Esperienze
Dopo 38 anni spesi nei servizi pubblici, è molto confortevole per me stare in studio solo due giorni alla settimana, vedendo poche persone e dandomi un tempo adeguato per riflettere tra un incontro e l’altro.
E’ una condizione rilassata che mi sembra aiuti le persone a stare nella relazione terapeutica con maggiore agio e fiducia nonostante i disagi e le sofferenza psicologiche che vivono.
Chi ha detto che la psicoterapia è un esperienza dove prevale la sofferenza?
Avendo più tempo di pensiero è più facile curare il dialogo, aiutare le persone a mettere in campo la curiosità, a riattivare risorse personali, ad avvicinarsi senza timori alla conoscenza della propria sfera emotiva e e riconsiderare le relazioni in cui si è immersi
Un altra cosa importante è potersi sceglier reciprocamente. Per questo prima di iniziare un percorso, propongo un incontro conoscitivo. Potendo scegliere, perché non privilegiare le situazioni in cui si ha reciprocamente l’impressione che si potrà stabilire un buon rapporto di fiducia?
Storia professionale in sintesi
Ho lavorato dal 1986 al 2008 come psicologo, psicoterapeuta, dipendente Ausl, occupandomi di famiglie in crisi e di minori. Dal 2009 aol 2014 ho collaborato con il Centro Bolognese di Terapia Familiare. Dal 2015 opero nello Studio di Psicoterapia di Via Rizzoli 4 a Bologna. tel.370 308 7540
Mi occupo di:
a) problematiche relazionali dei singoli, delle coppie, delle famiglie;
b) genitorialità. Particolarmente in situazioni complesse (adozione, affidamento familiare, separazioni, disabilità).
Aree di competenza principali:
- Psicoterapia
- Psicoterapia sistemico relazionale
Indirizzo
Pazienti senza assicurazione sanitaria
Colloquio psicologico (descrizione) • 60 €
Consulenza psicologica • Da 60 €
Psicoterapia (descrizione) • Da 60 € +9 Altro
Psicoterapia individuale (descrizione) • 60 €
Colloquio familiare (descrizione) • 70 €
Colloquio psicologico familiare (descrizione) • 70 €
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Punteggio generale
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Simone
Una persona che ti aiuta ad esprimere il tuo pensiero sul motivo che hai deciso di andare in terapia.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Non riesco a capire che cos'ho. Mi ritrovo in questo istante a 35 anni e fissare il muro, giornate come questa sono piene del mutismo più assoluto. Vorrei tanto avere una qualche risposta. Ho fatto 3 anni di analisi, utile, mi è servita, poi ho dovuto interrompere per l'arrivo di un figlio. Vivo con una persona che non fa altro che rimproverarmi per qualsiasi cosa e non comprende né è interessata alle mie esigenze e a dei momenti tutti per me che erano importanti. Vivo solo per il lavoro, sono l'unico che porta uno stipendio a casa e con quello ci mantengo tutto dalla casa al figlio, perché chi ho al mio fianco è vittima di un immobilismo cronico alternato a brevi fasi in cui fa qualcosa di produttivo. Ho un hobby che avrei voluto rendere un mestiere e un mestiere, lo stesso vostro, che oramai detesto e non voglio più fare, ma so che la cura psicologica è una soluzione che può aiutarmi. Non mi prendo cura di me da oramai qualche anno, fisicamente e mentalmente e le mie giornate sono scandite dal turno in struttura, tornare a casa giocsre con mio figlio, portare fuori i cani e fare la mia parte in casa. Non ho tempo per fare nulla se non alle 22 quando il bimbo dorme e il giorno dopo uguale. Mi sono allontanato anche dagli amici, non so come uscire da questa prigione. Grazie a chi risponderà
Buongiorno,
lei ha già fatto un significativo lavoro su di sè,ma probabilmente adesso il suo focus dovrebbe spostarsi sulle relazioni. Se le isi snete in prigione, chi vive con lei non può certo sentirsi meglio. Le continue recriminazioni lo dimostrano . Quali sono le aspettative deluse per entrambi? Di che cosa la rimprovera realmente il partner quando la rimprovera di qualcosa? Di che cosa la rimprovera lei coj il suo mutismo? Come sta il figlio o la figlia in questa situazione. Per me bisogna ripartire da lì, concedendosi di prendersi il tempo per questo e già questo sarebbe un primo uscire di prigione
Mauro Favaloro

Buonasera volevo chiedere un consiglio riguardo ad una situazione che ormai è diventata impossibile da vivere. Insieme a mio marito gestisco un locale dove mia suocera viene a darci una mano e , se già prima i rapporti non erano tanto buoni, ora sono diventati un po' difficili: vuole essere letta nel pensiero, controlla ogni cosa che faccio e poi parla nel suo dialetto che non capisco , quando cerco di fare qualcosa in sua presenza si mette davanti a me e inizia a fare lei al posto mio, davanti a tutti non mi lascia mai parlare e trova ogni pretesto per cercare un litigio. Ho provato più volte a parlarne ma appena inizio a farlo diventa aggressiva , mi urla contro e nega tutto ciò che fa , dice che sono matta che mi invento le cose e che sono paranoica . pochi giorni fa ho cercato di capire perché si comporta così..dopo varie insistenze mi ha detto che non mi dà la soddisfazione di dirmelo fin quando vive. Con gli altri lei si comporta bene e non ci credono che si comporta con me così. Anzi, mi dicono che se mi riprende lo fa x il mio bene ...non mi ha mai visto di buon occhio la ora la situazione è peggiorata
buongiorno,
nella sua descriziono manca una componente importante:la relazione con suo marito, come lui vede il problema, se si schiera a suo favore o si mantiene in una posizione di neutralità non appoggiandola o se è in difficoltà anch lui non sapendo cosa fare. manca anche il riferimento ad eventuali figli e questo si sa può essere spesso motivo di conflitto tra madre e suocera. Conflitto che si può esprimere anche in modo indiretto Concordo con i colleghi che un accomoagnamento psicologico all'analisi delle relazioni in atto potrà permetterle di individuarre quelle strategie che le possono essere di aiuto per affronrtare la situazione. S vuole ne possiamo parlare in modo più approfondito Mauro Favaloro

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