Buonasera, sono stata operata di riparazione del legamento alare mediale per lussazione post-traum

11 risposte
Buonasera,
sono stata operata di riparazione del legamento alare mediale per lussazione post-traumatica della rotula sinistra. Ho dovuto aspettare un mese per l’intervento con il tutore rigido che ho tenuto per un altro mese dopo l’intervento. Dopo questo mese post- intervento ho cominciato con la fisioterapia. Dopo un mese di fisioterapia sono riuscita a flettere di 80 gradi. Oggi ho fatto la visita di controllo dall’ortopedico che mi ha fissato un’altra visita di controllo tra 3 settimane in cui se non raggiungo un notevole progresso (almeno 120 gradi) dovranno ri-operarmi per tagliare eventuali aderenze e procedere allo sblocco articolare in anestesia generale.
Cosa vuol dire? Non è possibile recuperare la flessione continuando con la fisioterapia per più tempo anziché ri-operare?
Grazie per la vostra attenzione
Dott. Matteo Cimino
Fisioterapista
Roma
Buongiorno, vorrei evitare di contraddire ciò che le ha detto l'ortopedico, quindi le darò una semplice opinione. In genere, più si evita un intervento chirurgico e meglio è, perchè chiaramente i tessuti vengono traumatizzati, provocando possibili problematiche future, come le aderenze che vanno giustamente trattate. Le consiglierei di sentire il suo fisioterapista, perchè se lei è in grado di recuperare ancora la flessione, aspetterei, o meglio: se lei sta continuando ad effettuare le terapie fisioterapiche e sta continuando ad aumentare i gradi di flessione (il che non presuppone un blocco meccanico, ma solo tissutale), forse aspetterei e continuerei con la fisioterapia.
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Dott.ssa Monica De Giovanni
Fisioterapista, Posturologo, Chinesiologo
Roma
Buonasera,
in termini molto generali le direi che, normalmente, dopo 1 mese dall'intervento il ginocchio dovrebbe flettere ALMENO 90 gradi.
Ora, le aderenze presenti causate dal trattamento chirurgico portano ovviamente ad una riduzione del ROM articolare che potrebbe ovviarsi in un vero e proprio blocco qualora non si sollecitasse il recupero della flessione nei tempi previsti.
A quel punto il trattamento chirurgico è inevitabile.
Lei si trova comunque in una fase chiave durante la quale può ancora recuperare gradi.
Le vorrei chiedere se il collega sta supportando la mobilizzazione articolare manuale con qualche terapia fisica come ad esempio la Tecar che ,generalmente, risulta molto utile per il trattamento delle aderenze post operatorie.
Inoltre sarebbe utile capire anche se l'estensione è invece completa.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti
Dott. Nicolò Saba
Fisioterapista
Negrar
Buongiorno, sarebbe interessante capire come sta procedendo il recupero dell'articolarità, se è costante e regolare o se si è giunti ad una sorta di "stallo". Andrebbero valutati lo stato di irritabilità dei tessuti, la presentazione clinica del ginocchio ed altri fattori nel contesto articolare. Lo sviluppo di aderenze nel post-operatorio è una cosa piuttosto comune e la causa è proprio il "danno" che i tessuti subiscono durante la chirurgia per via delle incisioni e di altre pratiche specialistiche. Più passa il tempo più la situazione articolare si consoliderà finché sarà pressoché impossibile guadagnare ulteriori gradi di movimento. Sono d'accordo con il medico ortopedico che, qualora non si riesca ad incrementare l'articolarità in un tempo ragionevole, potrebbe essere necessario valutare un nuovo intervento chirurgico. Trattandosi di una situazione relativamente complessa, e senza ulteriori dati a disposizione, è difficile però dare un chiaro parere sulla questione. Resto a disposizione. Cordiali saluti
Dott. Gianluca Lorenzi
Fisioterapista, Osteopata
Cassano d'Adda
Buongiorno, situazione sui generis che purtroppo necessita di un esame obiettivo e di un confronto con ortopedico e team riabilitativo che ha seguito il caso.
Dott.ssa Chiara Mancini
Fisioterapista
Chiusi
Buongiorno,
Occorre un'accurata valutazione Fisioterapica e un resoconto del trattamento effettuato fino adesso (e a tal proposito, vorrei sottolineare l'importanza di una terapia attiva per recuperare i gradi di mobilità del ginochio!). Sicuramente serve ancora tanto lavoro, per cui va valutato passo passo l'andamento del recupero, i tessuti hanno bisogno di tempo e di giusti stimoli per riprendersi e tornare funzionanti!
A disposizione per eventuali chiarimenti
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Buongiorno
Avrei necessità di avere altre info,
Mi contatti telefonicamente, senza impegno.
Grazie
Dott.ssa Maria Putignano
Osteopata, Fisioterapista
Roma
Buongiorno, aver tenuto il ginocchio bloccato per 2 mesi ha fatto si che si instaurassero cambiamenti fisiologici ed istologici nei tessuti con importanti rigidità della capsula,legamenti e tessuti circostanti l’articolazione. Se ha recuperato 80 gradi, io penso ci sia ancora margine per un ulteriore recupero del range articolare. Insieme al fisioterapista consiglio massaggio trasverso profondo, pompage fasciali per favorire lo scorrimento del tessuto cicatriziale sui piani più profondi, PNF. Forzare con gradualità per ripristinare il completo ROM, è possibile solo se il dolore è gestibile e senza evocare riflessi di difesa che potrebbero inficiare l’efficacia delle manovre e riportare le strutture interessate a una fase di infiammazione. Appena possibile, la mobilizzazione passiva dovrà essere coadiuvata da movimenti attivi-assistiti e dal movimento attivo a carico naturale per poi inserire resistenze progressivamente maggiori, utilizzando resistenza manuale, pesi, elastici.
Avete tanto lavoro da fare, ma non è impossibile, e sicuramente meglio di uno sblocco articolare in narcosi. In bocca a lupo! Maria Putignano
Buongiorno, la ringrazio per le informazioni che ha scelto di dare, si tratta di una situazione particolare e sicuramente fuori dall’usuale quindi proverò a darle i miei consigli al meglio, avendo già avuto un paziente con una problematica simile alla sua. Innanzitutto è doveroso fare chiarezza sui 2 mesi di immobilità, purtroppo si tratta di una quantità di tempo davvero importante che credo debba essere prevista in casi davvero rari, non so se il suo caso rientrasse fra questi, ma avremmo dovuto parlarne tempo fa. Detto ciò il tempo prolungato senza movimento può portare i tessuti e se presente edema, a “fibrotizzare” ovvero ad irrigidirsi fino a creare un vero e proprio blocco articolare. E’ anche vero che l’immobilità non è l’unico fattore a determinare la fibrotizzazione, esiste anche una componente genetica (per quanto possa sembrare strano) che permette ai liquidi dei tessuti traumatizzati a seguito di un intervento a solidificare più velocemente (ad alcuni bastano poche settimane di immobilità). Per indagare questa cosa le chiedo se in passato o se in famiglia è mai successo qualcosa del genere a seguito di interventi o traumi. Magari questo non è il suo caso, potrebbe ancora esserci recupero nella flessione, per questo vi consiglio assolutamente di inserire tanto lavoro attivo muscolare e che includa il movimento insieme al fisioterapista e di non limitarsi solo a forzare la flessione manualmente. Se poi questo non sarà sufficiente ci sarà un piccolo intervento in sala che non dovrebbe durare troppo (dipende però dalla quantità di aderenze create) e che dopo faciliterà molto la ripresa della mobilità. Comunque se volesse darmi altre informazioni(età, stile di vita, causa dell’incidente, infortuni pregressi, data dell’intervento ecc.) Può scrivermi in privato e ne potremmo parlare insieme nei prossimi giorni. Buona giornata e buona guarigione!
Dott. Francesco Colaianni
Fisioterapista
Bari
ciao, scusami ma l'iter pre-operatorio è da denuncia, mai sentita una cosa simile.
ti sei sparata 2 mesi in estensione, anche una contorsionista ci avrebbe rimesso le penne!
le strade adesso sono 3
1 continua con la terapia con tecniche più aggressive e dolorose, senza è impossilbile!
più tempo passa più le aderenze prendono forza.
2 con una tecnica di mobilizzazione in narcosi, si piega tutto il ginocchio dopo una flebo di valium,funziona l'ho fatto io
3 fatti rioperare da un altro chirurgo, che sia più lungimirante e pro-paziente non pro-prassi.
se ti servono dettagli contattami
Dott. Dimitri Cozlov
Fisioterapista, Osteopata
Verona
Capisco la tua preoccupazione, ed è del tutto normale voler evitare un nuovo intervento. Posso spiegarti meglio cosa sta succedendo e quali alternative potrebbero esserci.

Perché l'ortopedico ha proposto un nuovo intervento?
Dopo interventi come il tuo (riparazione del legamento alare mediale), può accadere che si formino delle aderenze cicatriziali attorno all'articolazione del ginocchio. Queste aderenze sono tessuti fibrosi che si sviluppano durante il processo di guarigione e che possono limitare seriamente la capacità di piegare il ginocchio.

La decisione di procedere con uno sblocco articolare (manipolazione in anestesia) viene presa quando la rigidità sembra troppo persistente e non migliora con la fisioterapia. In questa procedura, l'ortopedico mobilizza forzatamente il ginocchio sotto anestesia per rompere manualmente le aderenze e ripristinare il movimento.

Perché l'urgenza di raggiungere 120° in 3 settimane?
Dopo un intervento al ginocchio, c'è una finestra temporale ottimale entro la quale il tessuto cicatriziale rimane relativamente "morbido" e più facile da trattare con la fisioterapia.
Se si aspetta troppo, le aderenze diventano più spesse e rigide, rendendo più difficile ottenere un recupero completo solo con la terapia manuale.
Alternative possibili
Nonostante il consiglio dell'ortopedico, ci sono alcune strategie che potresti adottare per massimizzare il recupero ed evitare l'intervento:

Fisioterapia intensiva e mirata

Chiedi al tuo fisioterapista di concentrarsi su:
Mobilizzazioni passive intense (dove il fisioterapista piega il ginocchio al massimo possibile).
Stretching statico prolungato: mantenere la posizione di massima flessione per almeno 2-3 minuti per favorire il rilascio del tessuto fibroso.
Esercizi in piscina: l'acqua facilita i movimenti e aiuta a lavorare sulla flessione in modo meno doloroso.
Tecniche di rilascio miofasciale per ammorbidire le strutture muscolari e cicatriziali.
Terapie strumentali

Tecar terapia, ultrasuoni o laser possono favorire l'elasticità del tessuto cicatriziale.
Mobilizzazione attiva assistita

Dispositivi come la Kinetec (macchina per la mobilizzazione passiva continua) possono essere utili per forzare gradualmente l’articolazione in modo controllato.
Gestione del dolore e del gonfiore

Se dolore o gonfiore limitano la tua capacità di spingerti oltre durante la fisioterapia, valutare con il medico un breve ciclo di antinfiammatori o analgesici può aiutarti a lavorare meglio sul recupero.
Conclusione
L'intervento di sblocco articolare viene spesso proposto per evitare che la rigidità si consolidi in modo permanente, ma se ti impegni in modo intensivo nelle prossime settimane con fisioterapia mirata, hai buone probabilità di migliorare senza ricorrere a questa soluzione.

Ti consiglio di parlare con il tuo fisioterapista per pianificare un protocollo più aggressivo e valutare se integrare trattamenti strumentali.
Dott. Giovanni Zago
Fisioterapista, Osteopata
Ragusa
di solito con queste operazioni, l'importante è recuperare la completa estensione nelle prime 2 settimane , la flessione si recupera con il tempo e continuando ovviamente con gli esercizi, magari insistere sia con la mobilizzazione passiva da parte del fisio, sia con esercizi a casa/palestra che aiutino ad aumentare il rom che con esercizi di rinforzo (muscoli flessori di ginocchio) e contemporaneamente allungamento dei muscoli estensori di ginocchio che magari sono molto retratti e non permettono la flessione

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