La prevenzione dentale attraverso la conoscenza

Esperto Claudia ContiOdontoiatria • 21 dicembre 2016 • Commenti:

Ritengo che sia utile fare chiarezza su alcuni punti dati per scontati da noi professionisti, ma che i nostri pazienti spesso conoscono meno di quello che pensiamo, sia perché nessuno insegna la pulizia dei denti ai bambini, che dovrebbero essere stimolati ad emulare le abitudini dei genitori (ma forse il problema originale è proprio questo), sia perché c’è un atteggiamento diffuso di istintiva antipatia nei confronti del dentista che si estende, purtroppo per i pazienti che si fanno “autogol”, anche al concetto di “prevenzione dentale”.

La prevenzione dentale: efficace ed essenziale

Al contrario, la prevenzione in campo odontostomatologico è estremamente efficace, sia per i tessuti duri (i denti veri e propri e l’osso alveolare in cui si trovano) che per i tessuti molli della cavità orale: sarebbe un errore trovare scusanti di tipo “genetico”, a causa delle quali saremmo ineluttabilmente destinati a stare sempre bene o, a seconda del caso, a perdere tutti i denti entro i trent’anni, come quel lontano parente (credetemi, dopo qualche anno di professione ne ho sentite di tutti i colori!).

Lo stato di salute della nostra bocca, tranne pochi e sporadici casi, lo decidiamo noi in base a come la trattiamo.

4 regole d’oro per una corretta prevenzione dentale

I concetti da tenere sempre a mente per una corretta prevenzione sono pochi.

Tutto comincia con l’adozione delle corrette manovre per l’igiene orale quotidiana, fin dalla più tenera età:

  1. Lavare i denti nella maniera corretta: i movimenti giusti con lo spazzolino (esistono svariate tecniche che vi possiamo mostrare), lo spazzolino adatto (a setole medie o morbide e testina medio-piccola a seconda della grandezza della bocca, con manico ad impugnatura ergonomica per facilitare i corretti movimenti), l’uso del filo interdentale, presidio assolutamente necessario a tutti, sostituibile solo e soltanto dallo scovolino: colgo l’occasione per dichiarare forte e chiaro che non esistono spazi troppo stretti per pulire tra un dente e l’altro, non esistono gengive ipersensibili o denti che “vengono via” pulendoli troppo: il filo “s’ha da passare” e i capricci e le paure vanno superati!).

  2. il tempo da dedicare alle manovre di spazzolamento dovrà essere di minimo due minuti, meglio tre, impostate un timer e rassegnatevi a passarci il tempo che serve.
    Un buon trucco da usare è quello di pulire ogni zona tre volte: il tempo passerà molto più in fretta. Altro trucco: per garantirvi un alito fresco e “a prova di bacio” spazzolate bene anche la lingua, specialmente la zona posteriore, che è letteralmente ricoperta di batteri

  3. il divieto di svicolare la seduta di pulizia serale, prima di andare a dormire, che non deve essere mai saltata o eseguita in modo approssimativo (la scusa più frequente: “dottò, c’ho sonno!!” Ah, sì? Gli streptococchi e i lattobacilli, al contrario, sono sveglissimi, anzi: vivono by night, sappiatelo e regolatevi!!);

  4. la possibilità, quando ci si trova fuori casa, di masticare gomme senza zucchero, contenenti xilitolo, allo scopo di rimuovere parte dei residui alimentari e della placca. Le gomme andranno masticate per circa una ventina di minuti

  5. L’opportunità di evitare il consumo di certi cibi e bevande contenenti sostanze zuccherate o molto acide, non solo per preservare lo smalto dei denti, ma anche per vivere una vita più sana e per mantenere la forma fisica.

Dopodiché, passata la fanciullezza e l’adolescenza senza carie grazie all’applicazione pratica di queste poche regole, verso i vent’anni (età assolutamente orientativa ) ci si sottopone ad una prima seduta di igiene professionale, ossia di “detartrasi”.

Infatti succede che la placca residua, che è ciò che dobbiamo rimuovere dalle superfici dentali quanto più possibile (ma che in minima parte riesce sempre a nascondersi dallo spazzolino), cristallizzi e si trasformi in tartaro, un materiale duro che è impossibile da togliere se non con strumenti professionali.

Chi può sottoporci ad una seduta di detartrasi?

Anche questo è un altro potenziale punto oscuro; alcuni sono stati indotti a pensare che la seduta di igiene possa essere eseguita dall’assistente alla poltrona. Invece le uniche figure professionali che possono farlo sono gli odontoiatri e gli igienisti dentali.

Gli igienisti dentali, che non tutti conoscono, sono i veri specialisti del campo; seguono infatti un percorso di studi universitari incentrato sulla materia “igiene dentale” e sulla diagnosi e trattamento non chirurgico delle patologie che insorgono in seguito alla scorretta o insufficiente igiene dentale ( vedi gengiviti e malattia parodontale, di cui parleremo la prossima volta)

Dalla prima seduta di detartrasi l’intervallo che si stabilisce con quella successiva può essere annuale o semestrale a seconda del paziente; in alcuni casi può non essere necessario ripetere la seduta anche per più anni.

L’importante è essere a conoscenza che prima o poi avremo tutti bisogno di un paio di sedute all’anno per prevenire la comparsa di gengiviti, sanguinamento gengivale e alitosi.

Le patologie che insorgono in seguito alla scorretta o insufficiente igiene dentale, delle quali si accennava nello scorso numero, sono classificabili in gengiviti e parodontiti.

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