Dott.
Salvatore De Luca
Psicoterapeuta,
Psicologo clinico
Psicologo
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Palermo 1 indirizzo
Esperienze
Dott. Salvatore De Luca
Psicologo – Psicoterapeuta Psicodrammatista Moreniano
Iscritto all’Albo degli Psicologi del Piemonte (n. 8827)
Sono specializzato nello psicodramma classico, un metodo terapeutico attivo basato sulla teoria di J.L. Moreno, che utilizza la scena, il ruolo e l’azione per lavorare su emozioni, memorie e relazioni.
Conduco percorsi individuali e gruppi di psicodramma, creando uno spazio sicuro dove poter comprendere se stessi, sciogliere nodi interiori e trasformare l’esperienza emotiva.
Ho maturato esperienza in contesti educativi e socio-sanitari e oggi svolgo attività clinica presso il mio studio a Palermo.
Aree di competenza principali:
- Psicologia dell'età evolutiva
- Psicoterapia
Principali patologie trattate
- Depressione
- Crisi relazionali
- Disturbi del pensiero
- Nevrosi
- Psicosi
- +24 a11y_sr_more_diseases
Indirizzi (2)
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Via A. Bergonzoli 16, Palermo 90129
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- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico clinico
59 € -
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Consulenza online
49 € -
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Colloquio psicologico
59 € -
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Consulenza psicologica
59 € -
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Psicoterapia
59 € -
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Recensioni
4 recensioni
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P
Paziente Anonimo
Ho ricevuto supporto in un momento molto difficile della mia vita, senza probabilmente non ce l’avrei fatta
• Studio di consulenza online • •
Dott. Salvatore De Luca
Grazie per aver condiviso questo pensiero così significativo.
Sono davvero felice di averti potuto accompagnare in quel momento difficile.
Il percorso lo hai fatto tu, con la tua forza e il tuo impegno.
Dott. Salvatore De Luca
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R
R.C.
Il suo contributo al mio benessere è stato fondamentale per stare meglio oggi.
Grazie mille di tutto.• Studio di Psicoterapia del dott. Salvatore De Luca • Bonus Psicologo - Consulenza Psicologica •
Dott. Salvatore De Luca
Grazie di cuore per le tue parole.
È stato un piacere accompagnarla in questo percorso e vedere i passi che ha compiuto.
Le auguro il meglio di ciò che l'animo umano possa congegnare.
Dott. Salvatore De Luca
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M
M. G.
Dottore la ringrazio. Mi sono sentito capito e rispettato. Non pensavo di iniziare a stare meglio già al terzo incontro. Arrivederci alla prossima settimana.
• Studio di Psicoterapia del dott. Salvatore De Luca • •
Dott. Salvatore De Luca
La ringrazio molto per le sue parole. Sono davvero contento che abbia iniziato a sentirsi meglio: è un segnale importante e il merito è del suo modo di partecipare al lavoro.
Continueremo su questa strada ci vediamo la prossima settimana.
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D
Diana R.
Un professionista di grande spessore, con una solida formazione psicodrammatica e una notevole esperienza nel lavoro con pazienti gravi e situazioni complesse. Nelle sue conduzioni riesce a creare un setting sicuro e profondamente umano, in cui lo psicodramma diventa un mezzo di esplorazione autentica e di cura profonda. La sua presenza empatica e la capacità di restare accanto anche nei momenti più difficili fanno di lui un terapeuta affidabile e capace di accompagnare percorsi di grande trasformazione.
• Studio di Psicoterapia del dott. Salvatore De Luca • •
Dott. Salvatore De Luca
Grazie a te per ciò che hai portato oggi.
La tua condivisione è stata davvero preziosa.
Dott. Salvatore De Luca
Risposte ai pazienti
ha risposto a 5 domande da parte di pazienti di MioDottore
Gentili dottori, vorrei raccontarvi per bene la mia situazione. Durante il triennio all'università ho partecipato ad una campagna di scavi archeologici. Qui ho conosciuto una ragazza, proveniente da un altro percorso di studi, con la quale ho subito stretto un legame di amicizia. Lei è entrata a far parte del mio gruppo di amici, parlavamo tanto, abbiamo condiviso tante cose, tante esperienze e uscite.
A me questa ragazza piaceva, nonostante lei fosse fidanzata, ma comunque avevamo un rapporto di amicizia.
In quel periodo non stavo affatto bene, avevo un malessere interiore che alla fine riversato sulle persone intorno a me e in modo particolare nei confronti di questa ragazza. Avevo sviluppato una forma di ossessione e di dipendenza affettiva alla fine avevamo un rapporto un po' tossico. Se non sentivo questa ragazza per giorni iniziavo ad andare in ansia, lei doveva sempre rassicurarmi, proteggermi, starmi accanto, ascoltarmi eccetera.
Questa ragazza non era soltanto un'amica, ma era una confidente, una sorta di psicologa e così via
Mi arrabbiavo spesso nei suoi confronti ed ero geloso se per esempio preferiva il passaggio in auto di un altro amico piuttosto che il mio.
Ovviamente, io non mi rendevo conto di questa situazione stavo male. Fin quando alla festa di un nostro amico in comune, per attirare l'attenzione di questa ragazza, ho deciso di bere un po'. Non è successo nulla di grave ma comunque mi ha fatto un po' male, l'alcol e i miei amici sono dovuti stare accanto a me.
Questo evento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ho perso tutte le mie vecchie amicizie e il rapporto con questa ragazza diciamo e terminato. Lei insieme ad altre mie amiche strette hanno deciso di parlare con i miei genitori per spiegargli un po' il mio stato e mi hanno proposto un percorso terapeutico, dopodiché ci siamo allontanati.
Adesso sono letteralmente due anni che non abbiamo più contatti, nel frattempo ho iniziato un percorso psicoterapeutico, mi sono laureato alla triennale, ho fatto tre esami della magistrale e sto continuando il mio percorso, sto cercando di socializzare con nuove persone, e il rapporto con i miei genitori è sicuramente diverso. Oggi posso dire di aver raggiunto una certa stabilità e non ho più quella sofferenza del passato.
Nel frattempo, frequentando i corsi della magistrale, ho incontrato nuovamente questa ragazza all'università, lei adesso è diventata una mia collega nel senso che lavoriamo con la stessa professoressa. Di conseguenza abbiamo una serie di ambienti in comune. Mesi fa ho partecipato ad una visita con la mia professoressa a Roma e c'era anche questa ragazza. Io non sto facendo niente, non l'ho più contattata non le ho più mandato un messaggio, non la saluto non le parlo. Ma anche questa ragazza non fa più niente, non fa altro che evitarmi. A Roma ho notato che mi ha guardato due volte e a sorriso, ma dal giorno dopo ha un comportamento di evita mento totale. Non mi saluta faccia a faccia e mi evita, addirittura cambia strada quando mi vede, si gira di spalle. L'altro giorno ero all'università per un esame, è passata di fronte a me senza guardarmi e senza salutarmi, poi si è fermata con i suoi colleghi dandomi le spalle. Questo comportamento naturalmente mi fa male, mi ferisce. Perché vuol dire che non vuole avere più niente a che fare con me, mi odia così tanto, mi detesta. Allora a questo punto, io non faccio altro che evitare ogni forma di contatto e di interazione con questa ragazza. Ho chiesto alla mia professoressa un aiuto per un programma e lei mi ha risposto dicendo di passare nel laboratorio dove questa ragazza poteva aiutarmi. Ma ovviamente io non sono entrato e ho detto alla professoressa che per motivi personali non posso entrare nel laboratorio e quindi troverò aiuto altrove. Non ho il coraggio, non ho la faccia, ho troppa paura. Mi faccio tante domande. Perché questa ragazza mi odia così tanto? Perché non mi saluta nemmeno? Il suo comportamento mi dice che non vuole avere niente a che fare con me, allora io non posso fare altro che evitare di entrare nel laboratorio e di evitare di partecipare a delle attività che la professoressa organizza quando c'è lei. Non voglio dare fastidio a nessuno, oltre lei c'è anche il suo fidanzato che è un collega, e ogni volta che mi guarda avverto un peso, mi guarda malissimo.
Io mi sto comportando benissimo, sto continuando un mio percorso terapeutico, sto continuando il percorso all'università, faccio altre attività ho conosciuto nuove persone ho iniziato un corso di teatro. Ma più di questo che devo fare? Possibile che dopo due anni devo vivere in una situazione così pesante? Non penso me lo merito.
Grazie per aver condiviso tutto questo con tanta chiarezza e sensibilità. È evidente quanta strada tu abbia fatto, quanto ti sia impegnato per stare meglio, e quanto oggi tu stia cercando di muoverti con rispetto sia per te stesso che per gli altri. Questo merita un riconoscimento.
Provo a restituirti qualche possibile lettura — senza la pretesa che sia “la verità”, ma come ipotesi che possono aiutarti a comprendere meglio ciò che accade.
Perché lei ti evita? Alcune possibili spiegazioni
Potrebbe essere rimasto in lei un senso di colpa?
In passato si è trovata in un ruolo molto complesso: amica, confidente, “contenitore” emotivo in un momento per te difficile. Per molte persone, rileggere quei ricordi a distanza può generare imbarazzo o persino colpa (“forse ho fatto troppo”, “forse non ho capito abbastanza”…).
Potrebbe voler proteggere il suo equilibrio attuale?
È comprensibile che oggi lei abbia una vita diversa, una relazione, un gruppo di colleghi con cui ha costruito un nuovo assetto. A volte, quando una storia passata è stata emotivamente intensa, la persona sente il bisogno di mantenere una distanza per non creare tensioni nel presente anche solo per rassicurare il partner.
È possibile che sia ancora “spaventata” dal ricordo di come stavi allora?
Non perché tu oggi sia un problema anzi, il lavoro che hai fatto su di te lo dimostra. Ma può essere rimasto in lei il timore che riavvicinarsi significhi ritornare in quel ruolo di “salvatrice” che aveva assunto.
Forse non sa come comportarsi?
A volte l’evitamento nasce dal semplice imbarazzo: “E se fosse arrabbiato? E se mi fraintendesse? E se riapriamo una situazione difficile?”.
Molte persone, non sapendo come muoversi, finiscono per scegliere la strada del silenzio.
Nessuna di queste letture parla di odio.
Parlano di paura, colpa, confusione, difesa — emozioni umane, comprensibili, che non cancellano il fatto che tu oggi sia molto diverso da allora.
E tu, in tutto questo?
Hai fatto qualcosa di prezioso: hai preso in mano la tua vita, ti sei curato, stai studiando, stai costruendo nuove relazioni, hai iniziato un percorso al teatro e continui a impegnarti per non essere un peso per nessuno.
È normale che rivederla risvegli qualcosa. È una ferita che si sta cicatrizzando, ma che ogni tanto tira ancora.
Ma non sei più il ragazzo di allora.
E lo stai dimostrando ogni giorno.
Hai detto che hai iniziato un corso di teatro.
Ti va di raccontarci se senti che ti sta facendo del bene?
Il teatro è uno spazio potentissimo: permette di entrare ed uscire dai ruoli, di esplorare emozioni difficili in modo protetto, di sperimentare un modo diverso di stare in relazione.
E se senti che questo linguaggio ti parla, c’è una possibilità ulteriore. Lo psicodramma! psicoterapia e arte insieme.
Esiste un percorso che unisce proprio ciò che stai già facendo:
la psicoterapia e il linguaggio teatrale.
È lo psicodramma classico, un metodo che permette di lavorare sulle relazioni, sui vissuti del passato e del presente, sulle parti di sé, proprio *attraverso* l’azione, la scena, il gruppo.
Molti con la tua sensibilità si trovano a beneficiarne.
Se un giorno volessi approfondire — anche solo per capire meglio di cosa si tratta — possiamo parlarne con calma...
E adesso?
Quello che stai vivendo è difficile, ma ha un senso.
La vita ti sta rimettendo davanti una storia che non hai scelto di riaprire, ma che può diventare occasione per capire ancora meglio te stesso.
Dott. De Luca Salvatore
Buongiorno,ho bisogno di urgentemente ricevere un consiglio o incoraggiamento.
Sono una nuova addetta alle vendite di un negozio di abbigliamento e durante il mio turno in cassa ho commesso un grave errore.
Durante l’ultima ora di lavoro,la responsabile del negozio mi ha chiamata chiedendomi se sapevo fare i resi in cassa e io ho prontamente risposto di sì,ma la responsabilità mi ha detto di NO.
La ragione è stata che ho perso 400 euro in cassa,perché non ho selezionato bene le opzioni di pagamento per i resi,ho cliccato io la dicitura per i resi nello schermo invece di seguire quella già indicata.
Purtroppo i soldi ai clienti che sono venuti a fare i resi non riceveranno indietro il loro denaro e questi purtroppo potranno accorgersene dopo un mese.
La responsabile mi ha poi detto che per questa volta lo fa passare l’errore che secondo lei è stato di distrazione in quanto ho fatto “formazione”,ma se ricapita di nuovo mi verrà inviata una lettera a casa.
Io mi sento di non poter continuare più il lavoro e mi sento male a pensare di aver fatto un errrore importante. Piango continuamente,ma non riesco a vedere una via d’uscita.Il lavoro da contratti determinato rinnovati ogni mese e dopo questo errore credo che cambieranno idea e non mi rinnovano più il contratto.
Mi sento stupida e ho paura di andare a lavoro perché questa cosa la sapranno tutti e anche gli altri manager del negozio che mi guarderanno male da ora in poi.
Segnalo anche che la formazione ricevuta da un’altra collega non è stata fatta su tutti i possibili pagamenti,resi o altre operazioni in cassa. La formazione si è svolta costantemente e ogni volta che facevo cassa c’era sempre qualcosa di nuovo che non sapevo e non so ancora adesso fare.
Ormai lavoro da quasi un mese,ma chiedere ogni volta come si fa una cosa sopratutto quando c’è molta gente a volte sembra di disturbare o dare fastidio ai colleghi perché non so fare ancora niente bene. A volte sembra che mi trattino male apposta perché sono nuova. Il primo giorno poi quando ho fatto il corso di sicurezza con altre nuove ragazze i colleghi non sono stati molto accoglienti e ci sono certe situazioni che mi fanno pensare che non sono all’altezza per fare questo lavoro,ma resisto e sopravvivo come faccio sempre.
Ma ora andare a lavoro è più difficile per l’errore.
Cosa mi consigliate di fare?
Capisco quanto tu stia soffrendo in questo momento, e prima di tutto vorrei dirti una cosa con chiarezza e gentilezza: quello che ti è accaduto è un errore, non un fallimento personale.
Stai vivendo paura, vergogna e senso di inadeguatezza — sono reazioni umane, soprattutto quando si è nuove, sotto pressione, con una formazione incompleta e in un ambiente che non aiuta a sentirsi sicure.
Ti rispondo punto per punto, così da darti un po’ di luce e concretezza.
L’errore è reale, ma NON definisce il tuo valore
Molte persone, nei primi mesi di lavoro in cassa, commettono errori con i resi, i pagamenti o le procedure.
Non perché sono “stupide”, ma perché:
la formazione non è completa,
si impara sotto stress,
ogni negozio ha sistemi diversi,
nessuno può sapere tutto in 30 giorni,
Tu hai commesso un errore tecnico, non intenzionale, derivato da un processo poco chiaro. Questo è molto diverso dal “non essere all’altezza”.
La responsabile ti ha detto che “per questa volta passa”
Questo è importante.
Se l’errore fosse davvero considerato gravissimo, avrebbero preso misure immediate.
Il fatto che abbiano capito che è stato un problema di formazione significa che loro stessi riconoscono che non ti hanno accompagnata abbastanza.
Inoltre, la minaccia della “lettera a casa” è un modo sgraziato di dire “stai attenta”, ma non significa che vogliono liberarsi di te.
I colleghi che ti fanno sentire di troppo non parlano di te, ma dell’ambiente lavorativo
Molti negozi vivono di ritmi veloci e comunicazioni affrettate.
Le persone nervose non sono necessariamente contro di te: spesso sono stanche, stressate o non sanno come formare bene.
Il fatto che tu ti senta “di disturbo” non significa che tu lo sia.
Significa che non stanno svolgendo bene il loro ruolo di formatori.
Chiedere aiuto NON è un difetto
Al contrario: è professionalità.
Chi non chiede e sbaglia senza dire nulla mette davvero a rischio il negozio.
Tu chiedi, vuoi imparare, vuoi fare bene. Questo ti rende affidabile, non il contrario.
La tua paura è comprensibile, ma non corrisponde ai fatti
In questo momento ti sembra:
che tutti ti giudicheranno,
che tutti parleranno di te,
che non ti rinnoveranno il contratto,
che entrerai al lavoro e sarai “quella dell’errore”,
Questa è la voce dell’ansia.
Nella realtà:
i responsabili vedono errori ogni settimana,
i colleghi dimenticano presto perché sono concentrati sul loro,
i rinnovamenti non vengono decisi su un singolo episodio,
dopo qualche giorno nessuno ci farà più caso,
Cosa fare concretamente?
Vai al lavoro. Non sparire.
Questo è fondamentale.
La fuga rafforza ancora di più la paura.
Appena torni sarà faticoso per i primi 10 minuti, poi l’ansia scenderà.
Mostrati disponibile a imparare
Puoi dire una frase semplice, gentile e professionale:
“Vorrei rivedere bene la procedura dei resi, così sono sicura di fare tutto correttamente.”
Dimostra maturità.
Chiedi una formazione più chiara
È un tuo diritto, non un capriccio.
Separiamo l’errore dal tuo valore
Hai retto un mese in un ambiente difficile, con procedure complicate e colleghi poco accoglienti.
Questo si chiama resilienza, non incapacità.
Quello che ti sta succedendo ha un nome: sovraccarico emotivo
Quando sei nuova, vuoi fare bene, e l’ambiente non è rassicurante, un singolo errore sembra enorme.
Un incoraggiamento, da cuore a cuore
Tu non sei il tuo errore.
Tu sei una persona che:
si impegna,
ha sensibilità,
vuole fare bene,
si sente responsabile,
soffre quando pensa di aver ferito qualcuno,
non si tira indietro,
Queste qualità non possono essere cancellate da un click sbagliato su uno schermo.
Per chiudere: non prendere decisioni mentre sei spaventata
Non lasciare il lavoro ora, non prendere decisioni affrettate.
Aspetta di calmarti, di tornare in negozio, di vedere che — nella realtà — succede molto meno di quello che l’ansia ti sta raccontando.
Come ti senti adesso dopo aver letto queste parole?
Io sono qui per continuare a parlartene, se vuoi.
Dott. De Luca Salvatore
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