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Sono specializzata in psicoterapia della Gestalt, neuropsicologia dell'età adulta e dell'età evolutiva, e in disturbi dell'apprendimento. Al di là della formazione, ciò che veramente è importante, ed è stato sempre, è il processo di co-costruzione della relazione, la fiducia e l'ascolto del disagio che sottende alla richiesta di aiuto. Ogni persona è unica perché
portatrice di una storia, per questo non esistono formule magiche ma un sostenere la persona nel suo percorso di crescita personale. Di fronte ad una difficoltà, un disagio o un disturbo si parte da se stessi e il terapeuta non può che accompagnare , sostenere ed esserci nel processo di consapevolezza interiore del singolo paziente. Per saperne di più sulle mie competenze visita il mio sito www.psicoprovenzale.it

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Studio di Psicologia e Psicoterapia - Dott.ssa Maria Provenzale
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ha risposto a 15 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, sono una madre borderline (single) di una meravigliosa bambina di 2 anni. A parte la fatica sono travolta dalla paura e dall' ansia di poterle anche involontariamente farle del male, che possa avvertire il mio malessere, che possa non crescere serena. Ovviamente sono seguita da un terapeuta il quale mi invita a non essere così rigida e severa con me stessa, ad essere più spontanea e "leggera", io ci provo ma basta un niente a farmi andare in allarme anche una semplice frase della bambina tipo "mamma non fare la monella" (volevo solo metterle il grembiulino per cenare e lei si rifiutava) dopo quella frase ovviamente ho messo via il grembiulino fregandomene se avrei dovuto rilavare i vestiti appena puliti. Esercito una rigida disciplina su me stessa: vietato innervosirsi, vietato piangere, sto attenta a tutto quello che dico e che faccio, la scrutò e la studio per vedere se ci sono segni di malessere, insomma non mi rilasso mai, giochiamo insieme, andiamo al parco, le faccio fare ogni giorno una nuova attività: pasta di sale, puzzle, giochi di tutti i tipi e torte fatte in casa. Nonostante ciò sono scappate sgridate severe anche perché i suoi capricci non sono facili da gestire, seguite da pentimento immediato con scuse, baci e abbracci. Vedo comunque la bambina abbastanza allegra e gioiosa e anche socievole e affettuosa, però è molto capricciosa e sicuramente questa è colpa mia perché a volte a causa delle mie paure e insicurezze non riesco ad essere ferma, anche questa è una cosa sbagliata.. Spesso quando lei dorme mi sfogo e piango e prego Dio che possa farla crescere e serena e felice. Tutto questo potrebbe essere possibile? Può un bambino crescere sano anche se ha un genitore borderline? In fondo io mi curo, mi impegno anche , ho delle amiche che mi vogliono bene, ogni tanto con l aiuto dei miei genitori esco e ricarico le batterie, insomma cerco di fare del mio meglio.

Buongiorno signora, sento molto la sua sofferenza interiore e mi dispiace tanto. La voglio però rassicurare dicendole, come fa il suo terapeuta, che deve viversi con più leggerezza, mettendo perciò da parte la sua diagnosi che lei sente e percepisce come un macigno dal quale non riesce a liberarsene. Se sua figlia è una bambina serena, felice, socievole e allegra lei può capire che sta facendo un buon lavoro come madre. Dal suo racconto emerge che si dedica a lei soddisfacendo i suoi bisogni emotivi e questo è molto importante, mi creda. Perciò non continui a mettersi sotto esame, a giudicarsi e a punirsi con l idea che non sarà una buona madre perché le hanno detto che è borderline, anzi, guardi le cose belle che fate insieme sospendendo il giudizio che lei si addita costantemente. I capricci di un bambino sono il tentativo di mettere alla prova la nostra forza ed è normale a volte cedere e non riuscire a far rispettare le regole o comunque lasciarsi andare ad una reazione emotiva, ad esempio la rabbia, non sempre positiva. Stia tranquilla. In bocca al lupo!

Dott.ssa Maria Provenzale

Buongiorno a tutti, Mi rivolgo a voi per chiedervi un consiglio a proposito di una situazione che mi fa stare molto male. Sono una ragazza di 25 anni e sto con un ragazzo di 30. Siamo fidanzati da un anno e mezzo e stiamo vivendo una relazione bellissima e piena di amore. Lo scorso anno riuscivamo a vederci solo un weekend si e uno no, in quanto io sono di Milano e lui è di Pisa, ma quest'anno ci vediamo più spesso grazie al fatto che lui ha trovato lavoro a Genova ed è quindi andato a vivere da solo e ci siamo avvicinati. In questi mesi abbiamo avuto quindi anche modo di sperimentare periodi di convivenza, durante i quali è andato tutto sempre a gonfie vele. La nostra relazione sembrerebbe veramente un sogno, se non fosse per un problema, un grosso problema: la mia insicurezza e gelosia. L'anno scorso mi capitava di avere forti ansie e crisi di gelosia quando usciva la sera, o in generale in occasioni simili, tuttavia era ancora una situazione gestibile. La situazione è degenerata quest'anno, da quando ha iniziato a lavorare. Il problema è che lavora in tribunale presso un ufficio, nel quale è presente una ragazza della sua età, con cui ovviamente trascorre tutte le giornate e, alcuni giorni, sono anche da soli loro due in ufficio. Questa ragazza è arrivata dopo due mesi che lui lavorava, ma sono ormai passati 4/5 mesi dal suo arrivo, eppure non riesco ancora ad abituarmici. Sono ossessionata da lei, vivo ogni giorno nell'ansia ed è costantemente il mio chiodo fisso. Ci sono stati periodi in cui sono riuscita a pensarci meno, ma poi torna tutto al punto di partenza dopo poco tempo. In questi mesi abbiamo avuto litigate molto pesanti a causa di questo motivo e lui è arrivato, almeno 2/3 volte, quasi sul punto di lasciarmi. Dice, giustamente, che non può stare con una persona che non si fida di lui e che l'unica vera minaccia per la nostra relazione sono io. Nonostante io mi renda conto di quanto sbaglio, di quanto la mia ansia sia esagerata, di quanto io debba semplicemente credergli, è più forte di me. Sono terrorizzata dall'idea che lui si possa invaghire/infatuare o addirittura innamorare di lei. Sono terrorizzata da ogni ora della giornata che passano insieme. Il fatto che loro stiano stringendo un rapporto ovviamente confidenziale e di amicizia mi manda fuori di testa. Ho paura che ogni minuto trascorso insieme a lei, sia un minuto più vicino al capire che gli piace. Oltretutto so che hanno anche diverse cose in comune, e so quanto lui apprezzi le persone che hanno le sue stesse passioni. Ho paura, tanta. Ho paura di essere sostituita. Sono costantemente insicura e non ho autostima. Penso sempre che tutte le altre siano meglio di me, fisicamente e caratterialmente. Ho fatto due anni di terapia ma non è cambiato niente. Nella mia relazione precedente (durata 5 anni) sono stata tradita due volte e l'ho scoperto solo dopo anni di sospetti. Sono sicura che questi avvenimenti abbiano peggiorato drasticamente la mia situazione. Non so come uscire da tutto questo. Amo profondamente il mio ragazzo e sono sicura che anche lui mi ami molto, però nulla basta a farmi stare tranquilla. Se dovessi perderlo a causa di queste mie problematiche, non me lo perdonerei mai. Spero mi possiate dare un consiglio. Grazie di cuore.

Ciao! Dal tuo racconto pare emergere la paura che questa relazione così importante per te possa terminare a causa della tua gelosia che sembra essere quasi ossessiva per te. Diversamente dall inizio, quando vivevate più distanti al punto che potevate vedervi solo ogni 15 giorni, la distanza non sembrava evocare in te tutte questa ansie ed era più gestibile da un punto di vista emotivo. Io partirei da questa consapevolezza per intraprendere un percorso psicoterapico volto a sostenere la tua sicurezza e fiducia in te stessa visto che senti di avere una bassa autostima . Proprio questa ti fa vacillare e ti fa sentire fragile, perciò ti consiglio di partire da te stessa. IN BOCCA AL LUPO!

Dott.ssa Maria Provenzale
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