Il pollice in bocca

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Buongiorno, mia figlia di 5 anni ciuccia il pollice da quando ha pochi mesi e non so come intervenire. E' un'atteggiamento che lei stessa ha difficoltà a controllare, mi chiedevo se avesse qualche suggerimento da darmi, mi rendo conto che potrebbe non competerle ma la ringrazio comunque!
Salve, se per il bambino piccolo succhiarsi il dito è una forma di conoscenza e consolazione, dopo i 2-3 anni potrebbe arrecare problemi allo sviluppo delle arcate dentarie, specie se vi sono già dei difetti nella loro conformazione. Come farlo smettere? Cercando la sua collaborazione, incoraggiandolo e premiando i risultati.

Il dito in bocca per i bambini piccoli è un gesto naturale ...

Succhiarsi il dito è un gesto spontaneo e fisiologico del bambino piccolo: ciucciare il dito è per lui una forma di consolazione e di compensazione e per questo non c’è motivo di impedirglielo. Oltre i 2-3 anni, invece, potrebbe dare qualche problema, soprattutto se il bambino ha una conformazione delle arcate dentarie non equilibrata.


... ma se il bambino continua a mettere il dito in bocca dopo i 2-3 anni: i rischi per le arcate dentarie

Ognuno di noi ha una determinata conformazione scheletrica ed una determinata forma del cosiddetto del terzo inferiore del viso, cioè della zona del viso costituita da due ossa: l’osso mascellare superiore e la mandibola.

La maggior parte dei bambini ha una buona proporzione estetica tra le due ossa, ma in un terzo dei casi la mandibola cresce un po’ meno rispetto al mascellare superiore, che quindi risulta più sviluppato. Molto meno frequente invece il caso in cui la crescita del mascellare superiore sia inferiore a quella della mandibola.

Che cosa c’entra questo discorso con il dito in bocca? C’entra perché se il bambino rientra nel secondo gruppo, cioè se ha un mascellare superiore troppo cresciuto rispetto alla mandibola, col passare del tempo succhiarsi il dito per molte ore al giorno può stimolare ancor più la crescita del mascellare superiore e deformare l’arcata superiore

Un altro difetto che può essere accentuato se il bambino si succhia a lungo il pollice è il cosiddetto morso aperto, che si ha quando, unendo le due arcate dentarie, tra i denti anteriori resta uno spazio aperto: se in questo spazio si inserisce il pollice, l’arcata superiore si allarga ancor di più e il morso aperto peggiora.


Le possibili conseguenze del dito in bocca: problemi estetici, difetti di pronuncia e un maggior rischio di carie

Una deformazione delle arcate dentarie è innanzitutto un problema estetico, che potrà creare disagi soprattutto nei confronti dei coetanei. In più, vi sono dei problemi funzionali. Una conformazione non corretta della arcate dentarie ed un morso aperto ad esempio possono provocare una deglutizione atipica.
In condizioni normali, quando si deglutisce, le due arcate dentarie si chiudono come un coperchio su una scatola, mentre la lingua si appoggia sul palato.
Quando c’è un morso aperto, il ‘coperchio e la scatola’ non combaciano e così il bambino, per poter deglutire, è portato a mettere la lingua in mezzo alle arcate, in modo da ‘tappare il buco’. In questo modo non solo spinge sugli incisivi superiori, portandoli ancor di più in avanti, ma può sviluppare difetti di pronuncia, dovuti proprio alla sbagliata posizione della lingua.

Se in questo contesto il bambino si succhia pure il pollice, si instaura una specie di circolo vizioso: il dito in bocca peggiora il morso aperto, che a sua volta favorisce la deglutizione atipica, che può provocare difetti di pronuncia.

Se le arcate dentarie non sono ben allineate, infine, aumenta il rischio di andare incontro a carie o gengiviti: in una bocca ‘normale’, i muscoli del labbro superiore, durante i normali movimenti, portano via residui di cibo e batteri dalla bocca del bambino, esercitando una naturale igiene orale; se la conformazione dentaria è irregolare, c’è un maggior ristagno di placca che favorisce la carie.

Come togliere il ‘vizio’ del dito in bocca: i rimedi

Se il bambino continua a succhiarsi il dito oltre i 2-3 anni di età, è bene portarlo da un odontoiatra pediatrico, il quale verificherà qual è la conformazione delle arcate del bambino e se la suzione del dito può provocargli danni.

A quel punto concorda con i genitori una strategia, che passo dopo passo, senza rimproveri o punizioni (che anzi possono essere controproducenti) ma sempre con l’incoraggiamento ed il rinforzo positivo, possa indurre il bambino ad abbandonare la sua abitudine.

Indispensabile coinvolgere e responsabilizzare il bambino, anche se piccolo, nel suo percorso, verificando durante le visite periodiche i risultati raggiunti, ascoltando le sue ragioni in caso di insuccesso e premiando i suoi progressi con elogi verbali e un bel premio finale.

Nella stragrande maggioranza dei casi questo approccio è sufficiente per far togliere al bambino il dito dalla bocca, basta portare pazienza e avere costanza.

In alcuni casi è necessario ricorrere ad una griglia linguale

Se l’abitudine del dito in bocca è consolidata da tempo, potrebbe essere più difficile per il bambino abbandonarla. Solo a questo punto, si può ricorrere ad apparecchi, puntando sempre sul coinvolgimento del bambino, che non deve mai percepire certi strumenti come ‘punizioni’, ma come un aiuto in più per il suo bene.

Un possibile rimedio è la griglia linguale, un apparecchietto fisso metallico ancorato ai primi molari superiori, dotato di una serpentina che impedisce materialmente di mettere il dito in bocca e contemporaneamente impedisce alla lingua di inserirsi tra i denti.

All’inizio la griglia potrebbe risultare un po’ fastidiosa per il bambino, che, avvertendo il corpo estraneo, potrebbe avere un aumento della salivazione o riscontrare difficoltà a parlare o ad effettuare le operazioni di pulizia, ma in breve tempo si abituerà senza problemi, specie se è stato motivato ad indossarla.

Nei bambini più piccoli sono più indicati i regolatori mio-funzionali

Un’alternativa alla griglia linguale, indicata soprattutto per i bambini più piccoli (4-5 anni) sono i regolatori mio-funzionali. Si tratta di apparecchi mobili in silicone, preformati e disponibili in varie misure, che vanno indossati la notte e per qualche ora durante il giorno, quando ad esempio il bambino sta a casa.

La loro funzione è quella di esercitare una sorta di ginnastica passiva sulla muscolatura intorno alle ossa dei denti per favorire una crescita armonica ed equilibrata delle arcate.

Cordiali saluti

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Buongiorno e La ringrazio innanzitutto per avermi contattato. Come Lei ha già accennato la problematica di sua figlia non rientra nelle competenze di un Osteopata (almeno per il momento) in quanto questa abitudine ha probabilmente delle radici inconsce, che andrebbero indagate magari con l'aiuto di uno psicologo. Limitatamente a quelle che sono le mie conoscenze a riguardo probabilmente sua figlia non ha ancora superato quello che è stato definito da Freud lo stadio "orale" nel quale il bambino trae "soddisfazione" dalla suzione del seno materno. La problematica potrebbe richiedere in futuro anche l'aiuto di un Osteopata (e di un Dentista) laddove si rendesse necessario intervenire per correggere eventuali deformazioni al palato secondarie alla continua suzione del pollice. Le consiglio dunque di rivolgersi per il momento ad un esperto in psicologia che La possa aiutare a capire il "motivo" di questo atteggiamento di sua figlia. Le auguro una buona giornata
Bisognerebbe fare una anamnesi per capite quale sia il motivo di questo bisogno,poi valutarla a 360°.
Potrebbero esserci compressione craniche , palato stretto,o altro,ma senza vederla non posso dirle di più
Buongiorno, il pollice, come il ciuccio, generalmente è un surrogato del seno materno: il bambino fa ricorso alla suzione del pollice quando necessita conforto ma la mamma non riesce a consolarlo.
Secondo alcuni Autori la persistenza della suzione oltre il secondo anno di vita è legata allo svezzamento precoce, secondo altri tale attitudine scaturisce da problematiche legate alla crescita e all’ambiente in cui il bimbo si sviluppa.
In questi casi è assolutamente consigliabile un consulto di tipo psicologico.
In effetti, al di là delle considerazioni di carattere generale, bisogna valutare la situazione nel caso specifico per cercare di capire se possano esistere motivi di conflittualità e intervenire in maniera mirata.

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