Non demonizziamo il glutine: cosa c’è da sapere sulla dieta “gluten-free”

Gastroenterologia, Dietetica • 9 settembre 2016 • Commenti:

Sempre più individui, nel mondo Occidentale, stanno passando ad una dieta senza glutine (la famosa “gluten-free diet”, per usare il termine anglosassone che oggi va per la maggiore): di fatto, assistiamo sempre di più ad una sorta di “demonizzazione” del glutine, un fenomeno senza precedenti nella storia della dietetica e della nutrizione,

Questo trend appare ancora più inusuale nel nostro Paese, patria della pizza, della pasta e degli innumerevoli dolci regionali della tradizione.

Eppure, anche in Italia si assiste alla proliferazione di diete “gluten-free” (spesso auto-prescritte) e basta dare un’occhiata agli scaffali dei prodotti alimentari nei maggiori supermercati per notare una crescita esponenziale dei prodotti senza glutine: il mondo del “senza glutine” è ormai un business da centinaia di milioni di euro all’anno.

Prima di analizzare benefici e rischi della dieta gluten-free dobbiamo però, innanzitutto, chiarire che cos’è il glutine.

Il glutine: che cos’è e quali alimenti lo contengono

Il glutine è una componente proteica dei cereali ed è presente nel frumento e in alcune varietà di cereali: segale, orzo, farro. La parola glutine deriva dal latino “gluten”, ossia “colla” o “sostanza collosa”: si riferisce dunque alla parte collosa del chicco di grano.

Gli alimenti che contengono glutine sono moltissimi. Tra questi ricordiamo:

  • Pasta

  • Pane

  • Pizza

  • Farina

  • Biscotti

  • Cereali della prima colazione

  • Semolino

  • Malto d’orzo

  • Gnocchi di patate

  • Un grande numero di creme spalmabili e sughi

Chi deve evitare gli alimenti che contengono glutine

Chi soffre di celiachia,  (intolleranza al glutine che si manifesta come disturbo infiammatorio a carico dell’intestino) deve assolutamente evitare i prodotti a base di glutine

L’unica “cura” per i disturbi provocati dalla celiachia è una dieta totalmente priva di glutine.   

Ricordiamo che, per quanto la celiachia non sia rara, è una condizione di cui soffre solo l’1% della popolazione Italiana.

Esiste anche, probabilmente, una fetta più larga di popolazione che soffre di una qualche forma di “intolleranza” al glutine di minore entità, ma non ci sono  prove scientifiche in abbondanza che possano corroborare l’entità e la portata di tale condizione “borderline”.

Dieta senza glutine: benefica per tutti o rischiosa per molti?

Circa i benefici di una dieta senza glutine anche per individui non celiaci, la comunità medico-scientifica è ancora piuttosto divisa.

Da un lato è evidente che, per alcuni individui, la dieta senza glutine ha effetti positivi sulla perdita di peso o sui problemi di gonfiore intestinale, ma anche questa percentuale di individui non è ancora ben definita livello quantitativo.

La moderna alimentazione occidentale è già piuttosto povera di fibre, fondamentali anche per una buona digestione: eliminare del tutto i carboidrati e i cereali che contengono glutine non farebbe altro che aumentare il nostro deficit di fibre.

Oltretutto, il glutine è di fatto un elemento onnipresente nella nostra alimentazione, il che lo rende un ingrediente difficilissimo da eliminare del tutto e spesso i risultati di tale eliminazione sono tutt’altro che salutari.

Una ricerca della Harvard School Of Public Health rimarca ad esempio come, nonostante sul mercato siano aumentate le opzioni “gluten free” per il pane, spesso in tali prodotti alternativi manca la vitamina B, contenuta invece nella maggior parte del pane e dei cereali.

Molti degli ingredienti che si utilizzano per rimpiazzare il glutine sono poco saporiti: per tale motivo, molti di questi prodotti contengono un grande quantitativo di sale, zucchero e altri additivi per aumentarne il gusto e l’appeal commerciale: questo però li rende un’opzione meno salutare di quella originaria a base di glutine, che può portare a sviluppare obesità, diabete e altre patologie pericolose.

In conclusione, il glutine fa male?

No, il glutine in sé non fa male, anzi sulla base delle attuali conoscenze scientifiche una dieta senza glutine non è assolutamente consigliabile, a meno che non siate nei soggetti celiaci o non soffriate di una condizione di ipersensibilità al glutine.

In definitiva, non vi è alcun motivo per rinunciare ad un adeguato apporto di carboidrati complessi senza che vi sia una motivazione clinica, certificata e sicura.

Insomma, “dieta senza glutine” non significa sempre e comunque “dieta più sana”, dato che si rischia di perdere anche alcuni nutrimenti essenziali per il nostro organismo.

In qualsiasi caso, ciò che consigliamo sempre, prima di scegliere una dieta senza glutine, è una consultazione medica approfondita con uno specialista: le diete “fai-da-te” non sono mai una buona opzione, anche quando le intenzioni di fondo sono ottime.

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