Quali sono gli effetti dell'ipoglicemia sul cervello?

Endocrinologia • 17 febbraio 2017 • Commenti:

Il cervello è un organo incredibilmente importante che aiuta a comprendere e ad interagire con l’ambiente che ci circonda e con gli altri. Come per altri organi, anche il cervello può essere danneggiato a causa dell’ipoglicemia.

Caratteristica del cervello

A differenza di altri tessuti dell’organismo, il cervello è caratterizzato da:

  • una richiesta continua di rifornimento di glucosio;

  • riserve glicogene molto limitate;

  • mancata produzione di glucosio.

Sebbene rappresenti il 2% del peso del corpo, il cervello utilizza il 25% del glucosio dell’organismo a causa dei suoi alti tassi metabolici. Il cervello quindi dipende dal glucosio, sua fonte primaria di carburante.

L’interruzione della fornitura di glucosio a causa dell’ipoglicemia scatena una serie di reazioni a livello fisiologico e comportamentale, i cui sintomi e segnali sono:

  • stato coscienza alterato

  • perdita di conoscenza

  • irritabilità

  • paralisi temporanee

  • crisi

  • ecc.

Non necessariamente tutte le manifestazioni possono presentarsi in caso di ipoglicemia e sono comunque diverse da individuo ad individuo, anche in base all’età.

Sia negli adulti che nei pazienti più giovani, il cervello può abituarsi ai livelli bassi di glucosio, con una riduzione dei sintomi, ma con conseguente invalidità neurologica. In alcuni casi, l’ipoglicemia severa è causa di perdita di conoscenza o stati alterati di coscienza o di crisi. I casi di danni cerebrali permanenti o di morte cerebrale – molto rari – sopraggiungono al presentarsi di ipoglicemia prolungata.

Le ricerche

Le ricerche hanno evidenziato che nei pazienti adulti le capacità mentali diminuiscono di pari passo con la diminuzione del livello di glucosio nel sangue, quando si attesta al di sotto dei 65 mg/dl.

Spesso i sintomi dell’ipoglicemia possono essere sottovalutati o associati ad altre patologie, predisponendo a danni neurologici permanenti senza poter intervenire tempestivamente.

Se non si interviene in maniera sollecita, l’ipoglicemia può portare all’avaria delle funzioni cerebrali fino alla morte cerebrale. Quando si verificano continue e gravi crisi ipoglicemiche, si possono presentare danni permanenti, fra cui l’encefalopatia ipoglicemica, un danneggiamento cerebrale che scaturisce dall’ipoglicemia severa o prolungata.

Tra gli scompensi neurologici più comuni derivanti dall’ipoglicemia, si possono elencare:

  • epilessia

  • encefalite

  • encefalopatia

  • malattie psichiatriche

  • demenza

L’ipoglicemia può essere una delle cause di rischio di demenza (una delle forme con cui si manifesta è ad esempio l’Alzheimer) poichè essa si presenta comunemente nei pazienti diabetici e può interferire negativamente sulle prestazioni cognitive. Studi clinici hanno evidenziato una stretta associazione fra ipoglicemia e demenza – soprattutto negli anziani con diabete– in quanto l’ipoglicemia è un effetto collaterale comune del trattamento del diabete (il diabete è caratterizzato da alti valori di zucchero nel sangue, viene tenuto sotto controllo con terapie che puntano ad abbassarne i livelli).

Casi di ipoglicemia media o breve non inducono necessariamente danni permanenti al cervello, sebbene possano alterare o compromettere temporaneamente alcune funzioni cerebrali.

Le cause di danni permanenti al cervello

L’ipoglicemia prolungata o severa, invece, induce a molteplici possibilità di danni cerebrali permanenti che spaziano dalle funzioni cognitive al controllo motorio. Le probabilità di danni cerebrali permanenti dovuti a ipoglicemia severa sono difficili da stimare e dipendono da una molteplicità di fattori quali:

  • l’età;

  • la storia clinica dei valori del sangue del paziente;

  • la presenza di altre patologie, quali l’ipossia (insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti).

È molto importante monitorare i valori glicemici del sangue, non sottostimando i sintomi derivanti dall’ipoglicemia, anche quando siano leggeri e apparentemente non importanti. Si raccomanda sempre di rivolgersi al proprio medico, per conoscere e prevenire i rischi di danni cerebrali permanenti. Una diagnosi precoce rappresenta l’arma decisiva per intervenire sui sintomi, prima che insorgano patologie degenerative a livello neurologico.

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