Come faccio a fare in modo di far dipendere la mia felicità solo da me stessa e non dagli altri? Son

25 risposte
Come faccio a fare in modo di far dipendere la mia felicità solo da me stessa e non dagli altri? Sono interessata a chi di me non gliene frega niente, mentre invece a volte chi mi dà retta e mi cerca non mi interessa perché lo noto che è una farsa e poi tale si rivela. Nessuno è orgoglioso di me (tranne il mio fidanzato che è l’unico che forse è fiero di me), non ho un’ indipendenza economica; anche se sono brava in qualcosa e ho delle doti particolari non riesco mai a concludere niente (anche se io so benissimo quanto valgo e quindi non ho problemi di autostima, anzi) e tanti mi prendono per una stupida e senza carattere, solo chi mi sa “leggere” capisce che invece non è così ma tutto il contrario. Tendo continuamente a paragonarmi a chi riesce a ottenere in poco tempo qualcosa per cui io invece ci lotto da molto più tempo, invidiandolo. E perché continuo a pensare a chi mi ignora?
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un intreccio complesso di pensieri ed emozioni che merita attenzione e comprensione. Da ciò che scrive, emerge che è consapevole del suo valore, delle sue capacità e di ciò che potrebbe ottenere, ma al tempo stesso sente di non riuscire a tradurre questo potenziale in risultati concreti. Questo può generare frustrazione, un senso di immobilità e il desiderio di trovare conferme esterne che compensino questo stato d’animo.

Il bisogno di rendere la propria felicità indipendente dagli altri è un tema profondo, che richiede un lavoro interiore graduale. Essere consapevoli del proprio valore è un buon punto di partenza, ma la felicità autentica arriva quando si impara ad apprezzare il proprio percorso senza il costante confronto con gli altri. Il fatto che si senta attratta da chi non le presta attenzione potrebbe essere legato proprio a questo: quando qualcuno ci ignora, può attivare in noi il bisogno di essere riconosciuti e apprezzati, quasi come una sfida a dimostrare il nostro valore. Ma il riconoscimento che davvero conta è quello che noi stessi diamo a ciò che siamo e a ciò che facciamo, indipendentemente da come gli altri reagiscono.

Inoltre, il paragone con chi ottiene risultati più rapidamente rischia di distoglierla dal suo percorso e di farle perdere di vista il valore del tempo e dell’esperienza che sta accumulando. Ognuno ha i propri tempi e le proprie difficoltà, e ciò che sembra facile per gli altri spesso non lo è realmente, perché non possiamo sapere tutto del loro cammino. Concentrarsi su sé stessa, sulle proprie passioni e su piccoli obiettivi concreti potrebbe aiutarla a distogliere l’attenzione da questi paragoni e a costruire qualcosa di solido per sé stessa.

Se sente che la mancanza di indipendenza economica contribuisce a questo senso di insoddisfazione, potrebbe essere utile esplorare strade che la avvicinino a una maggiore autonomia, anche con piccoli passi. L’indipendenza, non solo economica ma anche emotiva, si costruisce giorno per giorno, scegliendo di dare più valore a ciò che si desidera davvero, invece di cercare risposte in chi non sa riconoscere il suo valore.

Darsi il permesso di vivere senza cercare costantemente la convalida altrui è una sfida, ma può essere un grande passo verso una felicità più autentica e duratura.

Dott. Luca Vocino

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, ciò che ci racconta riflette un'esperienza comune a molte persone che, pur avendo consapevolezza del proprio valore, sentono il bisogno di conferme dall'esterno. La tendenza a cercare l'approvazione degli altri, soprattutto da parte di chi ci ignora, può essere legata a schemi emotivi profondi, spesso radicati in esperienze di vita passata. Paragonarsi agli altri, poi, non fa che alimentare un senso di frustrazione e insoddisfazione, soprattutto quando ci si concentra solo sul risultato e non sul percorso personale.
Un primo passo per rendere la propria felicità meno dipendente dagli altri è spostare il focus su ciò che è sotto il suo controllo: il suo impegno, i suoi obiettivi e le sue passioni. Potrebbe essere utile dedicarsi a pratiche di crescita personale, per rimanere ancorata al momento presente e valorizzare le sue conquiste, anche quelle piccole.
Si chieda cosa la fa sentire veramente soddisfatta, a prescindere dal giudizio altrui. Spesso, costruire uno spazio di autenticità personale e circondarsi di persone che ci rispettano per quello che siamo è la chiave per liberarsi da dinamiche relazionali tossiche.
La invito a considerare l'opportunità di rivolgersi a uno psicologo, che potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche interiori e a sviluppare strategie efficaci per gestire la ricerca di conferme e il bisogno di approvazione. Ci sono percorsi di supporto che possono accompagnarla nel rafforzare la sua indipendenza emotiva e costruire una felicità più solida e autentica.
Un caro saluto e un augurio per il suo percorso.
Dott.ssa Roberta Russo
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Alle volte viene naturale mettersi a confronto con chi si pensa raggiunga risultati migliori e più velocemente, perdendo però di vista la storia personale di ognuno e divenendo tanto severi con sè stessi. Leggo dalle tue parole che chi ti conosce davvero ti apprezza, e non mi sembra poco.
Mi piace ricordare che è importante tenere bene a mente che ognuno ha le proprie peculiarità, in fondo, come diceva Einstein, se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido!
Le circostanze alle volte mettono a dura prova e generano sconforto e, darsi la possibilità di osservare da un'altra angolatura, può dar luce a risorse e aspetti di sè che prima non venivano visti.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, se lei ricevesse le attenzioni ed il riconoscimento di quelle persone che oggi non la riconoscono questo cosa le darebbe in cambio? Come la farebbe sentire che oggi non si sente? Comprendere il senso che ha per lei tutto questo sforzo e fatica, capire perchè sente il bisogno di quello sguardo. Oggi il suo sguardo non è sufficiente, dove ha imparato a leggere il mondo, se e gli altri così? Credo che un sguardo dentro di sè e nei suoi vissuti potrebbe essere importante per lei. Potrebbe valutare un percorso psicologico che la possa aiutare a rimettersi al centro. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Quello che sta vivendo è un’esperienza complessa e molto umana, che tocca il bisogno di riconoscimento, il confronto con gli altri e la difficoltà di trovare soddisfazione personale indipendentemente dall’approvazione esterna. Voglio dirle, prima di tutto, che il solo fatto di porsi queste domande dimostra una grande consapevolezza di sé, e questo è un punto di forza. Lei dice di sapere bene quanto vale e di non avere problemi di autostima, eppure sente che il suo benessere dipende troppo dagli altri, soprattutto da chi la ignora o da chi sembra non darle il valore che merita. Questo apparente paradosso ha un senso: una cosa è avere un’autopercezione positiva delle proprie capacità, un’altra è riuscire a sentirsi pienamente soddisfatti e realizzati senza il bisogno di conferme esterne. In altre parole, può sapere di avere valore, ma se non sente che quel valore viene riconosciuto dagli altri, può provare frustrazione, senso di ingiustizia o rabbia. Uno dei meccanismi che può spiegare questa dinamica è il cosiddetto bias della scarsità: il cervello tende a dare più importanza a ciò che percepisce come difficile da ottenere. Se qualcuno la ignora, questo potrebbe attivare in lei un senso di sfida o il desiderio di dimostrare il suo valore proprio a chi non sembra accorgersene. È un comportamento che ha radici profonde, spesso legate a esperienze passate in cui il riconoscimento non è arrivato nel momento in cui sarebbe stato più necessario. Questo non significa che sia sbagliato desiderare approvazione, ma che forse il suo cervello ha imparato a interpretare l’attenzione altrui come una misura del proprio valore, anche quando razionalmente sa che non dovrebbe essere così. Il paragone con gli altri, poi, è un altro aspetto su cui potrebbe riflettere. Il fatto che provi invidia per chi ottiene risultati più velocemente non significa che sia una persona negativa o che non sia in grado di apprezzare il successo altrui. Spesso, la tendenza al confronto nasce dal timore di non essere abbastanza, anche se in fondo sa di esserlo. È come se dentro di lei ci fosse una voce che dice: "Dovrei essere già arrivata a questo risultato", e quando vede qualcuno che sembra riuscirci più facilmente, scatta un senso di frustrazione. Ma il problema non è il successo degli altri: è l’idea, forse rigida, di dove lei “dovrebbe” essere in questo momento. Se riuscisse a spostare l’attenzione dal paragone alla sua crescita personale, potrebbe trasformare questa invidia in una spinta positiva. Quindi, come può fare in modo che la sua felicità dipenda solo da lei stessa? Il primo passo è accorgersi di quando sta dando troppo potere agli altri nel definire il suo stato d’animo. Se nota che un commento negativo o l’indifferenza di qualcuno la colpiscono più di quanto vorrebbe, può provare a chiedersi: “Sto permettendo a questa persona di determinare il mio valore?". Un esercizio pratico potrebbe essere quello di scrivere una lista di cose che la rendono soddisfatta di sé, indipendentemente dagli altri. Cosa la fa sentire realizzata? In quali momenti prova un senso di successo o di benessere senza il bisogno di conferme esterne? Un altro aspetto su cui lavorare potrebbe essere la flessibilità cognitiva: quando si accorge di pensare in termini assoluti, come "Nessuno è orgoglioso di me", potrebbe provare a modificare questa frase con qualcosa di più realistico, come "Non tutti esprimono il loro orgoglio in modo evidente, ma questo non significa che io non abbia valore" o “Alcuni riconoscimenti arrivano in tempi diversi da quelli che mi aspetto". Piccoli cambiamenti nel modo di pensare possono fare una grande differenza nel modo in cui vive le sue emozioni. Infine, il fatto che le persone la prendano per una persona senza carattere, mentre solo alcuni riescono a vedere chi è davvero, può essere collegato al modo in cui comunica se stessa al mondo. Non significa che debba cambiare per compiacere gli altri, ma potrebbe chiedersi: “Sto mostrando chi sono veramente o mi sto trattenendo?". A volte, le persone non vedono il nostro valore perché, per abitudine o per paura di essere fraintesi, non lo esprimiamo completamente. Il percorso per rendere la propria felicità più indipendente dagli altri non è immediato, ma con il tempo e con il giusto lavoro su di sé, può imparare a dare meno peso a chi la ignora e più importanza a chi la apprezza davvero, senza il bisogno di continue conferme. Non perché non abbia bisogno degli altri (perché tutti, in qualche misura, abbiamo bisogno di connessioni umane) ma perché il suo valore è già lì, indipendentemente da chi lo riconosce. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Melania Freni
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Salve, capisco bene il tuo bisogno di validazione e il desiderio di essere apprezzata per ciò che sei. È un bisogno umano fondamentale. Però, come hai notato, cercare l'approvazione esterna può portare a delusioni e frustrazioni. Hai già una grande consapevolezza di te stessa e delle tue capacità, e questo è un ottimo punto di partenza. Ricorda sempre il tuo valore e non lasciare che gli altri ti facciano sentire inadeguata. Inizia a concentrarti su ciò che puoi controllare: i tuoi obiettivi, le tue passioni, le tue azioni. Poniti traguardi realistici e festeggia ogni piccolo passo avanti. Vedrai che, man mano che ti sentirai più realizzata, l'importanza del giudizio altrui diminuirà.Non aver paura di mostrare le tue doti e di metterti in gioco. Se non concludi, non significa che tu non sia valida: a volte serve solo un po' più di tempo, di impegno o di supporto. E ricorda, l'invidia è un sentimento umano, ma non lasciare che ti consumi. Trasformala in uno stimolo a fare sempre meglio e a raggiungere i tuoi traguardi.
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, sono tanti i motivi per cui ci comportiamo in determinati modi e spesso concorrono tanti elementi a determinare le nostre scelte e i nostri atteggiamenti.
Può cominciare con l’essere lei la prima a dimostrare fiducia in se stessa e fare un passo nella direzione di una maggiore conoscenza di sé e dei motivi che la fanno sentire così.
Si affidi ad una/un brava/o psicoterapeuta ed inizi un percorso di consapevolezza che la aiuterà in tanti aspetti della vita.
Le auguro di trovare la strada giusta per la soluzione delle sue difficoltà.
Dott.ssa Ambra Assunta Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve, potrebbe fare un percorso sull'autostima volto a potenziarla. L'autostima può essere costruita attraverso diverse strategie. Probabilmente è brava a fare molte cose ma non riesce ad esserne consapevole causa della bassa autostima .Esistono diversi percorsi psicologici che potrebbero essere d'aiuto. Una consulenza psicologica potrebbe aiutare a comprendere la strategia più adatta da utilizzare nel suo caso.
Ciao, grazie per la tua sincerità e per aver condiviso un aspetto così profondo di te stessa. Quello che stai vivendo è una combinazione di emozioni complesse: desiderio di indipendenza, frustrazione per non riuscire a concretizzare le tue potenzialità, e difficoltà nell'affrontare le aspettative degli altri e i paragoni. Voglio provare a darti qualche spunto per riflettere su come trovare la felicità in modo più autonomo, senza dipendere tanto dagli altri e dalle loro opinioni.

### 1. **L'importanza dell'indipendenza emotiva**
Per sentirti veramente felice, senza dipendere dagli altri, è fondamentale lavorare sull'indipendenza emotiva. Questo significa imparare a non lasciare che gli altri (o ciò che pensano di te) influenzino troppo il tuo stato d’animo. Non è semplice, ma un passo importante è riconoscere che la tua felicità è un diritto che dipende solo da te, indipendentemente da come ti trattano gli altri. Anche se hai il sostegno del tuo fidanzato, che è una cosa bellissima, è altrettanto importante che tu trovi la tua felicità dentro di te.

### 2. **Distaccarsi dal bisogno di approvazione**
A volte ci identifichiamo troppo con il bisogno di essere apprezzati o approvati, ma questo può portarci a sentirci persi quando non riceviamo l'attenzione o l'affetto che speriamo. Focalizzarsi sul nostro valore intrinseco, a prescindere dal riconoscimento esterno, è un passo cruciale. Quindi, invece di concentrarti su chi ti ignora, cerca di concentrare le tue energie su te stessa: cosa ti appassiona? Cosa ti fa sentire veramente soddisfatta? Queste domande ti aiuteranno a scoprire cosa ti rende felice, a prescindere da come gli altri ti vedono.

### 3. **Imparare a non paragonarsi**
Il paragone con gli altri è una trappola comune che ci impedisce di apprezzare quanto siamo uniche e capaci. Siamo tutte diverse e ognuna ha il proprio cammino. Invece di guardare agli altri con invidia, prova a concentrarti sui tuoi successi, anche quelli piccoli. Ogni passo che fai, ogni ostacolo che superi, è una vittoria personale. Accettare il fatto che ogni percorso ha i suoi tempi ti aiuterà a smettere di paragonarti e a ridurre il senso di frustrazione. Quando ti confronti con gli altri, inevitabilmente ti dimentichi di celebrare le tue conquiste.

### 4. **Costruire la fiducia in te stessa**
Hai già una buona consapevolezza del tuo valore, e questo è un grande punto di partenza. La chiave è continuare a coltivare quella fiducia in te stessa e nelle tue capacità. Anche se non sempre vedi il frutto immediato dei tuoi sforzi, ogni piccolo passo che fai ti avvicina ai tuoi obiettivi. La perseveranza è una dote importante, e quando capirai che anche le sconfitte o i ritardi fanno parte del processo, sentirai meno frustrazione. Questo approccio ti aiuterà anche a non sentirti "stupida" o priva di carattere, ma a riconoscere la tua determinazione e il tuo valore, che vanno oltre i giudizi superficiali degli altri.

### 5. **Lavorare sull'indipendenza economica**
La tua preoccupazione riguardo alla mancanza di indipendenza economica è comprensibile. Essere indipendenti in questo senso ti permette non solo di avere maggiore autonomia, ma anche di sentirti più sicura e di non dover dipendere da nessun altro per il proprio benessere. Cerca di identificare aree in cui puoi sviluppare le tue competenze per diventare più indipendente. Pensa a come usare i tuoi talenti e le tue doti per creare opportunità che ti permettano di guadagnare e crescere in modo autonomo. Potrebbe trattarsi di acquisire nuove competenze, avviare un progetto personale o intraprendere una carriera che ti soddisfi.

### 6. **Il valore del "chi ti ignora"**
Pensare a chi ti ignora è una reazione comune, soprattutto quando ci sentiamo esclusi o non apprezzati. Però, lasciare che queste persone abbiano il potere di influenzare la tua felicità significa dare loro un controllo che non merita. Chi ti ignora non ha il diritto di influenzare la tua autostima. Invece, concentrati su chi ti apprezza e cerca di dare valore a quelle persone che ti supportano sinceramente, come il tuo fidanzato. Quando inizi a capire che le persone che ti ignorano non sono in grado di definire il tuo valore, la loro opinione avrà sempre meno impatto su di te.

### 7. **Accettazione del processo di crescita**
In definitiva, ciò che ti trovo che stai cercando è un equilibrio: l'autonomia emotiva, la realizzazione dei tuoi obiettivi e una serenità che deriva dal riconoscere il tuo valore, indipendentemente dagli altri. Non è una strada facile, e ci vorrà tempo per creare un cambiamento duraturo, ma ogni passo che fai in questa direzione ti avvicina a una versione di te stessa che può sentirsi soddisfatta e in pace con se stessa.

La tua forza è evidente, e sei sulla buona strada per fare in modo che la tua felicità dipenda sempre di più da te. Se ti aiuta, fai un piccolo passo ogni giorno, concentrandoti su te stessa e sul tuo cammino, senza perdere la fiducia nelle tue capacità. Sei molto più forte di quanto pensi!
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Cara utente, leggo con sincero interesse il suo messaggio e sento tutta la sua fatica. Innanzitutto, il rimando che le do è la sua forte sensibilità, che si coglie subito leggendo le sue parole. La sua riflessione indica volontà e capacità di riflettere su sè stessi, e questa è una qualità che la contraddistingue.
Gli spunti di riflessione di cui scrive sono molti, il messaggio ne è ricco. Do la priorità ad alcuni passi che reputo centrali, poi se vuole può contattarmi su questa piattaforma.
In merito al suo quesito, sarebbe interessante comprendere le ragioni del suo punto di vista. Mi spiego meglio: nel suo messaggio si coglie una propensione da parte sua nei confronti dell'"altro" vissuta con fatica e sofferenza.
Mi chiedo quindi: perchè "l'altro" è così importante per lei? La invito a riflettere sull'assunto per cui affidare il potere della mia felicità ad un altro diverso da me, non può essere una scelta saggia e questo perchè stare ed essere con l'altro non rappresenta l'unico modo che abbiamo per stare bene.
Inoltre, lei stessa riferisce la presenza di persone importanti per lei e che apprezzano la sua unicità, che hanno "letto" ciò che ha dentro e le stanno accanto con piacere.
Mi chiedo quindi: ha davvero bisogno di coloro che non riescono ad apprezzarla?
Le auguro il meglio e qualora ne avvertisse il bisogno, ci sono. Dott.ssa Letizia Turchetto

Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Chi tende in continuazione a paragonarsi e a provare invidia non ha una grande autostima, soprattutto se la felicità dipende dagli altri. So che le dico qualcosa di terribilmente fastidioso ma credo sia giusto che abbia un quadro più chiaro di come percepisce se stessa e il mondo. Lavori bene su se stessa facendo un percorso psicologico profondo, di cui io mi occupo, vedrà che capirà alcuni aspetti interiori e bui che le permetteranno di conoscerla meglio e vivere una vita più serena
Dott.ssa Sabrina Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buonasera, quello che mi viene da pensare è che probabilmente lei non sia stata "vista"mentre stava crescendo, non le sia stato riconosciuto valore e quindi lei non lo riconosce a sé stessa. Continua ad inseguire chi non la vede oggi ricalcando ciò che avveniva nel suo passato. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere le sue dinamiche interne e a produrre un cambiamento.
Dott.ssa Fiordalisa Melodia
Psicologo clinico, Psicologo
Capaci
Gentile utente, innanzitutto grazie per condividere la sua sofferenza. La risposta alla sua domanda la sa solo lei. Le suggerisco di iniziare un percorso terapeutico per approfondire questo aspetto della sua vita in modo da darle un significato. Resto a disposizione, dr.ssa Melodia
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Da ciò che descrive, emerge una forte consapevolezza del proprio valore, ma anche una difficoltà nel trovare soddisfazione indipendentemente dal riconoscimento esterno. Il confronto con gli altri e l'attenzione verso chi la ignora sembrano generare frustrazione, portandola a mettere in discussione i propri risultati. L’autonomia emotiva si costruisce attraverso un lavoro interiore che permette di trarre gratificazione dalle proprie scelte, senza che questa dipenda dall'approvazione altrui. Può essere utile chiedersi quali sono i criteri con cui valuta il proprio successo e se questi siano realmente funzionali al suo benessere. Inoltre, spostare il focus su relazioni autentiche, piuttosto che su chi non le riconosce il giusto valore, potrebbe aiutarla a ridurre il senso di insoddisfazione. Se questi vissuti le creano sofferenza, un percorso psicologico potrebbe supportarla nell’elaborarli in modo più approfondito.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gent.mo,
capisco che stia attraversando un periodo difficile e che le sue riflessioni siano piene di sfumature, di desideri e di frustrazioni. Il punto su cui credo possa essere utile riflettere è che la felicità, come tanti altri aspetti della vita, non dipende mai esclusivamente dagli altri. È una costruzione che parte da noi stessi e si nutre delle scelte che facciamo e dei significati che attribuiamo agli eventi. Se riesce a riconoscere e apprezzare le sue doti, sa bene di avere valore, ma forse non ha ancora trovato il modo di far emergere tutto il suo potenziale.
Invece di concentrarsi su ciò che non riesce a ottenere o su ciò che gli altri fanno, potrebbe chiederle: cosa posso fare per cambiare la mia situazione? Cosa posso fare, a piccoli passi, per raggiungere ciò che desidero, anche se richiede più tempo rispetto ad altri?
Ogni percorso è unico, e il fatto che le cose richiedano più tempo per lei non diminuisce assolutamente il valore di ciò che fa. Le consiglio di dare ascolto a sé stessa, concentrandosi su ciò che può controllare e facendo piccoli passi verso l'indipendenza e la realizzazione. E, riguardo a chi la ignora, potrebbe riflettere su come tale ignoranza non definisce chi è, ma solo chi non è in grado di vederla nella sua interezza.
Le auguro di continuare a esplorare le sue potenzialità e a costruire la sua felicità da dentro.
Sono disponibile su Bologna, Lecce ed online


Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi

Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Quello che descrivi è un insieme di vissuti complessi e profondi, che toccano il senso di autostima, il bisogno di riconoscimento e la difficoltà nel distaccarsi emotivamente dagli altri per trovare una felicità più centrata su te stessa.

Da ciò che scrivi, sembri essere consapevole del tuo valore, ma al tempo stesso percepisci una discrepanza tra ciò che sai di te e il modo in cui vieni riconosciuto dagli altri. Questo può generare frustrazione e un senso di ingiustizia, portandoti a focalizzarti su chi ti ignora piuttosto che su chi ti apprezza. È un meccanismo comune: il nostro cervello è portato a cercare conferme esterne e, paradossalmente, più sentiamo che qualcuno ci sfugge, più ci viene spontaneo desiderare la sua attenzione.

Il confronto con gli altri e l'invidia che prova sono sentimenti umani e comprensibili, soprattutto quando senti di impegnarti molto senza ottenere i risultati sperati. Tuttavia, il confronto diventa dannoso quando ci fa perdere di vista il nostro percorso personale e ci porta a svalutare i nostri tempi e successi.

L'indipendenza emotiva, che è ciò che cerchi, non significa essere totalmente impermeabile agli altri, ma piuttosto riuscire a riconoscere e validare da soli il proprio valore, senza che questo dipenda dal riconoscimento esterno. È un processo che richiede lavoro su di sé, a partire dall'accettazione dei propri bisogni e dal rafforzamento di un dialogo interiore più costruttivo.

Per approfondire e lavorare su questi aspetti in modo più concreto e personalizzato, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Le sue domande sono la base fondamentale per un buon percorso psicologico.
La invito a pensarci.
Dott. Mattia Moraschini
Psicologo, Psicologo clinico
Fano
Buongiorno. Ci sta portando delle domande a cui è impossibile rispondere; potremmo fare delle ipotesi, delle osservazioni, alcune considerazioni...ma tutto qua. Per avere delle risposte o meglio ancora, per cercarle, le consiglio di rivolgersi ad un professionista ed iniziare un percorso di psicoterapia dove poter dare uno spazio più adeguato a queste domande rispetto alla bacheca di una piattaforma online dove ci si presenta come paziente anonimo.
Spero che il mio essere diretto e chiaro possa servirle a vedere un pò meglio le cose.
Cordialmente, dottor Moraschini
Dott.ssa Tania Vicini
Psicologo, Psicologo clinico
Mirandola
Grazie per questa domanda perchè vengono toccati tanti aspetti che con un professionista possono essere discussi. Il consiglio che posso dare è di intraprendere un percorso con un professionista, in quanto questo può essere d'aiuto nella lettura di alcuni aspetti di sé che attualmente è difficile vedere in maniera chiara e oggettiva. Il percorso con un professionista ha esattamente l'obiettivo di aiutare la persona a scoprire e/o riscoprire differenti parti di sé, permettendo di raggiungere una maggiore consapevolezza e dunque consentire di poter migliorare la propria condizione di benessere.
Dott.ssa Miriana Pipia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Padova
Gentile paziente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza personale. Sento da queste parole il peso del non ricevere il riconoscimento dall'esterno e l'attenzione dalle persone da cui si sente ignorata. Spesso cerchiamo approvazione proprio dove è difficile ottenerla, come se da quell’approvazione dipendesse la conferma del nostro valore, anche quando si è sicuri dell'entità di questo valore. Forse una domanda utile da porsi potrebbe essere: Cosa cerca da queste persone e cosa rappresentano per lei? Le ricordano altre situazioni della sua vita?
Spero che queste riflessioni possano esserle utili. Mi sembra già consapevole del suo valore, ora potrebbe essere il momento di dare anche spazio alle relazioni che fanno stare bene. Le consiglio e le auguro di trovare questo spazio all'interno del suo percorso di crescita personale, per adesso le posso consigliare di intraprendere un percorso di consulenza e supporto psicologico per poter mettere in luce queste domande che si pone accompagnata da una professionista. Se avesse bisogno, sono disponibile anche online.
In bocca al lupo!
Miriana Pipia
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è importante intraprendere un percorso di supporto psicologico per capire cosa c'è alla base di ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Federico Stroppa
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Milano
Buongiorno,
è evidente che la sofferenza che prova sta mettendo in scacco la sua esistenza, sta iniziando a domandarsi "Chi sono io?". Non esiste bacchetta magica che possa nell'immediato risolvere un problema o superare una difficoltà; tuttavia, iniziare un percorso psicologico la aiuterebbe a comprendere i suoi modi di emozionarsi e di essere nel mondo, così da vivere un'esistenza autentica in cui possa sentirsi autore delle proprie scelte e riconoscersi nelle proprie decisioni (senza provare un senso di dipendenza da qualcuno, sentire di non essere compresa dagli altri...)
Resto a disposizione e auguro buona giornata
Dott. Federico Stroppa
Buongiorno, per poterle davvero rispondere è necessario effettuare un approfondimento in sede di colloquio clinico. Sono delle domande importanti e cariche a livello emotivo, pertanto meritano delle risposte specifiche e contestualizzate rispetto alla sua personale storia di vita. Per altre necessità resto a sua disposizione. Un caro saluto.
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Per rendere la tua felicità meno dipendente dagli altri, puoi concentrarti su ciò che controlli: i tuoi obiettivi, i tuoi valori e il tuo benessere. L'attrazione verso chi ti ignora potrebbe riflettere un bisogno di conquista o un'associazione inconscia con il valore. Coltivare relazioni autentiche e fidarti di chi dimostra rispetto sincero può aiutarti a superare questo schema.

L'invidia verso chi ottiene risultati rapidamente è normale, ma puoi contrastarla valorizzando i tuoi progressi e riconoscendo che ogni percorso è unico. Sebbene tu riconosca il tuo valore, potresti sentirti bloccata da aspettative elevate: fissare obiettivi realistici e celebrare anche i piccoli successi può aiutarti a sentirti più realizzata e serena.

Domandati: quali passi concreti puoi compiere oggi per sentirti più allineata con te stessa? Un caro saluto.

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