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Dott. Giuseppe Crupi Fisioterapista Osteopata
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Il bendaggio funzionale è una tecnica di immobilizzazione modulare volta a ridurre i tempi di guarigione rispetto alle metodiche di immobilizzazione tradizionali. Questo fa si che il paziente possa comunque svolgere le attività giornaliere quotidiane senza un impedimento funzionale.



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L’elettroterapia antalgica o Tens, è una tecnica fisioterapica con effetto antalgico che utilizza la stimolazione selettiva dei nervi periferici da parte di impulsi elettrici, consentendo il trattamento contro il dolore in maniera efficace.

Accompagnando il paziente nel percorso riabilitativo, le terapie strumentali vengono utilizzate a scopo terapeutico-analgesico, applicate da sole o incluse in un programma più completo di rieducazione motoria, per affiancare sinergicamente massaggi terapeutici, mobilizzazioni articolari, rieducazioni funzionali e rinforzo muscolare.



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L’esame consiste nel far camminare per pochi metri il soggetto su una piattaforma sensibile alle forze applicate verticalmente attraverso i piedi.
La piattaforma è costituita da migliaia di piccoli sensori di forza, disposti come le tessere di un mosaico. Il piede, applicando pressione sui diversi sensori, ad ogni appoggio lascia una “impronta” virtuale che viene letta da un computer.
Il test, molto rapido e del tutto non invasivo, può essere ripetuto facilmente in diverse condizioni: per esempio con e senza calzature, con e senza plantari, a diverse velocità medie di cammino, prima e dopo una cura.
L’esame misura i parametri spazio-temporali del passo: lunghezza, larghezza e durata del passo destro e sinistro, tempi di appoggio su uno o su due piedi, distribuzione delle pressioni esercitate sulla pianta del piede.
Viene anche misurata la velocità media di cammino.



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La ginnastica posturale è un insieme di esercizi che hanno lo scopo di riportare l’equilibrio muscolare dell’individuo, in numerosi la praticano per provare a risolvere il mal di schiena.

Essa va ad intervenire sulle parti del corpo rigide o dolorose, con benefici per la postura e per l’equilibrio. Andiamo ad analizzare quando è vantaggioso praticarla e se ci sono esercizi da fare a casa.

La ginnastica posturale è una tipologia di ginnastica cruciale non solo per chi ha fastidi alla schiena, talvolta connessi ad una postura sbagliata, ma anche a scopo preventivo. Infatti risulta decisamente utile per fare attività preventiva contro l’insorgenza di dolori al collo, spalle e schiena perché va a migliorare la mobilità delle articolazioni e l’elasticità dei muscoli.



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Il laser ad alta potenza è un’apparecchiatura in grado di emettere un’onda elettromagnetica ( LUCE LASER ) prodotta attraverso l’attivazione del mezzo attivo in un risonatore ottico.

I moderni HIGH POWER LASER sono pulsati e superpulsati, ciò vuol dire che la sorgente emette luce in modo pulsato (impulsi brevissimi nell’ordine dei nanosecondi).

Un laser con le caratteristiche descritte consente di unire l’effetto antalgico ( antidolorifico ) ottenuto con basse frequenze con l’effetto anabolico ( di biostimolazione e rigenerazione tissutale ) ottenuto con alte frequenze.

Andiamo ad analizzare più nello specifico le reazioni fisiche di questa tecnologia terapeutica e gli effetti che può darci sui tessuti interessati da un danno acuto o cronico.

Riduce il dolore
L’ azione antalgica del laser si esplica sfruttando l’effetto fotoelettrico attraverso cui è possibile inibire la conduzione nervosa delle vie nocicettive (quelle responsabili della sensibilità dolorosa).

Riduce l’infiammazione
L’azione antiflogistica (antiinfiammatoria) si esplica sfruttando effetti di tipo biochimico e metabolico. Ricordiamo che il processo infiammatorio acuto è un processo che l’organismo mette in atto per rispondere ad un danno tissutale di varia entità che può risolversi autonomamente in circa 72-96 ore. Nel caso l’infiammazione acuta non si risolvesse entro questo lasso temporale diventa fondamentale intervenire per evitare reazioni chimiche e metaboliche che possano portare gradualmente alla fase cronica dell’infiammazione, in cui è possibile avere alterazione della cicatrizzazione del tessuto danneggiato con conseguenti alterazioni funzionali.

Riduce l’edema
Sempre utilizzando gli effetti biochimici e metabolici del laser è possibile ottenere l’azione antiedemigena (cioè di riduzione dell’edema). Proprio un eccesso di edema nei tessuti ed il mancato riassorbimento nei normali tempi fisiologici, conseguente ad un trauma o ad un sovraccarico funzionale può determinare la cronicizzazione del danno. L’azione antiedemigena del laser ci consente di evitare tale eventualità andando ad agire sul sistema venoso e linfatico responsabile del corretto processo di riassorbimento dell’edema.

Terapia innovativa: cura delle patologie cronico-degenerative

L’effetto probabilmente più straordinario e rivoluzionario del laser ad alta potenza è quello anabolico. Tale effetto consente di andare ad agire sui processi biochimici responsabili in particolar modo delle patologie cronico degenerative dell’apparato muscolo-scheletrico come artrosi o tendinosi per arrestare l’evolversi della patologia e negli stadi iniziali della patologia anche alla restitutio ad integrum del tessuto, cioè alla guarigione completa.

È facile comprendere come riuscire ad avere una diagnosi precoce di patologie così diffuse e in grado di condizionare altamente la qualità di vita di chi ne è affetto, sia determinante per poter approntare un piano riabilitativo e terapeutico mirato, per riuscire a curare tali patologie ritardando il più possibile o addirittura evitare l’intervento chirurgico.

Sono ormai numerosi gli studi e le pubblicazioni internazionali che hanno dimostrato gli effetti rigenerativi del laser alta potenza su cellule come condrociti ( cellule della cartilagine ) e tenociti ( cellule tendinee in numerose patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.

Quali patologie possono essere trattate efficacemente con il laser?
Infiammazioni acute e croniche
Sindrome dolorosa radicolare e periferica (es. ERNIA DEL DISCO E ARTROSI VERTEBRALE)
Lesioni muscolari (contusioni e lesioni di I e II grado)
Lesioni tendinee e/o legamentose
Lesioni articolari (distorsioni, sublussazioni e lussazioni)
Tendinopatie (es. epicondiliti, tenosinoviti, tendinosi)
Condropatie
Artrosi



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Nella magnetoterapia vengono utilizzati impulsi elettromagnetici a bassa frequenza, al fine di dare un aiuto nella cura di diverse sintomatologie legate a stati infiammatori o a patologie ossee.
Tali impulsi elettromagnetici agiscono sulle membrane cellulari ripristinando il loro corretto potenziale che è fondamentale per assicurare l’apporto di nutrienti all’interno della cellula.

Vantaggi:
I campi magnetici riattivano la circolazione sanguigna, migliorando l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti. Nel caso delle cellule nervose, il più rapido recupero del potenziale di membrana è in grado di aumentare la soglia di percezione del dolore, inducendo di fatto un certo effetto analgesico.

A livello di organi e strutture anatomiche, questi effetti si traducono in analgesia, riduzione dell’infiammazione, stimolo al riassorbimento degli edemi.

In più i campi magnetici pulsati hanno un particolare effetto di stimolazione della migrazione degli ioni di calcio all’interno dei tessuti ossei, che sono in grado di indurre il consolidamento della massa ossea e favorire la riparazione delle fratture.

Indicazioni specifiche:
È una terapia indicata per pseudo-artrosi, osteonecrosi, artrosi, algoneurodistrofia, sindromi canalicolari (ad es. il ‘tunnel carpale’), cervicalgia, lombalgia, periartrite di spalla, epicondilite.

Nel caso di Osteoporosi favorisce la mobilizzazione degli ioni di calcio e il consolidamento dell’osso osteoporotico, concorrendo alla riduzione del dolore.

Inoltre è utilizzata in caso di edemi d’origine traumatica o infiammatoria, lesioni cutanee a difficile guarigione (ulcere post-traumatiche o flebostatiche, decubiti, ustioni).



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La manipolazione viscerale è la pratica di un osteopata esperto che usa le sue mani per rilasciare restrizioni fasciali nell’addome e nel bacino, per incoraggiare il normale movimento e la funzione degli organi interni. Molte persone hanno familiarità con l’idea di restrizioni articolari e muscolari che causano senso di oppressione, dolore e movimento limitato nei loro corpi, ma non considerano il ruolo dei loro organi.


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La pressoterapia è un trattamento estetico sia per la donna che per l' uomo che attraverso la stimolazione meccanica di diverse aree del corpo aiuta a migliorare la funzionalità del sistema linfatico e circolatorio. È possibile parlare di un massaggio drenante, vero e proprio, effettuato con dispositivi pneumatici a controllo computerizzato. Il progressivo afflusso e deflusso dell’aria compressa nei cuscini permette di massaggiare i tessuti riattivando la microcircolazione e gli scambi metabolici.



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La radiofrequenza è un trattamento non invasivo che sfrutta l'azione di onde elettromagnetiche per contrastare diversi tipi di inestetismi, nel dettaglio trova applicazione nel trattamento di inestetismi del tempo, lassità cutanea, smagliature e perfino cellulite.



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La riabilitazione del pavimento pelvico è una branca della fisioterapia che si occupa delle disfunzioni del perineo, un sistema muscolare complesso localizzato nel basso ventre.
La riabilitazione del pavimento pelvico è fondamentale nel trattamento di:

- Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o mista;
- Incontinenza fecale;
- Prolassi di vescica, utero, retto;
- Dispareunia o dolore sessuale;
- Disfunzioni sessuali, come disfunzione erettile ed eiaculazione precoce;
- Dolore pelvico e lombare cronico.

Occorre precisare che la riabilitazione del pavimento pelvico gioca un ruolo fondamentale:

nel pre e post parto, a causa delle grandi modificazioni corporee che la gravidanza comporta;
prima e dopo interventi alla prostata, alla vescica, all'uretra e all’utero, sia a scopo preventivo che curativo: spesso, infatti, la fisioterapia può aiutare a scongiurare o limitare il pericolo dell’incontinenza e dei prolassi.
Gli obiettivi della riabilitazione del pavimento pelvico sono:
ripristinare l’attività degli sfinteri uretrale e anale, due muscoli che consentono la continenza quando sono contratti e lo svuotamento quando sono rilassati;
normalizzare il tono muscolare del perineo;
ripristinare la coordinazione e la sinergia dei muscoli addominali e perineali;
verificare ed eventualmente correggere la dinamica respiratoria;
consigliare un’adeguata strategia comportamentale minzionale;
consigliare una corretta assunzione di liquidi e alimenti per facilitare il regolare svuotamento di vescica e intestino;
consigliare e addestrare all'utilizzo di ausili terapeutici.

Le tecniche e metodologie eseguite dal fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico sono:
- Terapia manuale: consiste nell’esecuzione di metodiche e tecniche fisioterapiche nelle quali è richiesta la massima attenzione e collaborazione fisioterapista-paziente.
La fisioterapia perineale prevede quattro fasi:
a) presa di coscienza del perineo per imparare a sentirlo e riconoscerne la funzione;
b) eliminazione degli schemi errati di attivazione muscolare e dei compensi patologici;
c) rinforzo o rilasciamento dei muscoli perineali in base alla disfunzione o danno presente;
d) utilizzo corretto dei muscoli perineali nella quotidianità, acquisizione della capacità di attivazione automatica durante il movimento, la respirazione, il mantenimento delle diverse posture. Per far ciò il terapista usa stimoli tattili che guidano e facilitano il rinforzo ed il reclutamento muscolare, le manovre di allungamento e rilasciamento muscolare e fasciale. Per consentire una corretta funzione del perineo è necessario che la postura sia il più possibile fisiologica; si farà ricorso a specifiche posture terapeutiche attive guidate dal fisioterapista, integrate a mobilizzazioni articolari, attivazioni muscolari coordinate e respirazione corretta.
La manualità e la sensibilità proprie del fisioterapista specializzato in terapia manuale e rieducazione posturale consentono di ripristinare la funzionalità e l’equilibrio tra i sistemi posturali, respiratori e perineali nel loro insieme;

- Terapia comportamentale: è un approccio complesso che si basa sulla presa di coscienza e consapevolezza del funzionamento del perineo, della gestione dei corretti ritmi di svuotamento e contenzione grazie al “bladder training” o allenamento vescicale, della corretta attivazione dei muscoli del pavimento pelvico durante le attività quotidiane evitando situazioni in cui la pressione addominale aumenta in modo incontrollato. Sono molte le strategie che il fisioterapista insegnerà per gestire al meglio e limitare l’incontinenza, l’importante è la motivazione al trattamento, attenersi alle indicazioni date ed essere costanti nell’eseguire gli esercizi prescritti.



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La riabilitazione neuromotoria è quella branca della riabilitazione volta al recupero delle funzioni motorie e all’apprendimento di strategie adattative in soggetti colpiti da malattie neurologiche.



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La riabilitazione ortopedica è rivolta al recupero di capacità funzionali motorie ridotte o perdute per malattia o traumatismi e al mantenimento e recupero di funzioni che vanno indebolendosi nel corso di malattie croniche, segnatamente di tipo ortopedico-traumatologico o reumatologico.



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La riabilitazione post traumatica è un percorso fisioterapico finalizzato a raggiungere il recupero completo della funzionalità e delle attività motorie del paziente dopo un evento traumatico. Prevede una serie di esercizi riabilitativi e di terapie secondo tecniche ottimizzate ad hoc, in base all’ età, alle caratteristiche fisiche e fisiologiche del paziente, ma soprattutto in base al tipo di trauma subito.


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La riabilitazione sportiva è quella branca della fisioterapia che, come suggerisce il nome, si occupa elettivamente di pazienti sportivi: della loro prevenzione, cura e riabilitazione.

Questo tipo di riabilitazione e più precisamente per questo tipo di pazienti, il fisioterapista ha un modus operandi differente da quello che applica nei pazienti non sportivi. Spesso infatti c’è una maggiore frequenza delle sedute, soprattutto se occorre riabilitare  il paziente prima di una gara, inoltre si hanno tempi di recupero differenti dettati dalla buona condizione fisica e il più delle volte anche dalla giovane età dei soggetti trattati (che sono per lo più under 40).

Gli stessi protocolli di esercizi sono di qualità, intensità, di quantità superiore rispetto a un paziente non sportivo o anche semplicemente non agonista, poiché l’obbiettivo del ciclo fisioterapico in questo caso non riguarda solo il ripristino delle capacità motorie della regione lesa, ma il recupero ottimale della performance sportiva che il soggetto aveva prima dell’infortunio. Alcuni fattori non solo sono diversi rispetto ad altri ambiti fisioterapici ma talvolta sono opposti.

L’aspetto motivazionale ad esempio: molto frequente il fisioterapista in ambito sportivo deve saper "gestire" la grande motivazione del paziente, dato che solitamente ha molta voglia di tornare ad allenarsi il prima possibile, altrimenti si può verificare il rischio che il soggetto esegua più esercizi del dovuto o che torni muoversi senza aspettare i tempi biologici indicati, rallentando i progressi ottenuti.

Una dinamica totalmente opposta accade durante la terapia ad una persona magari anziana, senza un forte stimolo che la spinga a recuperare.



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La Tecarterapia, nota anche come Tecar, è un trattamento elettromedicale, che permette un più veloce recupero da traumi e patologie infiammatorie dell'apparato muscolo-scheletrico.
La Tecar prevede l'utilizzo di un dispositivo molto particolare, basato sul principio fisico del condensatore e capace di generare calore all'interno dell'area anatomica bisognosa di cure.
La Tecarterapia può lavorare in due modalità: la modalità capacità, adatta alla cura dei problemi ai tessuti molli, e la modalità resistiva, indicata per il trattamento dei disturbi ossei, articolari, cartilaginei ecc.
Dipendenti dall'energia erogata dal dispositivo, gli effetti biologici della Tecar sono, principalmente, tre: aumento del microcircolo, vasodilatazione e incremento della temperatura interna.

Le patologie che beneficiano della tecarterapia sono:

– problemi muscolari (strappo muscolare, stiramento muscolare, contrattura muscolare, edemi ed ematomi)
– tendiniti e tendinosi
– epicondilite ed epitrocleite
– dolori cervicali e dolori lombari (cervicalgie, lombalgia, lombocruralgia)
– post chirurgia del ginocchio (menisco, LCA)
– post chirurgia della spalla (cuffia dei rotatori, sovraspinato, capo lungo bicipite, spalla congelata)
– artrosi e artrite
– Trattamento dei Trigger point
– distorsione alla caviglia
– coxoartrosi ed esiti di protesi anca
– pubalgia
– fascite plantare
– Tallonite
– capsulite adesiva
– cicatrici chirurgiche



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Le onde d’urto sono una metodica innovativa non invasiva ed estremamente efficace per il trattamento di molte patologie a carico delle ossa e dei tessuti “ molli” ( tendini, legamenti ecc ecc.)
Le applicazioni variano in base alla patologia da trattare e le patologie che se ne avvalgono sono:
-Tessuti ossei
-Ritardi di consolidamento/pseudoartrosi
-Necrosi asettica testa omero/femore
-Fratture da stress
-Frattura dello scafoide
-Dolori ai piedi
-Algodistrofia
-Calcificazione spalla
-Osteocondrosi
-Patologie dei tessuti molli:
Condrocalcinosi gomito, anca, ginocchio
-Rigidità articolare spalla/gomito/anca/gin.
-Calcificazione e ossificazione
-Miositi ossificanti
-Fibromatosi di muscoli, legamenti, fasce
-Tendinopatie dei tessuti molli
-Tendinopatia calcifica di spalla
-Epicondilite laterale di gomito
-Tendinite trocanterica
-Tendinite della zampa d’oca
-Tendinite post-traumatica di ginocchio
-Tendinite del rotuleo
-Tendinite del tendine d’Achille
-Fascite plantare con sperone calcaneare



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La Terapia Miofasciale è una tenica fisioterapica utile per trattare, in fase riabilitativa, tutti quei sintomi che colpiscono l'apparato locomotore a seguito di traumi vari.
Il trattamento consiste in una serie di manipolazioni e massaggi con polpastrelli e gomiti, a seconda del settore del corpo da trattare. Si va cosi ad agire principalmente sul tessuto connettivo, ricoprente muscoli e organi, detto "fascia corpis".

Essa è particolarmente elastica cosi da riuscire ad assorbire gli stress fisici che possono colpire il corpo, ma in caso di traumi o colpi di freddo essa può riportare difficoltà di funzionamento, e con la terapia miofasciale si cerca appunto di distenderla per riportarla alla loro normale funzionalità.



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Esistono diversi tipi di mal di testa, o cefalea, codificati in base alle caratteristiche dei sintomi. Le cefalee vengono classificate come primarie (senza una causa apparente) e secondarie (conseguenti ad un problema preciso).

Le cefalee primarie più comuni sono la Cefalea di Tipo Tensivo e l’Emicrania, e sebbene con caratteristiche diverse, entrambe sono caratterizzate da un’origine multifattoriale, verosimilmente riconducibile ad uno stato di ipereccitabilità e irritabilità di alcune strutture del sistema nervoso centrale. Questo significa che il cervello elabora in maniera alterata e sovradimensionata alcuni degli stimoli che riceve, contribuendo a scatenare o peggiorare un attacco di mal di testa. Questi stimoli possono essere riconducibili a stress termico (caldo/freddo), stress emotivo, disturbi del sonno, intolleranze alimentari, disturbi visivi o oculomotori, dolori articolari cervicali, dolori muscolari (trigger o tender points), disfunzioni dell’articolazione temporomandibolare. Tra le persone con Cefalea di Tipo Tensivo ed Emicrania, più dell’80% riferisce dolore o rigidità cranio-cervicale e tra il 50-70% dolori mandibolari.

Esistono anche forme di cefalea secondaria, come la Cefalea Cervicogenica e la Cefalea da Disordine Temporomandibolare, che sono causate direttamente da disturbi di mobilità articolare o di rigidità muscolare relativi al tratto cervicale della colonna o all’articolazione temporomandibolare.

TRATTAMENTO
Il trattamento delle cefalee secondarie ad origine cervicogenica o temporomandibolare consiste nell’individuare durante la valutazione fisioterapica le specifiche strutture da cui originano i sintomi e trattarle tramite mobilizzazioni/manipolazioni articolari, tecniche miofasciali e di neurodinamica. Questo trattamento manuale, associato a specifici esercizi, risulta di straordinaria efficacia nel trattare questo tipo di patologie.

Il trattamento delle cefalee primarie richiede invece un tipo di intervento multidisciplinare. Innanzitutto è necessario un inquadramento medico neurologico e successivamente una valutazione fisioterapica per individuare, tramite apposite manovre e test, quanto i fattori cervicali e temporomandibolari siano influenti nella cefalea lamentata dal paziente. Se ritenuti rilevanti verranno trattati in maniera specifica tramite mobilizzazioni/manipolazioni articolari, tecniche miofasciali e di neurodinamica, esercizi specifici. Questo tipo di trattamento riduce significativamente l’irritabilità del sistema nervoso e contribuisce a diminuire, spesso in maniera importante (50%), la frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi, e migliora la responsività al trattamento farmacologico. In questo tipo di disturbi il fisioterapista, oltre al trattamento manuale delle afferenze cervicali e temporomandibolari, può aiutare il paziente a ritornare gradualmente ad uno stile di vita sano e attivo, mettendolo in condizione di iniziare e/o riprendere la pratica di attività fisica aerobica (fondamentale per mantenere i benefici e ridurre ulteriormente la sensibilizzazione del sistema nervoso).



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L‘Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) è il giunto di cerniera che collega la mandibola alle ossa del cranio ed è intimamanete connesso con i muscoli masticatori, facciali, del collo e della spalla. Ne consegue che una alterazione della fisiologica dinamica muscolare possa innescare un processo flogistico e degenerativo dell’articolazione come, viceversa, possa innescarsi il meccanismo opposto quando un evento esterno altera l’anatomia dell’ATM (traumi, interventi etc…) creando disequilibri alla muscolatura ad essa connessa.

I sintomi più frequenti sono:

• dolore ai muscoli della masticazione

• dolore alla zona periauricolare

• click in apertura e/o in chiusura delle fauci

• acufeni

Il trattamento usa una serie di tecniche utilizzate per correggere disfunzioni legate all’articolazione temporo-mandibolare, che collega il cranio alla mandibola permettendole di muoversi.

Mal di testa, vertigini, dolori cervicali e dorsali possono essere legati a problematiche a livello temporo-mandibolare. Un piccolo disallineamento della mascella o dei denti, causato da traumi, operazioni, stress, può infatti provocare un disallineamento generale nella postura del corpo causando l’insorgere di numerosi disturbi.

Tra i principali sintomi ci sono ad esempio affaticamenti durante la masticazione, rumori a livello articolare nell’aprire o chiudere la bocca, mal di testa collegati a tensioni muscolari, sensazione di rigidità al viso e dolori quando si appoggia la testa sul cuscino.

La rieducazione ATM si avvale di numerose tecniche con l’obiettivo di recuperare una corretta funzione masticatoria. Le principali tecniche rieducative sono la terapia manuale e tecniche di rilassamento miofasciale, la rieducazione posturale e le attività di recupero funzionale. La loro applicazione, unita ad un monitoraggio costante da parte di uno specialista, favorisce il miglioramento delle disfunzioni temporo-mandibolari.

A volte i muscoli della masticazione, che sono attorno all’articolazione temporo mandibolare, possono andare incontro a spasmo e contratture causando dolori anche molto forti alla testa ed al collo oltre a difficoltà di apertura della bocca che può aprirsi in maniera limitata o asimmetrica.

Le sedute hanno usualmente una cadenza settimanale e la durata di 30-60 minuti, in base alle risposte e necessità corporee del paziente.



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Il trattamento manipolativo osteopatico si basa sulla palpazione e manipolazione delle zone del corpo del paziente per la valutazione e il trattamento delle disfunzioni, allo scopo di favorire le naturali capacità dell’organismo verso la guarigione e il mantenimento di una buona salute. L’osteopata utilizza diverse tecniche terapeutiche (di allungamento, pressione dolce e resistenza) muscolo-scheletriche, mio fasciali, craniali, viscerali e linfatiche.



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Su di me

Sono Giuseppe Crupi, metto a disposizione le mie competenze come fisioterapista e osteopata per aiutare le persone a raggiungere il benessere fisico e...

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  • Laurea Fisioterapia Università Messina
  • Diploma in Osteopatia 24 Marzo 2022 - Milano
  • – Approccio sistemico alle patologie dell’apparato muscolo- scheletrico: trattamento della fascia, trigger point e sistema linfatico. Evidenze scientifiche e trattamenti mediante l’utilizzo di theal therapy. 17/06/2020
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Abbiamo iniziato un percorso per la salute dei Piedi che durante i mesi passo dopo passo a dato i suoi frutti.


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Non posso parlare di competenza perché non è il mio campo ma persona molto professionale penso che riuscirà a risolvere i miei problemi motori. È stata solo la mia prima visita


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Presso: Dott. Giuseppe Crupi Fisioterapista Osteopata prima visita fisioterapica

Dottore simpatico e preparato nello specifico !


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Ottino professionista, cortese, disponibile, preparato. Consigliato


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Molto professionale, attento e cordiale, sono molto soddisfatta


M
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Presso: Dott. Giuseppe Crupi Fisioterapista Osteopata fisioterapia

Specialista disponibile e professionale molto dettagliato nelle spiegazioni. Mi sono trovata bene lo consiglio.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve ho notato che la parte bassa della bocca, quando ho la bocca chiusa tende a spostarsi verso destra causandomi scarsa qualità di respirazione e posizionamento innaturale della lingua, a cosa è dovuto?

Buongiorno, si tratta di disturbi dell’ ATM, ( articolazione temporomandibolare ), prima di tutto è importante che faccia una valutazione adeguata con uno gnatolgo e un fisioterapista esperti in queste disfunzioni. Il consiglio è di eseguire un lavoro di equipe con indicati professionisti. Cordiali Saluti

Dott. Giuseppe Crupi

Buonasera. Sono una ragazza di 22 anni e da un paio di giorni avverto un dolore tra la cavità ascellare sinistra e la zona intercostale, il dolore persiste quando, alzando il braccio, tocco la zona interessata e dolente. Il dolore non si manifesta ogni giorno ma in modo sporadico. Cosa potrebbe essere?

Buongiorno, per valutare bene la sua situazione serve valutare di persona la sintomatologia clinica, fare una diagnosi differenziale per capire bene come poterla aiutare. Le consiglio di affidarsi ad un fisioterapista. Cordiali Saluti

Dott. Giuseppe Crupi

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