Esperienze


Nel mio lavoro ritengo importane un ascolto empatico e un atteggiamento non giudicante, affinchè le persone possano esplorare liberamente le proprie difficoltà.
Il mio approccio è orientato alla ricerca di soluzioni pratiche per una vita emotiva e relazionale più soddisfacente prendendo in considerazione il contesto di vita del paziente, dal momento che spesso i comportamenti e i modi di fare hanno origini profonde e interconnessioni complesse.
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
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Colloquio psicologico • 40 €
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Consulenza psicologica • 40 € +10 Altro
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Punteggio generale
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Giacomo
La dott.ssa ha trovato la chiave per risolvere miei attacchi di panico. Ho riscontrato disponibilità e puntualità. Mi ritengo soddisfatta del percorso effettuato.
Filomena
Mi sono trovata molto bene in terapia con la dott.ssa, ho trovato fin da subito un ascolto empatico che mi ha aiutata ad aprirmi e ad affrontare al meglio un periodo critico della mia vita. La consiglio.
Lucia
La dott.ssa Flavia mi ha aiutata ad affrontare un periodo delicato supportandomi con professionalità e aiutandomi ad arrivare a nuove consapevolezze. Mi ritengo soddisfatta del percorso intrapreso
Letizia
Da quando mia figlia di 14 anni è seguita dalla dott.ssa Palluzzi ho riscontrato un grande miglioramento riguardo le sue difficoltà di apprendimento.
Marta
Finalmente una professionista seria capace di instaurare un rapporto ottimale e di aiutare concretamente a risolvere problemi personali. Grazie alla terapia che sto facendo con la dottoressa mi sento veramente meglio.
V.S.
il percorso e stato da subito ben strutturato, la dottoressa e molto empatica e sa veramente scavare a fondo per individuare il fulcro scatenante della problematica. Prima della dottoressa Flavia sono stato seguito anche da altri professionisti ma nessuno di loro e stato in grado di aiutarmi come la dottoressa, non posso che consigliarla
Luca
La dott.ssa Palluzzi, mi ha aiutato tantissimo a risolvere le mie problematiche.. Ha mostrato da subito grandissima professionalità, attenzione ed empatia caratteristiche che non sempre ho riscontrato in altri dottori.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 5 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve a tutti. Mi chiamo Edoardo e ho 21 anni e sono un ragazzo molto ansioso e insicuro.
Non ho mai avuto dubbi sulla mia sessualità etero, provando anche disagio nel vedere con filmini l'opposto.
Questo fino a quando, durante un periodo durato 3 mesi in una casa non mia, all'estero, in una situazione estremamente stressante, di forte solitudine, insieme ad una ragazza verso cui non ho avuto attrazione e un uomo gay attratto da me, non hanno avanzato l'idea che io fossi bisessuale.
Da quel giorno tutte mie certezze sono crollate e con quelle ho sviluppato una sorta di DOC omo/bi sessuale cominciando a testarmi e, anche forzatamente, provando a eccitarmi verso ragazze e subito dopo passare a un uomo.
Alterno momenti in cui, nella confusione, tramite video e stimolazione anale, provo piacere nell'immaginario di un rapporto omo a momenti di disgusto nella visione di me accanto a un altro uomo.
Appena tornato ho raccontato, non così dettagliatamente, alla compagna di mio padre quello che avevo nella testa e da solo esclusivamente parlando e guardando l realtà dei fatti mi sono calmato e reso conto che era tutto un auto flagellamento che mi facevo.
Ma già dal mattino dopo, in momenti in cui ero solo è ricominciato tutto dopo una stimolazione con le modalità sopra citate ho ricominciato a stare male.
Nella mia vita ho avuto traumi con donne importanti, come l'allontanamento di mia madre e il mio primo folle amore nei confronti di una ragazza, che mi hanno portato ad avere problemi terrori nell'idea di avere rapporti con una donna a livello esclusivamente sessuale (nonostante il desiderio sviluppando una dipendenza compulsiva con la masturbazione) e il terrore di innamorarmi di nuovo (nonostante sia l'immaginario che mi piace di più) per paura di perdere una persona importante.
Secondo voi l'esperienza dei tre mesi è stato un trauma perché mi ha messo faccia a faccia con la mia vera identità o per via del trauma ho creato questo immaginario parallelo della mia vera identità?
Grazie e scusatemi molto se mi sono dilungato ma volevo dare un quadro quanto più completo e dettagliato.
Buongiorno, quando ti riferisci all'esperienza traumatica dei tre mesi intendi il vissuto di solitudine sperimentato in associazione a dubbi o è accaduto un episodio specifico, ad esempio un rapporto sessuale o esperienze concrete?
Le esperienze passate che hai riportato (l'allontanamento da tua madre e una precoce esperienza di innamoramento che definisci folle) potrebbero aver avuto un impatto sulla tua apertura a fidarti dell'altro e di conseguenza ad aprirti veramente sia sul piano emotivo, sia sul piano fisico; indipendentemente dal tuo orientamento sessuale. Probabilmente sei in una fase di sperimentazione in cui fai fatica ad accettare che potresti essere diverso da quello che hai sempre creduto di essere.
In questo momento penso che potrebbe essere di supporto un percorso di sostegno psicologico, sia per orientarti meglio nella definizione e nell'accettazione di aspetti identitari, sia per ritrovare una maggiore fiducia per riuscire ad entrare in contatto con gli altri.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

sto vivendo un periodo in cui dopo aver finito la scuola tutti intorno a me stanno forzando in modo che io trovi un lavoro, premetto che un lavoro lo vorrei e che sono molto favorevole all'essere indipendente per conto mio il problema è che non riesco a decidermi visto che ogni volta vengo frenata dalla mia stessa paura. non è il lavoro in sé a spaventarmi ma il dovermi confrontare con altre persone che mi intimorisce, per tutto il mio percorso scolastico ho sempre passato il tempo da sola (spesso esclusa e giudicata) per via della mia natura riservata e fin troppo silenziosa ciò mi ha portato fin da piccola un'ansia tremenda che però ho sempre nascosto senza dare nell'occhio (ho una bella faccia di bronzo) ne sono consapevole quindi cerco sempre di farmi due domande e ragionare prima di farmi prendere da un panico ingiustificato ma nonostante questo non riesco davvero a lasciarmi andare e non riesco neanche a spiegarlo ai miei genitori visto che molto probabilmente non capirebbero o la prenderebbero solo come una scusa per non andare a faticare (sono duri come coccio quando si tratta di emozioni). detto ciò, sarebbe un bene buttarmi a capofitto e prendere quello che viene senza troppe paranoie o dovrei semplicemente prendere altro tempo per me stessa? grazie per chiunque risponda.
Buonasera, innanzitutto penso sia fondamentale chiederti cosa vorresti fare te, indipendentemente da pareri esterni. E' fondamentale riflettere sulla strada che vorresti intraprendere, dal momento che dopo gli studi la scelta potrebbe ricadere su più scenari oltre il lavoro, come ad esempio iniziare un percorso di studi, fare un'esperienza all'estero o di altro tipo. Dopo aver definito quale sia la strada più idonea è importante provare a varcare la soglia delle proprie insucirezze, accogliendo la novità. Qualora ci fosse un blocco nel fare ciò, credo possa essere utile pensare di rivolgersi ad un professionista.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Flavia Palluzzi

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