Proposta car ossi terapia con aloe per ginocchia doloranti e gonfie; accettato con riluttanza , dura
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Proposta car ossi terapia con aloe per ginocchia doloranti e gonfie; accettato con riluttanza , durata della seduta 30 minuti. A fronte di un miglioramento fatta seconda seduta durata 15 minuti, notte insonne per dolori alle ginocchia e peggioramento del ginocchio con difficoltà deambulatorie importanti , contattato il medico mi informa che aveva aggiunto all’alieno il crupum.
Da due mesi sono in terapia dal mio osteopata ( che era in ferie quando avevo accettato con riluttanza la carbossile) e sto recuperando , mi piacerebbe sapere cosa possa aver causato il peggioramento… il crupum? Il tempo dimezzato? Grazie
Da due mesi sono in terapia dal mio osteopata ( che era in ferie quando avevo accettato con riluttanza la carbossile) e sto recuperando , mi piacerebbe sapere cosa possa aver causato il peggioramento… il crupum? Il tempo dimezzato? Grazie
Buongiorno purtroppo non saprei risponderle ma per questo tipo di domande le consiglio sempre di rivolgersi al suo medico di base o allo specialista in questione.
Cordiali saluti
Dott. R. Caminiti
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Buonasera, mi dispiace per questo problema così invalidante.
In genere il Crupum essendo un farmaco omeopatico non dovrebbe dare particolari effetti collaterali ma ognuno reagisce a modo suo, quindi non è da escludersi un peggioramento legato al suo utilizzo. Un peggioramento transitorio iniziale comunque è possibile, ma se persiste è bene sempre interrompere. C'è da dire che in tutti i trattamenti, anche quelli osteopatici, bisogna dare il tempo che faccia effetto, ai liquidi di drenare ecc. Non si può comunque escludere ad un'interazione carbossiterapia-farmaco inaspettata.
Spero di essere stata utile, un caro saluto. Dott.ssa Micol Teti
In genere il Crupum essendo un farmaco omeopatico non dovrebbe dare particolari effetti collaterali ma ognuno reagisce a modo suo, quindi non è da escludersi un peggioramento legato al suo utilizzo. Un peggioramento transitorio iniziale comunque è possibile, ma se persiste è bene sempre interrompere. C'è da dire che in tutti i trattamenti, anche quelli osteopatici, bisogna dare il tempo che faccia effetto, ai liquidi di drenare ecc. Non si può comunque escludere ad un'interazione carbossiterapia-farmaco inaspettata.
Spero di essere stata utile, un caro saluto. Dott.ssa Micol Teti
Buongiorno, capisco il suo dubbio: quando dopo un trattamento compare un peggioramento così marcato è normale chiedersi da cosa possa dipendere o se qualcosa sia “andato storto”.
Da ciò che descrive sembra abbia ricevuto una carbossiterapia associata a un preparato a base di Cuprum. È importante ricordare che solo il medico che ha eseguito la procedura può spiegare esattamente cosa sia stato utilizzato e quali reazioni siano considerate possibili, perché le tecniche iniettive rientrano pienamente nelle sue competenze ed è quindi la figura più indicata a darle la risposta più esaustiva.
Detto ciò in alcune persone, soprattutto se l’articolazione è già infiammata o molto sensibile, può comparire un peggioramento transitorio del dolore dopo trattamenti di questo tipo. Anche l’aggiunta di altri preparati può, in alcuni casi, generare una risposta locale più intensa del previsto.
La cosa più importante ora è confrontarsi direttamente con il medico che la ha in cura e riportargli esattamente le reazioni che ha avuto: solo così potrà valutare la situazione e, se necessario, adattare il percorso terapeutico al meglio.
Da ciò che descrive sembra abbia ricevuto una carbossiterapia associata a un preparato a base di Cuprum. È importante ricordare che solo il medico che ha eseguito la procedura può spiegare esattamente cosa sia stato utilizzato e quali reazioni siano considerate possibili, perché le tecniche iniettive rientrano pienamente nelle sue competenze ed è quindi la figura più indicata a darle la risposta più esaustiva.
Detto ciò in alcune persone, soprattutto se l’articolazione è già infiammata o molto sensibile, può comparire un peggioramento transitorio del dolore dopo trattamenti di questo tipo. Anche l’aggiunta di altri preparati può, in alcuni casi, generare una risposta locale più intensa del previsto.
La cosa più importante ora è confrontarsi direttamente con il medico che la ha in cura e riportargli esattamente le reazioni che ha avuto: solo così potrà valutare la situazione e, se necessario, adattare il percorso terapeutico al meglio.
In ambito osteopatico, il peggioramento sintomatologico dopo una procedura locale può dipendere da più fattori concomitanti.
La carbossiterapia, pur essendo generalmente ben tollerata, può indurre una risposta infiammatoria reattiva nei tessuti.
Tale risposta può risultare amplificata in presenza di strutture già irritate o di un equilibrio biomeccanico compromesso.
L’aggiunta di una seconda sostanza al protocollo iniziale rappresenta una variabile rilevante.
Ogni composto può modificare la reattività tissutale, soprattutto se non previamente testato sul singolo paziente.
Anche la variazione della durata della seduta incide sulla distribuzione e sull’adattamento dei tessuti allo stimolo.
Una stimolazione più concentrata in tempi ridotti può risultare eccessiva per alcuni sistemi recettoriali.
Il dolore notturno e la difficoltà deambulatoria suggeriscono una fase di sovraccarico funzionale temporaneo.
In osteopatia si considera centrale la capacità di autoregolazione dell’organismo e i suoi limiti contingenti.
Quando tali limiti vengono superati, può manifestarsi un peggioramento clinico anziché un beneficio.
È quindi verosimile che il quadro sia dipeso dall’interazione tra tecnica, sostanze utilizzate e stato del paziente.
Il successivo recupero con trattamento osteopatico indica un ripristino graduale dell’equilibrio funzionale.
Una valutazione individuale preventiva resta fondamentale nella scelta e modulazione di qualsiasi intervento.
Questo approccio riduce il rischio di reazioni avverse e favorisce risultati più stabili nel tempo.
Cordiali saluti, Dott.Lorenzo orsolini.
La carbossiterapia, pur essendo generalmente ben tollerata, può indurre una risposta infiammatoria reattiva nei tessuti.
Tale risposta può risultare amplificata in presenza di strutture già irritate o di un equilibrio biomeccanico compromesso.
L’aggiunta di una seconda sostanza al protocollo iniziale rappresenta una variabile rilevante.
Ogni composto può modificare la reattività tissutale, soprattutto se non previamente testato sul singolo paziente.
Anche la variazione della durata della seduta incide sulla distribuzione e sull’adattamento dei tessuti allo stimolo.
Una stimolazione più concentrata in tempi ridotti può risultare eccessiva per alcuni sistemi recettoriali.
Il dolore notturno e la difficoltà deambulatoria suggeriscono una fase di sovraccarico funzionale temporaneo.
In osteopatia si considera centrale la capacità di autoregolazione dell’organismo e i suoi limiti contingenti.
Quando tali limiti vengono superati, può manifestarsi un peggioramento clinico anziché un beneficio.
È quindi verosimile che il quadro sia dipeso dall’interazione tra tecnica, sostanze utilizzate e stato del paziente.
Il successivo recupero con trattamento osteopatico indica un ripristino graduale dell’equilibrio funzionale.
Una valutazione individuale preventiva resta fondamentale nella scelta e modulazione di qualsiasi intervento.
Questo approccio riduce il rischio di reazioni avverse e favorisce risultati più stabili nel tempo.
Cordiali saluti, Dott.Lorenzo orsolini.
Buongiorno,
In merito a questo domanda specifica su questa terapia effettuata per le ginocchia le consiglio di sentire il suo medico che ha un quadro completo della sua storia clinica. Cordiali saluti
In merito a questo domanda specifica su questa terapia effettuata per le ginocchia le consiglio di sentire il suo medico che ha un quadro completo della sua storia clinica. Cordiali saluti
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