ritrovare un senso di equilibrio e serenità. Cordiali saluti, Dott.ssa Valentina Ferrarelli
Buongiorno, leggendo il suo messaggio ci sono diversi elementi che andrebbero attenzionati insieme a un professionista. La perdita di un genitore, a qualunque età questo avvenga, ha un fortissimo impatto sulla nostra vita e affrontare questo dolore a volte non è facile da soli.
Potrebbe valutare l'idea di intraprendere un percorso di psicoterapia e farsi aiutare da un professionista per ritrovare serenità e sicurezza.
Cordialmente. Dott.ssa Cristina Polizzi
Carissima, le sue parole mi permettono di sentire il suo dolore. Il possibile legame tra la perdita di suo padre e le manifestazioni da lei descritte, mi spingono ad invitarla a contattare un professionista per poter avere innanzitutto uno spazio personale e riflessivo, che le consenta di poter elaborare la perdita di suo padre ed integrare pensieri ed emozioni indispensabili per poter consolidare la sua autostima ed ottenere una maggiore serenità.
Cordiali saluti, Dott.ssa Anastasia Stabile
Gentile Utente,
quanto da lei descritto sembra essere intimamente legato con la scomparsa di suo Padre.
A volte i lutti vissuti ci lasciano delle situazioni in sospeso, dei vuoti che rinnovano quotidianamente il dolore della perdita, spingendoci a volte a fare azioni che prima non ci appartenevano. Io la inviterei a considerare l'idea di un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia, sia per il lutto paterno, sia per conoscere, comprendere e gestire quanto le accade ora.
Cordialmente
Dott.ssa Giorgia Tolio
Gentile utente, i lutti sono sempre esperienze molto dolorose.
In particolare, la perdita di un genitore è tra le più significative. Poiché viene a mancare quell'esperienza di sé, quel modo di sentirsi nella relazione con l'altro, unico ed irripetibile. Si avverte solo un grande vuoto.
Il mio consiglio è quello di intraprendere percorso psicoterapeutico, che le dia l'opportunità di ri-trovarsi, e di riposizionarsi verso scenari esistenziali più coraggiosi ed autentici.
Un forte abbraccio.
Paola Uriati
Salve,
la perdita di una persona cara, in questo caso un padre, è un'esperienza che ha bisogno di essere vissuta ed elaborata fino in fondo e per fare ciò, spesso non è semplice riuscirci da soli, si faccia sostenere in questo processo di elaborazione e di metabolizzazione del suo lutto da uno psicoterapeuta, prima di continuare a torturare la sua pelle e indirettamente se stessa, la sua anima.
Saluti.
Gentilissima utente, le correla I suoi sintomi con la mancanza di suo papà, se fosse vero significa che l'elaborazione del lutto è ancora congelata, quindi sarebbe importante rivolgersi ad un terapeuta per eleborare. Il lutto. In questo senso sarebbe ottimale terapeuta EMDR.
Ma i suoi sintomi possono avere un altro significato, che andrebbe indagato con un percorso. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che sia anche terapeuta EMDR in modo tale da poter iniziare insieme un percorso, indagare il significato dei sintomi, e successivamente scegliere il percorso migliore. Nel caso sono disponibile. Un caro saluto e in bocca al lupo
Buonasera, dal suo racconto credo che ci siano diversi aspetti che andrebbero esaminati con l'aiuto di un professionista. Tuttavia, la perdita di un genitore rappresenta sicuramente un evento che può frammentare la continuità di un'esistenza... In alcuni casi, l'impatto del lutto può essere talmente forte da impedirci di attribuire a tale sofferenza un senso coerente all'interno della propria storia di vita. Questo può avere delle ripercussioni sul proprio modo di sentirsi e lei stessa ipotizza un legame tra i suoi sintomi e la perdita di suo padre. Un ipotesi tale, concordo con i colleghi, andrebbe attenzionata con un terapeuta. A disposizione, un saluto AC
Cara utente, emozioni di tristezza legate alla perdita importante che ha subito sono normali anche a distanza di tempo; divengono preoccupanti solo laddove La blocchino nella Sua vita quotidiana. La cosa che sicuramente è impattante per Lei in questo momento è l'aspetto delle infezioni al viso, che La limitano nel mondo e Le riducono possibilità d'azione e di emozione (positiva). L'eventuale relazione tra questi eventi, e i motivi che hanno causato la problematica, meritano tempo e spazio personali che possono essere dedicati con una consulenza psicologica (e non certo con poche righe scritte online). Data la sofferenza che sta vivendo, che è comprensibile e palpabile, consiglierei un approfondimento psicologico. Una volta compreso cosa provoca queste modalità, in breve tempo si ridurranno sensibilmente. Valuti una consulenza, anche online. Ne vale la pena. In bocca al lupo, cordialità. DP
Salve, lei ha riportato momenti e fonti di dolore e disagio. Ha descritto quella che sembrerebbe una "compulsione". Non necessariamente sono legati tra loro, ma la cosa migliore è fare luce su tutto quello che prova e il perché. Acquisire nuova consapevolezza e forza. Ci vorrà un po' di tempo e fatica, ma il primo passo l'ha fatto scrivendo del suo problema. Molto riescono a fare la terapia cognitivo-comportamentale e la tecnica EMDR. Continui che andrà bene. Un saluto.
Buongiorno. Ciò che sta attraversando è un evento traumatico che destabilizza su vari aspetti della vita di un individuo. Una vera e propria ferita dell'anima. Può accadere che le emozioni legate a tale evento sia talmente forti che il nostro cervello crea meccanismi difensivi. Potrebbe essere importante trattare questo delicato momento in un percorso di terapia, per esempio attraverso l'E.M.D.R., un trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici. che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
A disposizione per qualsiasi informazione.
Buonasera,
da quello che ho letto scopro un lutto non elaborato, dove a un dolore della perdita si è voluto "sostituire " un gesto compulsivo che alla fine la distratta dall'elaborazione del lutto.
Per arrivare qui a portare a tanti di noi la sua storia , forse, lei è pronta per incominciare un percorso terapeutico.
Le voglio solo lasciare un ultimo messaggio ricordi che anche se una parte di NOI muore con la persona amata, una Parte della persona amata vive con NOI ...il tempo non lenisce il dolore ma iniziare un cammino aiuta ad affrontare le giornate con occhi nuovi .
Le auguro tante belle cose
Gentile Utente, mi sento triste nel leggere che Lei, dal momento che Suo papà è mancato, non può ricordarlo con un sorriso; ho immaginato che cerchi quel sorriso in coloro cui vorrebbe ricevere complimenti sul Suo aspetto quand'è di malumore, quando ovvero guardandosi allo specchio Le succede di pensare alle imperfezioni cutanee sul viso procuratesi per esserselo continuamente toccato dacché che Suo papà non c'è più; ho immaginato che toccarsi compulsivamente il viso potesse servirLe per rievocare, ad un qualche livello, quei momenti dove Suo papà può averlo accarezzato ed insieme sorriso; "palpabile" potrebbe voler esprimere quel contatto poi venuto meno e con esso l'oblio di quell'espressione sorridente; le lacrime agli occhi che Le salgono pensando agli avvenimenti passati con lui col sentimento triste che sottendono, lo stesso che sento perché non può ricordare il suo sorriso, meriterebbero però adesso uno spazio per lasciar decantare quel Suo malumore che rimane col suo decesso e permettere pure alle Sue lacrime di scendere. Le auguro ogni bene, GB
Salve,la situazione che sta vivendo ormai da qualche anno, andrebbe approfondita in modo da avere un quadro più completo della sua vita e della sua realtà interna.Vive da sola o con sua madre?Qual'era l'età di suo padre e la sua quando è accaduto questo doloroso evento?Ha al momento dei rapporti affettivi significativi?Mi vengono in mente queste e molte altre domande...Alcuni avvenimenti drammatici possono "portare allo scoperto" delle fragilità attraverso una serie di sintomi come quelli che lei descrive. Provi a farsi coraggio ed affrontare la sua sofferenza con il supporto di un professionista che la sostenga e la aiuti ad aprire nuovi spazi di pensiero e di elaborazione.
Un saluto,dott.ssa Serena Canetri
Gentile utente, dalle sue parole sembra emergere una sofferenza significativa legata al bisogno di toccare in modo ripetuto il proprio volto, con una modalità che lei stessa vive come compulsiva. Al contempo, al di là della sintomatologia che lei porta, sembra che lei rifletta sul proprio mondo interiore in modo più ampio ed approfondito, evidenziando dei possibili nessi tra i gesti che compie sul suo volto e il fatto che sia venuta a mancare una figura per lei significativa. Le suggerirei, considerando il suo desiderio di approfondire le proprie dinamiche interiori, di consultare uno specialista per valutare i suoi reali bisogni.
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Gentilissima, l'elaborazione di un lutto e sempre una cosa complessa e determinate volte può lasciare i suoi segni in vari modi. Nel suo caso il prolungamento di questo lutto va assolutamente approfondito. Converebbe che lei contattasse uno psicoterapeuta per poter imparare a gestire meglio le sue emozioni e imparare a camminare in modo autonomo. Cordiali saluti
Salve, nella domanda che pone c'è anche la risposta: probabilmente non ha elaborato il lutto di suo padre.
Ne parli con un professionista e vedrà che questi comportamenti che attua diminuiranno significativamente.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, probabilmente occorre elaborare il lutto paterno.
Contatti uno psicologo per un sostegno psicologico.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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