Dott. Giacomo Massa

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Vercelli, Pecetto Torinese 2 indirizzi

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Esperienze

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Sono uno Psicologo con esperienza nella riabilitazione neuropsicologica del paziente adulto, anziano e nell'età dello sviluppo, con particolare riguar...

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Specializzazioni

  • Neuropsicologia

Punteggio generale

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G
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Eccellente professionista, molto preparato e competente. Molto disponibile e flessibile, sta aiutando tantissimo nostro figlio (plusdotato, DOP e Asperger) soprattutto in ambito scolastico e didattico.

C
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Mi sono trovato molto bene, sono le prime volte quindi è presto per dire di più ma ho intenzione di continuare con questo dottore

Dott. Giacomo Massa

La ringrazio per la fiducia C., e per la gentile recensione. Sono sempre a sua disposizione se dovesse avere dubbi o domande.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Come mai la mia ragazza quando gli chiedo cosa/dove vuole fare/andare,mi dice fai quello che vuoi o mi va bene qualunque cosa e poi faccio o vado da qualche parte ci rimane male e mi dice che non va bene? È normale? Me lo può spiegare lei.
Grazie in anticipo

Gentile utente, mi sento innanzitutto di concordare con il collega che le dice quanto questa modalità comunicativa sia frequente: per rispondere alla sua domanda in modo un po' provocatorio, "è normale". Ma, mi sento di aggiungere, "normale" non significa che debba andarvi bene come coppia, e a lei come individuo, restare invischiati in questo gioco dei non detti.
Come i colleghi prima di me, mi sento di dirle di provare, innanzitutto, a modificare le vostre abitudini di comunicazione, parlando a viso aperto della situazione, da un lato, ma anche facendo innocui "esperimenti", come le è stato già suggerito: sforzarsi di essere più sicuro nel proporsi, ma anche provare a concordare un'alternanza nelle proposte tra lei e la sua ragazza.
Quel che più mi sento di dirle è, però, di non mettersi nella posizione di dover "indovinare" desideri e bisogni, poiché il rischio di deludere e deludersi, costruendo uno schema di relazione fatto di piccoli rancori e sofferenze, può solo portarla a stare male.
La lascio con una domanda: lei questa responsabilità di decidere la vuole per sé o preferirebbe invece condividerla?
Mi auguro che riusciate a parlarvi e ad essere più chiari su quel che volete, entrambi. I miei saluti ed i miei auguri, GM.

Dott. Giacomo Massa

Secondo voi cosa si potrebbe fare per migliorare tutto ciò che riguarda la psicologia, psicoterapia, psichiatria?

Parlo secondo ciò che ho vissuto, quindi non è detto che sia così per tutti, perciò posso anche sbagliarmi.
Nel mio caso mi ha dato molto fastidio non avere le giuste informazioni. Partendo dal medico di base, chi sperimenta l'ansia o qualsiasi altro disturbo riguardante la psiche, non conosce, non sa, proprio perchè non ha studiato questi argomenti, così come una persona non ammalata di sla non conosce questa malattia. Ci si aspetta quindi che il medico da cui andiamo ci illumini, nel mio caso è stata un continuo dirmi "Una camomilla e poi passa", "Devi stare tranquilla..", ora capite che il problema parte proprio da lì, secondo me dovrebbero preparare i medici, un minimo, nel cercare di capire quando il tuo paziente non ha un problema organico ma più profondo..
"Vabbè, è un medico di famiglia non ha studiato psicologia" direbbe qualcuno, e quindi facciamo finta di passare sopra a questo. Arriviamo ad avere un colloquio con una psicologa, senza capire quello che ci dice, anzi ci sentiamo ancora più confusi di prima con il problema che peggiora, ora dico io, in questo caso si trattava di una psicologa pubblica (ne ho provate due), nessuna di loro mi ha spiegato a parole povere cosa fa lo psicologo, qual'era il mio problema e come risolverlo, nessuno mi ha mai detto che esisteva anche un'altra figura, quello dello psicoterapeuta, e nessuno mi ha mai parlato delle eventuali tipologie di psicoterapie che esistono, della differenza che c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra ecc.
Tutto quello che so (ammetto che è ancora poco), lo devo solo alla mia volontà, nel cercarmi le risposte da sola, mi dispiace dirlo ma molte delle informazioni le ho avute grazie ad internet e non da chi svolge questo mestiere. Su Facebook, ma in generale sul web, si possono trovare un mucchio di forum, gruppi in cui la gente si confronta a secondo del problema che ha, e questo a me è stato molto utile, leggendo le storie di altre persone imparavo qualcosa (non sempre), e ho notato da sola che sono in molti ad avere avuto le mie stesse difficoltà di giusta informazione.
Se si facesse una statistica in Italia su quanti sanno cosa fa lo psicologo verrebbero i capelli bianchi a tutti, per non parlare del significato di psicoterapia e tante altre cose.
Secondo me c'è poca informazione e mi chiedo ma se questa cosa non parte da chi di dovere, chi deve informare un paziente?

Vi faccio un esempio (non sono molto brava a spiegare), se ho un neo che ha una strana forma, la prima cosa che faccio è di andare dal mio medico e poi lui mi manderà dal dermatologo, nel caso in cui questo neo debba essere tolto, il dermatologo mi spedirà da uno specialista in grado di trattare appunto la situazione. Vedete come in questo caso io le informazioni le ho avute, ognuno di loro inquadrava la situazione e mi dava nelle mani di chi sapesse gestire tutto ciò. Perchè la stessa cosa non accade nel campo della psicologia? Perchè devo essere io ad andarmi a cercare gli "specialisti" e quindi perdere tempo e soldi? Perchè devo essere io (paziente) a cercare di capire quale sia il mio problema? Perchè c'è poca informazione riguardo questi argomenti?

Non voglio che vediate questa mia riflessione come un attacco o un'offesa a questa professione, piuttosto come una critica costruttiva. Ripeto non è detto che tutti la pensino come me o hanno avuto la stessa mia esperienza, però, magari attraverso la condivisione di esperienze diverse, davvero qualcosa si potrebbe migliorare.

Cosa ne pensate? Mi piacerebbe molto sentire il parere di tutti, in particolare proprio dei terapeuti.

Lei fa delle ottime osservazioni su un tema, quello della prevenzione primaria, che è decisamente importante e attuale. E sul quale, come evidenzia perfettamente, c'è ancora molta strada da fare, come sistema sanitario e come società umana in generale.
Trovo corretto che il medico di base, nel rispetto della propria formazione e delle proprie competenze, non si sbilanci a improvvisarsi psicologo. D'altra parte, specialmente davanti ad una richiesta esplicita in tal senso, potrebbe e dovrebbe essere libero di consigliare il ricorso ad un professionista della salute mentale.
Diverso è il discorso che lei riporta riguardo all'incontro con la figura dello psicologo. Le informazioni che lei si aspettava di ricevere sulla natura della professione e sulle opzioni terapeutiche sono assolutamente di buon senso e a parer mio un atto dovuto da parte mia e dei colleghi verso chi entra in contatto per la prima volta con il nostro ambito.
Sono sinceramente dispiaciuto che questo passaggio di informazioni non sia avvenuto nel suo caso. È il segno che non solo come individui, ma come categoria professionale siamo venuti meno ad uno dei nostri doveri fondamentali verso la comunità. Se è vero, da un lato, che internet può aiutare molto, è vero anche che noi tutti come professionisti dovremmo spenderci attivamente per diffondere queste informazioni in modo chiaro e accessibile, allo stesso modo in cui lo fa la comunità medica.
Per rispondere a quella che credo sia la sua domanda, dovrebbe essere lo Psicologo a compiere questa opera di informazione e analisi del problema, anche in ottica di prevenzione. Lo Psicoterapeuta e lo Psichiatra, professionalità molto diverse tra loro, si occupano di quello che possiamo vedere come il secondo anello della catena, la vera e propria presa in carico della persona, del suo disagio e del percorso terapeutico volto a "risolvere il problema".
Per stare nel suo esempio, il medico di base non si occuperà di "curare" lo strano neo, ma compirà delle verifiche, degli esami, raccoglierà insieme al paziente le informazioni necessarie per poterlo inviare allo specialista (il dermatologo ad esempio) che si prenderà cura della sua condizione nel modo più adeguato. Nulla mi vieta, di fronte ad un "neo strano", di prenotare direttamente una visita dal dermatologo, così come non c'è nulla di male a rivolgersi direttamente ad uno psicoterapeuta se avverto un disagio interiore.
Per tutte quelle situazioni in cui "non abbiamo le idee molto chiare", o semplicemente "qualcosa non va", il medico di base e lo psicologo possono aiutare a fare chiarezza e dirimere i dubbi.

Chiudo con una piccola provocazione: lei (ma come lei, tutti noi) da chi ha imparato che se compare un neo strano, o un dolore inatteso, bisogna parlarne al medico di base?
Allo stesso modo si dovrebbe insegnare che per altri "fastidi" è meglio consultare uno psicologo.

La ringrazio per aver aperto una discussione su un tema così centrale. I miei migliori auguri per tutto.
Dott. Giacomo Massa

Dott. Giacomo Massa

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