Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 28 anni, potete chiamarmi Blue, sto vivendo un periodo bruttissimo.
Non sono ancora riuscita a laurearmi e questo mi fa soffrire parecchio, mi fa rabbia perché non mi mancano tantissimi esami ma nel momento in cui devo affrontare un esame lo evito e non mi presento, penso di essere una codarda.
Non riesco a trovare un lavoro (qualche ora fa ennesima mail di rifiuto) e quindi per forza di cose vivo ancora con i miei ma la convivenza ormai mi sta troppo stretta.
Come tutti da bambina e ragazzina avrei immaginato una vita diversa invece…
Durante la pandemia ho iniziato a soffrire di ansia e anche di importanti cambi di umore e possibile depressione, però sottolineo che l’ansia mi è stata riconosciuta da diversi professionisti le altre cose no sono sospetti sia miei che di professionisti. Sospetto di soffrire anche di altro mi rendo conto che qualcosa non va.
Nel 2020 (iniziato nel 2019) lavoravo come allenatrice in una società sportiva portavo a casa molto poco ma finché studiavo andava bene.
Poi quel periodo ha rovinato tutto mentre molte persone ne hanno approfittato per fermarsi e fare esercizi e dimagrire o tornare in forma, imparare cose nuove, studiare e recuperare gli esami io non riuscivo a fare niente. Il covid aveva toccato direttamente la mia famiglia: mia nonna che restò in ospedale per mesi (tornata a casa è venuta a mancare nel 2023) e mia mamma che rimase per un mese chiusa in camera.
In quel periodo io mi sono rotta del tutto. Ho scoperto da alcuni vecchi referti medici che il sospetto di ansia e depressione mi viene riconosciuto dal 2014 ma nessun professionista da cui sono andata me l’ha mai diagnosticata (intendo depressione).
Credo che la pandemia abbia portato a galla qualcosa di inevitabile la mia guerra interiore che a quanto pare dura da tanto tempo.
Prima avevo diversi gruppi di amici ero entusiasta per il futuro ora sono sempre in casa gli amici rimasti sono pochi e penso più per abitudine che per affetto e io vedo tutto grigio.
Negli ultimi tempi ho cercato di trovare qualcosa, non solo un lavoro che non trovo.
Dopo la pandemia ho iniziato a lavorare, ho fatto qualche esperienza ma in particolare uno dei due lavori mi ha praticamente mandata in burnout.
Questo dicembre poi mia mamma si è ammalata dopo un’operazione sta facendo cicli di terapia e non so bene come ho preso la cosa. In questi giorni in particolare mi sto occupando io di lei.
Mi sento inutile, le persone della mia età stanno comprando casa, si sposano hanno figli io sono completamente persa senza una meta.
Mi sembra di essere in modalità sopravvivenza ma forse questo quasi da sempre, non capisco come posso cambiare.
Ho fatto un percorso di terapia in passato ma qualcosa poi non funzionava più e anche per motivi economici ho dovuto smettere.
Sento di aver sbagliato tutto, l’università non era la scelta giusta per me (nonostante io stia amando ciò che studio), sarei dovuta andare a lavorare.
Sento i giudizi della gente, persone intorno a me forse anche persone amiche che credono io sia una nullafacente, una mantenuta (i miei genitori non hanno molti soldi anzi finché lavoravo con spese piccole come la spesa li aiutavo io ora invece sono l’ennesimo peso), io non voglio giustificarmi anche se cerco disperatamente un perché, perché le cose per me sono andate diversamente, perché non riesco a fare quello che fanno gli altri, perché non riesco a essere come gli altri, “più normale” i miei genitori si sarebbero meritati una figlia normale che a venticinque anni si laurea, che ha tanti amici, che ha un fidanzato invece… anche la convivenza con loro sta diventando stretta…
Io cerco di giustificarmi perché qualcosa nella mia vita non funziona e allora forse do la colpa alla mia salute mentale ma penso sia solo un disperato tentativo di trovare una giustificazione, di trovare un motivo per alleggerire questo peso ma alla fine quante persone soffrono di ansia e concludono qualcosa lo stesso.
Ho provato a ritrovare qualche interesse: la musica, il disegno, la scrittura. Ma appena provo a fare qualcosa mollo perché non sono brava e perché nessuno si interesserebbe a qualcosa creato da me.
Sono perennemente nervosa, arrabbiata, piango spesso sono perennemente stanca, esausta anche il mio corpo sta iniziando a cedere.
Di recente ho avuto un colloquio con lo sportello universitario, purtroppo mi hanno fatto capire che devo iniziare un percorso mirato e non posso fare affidamento a loro. Ma io non posso permettermelo e nessuno vuole farmi lavorare, mi fa ribollire il sangue questo. Non sarò la miglior professionista del mondo ma nemmeno un colloquio? Questo è crudele… conosco persone che dopo il primo colloquio si sono portate a casa un contratto a tempo indeterminato e 1600€ al mese io ogni sei mesi vengo lasciata a casa.
So che c’è chi sta peggio e magari non ho nemmeno il “diritto” di lamentarmi, questo mi è stato detto a volte, una frase che odio mi sento ancora peggio quando penso che il mondo è così pieno di ingiustizia e dolore, ma ora forse sto divagando.
In realtà sono nel torto sto approfittando di questo spazio quando già conosco la risposta: devo tornare in terapia, ma quello che mi chiedo è “come faccio” finché non ho un aiuto economico come faccio… e poi se volessi andarmene di casa come posso fare… pochi euro al mese non posso pagarci un affitto. Mi sento incastrata come in un labirinto o forse nell’oceano che cerco disperatamente di stare a galla mentre rischio di affogare.
Ho provato a rivolgermi al SSN ma le cose sembrano molto complicate… non lo trovo giusto… io sto male…
L’ho capito qualche settimana fa ho dovuto affrontare una discussione sull’università con i miei genitori e ho iniziato a stare male mi ricordo le lacrime continue io che corro nella mia stanza come se fossi ancora un adolescente spaventata e non una donna il respiro che inizia a farsi corto, non era un pianto normale c’era qualcosa di strano i sospiri erano forti e facevo fatica a respirare ho iniziato a tossire. I miei genitori? Mi hanno ignorata come sempre, io sono super sensibile loro il contrario per loro sono capricci o non lo so, avrebbero voluto le cose più facili me ne sto rendendo conto crescendo: gli aiuti economici, i problemi di salute di cui io mi prendevo carico, i passaggi, capisco che essendo la figlia è mio compito ma la mia vita? L’unica persona in quel momento è stata mia sorella, è più giovane di me, e anche questo mi ha fatto stare male, io sono la più grande dovrei essere io a proteggerla a consolarla ad aiutarla e invece è stata lei, così piccola e confusa a calmarmi.
Non so come etichettare quell’episodio so che non era un semplice “pianto”.
Me l’hanno detto spesso che “sento troppo”, “che sono troppo sensibile” o che “sono troppo permalosa”.
La mia domanda è molto stupida e probabilmente so già la risposta: che cosa posso fare? A chi posso rivolgermi? Posso permettermi di stare così ancora qualche mese (nella speranza che un lavoro arrivi).
Forse ciò che è scritto è troppo dettagliato e personale e non verrà pubblicato.
Se invece tutto questo dovesse essere pubblicato ringrazio chiunque mi legga e mi darà una risposta, un aiuto.