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Dott.ssa Federica Ancona

, Palermo

Al momento i colloqui presso lo studio di Palermo verranno effettuati esclusivamente online

11/05/2025

Esperienze

Psicologa e psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale. Attraverso le competenze acquisite nella mia formazione come psicoterapeuta guido le persone nella comprensione del collegamento tra i propri pensieri, le emozioni e i comportamenti, fornendo strumenti concreti per affrontare le difficoltà quotidiane e migliorare il benessere psicologico. Mi occupo di: - Disturbi d’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie) - Depressione e disturbi dell’umore - Disturbo ossessivo-compulsivo - Autostima e crescita personale - Gestione delle emozioni e regolazione dello stress - Difficoltà relazionali e lavorative - Disturbi alimentari - Disturbo post-traumatico da stress - Supporto nei momenti di cambiamento e crescita personale

Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicoterapia cognitivo comportamentale

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica

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Studio Dott.ssa Ancona

Via Torquato Tasso 25, Cagliari 09128

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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico

    50 €

  • Primo colloquio individuale

    50 €

  • Tecniche di rilassamento

    40 €

  • Superamento di eventi traumatici

    50 €

  • Sostegno psicologico adolescenti

    50 €

5 recensioni

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  • C

    Gentile, preparata ed empatica. Assolutamente consigliata

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  • F

    Per me è stata la prima volta, ho scelto lei senza conoscerla e devo dire che ho fatto un ottima scelta.
    Ti mette subito a tuo agio e ti fa sentire a casa.
    Consigliatissima, continuerò con lei questo percorso.

     • Studio Dott.ssa Ancona colloquio psicologico  • 

  • G

    Dopo aver provato due diversi psicologi, ho trovato la dott.ssa Ancona con cui mi sono trovata subito bene. È riuscita a mettermi subito a mio agio ed entrare in empatia con me. Ancora siamo agli inizi ma ho avvertito già i primi miglioramenti. Consigliatissima!

     • Studio Dott.ssa Ancona colloquio psicologico  • 

  • M

    Ho iniziato un percorso di psicoterapia con la dottoressa Ancona per problemi di ansia. Abbiamo trovato insieme diversi spunti per sentirmi meglio.

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  • R

    Ho contattato la dottoressa Ancona online, è stata molto disponibile e attenta. Mi sono trovato subito a mio agio, ho percepito empatia e professionalità.

     • Consulenza Online colloquio psicoterapeutico  • 

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno purtroppo da 2 mesi a questa parte soffro di derealizzazione h24 che in certe giornate e proprio forte che sembra come se sto perdendo la memoria, e qui arrivo al punto, la derelizzazione può portarti al punto che non riconosci più i tuoi cari, dove vivi, ecc, tipo come una demenza vera e propria? oppure non arriva a questi livelli ... grazie

La derelizzazione è una sensazione di distacco dalla realtà esterna che può far sembrare che le persone, i luoghi o gli oggetti siano irreali, un po’ come trovarsi in un sogno o dietro ad un vetro. La sensazione è quella di vivere in un film, il mondo circostante appare irreale, estraneo, distaccato.
Alcuni aspetti possono far pensare a sintomi legati alla demenza, in particolare la confusione. Ma la loro natura è differente: la derealizzazione si verifica spesso come conseguenza di forti emozioni o stress, è un sintomo episodico, non è degenerativa e si può affrontare efficacemente con la terapia cognitivo comportamentale. Nel caso della derealizzazione la persona avverte che ciò che sente è in qualche modo strano, la memoria rimane intatta ed è in grado di mantenere la percezione della realtà.
Di contro la demenza è legata al declino delle funzioni cognitive a causa di patologie neurodegenerative quali ad esempio il Parkinson o l’Alzheimer, in genere queste si manifestano ad una età più avanzata rispetto alla sua. In quel caso la persona perde la consapevolezza della realtà, non è cosciente del proprio deficit. Ha difficoltà gravi di memoria recente, di orientamento spazio temporale (giorno e ora) e nel linguaggio.
Se avverte che questo sintomo si manifesta sempre più di frequente le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che potrà aiutarla attraverso delle tecniche digestione del sintomo e soprattutto ad individuarne le cause.

Dott.ssa Federica Ancona

Buongiorno, spero non sia un problema desiderare di rimanere anonimo. Non so più come gestire i rapporti di lavoro in un ambiente di venticinque persone in cui non mi sento più libero di vivere chi voglio perché mi sento gli occhi addosso (e commenti) di 3-4 di loro e il loro agire di conseguenza per rovinarmi le amicizie che riesco a crearmi. Porto solo due esempi, ho legato con un ragazzo molto più piccolo che potrebbe essermi nipote, mi vuole un bene dell'anima, l'arrivo di un altro suo coetaneo che già conoscevo ha fatto scattare in quest'ultimo gelosie da portarlo a frequentarsi con lui e dopo alcuni mesi l'ho sentito vantarsi con me come se me l'avesse sottratto per via della mia età dissimile alla loro. Li per li la sua frase mi fece riflettere ma poi non ci ho dato peso perché fui stesso io a consigliargli di frequentarsi coi colleghi della sua età in modo fa crearsi la sua cerchia di amici e non isolarsi vivendo tutti noi fuori regione. Poi questo mio "nipotino" un giorno mi ha letteralmente sorpreso.. a un aperitivo inizia a farmi capire che secondo lui quel collega aveva un atteggiamento controllante, ovvero che vedendogli avere buoni rapporti con me, iniziava a tartassarlo per stare assieme ma quando aveva altre uscite non lo coinvolgeva minimamente e che nei miei confronti gli risultava ingiustamente screditante, come per isolarmi, arrivando a parlare di narcisismo ma per me era esagerata come espressione. Lui allora ha capito il gioco e spontaneamente gli ha fatto comprendere di non essere disponibile con lui con quelle modalità. Siamo andati avanti, ha continuato a coinvolgermi e io per non farlo sentire solo ho cercato di organizzare pranzi da me o uscite assieme. Adesso quell'altro collega si è staccato da lui e ha iniziato a bombardare un'altra collega emotivamente molto legata a me e io a lei, ci confidiamo su ogni aspetto di vita.vissuta e quotidiana, e che abbiamo portato anche fuori lavoro con una frequentazione light. Una delle frasi che mi ha fatto scattare il campanello d'allarme è stato quando il ragazzo manipolativo provocatoriamente nei suoi confronti dinanzi a tutti le ha fatto notare che non se li fila ma preferisce farsi i rapporti per conto suo (ovvero con me) come per riprenderla dolcemente e poi in altra occasione dinanzi a lei vantandosi di avergli aperto persino le porte di casa (cosa che anche io ho vissuto ma senza vanto alcuno, trovandola una cosa di una normalità assoluta). All'improvviso ha iniziato ad essere aggressivo nei miei confronti (io che in passato l'ho aiutato a diventare effettivo), altamente screditante, tentando di isolarmi, lei niente, sorrideva senza capire. Gliel'ho lasciato fare anche perché fino a due giorni prima era venuto proprio da me a chiedermi favori per essere ospitato e aiutato a cercare un appartamento, mi stonava ho pensato sono ragazzi e me ne sono fregato. Però al tempo stesso notando la mia amica ben più grande di lui particolarmente presa dalla sua pomposa e arrogante simpatia, le ho fatto un discorsetto preventivo facendole capire che stava tentando di portarsela nella sua combriccola invitandola a uscire assieme (cosa che la ragazza ha sempre fatto con me per sua iniziativa), spiegandole che era un concetto non solo mio (raccontandole l'argomentazione dell'altro mio "nipotino" che invece da solo aveva aperto gli occhi), raccontandole tutti i gesti screditanti che avevo subíto precendentemente, e lei meravigliatasi mi ha risposto che non sapeva di tutto questo perché lei vive i rapporti più spontaneamente, scusandosi per avermi ferito, che non sarebbe cambiato nulla nei miei confronti perché nessuno avrebbe mai fatto cambiare idea su di me perché ha tanta stima e che adesso che aveva capito, di regolarsi di conseguenza. Io le ho garantito che per me avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva, e che se preferiva altre compagnie per le quali io non avevo spazio, di non scandalizzarsi nel vedere anche me ricrearmi spazi più tranquillo e benevoli nei miei confronti. Un mesetto di tregua in cui lei ha preso le distanze da lui, in cui lui l'ho sentito diverse volte lamentarsene con altri e guardarla con occhi cotti, lui ha iniziato quindi a riavvicinarsi a me in modalità bonaria come avesse percepito che per avvicinarsi a lei doveva accettare la nostra amicizia, dopodiché lei sta di nuovo cedendo nel cercarlo (perché lui in chat le scrive tutti i giorni facendola divertire) pur continuando a dare a me il consueto spazio. Lui se vede che arrivo io a parlarle subìto si fa da parte, ma se non ci sono diventa comunella a cui lei da seguito. Nessun problema, alla fine siamo comunque colleghi non c'è un rapporto sentimentale concreto atto a giustificare ulteriori confronti e a prescindere dal più o meno vero interessamento da parte della ragazza, io ho ridotto il legame e la tratto come altre colleghe, scaturendo in lei anche un risentimento evidente al punto tale da cercarlo proprio dinanzi a me come per volermi ferire (e gia questo..). Adesso ci stiamo riavvicinando per cercare un nuovo equilibrio ma non so come gestire la situazione, onestamente non ho assolutamente alcuna voglia di partecipare nemmeno PASSIVAMENTE a questi giochetti infantili e logoranti. Preferisco essere superiore e andare avanti, chi veramente mi vuol bene appresso mi viene. La domanda.. cosa posso fare per evitare di essere bersagliato costantemente da questi attacchi diretti? Intervenire su di lei l'ho fatto e non è il caso di diventare petulante, se un ragazzo di 18 anni da solo ha capito gli intenti mentre lei ben più grande si fa travolgere, mi faccio due domande e mi do anche due risposte, inoltre se chiudo, lei va in crisi mistica e me la farei persino nemica... Intervenire nei rapporti con lui invece non so in che modo né se sia realmente opportuno. E poi intervenire su di me, dovrei fregarmene altamente e invece me ne dispiaccio nel sentirmi innanzitutto sempre bersagliato, fatto sempre oggetto si divisione, e anche per il rapporto vero e sincero che eravamo riusciti a creare con questa ragazza dolcissima, non potrei parlarne male eccetto questo suo aspetto.
Grazie a chi vorrà dedicarmi la propria disponibilità.

Buongiorno, dal tuo messaggio si evince come tu stia vivendo una situazione complessa e delicata e in cui probabilmente ti senti impotente di fronte a dinamiche relazionali difficili da comprendere e che sembrano sfuggire al tuo controllo. Ti stai confrontando con la delusione ma il fatto stesso che tu riesca comunque a vedere la dolcezza e la bellezza di quel legame, anche nel dolore, è un segnale di grande maturità emotiva.
Rispetto alla tua domanda: “cosa posso fare per evitare di essere bersagliato costantemente da questi attacchi diretti” devo risponderti che non ci è possibile controllare del tutto quello che fanno gli altri, le loro reazioni sono frutto del loro vissuto e non sempre un nostro consiglio, per quanto saggio, o sentire di essere dalla parte del giusto servirà a cambiare le cose. Si può però lavorare sui propri confini personali e sulla nostra modalità di risposta. Hai provato più volte a confrontarti ma potrebbe essere infruttuoso quando non si riesce a trovare un terreno comune di ascolto e di rispetto. In questi casi si può si può provare a ridurre l’esposizione a questo tipo di dinamiche tossiche accettando di risultare anche “distante” ma salvaguardando il tuo benessere. Se senti che la situazione ti sta logorando potresti pensare di parlarne con un professionista.

Dott.ssa Federica Ancona

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