Sono in terapia di mantenimento per depressione (esordio primi anni 90), la quale è sempre stata ben

2 risposte
Sono in terapia di mantenimento per depressione (esordio primi anni 90), la quale è sempre stata ben trattata pur con dosaggi medio-alti di antidepressivi. Negli ultimi tempi si è acuito il problema del sonno (fase di addormentamento e di risveglio precoce al mattino). La cosa strana è che comunque riesco sempre a dormire 8-9 h ore a notte, ma nonostante questo un paio di volte a settimana mi alzo con lieve sensazione di testa che 'frigge', disturbo che aumenta nel corso della mattinata, e a niente vale il tentativo di cercare di dormire nuovamente in mattinata. Non è stanchezza è più un senso di tensione acccompagnata da irritabilità ed umore cattivo (non basso). Quando sono in questa condizione per me la giornata è persa. E' una questione di probabilità: con 9h di sonno ho l'80% di possibilità di sentirmi riposato al mattino successivo, con 8h si scende al 30%. Questa è la prima anomalia e vorrei cercare di capire perchè col vostro aiuto.
La terapia nell'ultimi mesi è stata modificata così dal mio psichiatra: imovane al posto di zolpidem; trittico al posto di trittico; surmontil al posto di Laroxyl; Efexor al posto di Efexor: olanzapina rimasta invariata
Un ipotesi era che Efexor fosse un pò troppo stimolante per questo è stato ridotto. Un tentativo prima di sostituire Laroxyl con Surmontil è stato fatto con Laroxyl senza esito. Adesso senza Imovane non mi addormento (lo sto prendendo da 50 gg)
Io vorrei capire alcuni principi generali: la terapia dovrebbe essere ulteriormente aumentata in assenza di risultati? 3 antidepressivi sono troppi? Dovrei rivolgermi ad uno specialista di medicina del sonno? Ho anche apportato migliorie per quanto riguarda l'igiene del sonno. Concludo dicendo che il mio umore è ottimo, non ho ansia e la mia vita è tranquilla. Cosa posso fare?
Salve, come prima cosa le consiglierei di discuterne con il suo specialista di riferimento vista la lunga assunzione di tali farmaci

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Dott. Guido Nosari
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Gent.mo,
la ringrazio per la sua domanda. La terapia che lei è chiamato a dover gestire è indubbiamente molto complessa e probabilmente nel suo resoconto qualche passaggio è saltato (es. "Efexor al posto di Efexor", "trittico al posto di trittico"), quindi risulta difficile capire esattamente l'evoluzione della sua prescrizione farmacologica. Posso comunque provare a rispondere alle sue domande: più che dover per forza "aumentare" la terapia in assenza di risultati si può eventualmente discutere di modificarla, sia con modifiche di dosaggio sia con cambi di molecola; diciamo che per fare bilanci è sempre indicato aspettare tempi congrui, diciamo 3-4 settimane dall'ultima variazione terapeutica. 3 antidepressivi non sono per forza troppi; tendenzialmente in questi trattamenti prevedono l'impiego del "minor numero di molecole al minimo dosaggio efficace" ma spesso l'associazione di due o tre molecole con sinergia documentata può essere una scelta valida. Un eventuale ulteriore consulto con uno specialista di medicina del sonno può essere senz'altro una buona idea, ma per avere una presa in carico coordinata sarebbe sicuramente meglio che ne discutesse preventivamente con il collega che la segue.
Cordiali saluti

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