Salve, sono un ragazzo di 30 anni e da un anno la mia schiena mi da il tormento. Nell'ottobre dello

5 risposte
Salve, sono un ragazzo di 30 anni e da un anno la mia schiena mi da il tormento. Nell'ottobre dello scorso anno una rm ha rilevato la presenza di un'ernia espulsa L4-L5, in seche guito ad una terribile lombalgia. Nel febbraio 2019 sono stato sottoposto a microdiscectomia ma è servito a poco, forse soltanto a peggiorare. Purtroppo ho ancora dolore, parestesie all'arto dx (quello inizialmente interessato dalla sciatalgia), deficit sensitivi e soprattutto un gran mal di schiena che si irradia spesso ai glutei. La lombalgia peggiora se sto molto tempo in piedi ed aumenta nei cambia di posizione, da suto ad in piedi, rendendomi difficile a volte raddrizzarmi del tutto. Anche se i sintomi non sono di elevatissima intensità rendono comunque la mia vita un inferno, rendendo a 30 incapace di fare tante cose. Il chirrgo che mi ha operato mi ha invitato ad eseguire un percroso riabilitativo col fisiatra (posturale, plantari per correggere una leggera sacralizzazione dell'anca), di evitare qualsiasi altro intervento e di imparare a conviverci. Un secondo chirurgo mi ha detto invece che il mio idsco in L4-L5 è molto assottigliata, riducendo lo spazio a disposizione dei forami di coniugazione, evento che genera tutti i miei sintomi. Quest'ultimo mi ha proposto artrodesi circonferenziale xlif. Non voglio affrontare un altro intervento, il post operatorio del primo è stata un'odissea e non è servito a nulla. Per quel che riesco a carpire io dalle informazioni raccolte, nel lungo periodo l'artrodesi può causare molti altri problemi. Non so cosa fare per ricominciare a vivere, non è giusto tutto questo. Esiste qualche altra soluzione? qualche altro trattamento infiltrativo o chiropratico che possa aiutarmi? Non voglio peggiorare, non voglio dover continuamente ricorrere al bisturi e vivere una vita di dolore. Scusate lo sfogo e grazie in anticipo.
Buon giorno caro utente,

comprendo la disabilità da lei sofferta e come questa infierisca sulla sua qualità di vita. Sono d’accordo con i colleghi sul fatto che la compromissione del disco L4-L5 è ciò che genera i suoi sintomi e con il suggerimento di continuare il processo riabilitativo fisioterapico; sono in disaccordo con quello dell’uso dei plantari se non si pone la necessità del loro uso: una gamba fisiologicamente (e non anatomicamente) più corta deve essere vista nell'insieme della sua persona, ossia, tenendo in considerazione ogni vertebra, la pelvi, gli arti inferiori, le condizioni di legamenti/fasce/muscoli legate a questi tre gruppi, il cranio, le conseguenze dell’intervento chirurgico e tanto altro. Diversamente e se non fosse necessario, si tratterebbe di lavorare su compensazioni del corpo che generano tale dismetria degli arti e non sulle cause di questa.

Sicuramente deve esse seguito nella sua dieta in modo da non farsi mancare i necessari alimenti ed integratori di cui ha bisogno il processo di riparazione. Il miglior terapeuta che potrà seguirla non avrà grandi esiti se lei non darà al suo corpo il giusto substrato per neurotrasmettitori, cartilagini, muscoli e via di seguito.

Visto il suo caso, per lei è più indicato (ma non esclusivo) rivolgersi a un chiropratico dell’AIC - Associazione Italiana Chiropratici (chiropratica.it) che utilizzi la chinesiologia applicata (AK) e tecniche più dolci. Fortunatamente oggi ne esistono molte e si può venire in contro a molte condizioni come la sua, prima di dover passare a un trattamento invasivo se non vi fossero risultati. Ogni tecnica, con le sue peculiarità, permette di essere impiegata in casi molto diversi fra loro, tali da adeguarsi alla seduta da affrontare.

Il fatto che lei sia giovane (ma non conosco il suo stile di vita e altre patologie concomitanti) depone a suo favore per un migliore esito della terapia. La invito a cercare nel sito dell’AIC il chiropratico più vicino alla sua zona (sezione TROVA CHIROPRATICO) e/o a chiamare l’Associazione perché le possano indicare un chiropratico che faccia AK e migliorare il suo processo di guarigione.

Cordiali saluti,
Dr. Samuel Nicholson

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Salve,
dopo aver preso visione di tutta la documentazione da lei in possesso e dopo averla analizzata, potrebbe provare a sottoporsi a dei trattamenti osteopatici/chiropratici sempre qualora non ci siano controindicazioni ai vari trattamenti dopo aver preso visione di tutto.
Diciamo che con una anamnesi accurata potrebbe avere delle info più dettagliate in merito.
Grazie e buona giornata
Salve, le consiglio dei trattamenti mirati a migliorare tutta la mobilità della sua colonna vertebrale, poiché l’ernia è solo un sintomo di una disfunzione che interessa spesso più zone vertebrali. Si affidi ad un terapista che non usi tecniche dirette tipo thrust poiché nella sua situazione precaria sarebbe rischioso. L’osteopatia fasciale e blt sarebbe indicata.
Cordiali saluti
Chiara Cicolella D.O.
Provi a sentire un ottimo chiropratico
Caro paziente, molto spesso i problemi alla schiena non vengono risolti totalmente perché le cause comportamentali che ne sono alla base non vengono risolte completamente o affatto. È necessario comprendere quali sono i movimenti abituali che hanno creato questi problemi e che ne impediscono la risoluzione. È necessario poi creare degli esercizi per forzare la parte muscolare senza che questi esercizi però siano aggravanti rispetto a quei movimenti che sappiamo essere corresponsabili della evocazione del dolore.

A presto.

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