Salve, Mio suocero vive con noi da qualche mese dopo che è stato trovato in condizioni disastrose
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Salve,
Mio suocero vive con noi da qualche mese dopo che è stato trovato in condizioni disastrose a casa sua, infatti una sera intorno alle 23 veniamo contattati dai vigili del fuoco e ambulanza in quanto, dopo una caduta, non riusciva più a rialzarsi. se ne sono accorti i vicini che sono subito intervenuti chiamando i vigili e ambulanza. Lui viveva al quarto piano senza ascensore da solo. e' stato trovato in condizioni igienico sanitarie molto precarie. Cmq, a causa anche della sua difficoltà a deambulare, decidiamo che non può più stare da solo e in accordo con la sorella di mia moglie, lo accogliamo a casa nostra.
In questi mesi lo abbiamo rimesso a nuovo, tant è che lui adesso lamenta che vuole uscire a farsi passeggiate. La cosa un po' ci preoccupava, perché con le sue evidenti difficoltà a deambulare oltre ai vari mancamenti di testa, soffre infatti di demenza vascolare, non eravamo d accordo, ma il medico ci ha rassicurato che una breve passeggiata nel quartiere nelle ore meno calde è ok. In tutti i casi, l uscita quotidiana gli veniva sempre concessa, accompagnato da mia moglie.
L unica cosa che non riusciamo a fare è impedirgli di aprire il portone principale che da sulla strada, a tutte le ore, perché dice che ha bisogno di prendere aria, nonostante il giardino privato di cui disponiamo e l uscita quotidiana adesso anche da solo. A me dà molto fastidio questa cosa che lui fa di aprire il portone sia per un discorso di sicurezza sia perché non mi sembra tanto normale che lui anche in pigiama si metta davanti al portone a guardare il traffico e la gente passare.
Abbiamo provato a spiegarglielo ma appena può lo fa.
Come comportarmi?
Mio suocero vive con noi da qualche mese dopo che è stato trovato in condizioni disastrose a casa sua, infatti una sera intorno alle 23 veniamo contattati dai vigili del fuoco e ambulanza in quanto, dopo una caduta, non riusciva più a rialzarsi. se ne sono accorti i vicini che sono subito intervenuti chiamando i vigili e ambulanza. Lui viveva al quarto piano senza ascensore da solo. e' stato trovato in condizioni igienico sanitarie molto precarie. Cmq, a causa anche della sua difficoltà a deambulare, decidiamo che non può più stare da solo e in accordo con la sorella di mia moglie, lo accogliamo a casa nostra.
In questi mesi lo abbiamo rimesso a nuovo, tant è che lui adesso lamenta che vuole uscire a farsi passeggiate. La cosa un po' ci preoccupava, perché con le sue evidenti difficoltà a deambulare oltre ai vari mancamenti di testa, soffre infatti di demenza vascolare, non eravamo d accordo, ma il medico ci ha rassicurato che una breve passeggiata nel quartiere nelle ore meno calde è ok. In tutti i casi, l uscita quotidiana gli veniva sempre concessa, accompagnato da mia moglie.
L unica cosa che non riusciamo a fare è impedirgli di aprire il portone principale che da sulla strada, a tutte le ore, perché dice che ha bisogno di prendere aria, nonostante il giardino privato di cui disponiamo e l uscita quotidiana adesso anche da solo. A me dà molto fastidio questa cosa che lui fa di aprire il portone sia per un discorso di sicurezza sia perché non mi sembra tanto normale che lui anche in pigiama si metta davanti al portone a guardare il traffico e la gente passare.
Abbiamo provato a spiegarglielo ma appena può lo fa.
Come comportarmi?
Gentile utente, comprendo perfettamente che la "presa in carico", avvenuta da qualche mese, possa aver originato in voi caregivers nervosismo e preoccupazioni ma è importante anteporre al fastidio molta pazienza ed estrema comprensione per l'equilibrio, non solo del paziente, ma di tutto il sistema familiare, nel breve e nel lungo termine. A tal riguardo, esistono diversi interventi di natura psico-educativa rivolti ai caregivers per la gestione dei casi affini al vostro che, in breve, consentono di apprendere conoscenze specifiche e strategie comunicative e comportamentali più efficaci. Parallelamente sarebbe importante anche prendere in considerazione un intervento psicologico integrato, quindi, non solo di stimolazione cognitiva attraverso software neuropsicologici ad hoc (alla luce della demenza vascolare) ma anche di sostegno psicologico. Infatti è possibile ipotizzare che un uomo che -da quello che capisco- finora ha vissuto da solo, in questo momento, viva il trasferimento e le nuove regole come una brusca e insopportabile privazione della sua libertà e delle sue abitudini e molto probabilmente a causa di tali vissuti esprime il suo disagio attraverso gesti provocatori e ribelli (come aprire il portone). Spero di esserle stata d'aiuto e resto a disposizione per eventuali chiarimenti, AB
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Gentile Utente, capisco le difficoltà incontrate quotidianamente nel sostegno continuo ad una persona anziana e, da quanto riporta, non più totalmente autosufficiente. A tal riguardo, in accordo con quanto riportato dalla collega prima di me, esistono percorsi di psico-educazione rivolti ai caregiver finalizzati all'apprendimento di conoscenze specifiche sulla patologia in atto e strategie comportamentali efficaci per un intervento nel quotidiano.
È necessario ricordare che la routine quotidiana diventa ancora più rilevante in casi come il Suo: un evento come un trasloco può diventare un evento 'scioccante', andando a rompere equilibri pre-esistenti che il paziente non riesce a ricostruire, diventando di difficile gestione indipendentemente dal luogo di arrivo. Azioni come il voler per forza uscire di casa potrebbero quindi essere un mezzo per tentare di compensare lo squilibrio che percepisce, che può donargli tranquillità senza curarsi di elementi 'secondari' come, ad esempio, i vestiti indossati.
Per questo, un supporto comportamentale e psicologico diventa di fondamentale importanza per il paziente. Le consiglierei di intraprendere un percorso specialistico composto da un'iniziale valutazione neuropsicologica, necessaria per avere il quadro più completo possibile sulle difficoltà del paziente. Da qui, può essere costruito un percorso di stimolazione cognitiva, completamente calibrato sul paziente attraverso esercizi cognitivi specifici, con l'intento primario di preservare il suo funzionamento cognitivo e di poterne beneficiare nella quotidianità. Concluso il percorso di stimolazione cognitiva, consiglierei una nuova valutazione neuropsicologica di controllo per monitorare l'efficacia del trattamento fatto ed eventualmente valutare la programmazione di un nuovo percorso di stimolazione cognitiva in seguito ad un periodo di pausa. Spero di esserLe stato di aiuto. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, domande o informazioni che vorrà fare.
Cordialmente,
Simone Paolini
È necessario ricordare che la routine quotidiana diventa ancora più rilevante in casi come il Suo: un evento come un trasloco può diventare un evento 'scioccante', andando a rompere equilibri pre-esistenti che il paziente non riesce a ricostruire, diventando di difficile gestione indipendentemente dal luogo di arrivo. Azioni come il voler per forza uscire di casa potrebbero quindi essere un mezzo per tentare di compensare lo squilibrio che percepisce, che può donargli tranquillità senza curarsi di elementi 'secondari' come, ad esempio, i vestiti indossati.
Per questo, un supporto comportamentale e psicologico diventa di fondamentale importanza per il paziente. Le consiglierei di intraprendere un percorso specialistico composto da un'iniziale valutazione neuropsicologica, necessaria per avere il quadro più completo possibile sulle difficoltà del paziente. Da qui, può essere costruito un percorso di stimolazione cognitiva, completamente calibrato sul paziente attraverso esercizi cognitivi specifici, con l'intento primario di preservare il suo funzionamento cognitivo e di poterne beneficiare nella quotidianità. Concluso il percorso di stimolazione cognitiva, consiglierei una nuova valutazione neuropsicologica di controllo per monitorare l'efficacia del trattamento fatto ed eventualmente valutare la programmazione di un nuovo percorso di stimolazione cognitiva in seguito ad un periodo di pausa. Spero di esserLe stato di aiuto. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, domande o informazioni che vorrà fare.
Cordialmente,
Simone Paolini
Salve,
Capisco quanto possa essere difficile gestire la situazione con suo suocero, soprattutto considerando le sue condizioni di salute e le difficoltà legate alla demenza vascolare. Affrontare questi problemi richiede pazienza e comprensione.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi a gestire meglio la situazione:
1. Routine e Struttura: Le persone con demenza spesso traggono beneficio da una routine quotidiana ben definita. Cercate di stabilire orari fissi per le sue passeggiate, i pasti e altre attività. Questo potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno incline a voler uscire in momenti inappropriati.
2. Spiegazioni Chiare e Semplici: Continuate a spiegare con calma e pazienza perché non è sicuro per lui stare davanti al portone in pigiama. Usate frasi semplici e ripetete il messaggio tutte le volte che è necessario, senza arrabbiarsi se è necessario ripetere.
3. Coinvolgimento in Attività: trovate attività che possano tenerlo occupato e distrarlo dalla voglia di uscire. Attività che gli piacciono, come ascoltare musica, guardare vecchi film o fare piccoli lavori manuali, possono aiutarlo a sentirsi meno irrequieto.
4. Modifiche Ambientali: Potrebbe essere utile fare alcune modifiche alla casa per aumentare la sicurezza. Ad esempio, installare una serratura alta sul portone principale, che lui non possa raggiungere facilmente, oppure usare allarmi che suonano quando la porta viene aperta.
5. Spazi Alternativi: Incoraggiatelo a utilizzare il giardino privato come spazio per prendere aria. Potete rendere questo spazio più invitante per lui con sedie comode, piante e altri elementi che possano piacergli.
6. Supporto Professionale: Considerate l'idea di consultare un geriatra o un neurologo specializzato in demenza per ottenere consigli su come gestire meglio i suoi comportamenti.
7. Supporto per i Caregiver: Ricordate che prendersi cura di una persona con demenza può essere molto stressante. Assicuratevi di avere un supporto adeguato per voi , che potrebbe includere gruppi di supporto per caregiver, consulenza psicologica o aiuto da parte di assistenti domiciliari.
La situazione che state affrontando è complessa e richiede un equilibrio tra garantire la sicurezza di suo suocero e rispettare la sua autonomia e dignità. Continuate a cercare soluzioni che funzionino meglio per la vostra famiglia, sapendo che ogni piccolo passo può fare una grande differenza.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Camilla Persico
Capisco quanto possa essere difficile gestire la situazione con suo suocero, soprattutto considerando le sue condizioni di salute e le difficoltà legate alla demenza vascolare. Affrontare questi problemi richiede pazienza e comprensione.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi a gestire meglio la situazione:
1. Routine e Struttura: Le persone con demenza spesso traggono beneficio da una routine quotidiana ben definita. Cercate di stabilire orari fissi per le sue passeggiate, i pasti e altre attività. Questo potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno incline a voler uscire in momenti inappropriati.
2. Spiegazioni Chiare e Semplici: Continuate a spiegare con calma e pazienza perché non è sicuro per lui stare davanti al portone in pigiama. Usate frasi semplici e ripetete il messaggio tutte le volte che è necessario, senza arrabbiarsi se è necessario ripetere.
3. Coinvolgimento in Attività: trovate attività che possano tenerlo occupato e distrarlo dalla voglia di uscire. Attività che gli piacciono, come ascoltare musica, guardare vecchi film o fare piccoli lavori manuali, possono aiutarlo a sentirsi meno irrequieto.
4. Modifiche Ambientali: Potrebbe essere utile fare alcune modifiche alla casa per aumentare la sicurezza. Ad esempio, installare una serratura alta sul portone principale, che lui non possa raggiungere facilmente, oppure usare allarmi che suonano quando la porta viene aperta.
5. Spazi Alternativi: Incoraggiatelo a utilizzare il giardino privato come spazio per prendere aria. Potete rendere questo spazio più invitante per lui con sedie comode, piante e altri elementi che possano piacergli.
6. Supporto Professionale: Considerate l'idea di consultare un geriatra o un neurologo specializzato in demenza per ottenere consigli su come gestire meglio i suoi comportamenti.
7. Supporto per i Caregiver: Ricordate che prendersi cura di una persona con demenza può essere molto stressante. Assicuratevi di avere un supporto adeguato per voi , che potrebbe includere gruppi di supporto per caregiver, consulenza psicologica o aiuto da parte di assistenti domiciliari.
La situazione che state affrontando è complessa e richiede un equilibrio tra garantire la sicurezza di suo suocero e rispettare la sua autonomia e dignità. Continuate a cercare soluzioni che funzionino meglio per la vostra famiglia, sapendo che ogni piccolo passo può fare una grande differenza.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Camilla Persico
Salve, il comportamento di suo suocero potrebbe essere legato alla necessità di mantenere una forma di controllo e autonomia, specialmente in un contesto in cui sente limitate le proprie libertà. Una strategia potrebbe essere quella di assecondare il suo bisogno, ma in modo gestito: ad esempio, concordare insieme degli orari specifici in cui può aprire il portone, come fosse una "routine stabilita". Questo potrebbe ridurre il suo impulso di farlo in modo incontrollato. Contestualmente, si potrebbe valutare di rendere più accogliente lo spazio del giardino, per offrirgli un'alternativa all’aprire il portone.
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Gentile,
Capisco la difficoltà della situazione e quanto possa essere stressante. Potreste provare a premiare suo suocero quando rimane nel giardino, magari con un elogio o un piccolo premio. Stabilire una routine chiara per le passeggiate potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno incline a voler uscire in altri momenti. Offrirgli attività piacevoli e coinvolgenti può distrarlo e tenerlo impegnato. Continuate a spiegargli con calma e pazienza perché è importante non aprire il portone, usando un linguaggio semplice e ripetendo il messaggio se necessario. Infine, potreste considerare l'installazione di un sistema di sicurezza per limitare l'accesso al portone senza sembrare troppo restrittivo.
Se avete bisogno di ulteriore supporto, vi invito a prenotare una consulenza con me, online o in presenza. Sono qui per aiutarvi.
Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Capisco la difficoltà della situazione e quanto possa essere stressante. Potreste provare a premiare suo suocero quando rimane nel giardino, magari con un elogio o un piccolo premio. Stabilire una routine chiara per le passeggiate potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno incline a voler uscire in altri momenti. Offrirgli attività piacevoli e coinvolgenti può distrarlo e tenerlo impegnato. Continuate a spiegargli con calma e pazienza perché è importante non aprire il portone, usando un linguaggio semplice e ripetendo il messaggio se necessario. Infine, potreste considerare l'installazione di un sistema di sicurezza per limitare l'accesso al portone senza sembrare troppo restrittivo.
Se avete bisogno di ulteriore supporto, vi invito a prenotare una consulenza con me, online o in presenza. Sono qui per aiutarvi.
Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Salve, non è facile trovarsi a vivere con un anziano. Molto spesso hanno rituali o esigenze particolari. Posso anche capire il fastidio che prova nel vedersi aprire il portone di casa quando vuole lui. Io opterei per un compromesso, accordarsi con lui che può aprire il portone dopo mezzogiorno ad esempio quando voi siete in casa. Penso sia importante per lui poter avere una finestra sul mondo esterno che piano piano sta perdendo, negarglielo lo ritengo crudele, perciò cercherei un accordo chiaro ed esplicito.
Un cordiale saluto.
Un cordiale saluto.
Dato che mi occupo da tempo di famiglie e anziani mi permetto di darle una chiave di lettura.Partendo da quanto da lei riferito rispetto alla diagnosi di suo suocero Le consiglierei di chiedere info nel vostro territorio d'appartenenza per provare ad attivare degli interventi che lo stimolino e supportino,al domicilio o in strutture diurne che prevedono attività piacevoli e aiutano la socializzazione; Per voi parenti potrebbe esservi utile approfondire tale situazione con colloqui psicoeducativi.Cordialmente
Buongiorno. La situazione che descrive è sicuramente complessa e delicata, e richiede un equilibrio tra la tutela della sicurezza di suo suocero e il rispetto della sua autonomia e dei suoi bisogni. Il fatto che sia migliorato al punto da desiderare di uscire è un segnale positivo, ma capisco la sua preoccupazione per la sua sicurezza e il comportamento di aprire il portone in qualsiasi momento.
La demenza vascolare può comportare difficoltà nel comprendere le norme sociali e nell'autoregolare i propri comportamenti. Il bisogno di "prendere aria" potrebbe essere una necessità che non riesce a esprimere diversamente o un’abitudine consolidata nel tempo. Per gestire questa situazione, potrebbe essere utile trovare strategie alternative che lo rassicurino e lo aiutino a ridurre questa abitudine. Ad esempio, creare una routine strutturata che preveda momenti precisi in cui può uscire o trascorrere del tempo all'aperto nel giardino privato, coinvolgendolo in piccole attività che possano dargli un senso di scopo e controllo.
Se il comportamento persiste, potreste valutare alcune soluzioni pratiche per la sicurezza, come un sistema di allarme discreto sul portone o una serratura con codice per limitarne l’accesso in determinati momenti.
Ad ogni modo, il confronto con un professionista esperto in disturbi cognitivi (neuropsicologo) potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le sue necessità e a trovare strategie efficaci per gestire questa problematica anche con il supporto di figure professionali esterne.
Resto a disposizione per un ulteriore approfondimento e per fornirle supporto nella gestione di questa situazione.
La demenza vascolare può comportare difficoltà nel comprendere le norme sociali e nell'autoregolare i propri comportamenti. Il bisogno di "prendere aria" potrebbe essere una necessità che non riesce a esprimere diversamente o un’abitudine consolidata nel tempo. Per gestire questa situazione, potrebbe essere utile trovare strategie alternative che lo rassicurino e lo aiutino a ridurre questa abitudine. Ad esempio, creare una routine strutturata che preveda momenti precisi in cui può uscire o trascorrere del tempo all'aperto nel giardino privato, coinvolgendolo in piccole attività che possano dargli un senso di scopo e controllo.
Se il comportamento persiste, potreste valutare alcune soluzioni pratiche per la sicurezza, come un sistema di allarme discreto sul portone o una serratura con codice per limitarne l’accesso in determinati momenti.
Ad ogni modo, il confronto con un professionista esperto in disturbi cognitivi (neuropsicologo) potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le sue necessità e a trovare strategie efficaci per gestire questa problematica anche con il supporto di figure professionali esterne.
Resto a disposizione per un ulteriore approfondimento e per fornirle supporto nella gestione di questa situazione.
Buongiorno,
quello che descrivete è una situazione molto comune quando si vive con persone con demenza vascolare o altre forme di deterioramento cognitivo: il bisogno di uscire, muoversi o “controllare” l’ambiente esterno può manifestarsi con comportamenti che agli occhi dei familiari sembrano insoliti o pericolosi, come aprire porte o mettersi davanti al portone. Questo non è un atto di disobbedienza volontaria, ma spesso una manifestazione dei sintomi della malattia: ansia, confusione, desiderio di autonomia, ricerca di stimoli sensoriali o semplicemente routine consolidate.
Nel gestire questi comportamenti è importante un approccio equilibrato tra sicurezza e rispetto del bisogno emotivo del vostro suocero. Alcuni suggerimenti pratici:
Prevenire piuttosto che reprimere: installare serrature con chiusura automatica o sistemi di sicurezza che permettano di bloccare il portone senza conflitto diretto;
Rituali sostitutivi: offrire alternative che soddisfino il bisogno di movimento o di aria fresca, come brevi passeggiate accompagnate, uscite in giardino o momenti di osservazione dal balcone;
Coinvolgimento empatico: spiegare sempre con calma e gentilezza le ragioni per cui non può stare da solo davanti al portone, evitando contrasti diretti che possono aumentare agitazione;
Routine coerenti: strutturare la giornata con uscite, attività e momenti di riposo regolari riduce l’impulso di fare gesti “improvvisi” e pericolosi.
È importante anche accettare che non tutti i comportamenti saranno controllabili e che la sicurezza deve essere garantita attraverso soluzioni pratiche più che conflitti verbali. Un confronto con il medico curante o il neurologo può aiutare a valutare strategie aggiuntive, e in alcuni casi anche l’intervento di un assistente domiciliare o terapista occupazionale può facilitare la gestione dei comportamenti rischiosi.
Un caro saluto, resto a disposizione se desiderate suggerimenti pratici per creare un ambiente sicuro ma rispettoso dei bisogni del vostro suocero.
quello che descrivete è una situazione molto comune quando si vive con persone con demenza vascolare o altre forme di deterioramento cognitivo: il bisogno di uscire, muoversi o “controllare” l’ambiente esterno può manifestarsi con comportamenti che agli occhi dei familiari sembrano insoliti o pericolosi, come aprire porte o mettersi davanti al portone. Questo non è un atto di disobbedienza volontaria, ma spesso una manifestazione dei sintomi della malattia: ansia, confusione, desiderio di autonomia, ricerca di stimoli sensoriali o semplicemente routine consolidate.
Nel gestire questi comportamenti è importante un approccio equilibrato tra sicurezza e rispetto del bisogno emotivo del vostro suocero. Alcuni suggerimenti pratici:
Prevenire piuttosto che reprimere: installare serrature con chiusura automatica o sistemi di sicurezza che permettano di bloccare il portone senza conflitto diretto;
Rituali sostitutivi: offrire alternative che soddisfino il bisogno di movimento o di aria fresca, come brevi passeggiate accompagnate, uscite in giardino o momenti di osservazione dal balcone;
Coinvolgimento empatico: spiegare sempre con calma e gentilezza le ragioni per cui non può stare da solo davanti al portone, evitando contrasti diretti che possono aumentare agitazione;
Routine coerenti: strutturare la giornata con uscite, attività e momenti di riposo regolari riduce l’impulso di fare gesti “improvvisi” e pericolosi.
È importante anche accettare che non tutti i comportamenti saranno controllabili e che la sicurezza deve essere garantita attraverso soluzioni pratiche più che conflitti verbali. Un confronto con il medico curante o il neurologo può aiutare a valutare strategie aggiuntive, e in alcuni casi anche l’intervento di un assistente domiciliare o terapista occupazionale può facilitare la gestione dei comportamenti rischiosi.
Un caro saluto, resto a disposizione se desiderate suggerimenti pratici per creare un ambiente sicuro ma rispettoso dei bisogni del vostro suocero.
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto comune quando si vive con una persona anziana affetta da demenza vascolare: anche dopo un recupero fisico, è frequente che emergano comportamenti ripetitivi o difficili da comprendere, come il bisogno di uscire o di “prendere aria”.
In questi casi non è utile cercare di convincerlo razionalmente a smettere: il suo comportamento non nasce da una mancanza di rispetto o da ostinazione, ma da un bisogno percepito come reale (libertà, movimento, contatto con l’esterno), che la malattia non gli permette di regolare.
Più che spiegargli che “non deve farlo”, può essere efficace proporre alternative: ad esempio, sedersi insieme nel giardino, affacciarsi con lui per qualche minuto, o dargli una piccola “responsabilità” (“mi controlli se c’è posta?”, “vedi se è passata l’auto del pane?”). Questo aiuta a contenere il comportamento senza scontro, dandogli comunque un senso di autonomia e utilità. Se la situazione diventa difficile da gestire o rischiosa, può essere utile confrontarsi con il neurologo o un centro per disturbi cognitivi: esistono strategie educative.
Sta già facendo molto per lui, e il disagio che prova è comprensibile: vivere accanto a una persona con demenza richiede pazienza, ma anche la possibilità di ricevere supporto psicologico per i familiari, che può aiutarla a non sentirsi solo nel gestire queste dinamiche quotidiane. Un caro saluto
la situazione che descrive è molto comune quando si vive con una persona anziana affetta da demenza vascolare: anche dopo un recupero fisico, è frequente che emergano comportamenti ripetitivi o difficili da comprendere, come il bisogno di uscire o di “prendere aria”.
In questi casi non è utile cercare di convincerlo razionalmente a smettere: il suo comportamento non nasce da una mancanza di rispetto o da ostinazione, ma da un bisogno percepito come reale (libertà, movimento, contatto con l’esterno), che la malattia non gli permette di regolare.
Più che spiegargli che “non deve farlo”, può essere efficace proporre alternative: ad esempio, sedersi insieme nel giardino, affacciarsi con lui per qualche minuto, o dargli una piccola “responsabilità” (“mi controlli se c’è posta?”, “vedi se è passata l’auto del pane?”). Questo aiuta a contenere il comportamento senza scontro, dandogli comunque un senso di autonomia e utilità. Se la situazione diventa difficile da gestire o rischiosa, può essere utile confrontarsi con il neurologo o un centro per disturbi cognitivi: esistono strategie educative.
Sta già facendo molto per lui, e il disagio che prova è comprensibile: vivere accanto a una persona con demenza richiede pazienza, ma anche la possibilità di ricevere supporto psicologico per i familiari, che può aiutarla a non sentirsi solo nel gestire queste dinamiche quotidiane. Un caro saluto
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