Salve, sono una ragazza di 21 anni e sto iniziando ad avere dei dubbi su alcuni farmaci che sto pren

9 risposte
Salve, sono una ragazza di 21 anni e sto iniziando ad avere dei dubbi su alcuni farmaci che sto prendendo. Ho iniziato a prendere nel mese di Febbraio il diazepam per ansia e attacchi di panico e successivamente la paroxetina. Tutto ovviamente accompagnato da un percorso di sedute con la psicologa e la psichiatra. Ho notato già dal primo mese che le gocce mi facevano avere perdita di memoria e di concentrazione, ma so che è normale perchè è un effetto collaterale. Dopo qualche mese ho capito che era l'ora di rudurle perchè non riuscivo neanche a studiare per gli esami universitari e piano piano, sopportando gli effetti collaterali dell'astinenza sono riuscita ad arrivare a prenderne poche. La paroxetina al momento non lo ridotta perchè me lo deve dire lo psichiatra. Il punto della situazione è che ho paura che gli effetti collaterali delle gocce mi portino ad avere un "danno" permanente perchè ancora ho molte perdite di memoria, difficoltà a concentrarmi (gli esami non sono andati molto bene) e una sensazione di "testa vuota". Al momento sto prendeno solo una piccola quantità e riesco a gestire anche l'ansia. Voglio sapere se avrò per sempre questi effetti collaterali o se è solo un periodo, perchè queste medicine mi hanno un po' rovinato la carriera e vorrei sapere se c'è la possibilità che ritorni come prima quando le cose le capivo subito e riuscivo a memorizzare molto bene le cose. Non riesco a mantenere la concentrazione neanche quando studio una cosa che mi piace.
Dott.ssa Giada Cristofalo
Neuropsicologo, Psicologo
Torino
Gentilissima, è difficile dare una risposta alla sua domanda. Le difficoltà di attenzione e memoria sono frequenti quando si sperimenta uno stato d'ansia, per cui non è sicuro che quelli siano gli effetti collaterali del diazepam e della paroxetina. Le consiglio di approfondire questi aspetti con la psicologa e la psichiatra, in base al loro riscontro potrà essere utile o meno effettuare una valutazione neuropsicologica.
Resto a disposizione, saluti

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Dott.ssa Giulia Antognoli
Neuropsicologo, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile, come anticipato dalla mia collega è opportuno discutere di questi sintomi sia con la sua psicologa sia con la psichiatra che la sta seguendo farmacologicamente. Ha fatto molto bene a non interrompere o ridurre in maniera autonoma i farmaci prescritti. Non è da escludere che tali sintomi siano dovuti allo stato di ansia che sta sperimentando in questo periodo, tuttavia le consiglio di approfondire con le professioniste menzionate. Inoltre, qualora lo ritenessero opportuno, può effettuare una valutazione neuropsicologica per valutare le capacità attentive e mnesiche. Per qualsiasi domanda relativa alla valutazione, può contattare un neuropsicologo. Un saluto.
Dott.ssa Francesca Chiara Ignoni
Psicologo clinico, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mesagne
Buonasera, gli specialisti che la seguono hanno dato una tempistica del percorso terapeutico/farmacologico? Probabilmente avere una stima sulla durata potrebbe alleggerire il Suo stato d'animo. Come anticipato dalle colleghe, può valutare le funzionalità della Sua memoria già da subito, attraverso una batteria di test neuropsicologici. Intanto mi congratulo con la Sua buona volontà, non è da tutti riuscire a perseguire un obiettivo sfidante, come l'università, nonostante ostacoli oggettivi. Sono sicura che riuscirà a raggiungere il suo obiettivo con profitto senza danni irreversibili.
Dott.ssa Asya Cappalli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Parma
Gentile utente, le difficoltà di concentrazione e di memoria possono essere causate sia dagli effetti collaterali dei farmaci che sta prendendo, sia dallo stato di ansia che sta sperimentando. Le consiglio come prima cosa di riportare i suoi dubbi e tali sintomi alla sua psichiatra affinchè possa darle informazioni chiare sia sugli effetti collaterali del dosaggio farmacologico che attualmente prende, sia sulle eventuali tempistiche di tale percorso farmacologico. Oltre a lei, ritengo importante discutere di tale problematica anche con la psicologa che la segue, che dall'altro lato può aiutarla nella gestione dell'ansia e delle difficoltà attentive causate da tale stato emotivo. Esistono comunque delle batterie di test neuopsicologici che possono dare una valutazione delle sue capacità attentive e mnemoniche, qualora sentisse di averne bisogno. Le consiglio comunque di valutare insieme agli specialisti che la seguono il miglior proseguo per lei. Nella mia esperienza clinica, ho avuto modo di lavorare con molte persone con deficit attentivi e mnemonici e di somministrare molti di questi test neuropsicologici, per cui se avesse bisogno di ulteriori informazioni può contattarmi in privato. Rimango inoltre a disposizione per colloqui, anche online. Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli
Dott.ssa Alessandra Palanga
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Tuscania
Buongiorno cara, in primis mi associo a quanto detto dai miei colleghi circa il chiarire direttamente con la psicologa e la psichiatra di riferimento i sintomi che descrivi e le eventuali implicazioni con i farmaci che prendi. In seconda battuta, ti parlo in linea generale qualora le problematiche per cui ti sei rivolta a due professioniste siano relative principalmente a stati di ansia e attacchi di panico (e cioè non sottendano patologie o disturbi di entità più seria): per esperienza diretta posso dirti che tali problematiche possono essere affrontate anche senza l'ausilio di farmaci lavorando sulle cause psicologiche profonde che le hanno scatenate. Tengo a precisare però che, a prescindere da come deciderai di affrontare il problema, una volta assunti tali farmaci vanno SEMPRE scalati gradualmente secondo le prescrizioni del medico curante. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve,
per prima cosa vorrei dirle che il "normale" che lei espone come effetto collaterale si dovrebbe evitare, intendo dire che anche se il sintomo è noverato tra gli effetti collaterali di solito se il paziente riscotra effetti così impattanti nella sua vita privata si tenta di sostituire il farmaco con altri, soprattutto alla sua tenera età.
Infine, di solito sono effetti transitori che cessano con l'interruzione o la sostituzione del farmaco.
saluti
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Salve,

Comprendo le sue preoccupazioni riguardo agli effetti collaterali dei farmaci e l’impatto che questi hanno avuto sulla sua capacità di concentrazione e memoria. La Terapia Breve Strategica può offrire un supporto utile per gestire le difficoltà residue e per affrontare efficacemente l'ansia e gli attacchi di panico, migliorando anche la qualità della vita complessiva.

Le consiglio di discutere approfonditamente con il suo psichiatra riguardo agli effetti collaterali persistenti e alla possibilità di apportare modifiche alla terapia. Potrebbe essere utile esplorare anche strategie di gestione dello stress e tecniche di potenziamento cognitivo per sostenere il suo percorso accademico e personale.

Resto a disposizione per una consulenza e per ulteriori indicazioni.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
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Dott. Dario Papa
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Ferrara
Capisco le sue preoccupazioni, soprattutto considerando l’impatto che questi effetti collaterali stanno avendo sulla sua vita e sullo studio. Voglio rassicurarla su un punto importante: i sintomi che descrive, come difficoltà di concentrazione, sensazione di "testa vuota" e perdite di memoria, sono effetti collaterali noti dei farmaci che sta assumendo, in particolare del diazepam e della paroxetina. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, questi effetti non sono permanenti e tendono a ridursi nel tempo dopo la sospensione o il giusto adattamento della terapia.
Il diazepam è noto per causare sedazione, difficoltà di concentrazione e rallentamento cognitivo, soprattutto con un uso prolungato. È positivo che sia riuscita a ridurne l’assunzione, ma il cervello ha bisogno di un po’ di tempo per riadattarsi completamente. Per quanto riguarda la paroxetina, anche questa può influenzare memoria e lucidità mentale, ma la gestione della sua riduzione va sempre fatta con il supporto dello psichiatra.
Vanno poi considerati i deficit cognitivi di natura neuropsicologica intrinseci a condizioni quali depressione e disturbi simili (spesso la condizione mentale è più importante del farmaco soprattutto sul dominio mnesico e attentivo).
Ciò che può fare nel frattempo è:
- Parlare con il suo psichiatra per valutare un eventuale aggiustamento della terapia.
- Adottare strategie per migliorare concentrazione e memoria (ad esempio, tecniche di studio più strutturate, esercizi di mindfulness e attività fisica).
- Avere pazienza: il recupero cognitivo può richiedere alcune settimane o mesi, ma nella maggior parte dei casi avviene senza conseguenze permanenti.
Se le sue difficoltà persistono per un lungo periodo dopo la sospensione dei farmaci, potrebbe essere utile un consulto con un neurologo o un altro specialista per escludere altre cause. Ma, in generale, con il giusto supporto e il tempo necessario, le sue capacità cognitive dovrebbero tornare come prima.
Saluti.
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Ciao, grazie per aver raccontato con così tanta chiarezza quello che stai vivendo. Quello che descrivi — perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, senso di “testa vuota” — è comune quando si assumono farmaci come il diazepam, soprattutto se presi anche per qualche mese. Il diazepam appartiene alla classe delle benzodiazepine, che agiscono sul sistema nervoso centrale rallentando temporaneamente alcune funzioni cerebrali; questo può spiegare la riduzione della concentrazione e della memoria.

Dal punto di vista neuropsicologico, questi effetti non indicano necessariamente un danno permanente. Il cervello ha una grande capacità di recupero: quando la quantità di farmaco diminuisce o si sospende, le funzioni cognitive generalmente tornano progressivamente alla normalità, anche se il recupero può richiedere settimane o mesi, soprattutto se l’assunzione è stata protratta. La sensazione di “testa vuota” e la difficoltà a memorizzare possono anche essere amplificate dall’ansia residua o dallo stress per gli esami, fattori che incidono direttamente sulla memoria di lavoro e sulla concentrazione.

È positivo che tu abbia già ridotto il diazepam e che tu stia continuando il percorso con la psicologa e la psichiatra: questo permette di gestire l’ansia senza gravare troppo sulle funzioni cognitive. Anche la paroxetina può avere effetti sulla concentrazione, ma nella maggior parte dei casi non determina deficit permanenti, e spesso migliora quando il quadro ansioso si stabilizza.

Per sostenere il recupero cognitivo, alcune strategie utili includono esercizi graduali di attenzione e memoria, pause regolari nello studio, sonno di qualità e attività fisica moderata: tutto ciò aiuta il cervello a riattivarsi e a ristabilire i livelli di concentrazione e memoria precedenti.

In sintesi, quello che stai vivendo è quasi certamente temporaneo, legato agli effetti dei farmaci e all’ansia residua. Con il tempo, la sospensione graduale delle benzodiazepine e un buon supporto psicologico, la tua capacità di concentrazione e memoria tornerà probabilmente ai livelli che avevi prima.
Saluti

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