Buonasera Io ho un problema, non riesco ad accettare la mia condizione. Lo psicoterapeuta da cui a

16 risposte
Buonasera
Io ho un problema, non riesco ad accettare la mia condizione.
Lo psicoterapeuta da cui andavo dopo mesi e mesi di terapia mi disse che eravamo arrivati ad un punto della psicoterapia in cui io dovevo accettare la mia condizione per poter andare avanti, io gli ho detto esplicitamente che non ci riuscivo ad accettare questo mio problema perchè mi fa stare troppo male, e se dico che non ci riesco è perchè è davvero così, non posso mentire, non sono una persona che dice cose che non sono vere, non fa proprio parte della mia natura, infatti allo psicologo dicevo "Guardi se io le dicessi va bene, si accetto il mio problema, mentirei non solo a lei ma anche a me stesso.", lui continuò con gli stessi modi per altri 2-3 mesi, fin quando mi ha detto chiaramente che non esisteva un altro modo e che se volevo stare meglio quella era l'unica strada, quando mi parlava di questo usava un tono acceso, quasi come se si fosse stancato di me, infatti mentre io l'ascoltavo piangevo.
Alla fine lui ha voluto chiudere la terapia perchè diceva che non poteva lavorare con me, e che io non ero disposto a cambiare.
Da quel momento sono stato molto male, ho passato un periodo in cui mi sono proprio isolato dal resto del mondo, non mi andava di vedere nessuno, nè di fare niente, addirittura sono stato costretto a ritornare dai miei perchè non ce la facevo più nemmeno a prendermi cura di me stesso.

Adesso il pensiero di iniziare una nuova psicoterapia mi fa paura, ho paura di arrivare di nuovo a sentirmi dire che devo accettare il mio problema. Non so a chi chiedere aiuto, e mi fa pure paura chiederlo perchè ho paura di rivivere di nuovo le stesse cose.
Salve, comprendo la sua paura, ma credo che ogni percorso psicologico possa offrire nuovi spunti interessanti su cui riflettere. Inoltre, un nuovo percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire questa situazione di malessere.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Prenda coraggio e si rimetta in gioco. chieda aiuto nonostante nella relazione terapeutica passata non siate "insieme" riusciti a superare questa difficoltà.
Salve, non è semplice rispondere alla sua questione senza entrare nel merito della sua problematica. Le consiglierei di partire proprio dal punto in cui si è arenata la psicoterapia precedente. L'accettazione a mio parere non è l'unica soluzione possibile. Se ne sente la necessità chieda di nuovo aiuto e lo faccia proprio a partire dalla sua insoddisfazione nella terapia precedente. Potrà così trovare una modalità che le sia più consona, senza nulla togliere al collega che lavorato con lei precedentemente. Dovrebbe chiedersi, quindi, cosa si aspetta da una terapia e perché ne ha così tanto bisogno. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Salve, sono cose che possono succedere, è probabile che il suo terapeuta abbia avuto buone motivazioni per prendere questa decisione. Il terapeuta e il paziente sono pur sempre due persone e la relazione che intercorre tra loro è complessa e si svolge su più piani. A volte accade che varie motivazioni quali, ad esempio, la resistenza del paziente al trattamento e/o le difficoltà del terapeuta minino la relazione di cura. Quando si verifica questo meglio cambiare terapeuta.
Non rinunci alla volontà di stare bene solo perché un tentativo è andato male. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Salve, l'aspetto più importante della psicoterapia è la fiducia reciproca. quando sentirà di potersi fidare nuovamente sarà il momento giusto per ricominciare.
Salve. Per poter stimolare il cambiamento in se stessi è importante partire dal rispetto di sé. Mi sembra che lei lo abbia fatto, si sia rispettato senza andare oltre ciò che poteva. Il cambiamento è un processo lungo, che arriva quando si è pronti. Distinti saluti
Buongiorno. Se la sua situazione la porta a star male, le suggerisco di provare a contattare un nuovo specialista perché possa essere meglio compreso il suo problema e impostare poi una nuova psicoterapia che potrebbe però richiedere anche un andamento e un impegno di tempo ben più ampi di qualche mese. SG
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Salve una psicoterapia è un lavoro che si fa insieme e talvolta la coppia paziente-terapeuta non riesce a superare determinate difficoltà. Le ragioni sono molto e non è sempre semplice trovarle. A volte succede che un paziente lasci la terapia o che il terapeuta debba accettare il fatto che più di quello non riesce a comprendere e condividere nel modo migliore per la persona con cui sta lavorando. A volte i grandi maestri nelle relazioni con i loro allievi raccontano questi eventi e alcuni sono anche presenti nella letteratura scientifica. Sicuramente accettare che quel lavoro non poteva andare oltre è stata una buona soluzione. Ora la questione che la riguarda è legata al rimane nella condizione che descrive o attivarsi per tentare di cambiarla. Dalle sue parole sembra che lei ha già deciso di riprendere a lavorare su se stesso. Quello che potrà essere lo saprà solo alla fine di questo nuovo percorso e quindi ha poco senso domandarsi ora se sarà come prima o meno anche perché sicuramente lo scoprirà. In ogni caso sarà un nuovo modo di lavorare e di relazionarsi. Un cordiale saluto
Salve,
comprendo ciò che dice, ma bisognerebbe di certo capire meglio il problema di cui parla, come lei lo vive e soprattutto cosa è successo nell'ambito della vecchia psicoterapia.
Se vuole un confronto aperto e sereno può contattarmi e cercheremo di capire meglio questi aspetti insieme cercando di sciogliere le sue paure.
Cordiali saluti
Caro utente, fidarsi è un atto di fede, e non certo qui troverà il coraggio per ricrederci ancora. Quello che le posso dire è che non bisogna mai smettere di cercare. In bocca al lupo!
Salve, non mi è chiara la sua problematica, cioè la sua richiesta allo psicoterapeuta che l'ha seguita, potrebbe definirla meglio? Se se la sente può contattarmi affinchè io possa avere un quadro più completo di quella che è la sua problematica. Questa potrebbe essere per lei un'occasione per capire cosa si aspetta da un percorso di psicoterapia e magari le offrirebbe la possibilità di impostare un percorso terapeutico che la aiuti ad accettare la sua condizione. Cordiali saluti!
Buonasera, è difficile esprimersi in modo concreto senza sapere di che condizione o problema parla. In ogni caso mi sembra perfettamente comprensibile la Sua paura di ripartire, di rivolgersi a uno sconosciuto, anche se psicologo, e fidarsi e soprattutto la paura di rivivere la situazione che La fa ancora stare male. Allo stesso tempo si capisce chiaramente il Suo vissuto di qualcosa di irrisolto e la sofferenza che questo comporta. Direi di cercare un nuovo psicoterapeuta, qualcuno che di pancia Le ispiri fiducia. Se al primo colloquio si sentirà a Suo agio e la sensazione di poter stare bene con il professionista permane, sarà il momento di rischiare un po' e iniziare. Altrimenti, continui a cercare. Descrive un calo dell'umore dopo la conclusione della terapia, non dice se questo permane ancora. Se è così, sarebbe il caso di iniziare al più presto. Le auguro di trovare la persona giusta per Lei, di trovarsi bene e di cominciare, un po' alla volta, a stare meglio. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato
Buonasera,
per poter esprimere un parere e poterla consigliare in modo più preciso sarebbe indispensabile capire qual è la problematica e cosa implica l'accettazione o meno di cui lei parla. Forse quello che può aiutarla a decidere se intraprendere un nuovo percorso terapeutico è il livello di malessere che sta provando, l'incapacità di affrontarlo da solo e se si sente pronto in questo momento a mettersi in gioco per lavorare su di sé.
Buongiorno, purtroppo diventa alquanto complesso esprimere un parere non essendo a conoscenza della problematica alla quale fa riferimento. Quello che mi sento di dirle però è che le relazioni terapeuta-paziente, come tutte le relazioni interpersonali, possono attraversare momenti di impasse, che delle volte, aihmè, non si riesce a superare. Posso comprendere quanto questo possa essere stato difficile da accettare e la sofferenza che abbia potuto arrecarle. Tuttavia, così come nella vita, una delusione in un rapporto (amicale, di coppia, con un parente) e gli stati mentali negativi che ne conseguono, non dovrebbero precluderci la possibilità di investire in una nuova relazione, il mio consiglio è di non farlo nemmeno in questo caso; non lasci che la paura abbia la meglio, provi a rimettersi in gioco, con una persona che "a sensazione" le dia fiducia e cercando insieme, nel rispetto della sua sofferenza e dei suoi tempi, di affrontare magari proprio ciò che ha portato alla conclusione della precedente relazione terapeutica. La saluto cordialmente, Giulia Scrofani
Accettare certi aspetti sgradevoli di sé è il frutto di un percorso compiuto e a volte arriva dopo anni di lavoro su di sé. A volte può essere frutto di una conversione che sembra improvvisa. Si rimetta in gioco e parta da dove il suo percorso si è interrotto con la consapevolezza che lei è stato partecipe del processo terapeutico. Non esistono errori in questo percorso accidentato ma tentate soluzioni.

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