Via Ciro Menotti, 26, Roma 00195
i pazinti che decidono di intraprendere una psicoterapia si impegnano a pagare anche le sedute mancate. a meno che non sia possibile recuperarle in altri orari.
Leggi di più11/11/2025
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i pazinti che decidono di intraprendere una psicoterapia si impegnano a pagare anche le sedute mancate. a meno che non sia possibile recuperarle in altri orari.
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Psichiatra, Psicoanalista Lacaniana e Docente presso l'Istituto Freudiano di Roma e fondatrice dell'Associazione per i disturbi alimentari ''Aida''.
3 recensioni
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I pazienti hanno appena iniziato a rilasciare recensioni.
Mi sono trovato a mio agio dal primo istante con la dottoressa (ela sua bellissima magnetica gatta bianca Lulù). Volevo un'analista di scuola lacaniana ma, allo stesso tempo temevo possibil intransigenze. Ho trovato un'accoglienza impeccabile, un cuore morbido e ospitale pur nella purezza del verbo lacaniano
Dal 2018 frequento lo studio della dottoressa Spinelli, psichiatra e psicoterapeuta. La consiglio vivamente!
Dopo una serie di dolorosissimi lutti familiari mi trovavo in un periodo davvero difficile e cupo… la Dottoressa Spinelli, con la sua empatia, la sua amabilità e le sue grandi capacità professionali, mi ha fatto ritrovare la capacità di dire di sì alla vita, non eliminando il dolore, ma aiutandomi e accompagnandomi a ritrovarmi nella pienezza dell‘esistenza, dove tutto, le gioie come il dolore, i giorni belli come quelli terribili, ha un senso, ed è degno di essere vissuto. Nello studio accogliente e calmo della Dottoressa, accompagnata dalla sua cultura, dalla sua umanità e dalla sia personalità decisamente affascinante, ho ritrovato struttura, contenuti, e anche di nuovo il sorriso, il quale non rinnega le lagrima versate, ma ne cambia il senso, da disperazione a espressione di vita. Un grazie immenso a questo medico straordinario, che è anche, e soprattutto, una donna eccezionale, un essere umano fuori dal comune.
Dott.ssa Elisabetta Spinelli
la ringrazio con molto affetto
ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore
Può stare un bipolare con disturbo di personalità,in Comunità?
Ci sono delle comunità struuturate per accogliere specificatamente queste patologie con o senza patologie affini. Gliene posso consigliare alcune
Ciao a tutti volevo raccontarvi la mia esperienza riguardo le mie diverse terapie. È un discorso un po’ complesso, cercherò di spiegarlo come meglio posso. Mi sono reso conto che in terapia a volte ci sono delle interferenze filosofiche. Faccio un esempio. Fanno passare per mente ciò che io invece sento nel corpo, oppure faccio un sogno io sento che veniva proprio dalla mia anima e il terapeuta mi dice scopriamo cosa la mente sta cercando di dirci. Questi errori di sintonizzazione mi fanno chiudere anziché aprire. In più mi danno la sensazione che il terapeuta non sia sintonizzato col suo sentire. Mi sembra che a volte é come se non distinguessero la differenza fra ciò che appartiene alla mente e ciò che appartiene all’anima, creando moltissima confusione. Come se parlassimo due lingue diverse. Per anima intendo quella energia, presenza, conoscenza che sentiamo nel corpo, che ci fa sentire presenti, che esistiamo e cosa siamo, senza il bisogno di pensare. Questo è un tema che mi tocca da sempre, da quando sono piccolo e mi ha sempre creato tantissima confusione. Io una mente neanche la sentivo, sentivo solo il mio corpo, la mia energia interna e il campo emozionale (io lo chiamo così) intorno a me. La mente poi l’ho iniziata a costruire negli anni, ma non mi è stato per niente d’aiuto, perché mi allontana da me stesso e poi ci sono principalmente i miei genitori lì dentro, almeno in origine, poi si è aggiunta più roba. Infatti é la mente a condizionarsi e non l’anima. Non mi è mai piaciuta la filosofia perché io sento che si allontana dalla reale esperienza umana, portando le persone a vivere nella mente. Quello che ho riscontrato con tristezza però é quanti di questi presupposti filosofici si ritrovino in terapia, ma anche nel mondo in generale e secondo me ostacolano le persone a comprendere, sentire se stesse e il mondo, per lo meno ostacolano me perché non sento il contatto col terapeuta, o se lo sento é vacillante. Ma non perché c’è una reale incompatibilità tra me e lui/lei ma perché sento che c’è una mente di mezzo. Vedo anche terapeuti che ripetono cose che hanno studiato e boh io provo pure ad ascoltarli e a convincermi ma poi mi chiedo, ma perché? non sento neanche che le dicano in modo sentito. Poi a me sinceramente non risuonano per niente dentro e mi sembrano appunto dei soli concetti mentali. E mi chiedo anche ma che senso ha portarli in terapia? Vi scrivo perché volevo sapere un po’ delle vostre esperienze. Non penso di essere l’unico ad avere avuto questa sensazione, e in passato magari avrei anche accettato di adattarmi a ciò che il terapeuta mi diceva pur di avere qualcuno, come ho fatto, però adesso sinceramente non mi sento più di voler tradire me stesso (anche perché mi sono reso conto di aver sbagliato in passato), ma allo stesso tempo ho bisogno di un contatto sentito con qualcuno per continuare il mio percorso di cura. In più non sento neanche di fare terapia perché è come se fosse spostata su un piano mentale e intellettuale.
Caro/cara lei ha perfettamente ragione ,il terapeuta dovrebbe stare il pi zitto possibile, fare delle sottolineature, delle scansioni, dei piccoli indizi come i suoi lapsus, qualcosa che risuoni soprattutto nel corpo. se si fa una terapia e un interpretazione standard non si tiene conto della particolarità irriducibile del discorso di colui che ci viene a cercare e che con ciò che porta e come lo porta è il solo protagonista della cura
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