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Esperienze
Su di me
Mi chiamo Ilaria Aruga, dopo la laurea magistrale in Psicologia Criminologica e Forense ho proseguito il mio percorso lavorativo in un centro di soste...
Formazione
- Università di Torino
Specializzazioni
- Psicologia della Salute
- Psicologia Clinica
- Psicologia giuridica
Tirocini
- SERD Servizio per le Dipendenze Patologiche (Pinerolo 2012)
- Cooperativa Paradigma (Torino 2016)
Competenze linguistiche
- Inglese
7 recensioni
Punteggio generale
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IG
Una dottoressa che ha saputo mettermi a mio agio sin dai primi minuti, mi sono subito sentita ascoltata e capita. Sono felicissima di aver intrapreso un percorso con lei.
Dott.ssa Ilaria Aruga
Cara I., sono lieta di accompagnarla in questo percorso.
La ringrazio per le sue parole e per il suo entusiasmo.
C.V.
La dottoressa Aruga è stata disponibile, puntuale, dotata di una grande empatia e professionalità. Mi sono sentita accolta e compresa come non accadeva da tempo. Continuerò sicuramente il percorso.
Dott.ssa Ilaria Aruga
Grazie per le sue meravigliose parole.
Sono davvero lieta di poterla accompagnare in questo percorso.
M. N.
La dott.ssa Aruga ha saputo accogliere la mia necessità di ascolto ed indirizzare le mie energie verso maggiore chiarezza e consapevolezza. Ho apprezzato molto l'attenzione e la prontezza di riscontro dimostrati. Consigliata
Dott.ssa Ilaria Aruga
Gentile M, sono contenta di sapere che il nostro lavoro insieme stia portando a molte consapevolezze e sono fiduciosa che ne arriveranno tante altre. Grazie molte.
G. C.
Il percorso svolto con la dott.ssa Aruga mi ha aiutato a sperimentare un maggior senso di efficacia nella mia vita quotidiana. In lei ho trovato ascolto attento, capacità nel comprendere le mie difficoltà e disponibilità professionale per tutte le mie esigenze.
La consiglio vivamente!
Dott.ssa Ilaria Aruga
Un sincero ringraziamento per le belle parole, sono
lieta di averla accompagnata in questo percorso.
G.F.
Mi sono rivolta alla dott.ssa Aruga in un momento di grande confusione e carico emotivo. Ho trovato in lei uno spazio di incontro in cui non sentirmi giudicata, accolta e sostenuta anche in ciò che mi faceva sentire fragile. Questa esperienza sta diventando un percorso capace di farmi costruire una vita migliore!
Dott.ssa Ilaria Aruga
La ringrazio per le belle parole e per permettermi di accompagnarla in questo prezioso cammino.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno vorrei fare una domanda su mio padre Mio padre 73 anni una persona sempre attiva lavoratore autonomo ora in pensione ma sempre attivo mi aiuta nel mio lavoro in qualsiasi cosa nelle faccende domestiche di tutti (non riesce a stare fermo deve fare sempre qualcosa)però è sempre nervoso non si può rivolgere nessuna domanda o se provo a fare qualcosa io contraddice sempre innervosendosi oppure se non si fa quello che si dice lui inizia a sparlare e dice non ti aiuto più perché uno non sta facendo quello che vuole lui un'altra pecca che noto è sempre al cellulare a guardare video eccetera eccetera anche che li lascio mia figlia piccolina di 4 anni la mette davanti ai cartoni e lui continua a stare sempre sul telefono poi non c'è più serenità vorrei portarlo da un dottore Però a 73 anni è difficile farlo capire il problema più grave è che ci rovina mentalmente a noi mia madre a me a mia moglie.
Gentile utente, è comprensibile che lei sia preoccupato per suo padre e per le conseguenze del suo comportamento su tutta la famiglia.
Dalle sue parole mi sembra che suo padre abbia qualche difficoltà a gestire lo stress e le frustrazioni, manifestando comportamenti irritabili e un uso eccessivo della tecnologia.
Portarlo da un dottore potrebbe essere una buona idea per valutare la sua salute mentale e fisica. Tuttavia, capisco che possa essere difficile farlo accettare a una persona anziana, soprattutto se non è abituato a prendersi cura della propria salute in questo modo.
Provi a suggerirgli di fare una visita di routine dal medico per una valutazione generale, sottolineando l’importanza di prendersi cura con tono delicato e comprensivo.
Se suo padre persiste nel dimostrarsi contrario o avverso, tenti un’altra strada: provi a coinvolgerlo in attività che potrebbero aiutarlo a gestire meglio lo stress e a trovare un maggior equilibrio (facendo passeggiate in luoghi aperti, incoraggiarlo a partecipare a un hobby o attività che lo distraggano e lo rilassino).
Per quanto riguardo l’uso del telefono, provi a spiegargli come questo comportamento faccia sentire lei o la sua famiglia, cercando di trovare un compromesso.
Resto a disposizione,
Ilaria.
Buongiorno Dottori, approfitto della vostra disponibilità per sottoporvi la mia situazione.
Sono una ragazza di 20 anni e da ottobre sono una studentessa fuorisede, perché purtroppo non sono entrata nell’università della mia città.
Al momento, abito con due coinquiline, ma mi sento a disagio: loro frequentano lo stesso corso di laurea, quindi stanno 24/7 insieme, mentre con me passano sì e no poche ore, quindi è normale che non ci sia lo stesso livello di confidenza. Tra loro escono, vanno a mangiare fuori, si abbracciano, cucinano insieme, cose che con me non fanno mai (non mi rendono partecipe e lo vengo a sapere soltanto dopo). Talvolta ignorano i miei messaggi, entrano/escono di casa e neanche mi salutano, oppure passano giorni in cui non ci incrociamo in corridoio e non ci rivolgiamo la parola. Tutto ciò mi fa veramente male, mi dispiace, perché a volte mi sento un’incomoda, come se fossi ospite in casa loro. In questi mesi, fatta eccezione per l’università, sto passando la mia vita confinata tra camera e cucina, perché purtroppo non abbiamo momenti di convivialità e condivisione, come invece immagino che dovrebbe essere.
La mia idea adesso sarebbe di prendere un piccolo appartamento da sola: infatti, fin da ragazzina (14/15 anni circa) sono stata abituata a stare a casa da sola, perché i miei genitori uscivano presto per andare al lavoro e rientravano per cena, e adesso sento che questa libertà mi manca tantissimo. Mi manca avere i miei ritmi e poter fare quello che voglio, quando voglio, cosa che chiaramente vivendo con le coinquiline non è possibile.
D’altro canto, però, visto che per carattere tendo ad isolarmi, ho paura che il vivere da sola possa accentuare questa cosa, anche se in realtà, abitando in una casa tutta mia, potrei invitare chi voglio, tra amici, parenti, ecc., così da avere comunque un po’ di compagnia. E poi ovviamente potrei continuare a coltivare le amicizie nate in università.
L’unico contro che mi viene in mente è che molti dei miei amici dell’università sono pendolari oppure tornano a casa il weekend, quindi il rischio è di ritrovarmi del tutto sola in quei giorni. In questo periodo, quando posso, torno a casa anch’io (per evitare le coinquiline), però, così facendo, so di non star vivendo la vita da fuorisede a pieno. Diciamo quindi che se avessi casa libera e/o avessi qualcosa da fare, non mi dispiacerebbe restare anche nel fine settimana e tornare a casa un po’ più sporadicamente.
Il mio istinto mi dice questo, ma non so se la cosa migliore alla fine sia semplicemente cambiare casa e coinquiline, magari trovando qualcuno più affine a me (anche se è sempre una scelta a scatola chiusa). Non voglio fare l’eremita, ma non voglio neanche rinunciare ai miei spazi e ai miei ritmi, e non è semplice.
Altra opzione ancora sarebbe provare ad entrare nell’ateneo della mia città, almeno tornerei a vivere con i miei genitori e si risolverebbero tutti i problemi di coinquilinaggio, però devo ammettere che cambiare aria e città non mi è dispiaciuto affatto, anzi, ne avevo bisogno.
Spero di aver spiegato bene la situazione, per quanto intricata, e i miei dubbi al riguardo. Accetto super volentieri consigli e punti di vista esterni. Grazie mille.
Ciao! Vorrei iniziare col dirti che nel presentare la situazione, con molta accuratezza per quanto lo consenta la scrittura, ho percepito desiderio di cambiamento. Capisco che la tua situazione sia complessa e ti vorrei esporre alcune opzioni da considerare:
Prima di tutto, è importante capire cosa desideri davvero. Se senti il bisogno di avere i tuoi spazi e i tuoi ritmi, vivere da sola potrebbe essere una buona soluzione. Tuttavia, come hai detto, c'è il rischio di isolarti ulteriormente. Per affrontare questo rischio, potresti pianificare attivamente di invitare amici o familiari a casa tua per trascorrere del tempo insieme. Inoltre, potresti considerare l'opportunità di coinvolgerti in attività extracurriculari o gruppi di studio all'università per incontrare nuove persone e mantenere vivo il tuo circolo sociale.
Se decidi di cercare un nuovo alloggio e nuove coinquiline, potresti dedicare più tempo alla ricerca per trovare persone con cui ti senti più in sintonia. Anche se è una scelta a scatola chiusa, puoi provare tramite le tue conoscenze e la rete universitaria a “sondare un po’ il terreno”.
L'opzione di tornare a vivere con i tuoi genitori e frequentare l'università nella tua città potrebbe risolvere i problemi di coinquilinaggio, ma è importante valutare se sei disposta a rinunciare alla tua indipendenza e alla tua libertà. Se tornare a casa non ti entusiasma molto e hai bisogno di cambiare aria, potrebbe non essere la soluzione ideale per te.
Mi permetto di consigliarti di parlare con amici, familiari, un docente universitario con con cui ti trovi affine e riflettere attentamente su queste e altre opzioni. Tieni a mente che è importante prendere decisioni che ti rendano felice e soddisfatta. Buona fortuna!
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