Informazioni di base sugli endodontisti e la terapia endodontica

Odontoiatria • 7 febbraio 2017 • Commenti:

Cos’è l’endodonzia?

Con il termine endodonzia si fa riferimento ad una branca dell’odontoiatria che si occupa specificamente dello studio e della cura della polpa dentale e dei tessuti periradicolari. La polpa dentale, composta da cellule, vasi sanguigni e terminazioni nervose, è localizzata all’interno del dente ed è contenuta in uno spazio detto appunto endodonto.

La terapia endodontica diviene necessaria nel caso in cui una carie o una lesione al dente determini alterazioni infettive o infiammatorie a livello della polpa dentale, portando nei casi più gravi fino alla necrosi del tessuto pulpare.

Il ruolo dell’endodontista

L’endodontista è un dentista o un odontoiatra specializzato in endodonzia che si occupa esclusivamente o prevalentemente di terapie legate alla polpa dentaria, operando tramite interventi specifici che comprendono trattamenti canalari, interventi di chirurgia endodontica, devitalizzazioni dentali, pulpotomie ed incappucciamenti della polpa.

Vi sono molte cause differenti che possono rendere necessaria una terapia endodontica, anche se quella più frequente è la presenza di una carie non trattata che arriva ad infettare ed infiammare la polpa dentale. Altre cause di infiammazioni pulpari possono essere traumi o fratture del dente, ma anche problematiche ad origine iatrogena che possono determinare il consumo dentale favorendo l’insorgenza di stati infiammatori o infettivi a livello dell’endodonto.

Lo specialista endodontista deve accertarsi delle cause di malattia a livello dell’endodonto per poter scegliere il trattamento più adeguato e ciò può avvenire tramite l’utilizzo di diverse tecniche diagnostiche come l’esame radiografico, il test termico, il test della percussione, il test della palpazione e il test elettrico.

Nonostante il test termico fornisca in endodonzia le indicazioni più affidabili riguardo le condizioni pulpari, il test diagnostico più importante è comunque l’esame radiografico. Questo, infatti, risulta utile anche nel controllo della terapia canalare poiché permette di valutarne l’efficacia, mostrando la regressione della patologia.

Tipi di terapie endodontiche

Il trattamento endodontico può essere effettuato tramite due tecniche principali:

  • terapia ortograda, effettuata quando è possibile operare attraverso il dente stesso, percorrendo le normali strade dei canali radicolari. Comprende la terapia canalare, la devitalizzazione ed il ritrattamento ortogrado;

  • terapia retrograda, detta anche endodonzia chirurgica o apicectomia, risulta necessaria nei casi in cui la terapia ortograda non porti i risultati sperati o non possa essere praticata a causa della presenza di impedimenti di origine iatrogena, come perni endocanalari, strumenti di difficile eliminazione o processi di calcificazione estesi, che provocano la sparizione del lume canalare.

La terapia endodontica ortograda, chiamata anche terapia canalare o devitalizzazione, è caratterizzata da diverse fasi: la prima è rappresentata dall’accesso alla camera pulpare, seguito dalla sagomatura e detersione degli spazi endodontici per rimuovere il tessuto pulpare infetto. Queste operazioni sono effettuate tramite strumenti manuali o meccanici e soluzioni ad azione detergente e disinfettante composte da acqua ossigenata, ipoclorito di sodio o elementi chelanti il calcio. Le strutture canalari vengono quindi otturate e sigillate tramite una gomma termoplastica ed un cemento canalare autoindurente, seguendo le tecniche di condensazione laterale a freddo o di condensazione verticale a caldo. Viene infine effettuato un controllo radiografico per verificare l’efficacia dell’operazione.

La terapia endodontica retrograda, o chirurgica, viene di norma eseguita in anestesia locale e prevede il sollevamento di un lembo mucoperiosteo in corrispondenza degli apici dei denti interessati e l'apertura di un opercolo attraverso l'osso per raggiungere l'apice da trattare. L’apice dentale viene quindi fresato, utilizzando strumenti meccanici od ultrasonici, e viene preparata una sede per la chiusura retrograda degli spazi endodontici, effettuata tramite appositi materiali cementificanti. Al termine dell’operazione l’opercolo scavato nell’osso dentale può essere riempito con del materiale osteogenetico riparativo e ricoperto dal lembo mucoperiosteo di accesso.

Esistono infine altri trattamenti della polpa, come gli incappucciamenti o le pulpotomie parziali, che però rientrano sia nel campo dell'endodonzia che in quello dell'odontoiatria conservativa.

Esperto

Vuoi un suggerimento medico? Contatta i nostri dottori!

Trova subito un dottore »

Commenti: (0)