Dr.
Giorgio Paltrinieri
Psicologo,
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Esperienze
sono sposato con Susanna, che fa la mia stessa professione
Abbiamo due figlie.
Da circa otto anni abbiamo aperto uno studio privato e pratico la libera professione di psicologo
Non sono nato psicologo, ho svolto molti lavori in vari ambiti e contesti organizzativi.
Il lavoro in studio con clienti privati mi appassiona molto e posso affermare
di aver scelto il mestiere fatto su misura per me.
Mi occupo principalmente di consulenza e trattamento individuale,
per problemi di ansia, disturbi dell'umore, di personalità, difficoltà relazionali, gestione della rabbia,
disturbi del comportamento alimentare, e dipendenze sia da gioco, sostanze e affettive
Per la coppia mi occupo di gestione di crisi situazioni conflittuali, e tradimenti.
Sono specializzato anche nella valutazione e trattamento dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) oltre a trattare altre problematiche tipiche dell'età evolutiva in particolare l'adolescenza.
Psicologo del lavoro su servizi alla persona per implementare le competenze sia professionali sia trasversali finalizzato a costruire nuove scelte professionali e piani di carriera centrati sulla persona. Per l'azienda consulente di processo per creare nuovi contesti di lavoro dove la comunicazione e la relazione all'interno di un'organizzazione siano il motore per favorire benessere ed quindi efficienza.
Formatore per contesti aziendali o enti di formazione.
Credo fermamente che la "cura" che posso offrire, stia principalmente nella creazione ed evoluzione di una relazione di fiducia reciproca dove le parole e gli sguardi, possano essere gli ingredienti per sviluppare un nuovo modo di narrarsi che influisce sensibilmente nella creazione di nuove mappe neuronali, che sbloccano la persona,
o la coppia, trovando da soli la soluzione ai propri problemi, permettendo di perseguire nuove strade per una migliore esistenza volta verso il benessere.
65 recensioni
Punteggio generale
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F.R.
Ho deciso di rivolgermi a Giorgio perché a pelle sentivo fosse la persona giusta e ad oggi sono fermamente convinta di ciò. È una persona attenta ai minimi dettagli dotata di grande intelligenza e soprattutto di grandissima empatia. È un periodo buio,ma con il suo aiuto so di potercela fare. Grazie di cuore.
Nicola De Prisco
Sono stato in terapia con Giorgio per più di anno e mi sono trovato benissimo. E' una persona empatica, professionale, onesta e preparata. Il percorso terapeutico mi ha aiutato, insieme ad altre componenti, a realizzare una crescita personale e a stare meglio. All'inizio mi ero dato tre obiettivi e li ho raggiunti tutti e tre: certo, anche grazie ad altre persone, anche a seguito di eventi esterni non desiderati, ma il percorso è stato un fattore considerevole. Lo consiglio al 100%.
Lucilla
Ottimo medico,molto pacato in termini e spiegazioni
Lo consiglio
PA
Primo incontro, molto soddisfatto dell'attenzione durante la mia esposizione
S.p
Ottima mi sono trovato a mio agio ,preciso ed efficace!!
GG
Ho piena fiducia in Giorgio. Mi segue ormai da qualche anno, ha grandi capacità comunicative, estremamente empatico, un punto fermo.
Mi trasmette molta sicurezza e mi sta aiutando a superare gli ostacoli che non mi fanno crescere come persona e mi impediscono di vivere serenamente.
P.S.
Il colloquio è sempre piacevole, riesce a metterti a tuo agio e presta una una certa attenzione ai particolari.
Caterina
Come primo incontro sono rimasta molto soddisfatta. Il dottore mi ha trasmesso molta tranquillità mettendomi subito a mio agio.
Silva B.
Aperto, disponibile ed empatico. Mette a proprio le persone
C.S.
Ho avuto il primo colloquio col dottor Giorgio ormai un anno fa: cercavo una persona con cui confrontarmi, che fosse esterna una mi cerchi familiare e alle mie amicizie, ma che potesse darmi quella opinione oggettiva e possibilmente professionale. Nel dottor Giorgio ha trovato una persona molto disponibile, professionale ed empatica che mi ha dato modo di fidarmi e di aprirmi. Sa metterti a tuo agio, instaurando fin da subito un buon rapporto amichevole e di fiducia pur senza perdere la sua professionalità. Era proprio ciò che stavo cercando
Risposte ai pazienti
ha risposto a 13 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono una ragazza di 24 anni che soffre d'ansia con sintomi dal 2012, sono sempre stata una persona dal carattere molto timido e credo che questo ha influito in qualche modo. Ho subito per quasi tutto il mio percorso scolastico bullismo, più psicologico che fisico, forse la paura del giudizio della gente nasce anche da questo. Sono cresciuta in un ambiente familiare in cui le urla e i litigi erano quasi all'ordine del giorno, i miei genitori sono persone che non hanno veri e propri amici da frequentare, solo persone/conoscenti con cui fermarsi a fare due chiacchiere, sono rari i casi in cui qualcuno viene a farci visita. Tutte quelle "amicizie" o semplici conoscenze che ho avuto le ho rovinate, abbandonate proprio a causa dell'ansia e della paura. Sempre a causa di questa sorta di ansia sociale avevo abbandonato la scuola. Ho avuto vari consulti dal vivo, 2 psicologhe dell'ASL con cui avrò fatto 3 o 4 sedute, uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale privato, ma sin dal primo incontro non stesi per niente a mio agio lì dentro. Passato qualche anno fui "costretta" ad affrontare una sorta di vacanza con un mio parente e altri miei coetanei che non conoscevo, presa dall'ansia contattai una psicoterapeuta privata, da lì in poi iniziai un percorso con lei, mi sono trovata bene sin da subito, sono riuscita ad affrontare alcune situazioni sociali, a diplomarmi e a prendere la patente anche se adesso non guido ancora da sola. Nell'ultimo anno di scuola decisi anche di voler iniziare una terapia farmacologica per i sintomi, sentivo che solo la psicoterapia non mi bastava. Ho fatto quasi 3 anni di psicoterapia (faceva riferimento allo psicodramma), tra tira e molla, arrivo a capire che il mio problema è anche la resistenza al cambiamento, da qui la decisione di entrambe (dopo averne parlato a lungo) di chiudere la terapia. Vivo con questa resistenza da qualche anno, anche se sono convinta di avercela avuta sempre. Inizio ad avere paura anche per il mio futuro, se sono ancora qui è grazie a due genitori che nel bene o nel male non mi lasciano mai sola. Ho paura di non riuscire a sbloccarmi da questa situazione, perchè so che adesso è un problema mio e nessuno in questo può aiutarmi. Ho paura di come sarà la mia vita dopo che i miei genitori non ci saranno più. Spesso ho pensieri suicidi (non ne ho il coraggio), ho iniziato ad avere questi pensieri con la nascita dell'ansia e quindi già dal 2012 ci pensavo, mi immaginavo i modi e i posti in cui farlo, ricordo che guardavo fuori dalla finestra della mia scuola dove vi era una strada in cui le macchine correvano veloci, immaginavo di buttarmici sotto. Da un pò cerco dei modi su internet su come andarsene senza soffrire troppo e mi sorprende ciò che si può leggere, ma ripeto sono solo pensieri, non ne ho il coraggio.
Questi pensieri nascono dall'insopportabile sofferenza che vivo e tendo di nascondere da molti anni ormai. Sono il mio peggior nemico, sono convinta di non essere brava in nulla, mi faccio schifo come persona, sento che la mia esistenza causa sofferenza e problemi non solo a me ma anche a chi mi sta vicino. Ci sono periodi in cui sto davvero giù e passo interi giorni a starmene dentro la mia cameretta (si, vivo ancora con i miei genitori e non ho un lavoro), piango spesso, passo molto tempo su internet (penso di esserne dipendente), mi sfogo lì, spesso lo uso per distrarmi dai miei problemi. A proposito di distrazioni credo di soffrire di qualche disturbo ossessivo compulsivo (non mi sto autodiagnosticando nulla, sono solo ipotesi), sin dall'inizio dell'adolescenza ho iniziato ad avere un brutto vizio, quello di grattare via tutte le imperfezioni sulla mia pelle (es.: brufoli, croste ecc.), cercando su internet ho letto qualcosa sulla dermatillomania e mi ci rivedo molto, non è detto però che ne soffra. Da sempre ho altre brutte abitudini che in un certo senso mi aiutano a trovare un sollievo momentaneo, come ad esempio strapparsi le unghie con i denti o mangiarsi le pellicine delle labbra, negli ultimi anni mi sfogo anche con il cibo spazzatura, anche se non sono delle vere e proprie abbuffate (non ho mai sofferto di alcun disturbo alimentare, sono normopeso).
Sempre negli ultimi anni mi capita di non riuscire a trattenere le lacrime in pubblico, non mi succede sempre ma a volte, alcuni hanno notato i miei occhi lucidi ma io evito di dare spiegazioni, a maggior ragione se sono perfetti sconosciuti, invento sempre una scusa. Di tutto quello che vi ho scritto ne sono a conoscenza poche persone nella mia vita, la mia psicoterapeuta, la mia famiglia e qualche parente.
Mi sento senza speranza e all'interno di una trappola che ho creato io stessa ma che allo stesso tempo ho paura ad uscirne. Ho paura di rimanere così per sempre. Ho paura di risperimentare il dolore (fisico e non) per affrontare le mie paure/ansie. Volevo provare una nuova psicoterapia, ma anche qui mi frena la paura perchè mi chiedo "E se sbaglio tutto ancora una volta?", "Se non sono abbastanza motivata che ci vado a fare?", "Se ho ancora questa resistenza come mi può aiutare?".... e tante, tante altre..
Non so cosa fare..
Gentilissima,
Si avverte nella sua narrazione, una sofferenza protratta da un tempo lungo, benché lei sia molto giovane.
Mi dispiace molto, che abbia timore nell' affrontare le situazioni le che le si pongono davanti.
Il fatto che lei si sia rivolta a questo sito, mi fa pensare che sente l'urgenza di cambiare e di evolvere malgrado le difficoltà che si descrive, e questo per me è un buon segno.
Intraprendere un'altra psicoterapia, potrebbe essere d'aiuto, ma non per questo le si può dare l'accezione che possa essere per forza risolutiva. A volte non lo è, e accade.
Con questo vorrei suggerirle di non aver paura di sbagliare la scelta del suo o della sua terapeuta, perché molto dipende da quanto lei sente accolta, compresa e affidata, ed una cosa che si avverte; se non si sente a suo agio può cambiare, senza viverlo come una fallimento, ma come una scelta.
Cordiali Saluti
Giorgio Paltrinieri
Secondo voi cosa si potrebbe fare per migliorare tutto ciò che riguarda la psicologia, psicoterapia, psichiatria?
Parlo secondo ciò che ho vissuto, quindi non è detto che sia così per tutti, perciò posso anche sbagliarmi.
Nel mio caso mi ha dato molto fastidio non avere le giuste informazioni. Partendo dal medico di base, chi sperimenta l'ansia o qualsiasi altro disturbo riguardante la psiche, non conosce, non sa, proprio perchè non ha studiato questi argomenti, così come una persona non ammalata di sla non conosce questa malattia. Ci si aspetta quindi che il medico da cui andiamo ci illumini, nel mio caso è stata un continuo dirmi "Una camomilla e poi passa", "Devi stare tranquilla..", ora capite che il problema parte proprio da lì, secondo me dovrebbero preparare i medici, un minimo, nel cercare di capire quando il tuo paziente non ha un problema organico ma più profondo..
"Vabbè, è un medico di famiglia non ha studiato psicologia" direbbe qualcuno, e quindi facciamo finta di passare sopra a questo. Arriviamo ad avere un colloquio con una psicologa, senza capire quello che ci dice, anzi ci sentiamo ancora più confusi di prima con il problema che peggiora, ora dico io, in questo caso si trattava di una psicologa pubblica (ne ho provate due), nessuna di loro mi ha spiegato a parole povere cosa fa lo psicologo, qual'era il mio problema e come risolverlo, nessuno mi ha mai detto che esisteva anche un'altra figura, quello dello psicoterapeuta, e nessuno mi ha mai parlato delle eventuali tipologie di psicoterapie che esistono, della differenza che c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra ecc.
Tutto quello che so (ammetto che è ancora poco), lo devo solo alla mia volontà, nel cercarmi le risposte da sola, mi dispiace dirlo ma molte delle informazioni le ho avute grazie ad internet e non da chi svolge questo mestiere. Su Facebook, ma in generale sul web, si possono trovare un mucchio di forum, gruppi in cui la gente si confronta a secondo del problema che ha, e questo a me è stato molto utile, leggendo le storie di altre persone imparavo qualcosa (non sempre), e ho notato da sola che sono in molti ad avere avuto le mie stesse difficoltà di giusta informazione.
Se si facesse una statistica in Italia su quanti sanno cosa fa lo psicologo verrebbero i capelli bianchi a tutti, per non parlare del significato di psicoterapia e tante altre cose.
Secondo me c'è poca informazione e mi chiedo ma se questa cosa non parte da chi di dovere, chi deve informare un paziente?
Vi faccio un esempio (non sono molto brava a spiegare), se ho un neo che ha una strana forma, la prima cosa che faccio è di andare dal mio medico e poi lui mi manderà dal dermatologo, nel caso in cui questo neo debba essere tolto, il dermatologo mi spedirà da uno specialista in grado di trattare appunto la situazione. Vedete come in questo caso io le informazioni le ho avute, ognuno di loro inquadrava la situazione e mi dava nelle mani di chi sapesse gestire tutto ciò. Perchè la stessa cosa non accade nel campo della psicologia? Perchè devo essere io ad andarmi a cercare gli "specialisti" e quindi perdere tempo e soldi? Perchè devo essere io (paziente) a cercare di capire quale sia il mio problema? Perchè c'è poca informazione riguardo questi argomenti?
Non voglio che vediate questa mia riflessione come un attacco o un'offesa a questa professione, piuttosto come una critica costruttiva. Ripeto non è detto che tutti la pensino come me o hanno avuto la stessa mia esperienza, però, magari attraverso la condivisione di esperienze diverse, davvero qualcosa si potrebbe migliorare.
Cosa ne pensate? Mi piacerebbe molto sentire il parere di tutti, in particolare proprio dei terapeuti.
Gentile Utente,
Quando si parla di sintomi ansiosi, si parla di una condizione psichica, che si manifesta soprattutto nel corpo, con uno stato di sofferenza che la persona cerca di alleviare il più rapidamente possibile. La terapia farmacologica agisce sul sintomo, ma non risolve il problema, che sta alla base di quest'ultimo; il più delle volte è causato da situazioni, solitamente relazionali, croniche, che la persona fatica a tollerare, oppure da fattori di stress improvvisi, che mettono i crisi gli equilibri personali.
Io credo infatti che la terapia sia un percorso importante non per alleviare il dolore ma per imparare a stare nelle situazioni che la generano.
Più che percorso curativo, credo sia un percorso evolutivo
Per arrivare a ciò è importante intraprendere un viaggio di conoscenza, e di accettazione di sé, calato nei contesti in cui vive.
Il medico, che è ha conoscenza di questo processo, invita il paziente a seguire un percorso di questo tipo, ma è consapevole del fatto che possa essere un investimento di energie emotive, tempo e denaro, che non tutti sono in grado di sostenere.
In Italia il servizio pubblico non è in grado di sostenere l'alta richiesta di aiuto psicologico, e fatica a gestire delle terapie spesso adeguate, pur avendo in carico dei professionisti molto motivati e qualificati (questa è la mia esperienza sul mio territorio).
Quindi si tende a rivolgersi privatamente, perché convivere da soli con il problema diventa a volte insopportabile e quindi ci si rivolge allo specialista con un sensibile sentimento d'urgenza.
La mia risposta rischia di essere un po' semplicistica, ma credo che lei possa trovare un professionista che la possa offrire delle informazioni più esaurienti e la possa aiutare adeguatamente.
Cordiali Saluti
Giorgio Paltrinieri
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