L’ipoglicemia negli anziani

Endocrinologia • 17 febbraio 2017 • Commenti:

Che cos'è l'ipoglicemia?

Lipoglicemia è definita come l’abbassamento della concentrazione di glucosio nel sangue. La normale concentrazione di glucosio nel sangue varia tra 70 e 120 mg/dL e si comincia a parlare di ipoglicemia i valori si abbassano oltre ai 70 mg/dL.

 

I sintomi dell'ipoglicemia

I sintomi che scaturiscono dalla riduzione di glucosio nel torrente ematico sono vari e dipendono dall’alterazione della funzionalità di vari sistemi. I sintomi della ipoglicemia negli adulti si dividono in tre famiglie:

  • adrenergici

  • glucagonici

  • neuroglicopenici

Il sistema adrenergico può essere comparato ad una bilancia che tende all’equilibrio.  Ogni qual volta questo delicato equilibrio si sposta, una particolare funzione del nostro corpo viene stimolata. Ad esempio, il sistema adrenergico fa aumentare la frequenza cardiaca o la fa diminuire, aumenta o diminuisce la peristalsi intestinale e la pressione sanguigna e così via.

In condizioni d’ipoglicemia questa bilancia non funziona più correttamente e un “piatto” della bilancia viene iperstimolato. I sintomi che provengono dall’alterazione di questo sistema sono:

  • tremori

  • ansia e nervosismo

  • palpitazioni e tachicardia

  • pallore

  • formicolii a braccia e mani

I sintomi dovuti alla diminizuine del glucosio nel sangue (sintomi glucagonici) sono caratterizzati da senso di fame, nausea e vomito.

La deprivazione di glucosio, però, si fa particolarmente sentire a livello del sistema nervoso (sintomi neuroglicopenici) con i seguenti sintomi:

  • stato mentale alterato

  • irritabilità

  • confusione

  • atassia (mancata coordinazione)

  • shock e coma

 

I rischi per le persone anziane

Questi sintomi possono essere particolarmente gravi nelle persone anziane in quanto questi soggetti sono meno capaci di compesare gli squilibri e, contemporaneamente, sono meno sensibili ai primi sintomi di diminuzione della glicemia, rischiando così di arrivare a livelli di glucosio particolarmente bassi. Inoltre, una condizione di banale atassia in un paziente anziano può esitare in gravi complicazioni, come fratture ossee, mentre in una persona giovane potrebbe non sortire alcun effetto negativo a lungo termine.

Più i livelli di glucosio si abbassano e più i sintomi diventano importanti. Quando la concentrazione di glucosio arriva ad appena 20-30 mg/dl i sistemi di compenso cominciano a non essere affatto efficaci ed il paziente (in particolare se anziano) rischia di non poter effettuare autonomamente una terapia.

 

Condizioni patologiche che favoriscono l'ipoglicemia

L’abbassamento dei valori di glucosio nel sangue può capitare quando non si ingerisca cibo per un prolungato periodo di tempo (16-24 ore) o, invece, se ci sono delle condizioni patologiche. Una condizione frequente in cui si verifica, per quanto soprendente, è il diabete. In questi pazienti, ciò è dovuto all’errata somministrazione di quantità di insulina superiori a quella necessaria.

Le condizioni patologiche che possono causare l’ipoglicemia sono molte. Fra queste troviamo:

  • anoressia nervosa;

  • diarrea (poichè limita l’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale);

  • ictus;

  • insufficienza renale;

  • sepsi;

  • insulinomi (tumori che producono insulina);

  • iatrogeno (da farmaci);

  • morbo di Addison;

  • difetti del metabolismo;

  • tossine.

L’ipoglicemia è quindi solo un sintomo verso il quale convergono una grande varietà di patologie ed è compito del dottore riuscire a capire cosa l’ha causata. L’ipoglicemia può insorgere anche in situazioni patologiche gravi e complicare condizioni già critiche, peggiorandone l’esito. Un esempio calzante per la popolazione anziana è l’attacco cardiaco: una condizione di ipoglicemia in corso di attacco cardiaco costringe il cuore, già messo a dura prova dall’ischemia, a lavorare di più.

 

Come intervenire?

Il trattamento varia a seconda della causa scatenante e dell’entità dell’ipoglicemia. In genere, la terapia più semplice è l’ingestione di zuccheri per via orale, ma in presenza di ipoglicemia consistente potrebbe essere necessario l’utilizzo di soluzioni glucosate endovena o di farmaci come il glucagone. In questi casi più, gravi un team di esperti monitorerà attentamente la glicemia per ristabilirne i valori fisiologici. Si raccomanda - in qualsiasi caso - di rivolgersi a uno specialista per definire il trattamento più adeguato.

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