Gelosia "controllabile"? Salve, vi spiego in breve il mio cruccio: sono fidanzata da 3 anni (con un

15 risposte
Gelosia "controllabile"?
Salve, vi spiego in breve il mio cruccio: sono fidanzata da 3 anni (con un ragazzo bipolare, lo specifico perchè non so se potrebbe far la differenza) e il mio ragazzo spesso diventa geloso quando mi vede indossare un determinato abbigliamento (e non parlo di gonne corte o scollature importanti, ma di aderenze, per esempio). A prima vista gli viene il pensiero che la gente possa guardarmi e questo lo preoccupa.
Non appena mi manifesta il suo disagio è l'inizio della fine, perchè la mia reazione a questo suo disagio è quella che determina se la situazione degenererà o meno (e degenera sempre!): in questo momento io ottengo il grande onere di rassicurarlo, ma non so mai su cosa, perchè non posso controllare le persone e "invitarle" a non guardarmi. Posso solo "controllare" me, e come? Non indossando quei capi. Penso sempre sia l'unica soluzione. E lui allora si arrabbia perchè sostiene che se gli dessi la Giusta Rassicurazione non dovrei arrivare a questa conclusione.
Allora io mi chiedo in questi casi come si debba procedere. Il "problema" sono io o lui? Lui che non riesce a controllare questi pensieri o io che non riesco a gestire il suo disagio? Possibile che debba essere sempre tutto nelle mie mani? Potrebbe lui avere degli strumenti per adocchiare preventivamente pensieri disfunzionali? Lui però non li considera tali. Sostiene che siano disagi che gli vengono per un motivo e non vede perchè debba prenderli e cestinarli. Tocca invece a me trovare la "formula magica" per farglieli passare ("se lo amo" - parole sue!).
Grazie
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua storia, su cui mi permetto di fare qualche osservazione.
Indipendentemente dalla patologia che potrebbe avere il suo fidanzato, sembra si tratti di una relazione basata sul conflitto, alimentato da entrambi. Pare che qualsiasi sia la mossa (con o senza vestiti attillati, o altro), la stessa esiti sempre in uno scontro, da cui le suggerisco di cercare di disimpegnarsi, per evitare un'escalation. Pertanto, occorrerebbe assumere una posizione diversa a fronte degli accadimenti e non cedere alla "danza" del conflitto e della rassicurazione, per vedere poi in che direzione si muovono le cose. "Trovare sempre la formula magica" e "avere tutto nelle sue mani" immagino provochi un dispendio di energia, ma allo stesso tempo un senso di importanza. Purtroppo, se il suo compagno non riconosce i propri atteggiamenti e comportamenti come disfunzionali, è difficile che possa essere motivato ad affrontarli; inoltre, il suo atteggiamento (evitare di indossare certi vestiti, rassicurarlo, ecc.) non fa che alimentarli, piuttosto che placarli e risolverli. Purtroppo, non è lei che può risolvere il disagio del suo partner, ma certamente può scegliere di intraprendere un percorso, qualora avverta un disagio e l'incapacità di gestirlo.
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa

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Salve, provo a proporle alcune riflessioni.

Scrive: ‹‹Possibile che debba essere sempre tutto nelle mie mani?››. Mi perdoni la franchezza, ma è proprio sicura di essere lei ad avere la situazione nelle sue mani? Sembra, piuttosto, che questa dinamica sia “nelle mani” del suo fidanzato, delle sue richieste di rassicurazioni e dei suoi – come lei li definisce – pensieri disfunzionali. E lei dov’è in tutto questo?

Piccolo focus sulle rassicurazioni: le viene chiesta una Giusta Rassicurazione non meglio definita, una “formula magica”, una dimostrazione di amore che sembra sempre non cogliere nel segno. Piccolo focus sul tema gestire/controllare: lei (come nessun essere umano!) può controllare né gestire le emozioni o i pensieri altrui. Non so se questa aspettativa di poter “gestire” provenga da lei, da lui o da entrambi, però è un qualcosa su cui vale la pena che lei si fermi e si interroghi.

Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, capisco che stai affrontando una situazione complessa con la gelosia del tuo ragazzo e la difficoltà nel gestire la sua reazione. È importante sottolineare che la gelosia è un'emozione comune nelle relazioni, ma è fondamentale trovare un equilibrio sano per affrontarla. La gelosia può essere influenzata da diversi fattori, tra cui l'autostima, l'insicurezza e le esperienze passate. Nel caso del tuo ragazzo, hai menzionato che ha una condizione bipolare, che potrebbe influenzare le sue emozioni e la sua percezione della situazione. Tuttavia, è importante ricordare che il bipolarismo non giustifica né scusa comportamenti manipolatori o controllanti.
È fondamentale comunicare apertamente con il tuo ragazzo sui tuoi sentimenti riguardo alla gelosia e sul modo in cui questa situzione influenza il vostro rapporto. Potreste cercare di trovare soluzioni insieme, come cercare supporto professionale da uno psicologo o un consulente di coppia specializzato in disturbi dell'umore. Questo può aiutare entrambi a comprendere meglio la situazione e a sviluppare strategie per affrontare la gelosia in modo sano e costruttivo.
La responsabilità della gelosia non dovrebbe ricadere interamente su di te né devi sentirti obbligata a "controllare" il modo in cui ti vesti o quello che fai per evitare situazioni che potrebbero scatenare la sua gelosia. La gestione della gelosia richiede uno sforzo combinato da entrambi i partner, con un'attenzione particolare al lavoro sulla fiducia reciproca e sulla comunicazione aperta.
Dr. Roberto Prattichizzo
Buongiorno, credo che la situazione da lei descritta sia molto delicata: percepisco tra le righe la paura di fare una mossa sbagliata nei confronti del partner che la possa mettere in una situazione di pericolo. Per definire di chi è il problema (suo, del partner o della coppia) bisognerebbe prima di tutto fare un'attenta raccolta dei dati relativi alla vostra storia personale e di coppia: il suo partner metteva in gioco la gelosia anche nelle relazioni sentimentali precedenti? Oppure è una dinamica che si è generata solo nella vostra coppia? Le è già capitato di scegliersi partner gelosi? Si è già trovata in altre situazioni relazionali a dover rassicurare e sottostare alle richieste altrui?
Potrebbe rivolgersi ad un terapeuta che si occupa di psicoterapia di coppia, che in caso di necessità saprà indirizzare lei e il suo partner anche ad un percorso individuale parallelo al percorso di coppia. Cari saluti, dott.ssa Maria Oliveira
Gentile utente quello che lei riporta è indice sicuramente di un rapporto disfunzionale, soprattutto legato alla forte gelosia di lui. Posso dirle che lei nojn deve sentirsi in dovere di agire o utilizzare particolari strategie per tranquillizzare lui, sicuramente la gelosia del suo ragazzo è indice di una profonda insicurezza e scarsa autostima, che lui stesso dovrebbe elaborare e ridurre. Per quanto riguarda lei deve sentirsi libera e a proprio agio con il suo corpo e se desidera indossare un particolare capo perchè la fa stare bene è liberissima di farlo. Lei può invece lavorare sul senso di sicurezza e sul rafforzamento del proprio sè che la indurranno a vivere la relazione in modo più sicuro e lontana quindi da azioni disfunzionali e eventualmente manipolatorie dell'altro. Un cordiale saluto e a disposizione per tutto. Dott.ssa Antonella Colantoni
Gentile Utente, espone qui un problema relazionale che forse dovrebbe essere approfondito all'interno di uno spazio di consulenza di coppia.
Come è possibile leggere il bisogno di rassicurazione che il suo partner manifesta con questi comportamenti? E quali risposte sane e sufficienti è possibile dare? Quali sono questi pensieri "disfunzionali"? Lei cosa si sente disposta a fare per rispondere ai suoi bisogni e come si sente a dover rispondere a queste richieste? Lei di cosa ha bisogno?
Scrive che il suo fidanzato è bipolare, segue o ha seguito una terapia farmacologica e/o psicoterapeutica?
Penso che uno spazio dedicato alla coppia possa essere la risposta più idonea alla situazione che riferisce, dove approfondire queste ed altre aree e valutare l'intervento più idoneo ad affrontare le difficoltà che state vivendo.
Cordiali saluti
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza in questo spazio. La situazione che descrive meriterebbe di essere trattata in un setting di coppia tuttavia mi sembrano evidenti alcuni concetti: a prescindere dal fatto che servirebbero altri elementi per comprendere meglio la dinamica di coppia, come prima cosa Lei dovrebbe sentirsi libera di indossare cio’ che la fa sentire bene e a suo agio senza dover rassicurare in alcun modo il Suo partner. In secondo luogo il Suo partner dovrebbe imparare a gestire, magari con l’aiuto di un terapeuta, i suoi impulsi di gelosia lavorando sul suo senso di insicurezza e mancanza di autostima. Dal punto di vista della relazione, si nota una collusione, un incastro sicuramente poco salutare e viene da chiedersi come mai Lei si presti a cercare di risolvere una problematica che non La riguarda e che non dovrebbe essere assolutamente “ nelle Sue mani”… Sono disponibile per approfondimenti anche con un consulto online. Un caro saluto!
Dott.ssa Angela Fortini
Gentilissima, se il suo compagno non percepisce i suoi comportamenti come egodistonici, ossia conflittuali, difficilmente potrà rendersi conto che la sua gelosia è un problema per la coppia. Come dice Jung, dove sbaglia l'altro possiamo fare ben poco, l'importante è capire cosa possiamo fare noi. E non sicuramente, rispondendo alla domanda: "Come posso evitare di renderlo geloso", in quanto umanamente impossibile, dato che i sentimenti sono vissuti personali sono soggettivi e hanno a che fare con la propria costruzione della realtà. In tal senso, Non esistono formule magiche per aiutare qualcun altro se questi non vede il problema. Da qui, ciò che le suggerisco è di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire cosa vuole e desidera, e, non da ultimo, per interrogarsi sul perché vede nel controllo personale l'unica soluzione al problema. Tra l'altro, è giusto che si prenda tutta la responsabilità della questione e che non possa sentirsi libera?
Buona vita
Dottoressa Francesca Carubbi
Buongiorno
quella che lei descrive è una dinamica purtroppo molto frequente nelle relazioni.
Se la situazione degenera come lei scrive (e degenera sempre!) la responsabilità non è sua. E se questa situazione la preoccupa o spaventa la invito a contattare nella sua città i centri antiviolenza o altre associazioni rivolte alle donne che sapranno ascoltare e fornire anche adeguato sostegno psicologico.
Per quanto riguarda il suo compagno, se le sembra che ci sia la volontà di riflettere su quello che sta accadendo, lo inviti a prendere contatto con qualche centro che lavora in maniera specifica con gli uomini al fine di riuscire a gestire la rabbia e l'aggressività che si intravede in ciò che scrive.
Un caro saluto.
Gentilissima,
È sempre lo stesso annoso problema: come faccio a cambiarlo/aiutarlo a migliorare/ a risolvere i suoi problemi?
La risposta è sempre la stessa: se il suo fidanzato non riconosce i suoi atteggiamenti come disfunzionali, non sarà certo disposto ad affrontare il problema, perché per lui non costituisce un problema.
Mi sembra invece di capire che questa dinamica di relazione reca a lei un disagio e una sofferenza. Perciò parta da lei. È l’unica cosa sulla quale ha il controllo e la responsabilità (le sue scelte, le sue decisioni, il suo comporta).
Cordialmente
S. L.
Buongiorno, la ringrazio per aver scritto. Si tratta di una dinamica complessa che difficilmente puo' essere appiattita su un "Chi e' che comincia? Chi e' il problema?". E' necessario permettere l'emergere dei bisogni e aspettative di entrambi, in un clima di mutuo rispetto e ascolto. Se riuscite a creare il contesto per poter discutere su quello che sta capitando, otterrete migliori risultati rispetto alla ricerca di chi e' colpevole o disfunzionale. Per far questo, e' utile avere un terzo, un professionista, che moderi la conversazione e vi consenta di notare risorse e possibili passi falsi. Rimango a sua disposizione
Salve cara, la ringrazio per aver scritto.
Descrive una dinamica relazionale complessa, in cui in realtà nessuna rassicurazione potrebbe rivelarsi sufficiente perché lo sguardo dell’altro tende subito a trovare qualcos’altro che non va e perché di continuo può alzarsi il tiro della richiesta di controllo. Sono questioni che sembrano riguardare l’altro, lasciandola però costantemente in balìa ora di un senso di valore ora di un senso di impotenza.
Motivo per cui in realtà ciò che può padroneggiare è solo il modo in cui lei si sente in rapporto a ciò e potrebbe rivelarsi di aiuto interrogarlo in uno spazio terapeutico dedicato.
Buongiorno,
quella che descrive è una situazione relazionale molto delicata. Come altri colleghi, credo che non sia "tutto nelle sue mani" così come è portata a pensare e così come le viene detto e che non debba colpevolizzarsi o assumersi la responsabilità delle disfunzionalità relazionali dell'altro, tanto qualsiasi mossa faccia non sarà mai abbastanza. Purtroppo la dinamica della colpevolizzazione dell'altro per le proprie reazioni disfunzionali è una dinamica frequente di cui la invito a essere consapevole affinché la vostra relazione possa migliorare e ognuno possa curare le proprie parti fragili. Credo che il suo compagno debba iniziare a essere consapevole della propria difficoltà a gestire le sue insicurezze e del bisogno di controllo che ha su di lei. La invito a confrontarsi con un professionista che la possa aiutare a fare luce sulle responsabilità e sui cambiamenti possibili in questa relazione.
Salve, le persone eccessivamente gelose non rendono semplice la vita. Lei si interroghi se veramente vuole continuare una relazione che la fa soffrire e cerchi aiuto in qualcuno che possa supportarla in questo momento. Farà chiarezza nel rapporto e in se stessa.

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